120 research outputs found

    Why "should we"? A well-grounded argument for refugee acceptance and integration

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    L'attuale e inedito arrivo nell'UE di migranti e richiedenti asilo in fuga da paesi devastati dalla guerra ha creato un intenso dibattito sull'obbligo e l'opportunità di accettarli e integrarli nelle nostre società. Tra preoccupazioni umanitarie e convenienza politica, e al di là della retorica dei media, è possibile argomentare a favore dell'accettazione e dell'integrazione sulla base di un solido processo di analisi e valutazione dei dati. Questo articolo si propone di presentare e discutere le evidenze provenienti da ricerche che suggeriscono che dovremmo sostenere l'accettazione e l'integrazione dei rifugiati nell'Unione europea, nel suo complesso, e in Italia in particolare. Dopo aver descritto i principali eventi recenti riguardanti la crisi migratoria dell'UE, vengono esaminate una serie di questioni chiave: le dimensioni reali dei flussi, la minaccia alla sicurezza, gli obblighi derivanti dal diritto internazionale, il rapporto costi-benefici e, infine, l'importanza educativa della diversità culturaleThe current unprecedented influx of migrants and asylum seekers fleeing from war-torn countries into the EU has created an intense debate on the obligation and opportunity to accept and integrate them in our societies. Between humanitarian concerns and political convenience, and beyond the rhetoric of the media, it is possible to argue in favour of acceptance and integration based on a sound process of data analysis and assessment. This article aims to present and discuss evidence from research that suggests we should support acceptance and integration of refugees in the EU, as a whole, and in Italy specifically. After describing the main recent events concerning the EU migration crisis, a number of key issues are investigated: the real dimensions of the influx, the security threat, the obligations deriving from international law, the cost-benefit ratio and, finally, the educational importance of cultural diversity

    Inclusive education in Italy. A case study

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    Historically speaking, the origin of the inclusive education model in Italy could be traced back to the promulgation of the Italian Constitution in 1948. Many years later, in 1977, the Parliament approved an important piece of legislation known as integrazione scolastica: according to this policy, all students can be enrolled in public schools regardless of any physical or mental impairment. As a result, the Italian policy context seems to create an ideal situation for the development of inclusive education and of a human rights approach to education. Does such perception correspond to reality? Our paper will briefly outline the historical evolution of the Italian model of inclusive education and present its current state of development. Clearly, inclusion works in reality not only as a result of legislation and procedures, but also depending on the will, dedication and investment of each school institution, on the context in which it operates, on the competence and motivation of its teachers and staff. In our paper we chose to present the case study of a vocational high school in Rome, considered a best practice at the local and national level for the success of its inclusion projects. After describing the environment and the challenges faced from the viewpoint of integrazione scolastica, we will try to emphasize its peculiarities and to highlight the factors and managerial choices that, in our view, contribute to the excellent results of this institution in the area of inclusion

    Tra ricerca empirica e riflessione pedagogica: l’educazione come scienza

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    Nel Decreto Ministeriale 616 del 10 agosto 2017 che regola le modalità di acquisizione dei 24 CFU, requisito di accesso al concorso per l’insegnamento nella scuola secondaria, la pedagogia sperimentale (o ricerca empirica in educazione) è collocata nell’area delle «metodologie e tecnologie didattiche». Il contributo, rivolto in primo luogo a coloro che si preparano a diventare insegnanti, propone alcune riflessioni utili a comprendere il ruolo della pedagogia sperimentale nei contesti scolastici e per la formazione di «professionisti riflessivi» (Schön, 1986). A partire da una definizione della disciplina, dei suoi ambiti di intervento, e dei principali strumenti concettuali e procedurali di cui si avvale, il futuro insegnante viene guidato in un percorso di riflessione sull’importanza di sottoporre qualunque azione formativa a continua verifica, affrontando le questioni educative con atteggiamento scientifico

    Evaluating and financing university research. Comparative case study: Italy, France, Germany and Spain

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    Recentemente il dibattito su università e ricerca si è focalizzato principalmente sulla scarsità delle risorse a disposizione e sulle modalità con cui vengono distribuite tali risorse. La creazione di istituzioni preposte alla valutazione e lo sviluppo di tecniche ed indicatori rispondono alla necessità di allocare le risorse in base a criteri di efficienza e merito. Questa ricerca si è posta l’obiettivo di seguire l’evoluzione di norme e pratiche relative alla valutazione della ricerca nel nostro Paese, collocandola nella cornice del Processo di Bologna. La comparazione tra Italia, Francia, Germania e Spagna, che presentano sistemi universitari avanzati, di massa e a finanziamento prevalentemente pubblico, può fornire elementi utili allo sviluppo di un dibattito informato e costruttivo nel nostro Paese. Lo studio di caso comparativo è articolato in due livelli di analisi. Al livello macro, attraverso la somministrazione di un questionario ad un campione di ricercatori nei quattro Paesi oggetto di analisi, ci si è posti l’obiettivo di analizzare le opinioni e posizioni del mondo accademico rispetto a temi cruciali riguardanti la valutazione e il finanziamento della ricerca universitaria. Al livello micro si analizzano cinque Atenei (uno per Francia, Germania e Spagna, due per l’Italia), con l’obiettivo di realizzare uno studio approfondito delle modalità di valutazione e distribuzione interna delle risorse per la ricerca. Gli Atenei sono stati scelti all’interno di una rosa di istituzioni che si posizionano ai primissimi posti nei principali ranking internazionali riguardanti la produttività scientifica. Questo lavoro mette in evidenza l’importanza di condizioni che fanno da sfondo al lavoro dei ricercatori e che ne influenzano pesantemente, anche se in modo indiretto, i risultati. L’Italia investe molto meno degli altri Paesi considerati in istruzione terziaria e ricerca: la nostra spesa in ricerca e sviluppo in percentuale del PIL equivale a meno della metà di quella tedesca e poco più della metà di quella francese. In senso più generale, è l’intero “sistema Paese” che ha un impatto, indiretto ma importante, sui risultati ottenuti nella ricerca; lo stesso vale per le caratteristiche del contesto urbano in cui ciascun Ateneo si trova. Secondo gli studi di competitività utilizzati a supporto della nostra tesi (Global Competitiveness Report 2012-2013 del World Economic Forum per i sistemi paese e Global City Competitiveness Index 2012 per le città) l’Italia risulta ultima in lista tra i quattro Paesi considerati, così come i “contesti urbani” di Roma e Milano si discostano sensibilmente dagli altri tre. A livello di singolo Ateneo, il quadro emerso mostra una tale disparità di condizioni, da poter affermare che un confronto obiettivo sui risultati ottenuti nella ricerca non è possibile. Gli indicatori relativi all’organizzazione della didattica e della ricerca, così come quelli di budget, mostrano disparità tali da comportare opportunità e prospettive radicalmente diverse. Di conseguenza, l’indagine si limita a far luce sulle modalità con cui ciascun Ateneo si relaziona al proprio contesto, come affronta le criticità e le variabili “non controllabili” e come riesce, invece, ad incidere negli ambiti in cui è possibile una fattiva ed efficace interazione tra contesto esterno ed interno. La ricerca, infatti, ha mostrato come i singoli Atenei abbiano spazi di manovra, seppur limitati, nel disegnare ed attuare politiche coerenti con i loro obiettivi di miglioramento. Ciascuno dei cinque Atenei, per esempio, ha trovato una strada per costruire un sistema di valutazione interno che supporti efficacemente la mission istituzionale, ha individuato una strategia per rafforzare le proprie capacità di reperimento di fondi a livello internazionale, così come ha disegnato processi di gestione del knowledge transfer che tengano conto delle peculiarità del territorio. In conclusione, il confronto tra realtà profondamente diverse evidenzia che: qualsiasi valutazione che non tenga conto delle condizioni di contesto sia inutile, quando non controproducente; le classifiche internazionali spesso nascondono più di quanto riescano effettivamente a spiegare; gli Atenei e i singoli ricercatori possono agire in modo più o meno efficace nell’ambito di spazi di manovra limitati, per migliorare i risultati della ricerca universitaria, ma è imprescindibile un intervento in termini di politiche pubbliche che valorizzi la ricerca, a partire da un più adeguato investimento economico

    Promoting Self-Determination in Disability: Reflective Practice for Future Educators

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    Regarding people with intellectual disabilities, self-determination can be defined as the capability to be a primary causal agent in one’s life, making choices and decisions regarding one’s quality of life free from undue external influence or interference. In Italy, degree courses in education sciences prepare future educators who can work, among others, with people with disabilities of all ages. In the third and final year of the course, students must engage in a curricular traineeship in the field. Students enrolled in the degree course in Education Sciences at the University of Ferrara, during their traineeship experience, participate in two group supervision meetings moderated by a professor. Before the meeting, each of them must write and share a reflection on lived experience in the course virtual Classroom. Three types of contributions are possible: simple observation, description of a good practice, and description of a critical incident. Analyzing critical incidents is a training strategy that helps people clarify their beliefs and understand, through comparison with different perspectives, the value assumptions that guide their own and others’ behaviors. During the supervision meeting, the group analyzes critical incidents starting from three key questions: What is the main problem? Who should take charge of this problem? What could/should be done? The paper, starting from analyzing some critical incidents narrated by the trainees, shows how to restructure conservative thought into transformative thought and action, promoting the self-determination of people with intellectual disabilities at different stages of life. Thinking of people with disabilities as capable of self-determination is the first step in building conditions favorable to self-determination itself. Reflective practice can significantly impact achieving this goal

    Chapter Insights from the Fields: the Role of Reflection in ‘Learning How to Learn’

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    In experiential learning, on-field experience needs to be processed consciously in order for learning to take place. Reflection plays a crucial role by providing a bridge between practical experience and conceptualization. Despite being a protected environment, university traineeship is a form of experiential learning that offers students a chance to learn from the fields and reflect on a possible future profession. In this paper we present and discuss a research project whose goal is the development of a methodology to educate trainees’ reflective thinking and writin

    Sviluppo dell’intelligenza culturale Case study: il programma tirocini del consorzio IES

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    L’intelligenza culturale (CQ), cioè la capacità di essere efficaci in contesti caratterizzati da diversità culturale, è una competenza chepuò essere sviluppata attraverso l’esperienza, l’educazione e la formazione. È stato dimostrato che alcune tipologie di esperienze, tra le quali un tirocinio all’estero, favoriscono lo sviluppo del quoziente CQ. La ricerca si propone di verificare questa relazione positiva in un contesto particolare, scelto come oggetto di analisi: il programma tirocini del consorzio universitario americano IES Roma. L’analisi si basa sull’osservazione dell’esperienza di più di cento studenti americani, che negli ultimi tre anni hanno svolto un tirocinio presso organizzazioni italiane o internazionali con sede a Roma. La correlazione tra esperienza di tirocinio all’estero e sviluppo dell’intelligenza culturale trova pieno riscontro nell’esperienza di IES. Il possesso di solide competenze linguistiche, o almeno la motivazione e l’attitudine ad acquisirle e migliorarle, risulta essere un fattore chiave nella maggior parte dei casi osservati. Lo stesso dicasi per la presenza di un supporto didattico e formativo finalizzato a migliorare la consapevolezza, la motivazione e le conoscenze degli studenti, elementi costituentile diverse dimensioni dell’intelligenza culturale

    “Lei forse non lo sa, ma non l’ho mai dimenticata”. Le competenze relazionali per un’educazione inclusiva

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    La riflessione proposta in questo contributo nasce da un’esperienza di formazione svolta durante l’anno accademico 2022-2023 nell’ambito del corso di laurea in Scienze filosofiche e dell’educazione dell’Università degli Studi di Ferrara. L’autobiografia riflessiva è un metodo efficace per rielaborare e risignificare i propri vissuti, rendendoli parte attiva nella costruzione del proprio agire quotidiano. Partendo da questo presupposto, durante il percorso formativo propedeutico al tirocinio curriculare si chiede ad ogni partecipante di elaborare una propria narrazione a partire da esperienze favorevoli o sfavorevoli vissute nel passato in ambito educativo o scolastico. L’articolo presenta e discute i risultati dell’analisi tematica riflessiva di oltre 260 testi narrativi scritti e condivisi dai partecipanti nello spazio virtuale Classroom dedicato al percorso formativo. Dai ricordi di scuola dei futuri educatori emerge la figura di un insegnante capace di costruire e mantenere relazioni educative che favoriscono il benessere a scuola: un insegnante inclusivo, che vede e valorizza ogni alunno, riconoscendolo nella sua soggettività e unicità

    I docenti inclusivi tra teoria e pratica

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    Starting from the Profile of inclusive teachers by the European Agency for Special Needs and Inclusive Education and its fundamental values, this article will describe the partial results of a research project that is being carried out in three high schools.The research, adopting a phenomenological approach, aims to investigate and understand the factors favouring or hindering inclusion in the daily life of teachers and teaching assistants, analyzing the opinions and beliefs of all stakeholders. So far, 49 indepth interviews have been administered; data collection will continue during the 2018 - 2019 school year, also through focusgroups and direct observations, so to investigate the theme under different viewpoints, including as many perspectives as possible.The article describes the areas of convergence and non-convergence among the fundamental values of the Profile and those emerging from the interviews with teachers, with the aim of highlighting the deeply rooted inclusive values on the one hand, and the problems and the areas that need to be strengthened on the other.A partire dal Profilo dei docenti inclusivi dell’Agenzia Europea per i Bisogni Educativi Speciali e l’Istruzione Inclusiva e dai valori fondamentali in esso descritti, il contributo illustrerà i risultati parziali di una ricerca in corso di realizzazione in tre scuole secondarie di secondo grado.La ricerca, che adotta un approccio fenomenologico, si propone di evidenziare e comprendere i fattori che favoriscono o ostacolano l’inclusione nella quotidianità del lavoro di insegnanti e assistenti, indagando sulle opinioni e convinzioni di tutti i soggetti coinvolti. Ad oggi, sono state realizzate 49 interviste in profondità; la raccolta dati continuerà nei tre contesti scolastici per tuttol’anno 2018-2019, anche attraverso l’organizzazione di focus group e di osservazioni dirette, con l’obiettivo di avere testimonianze dal maggior numero possibile di soggetti coinvolti e di indagare il tema da più prospettive.Il presente contributo descrive le aree di convergenza e non convergenza tra i valori fondamentali per l’inclusione evidenziati nel Profilo dei docenti inclusivi e quelli emersi dalle interviste ai docenti. L’obiettivo è metterein luce, da un lato, i valori consolidati e, dall’altro, le eventuali criticità e aree da rafforzare

    Probabilidad y estadística. Guía de Estudio 2020

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    La Guía de Estudio de Probabilidad y Estadística se orienta a lograr un mayor protagonismo del alumno dentro del proceso de enseñanza-aprendizaje, a través de una metodología centrada en las siguientes estrategias: trabajo en equipo, exploración bibliográfica y resolución de problemas. Con este enfoque se busca priorizar el desarrollo de la aptitud del estudiante para llevar a la práctica los conocimientos adquiridos, en vez de limitarse a recordar conceptos. La Guía posee, en cada unidad temática, los siguientes elementos: Introducción al tema a considerar. Esquema conceptual. Objetivos mínimos a alcanzar. Planteo de un problema concreto usado como eje para el desarrollo del tema. Preguntas de apoyo que sirven para orientar el estudio independiente. Ejercitación adicional en aspectos críticos. Además, la Guía cuenta con varios Anexos, a saber: Anexo 1. Importancia y consecuencias del teorema del límite central (TLC) Anexo 2. Análisis de datos con Infostat Anexo 3. Situación problemática para abordar en clase Anexo 4. Aspectos que se tendrán en cuenta al evaluar los trabajos prácticos grupales Anexo 5. Ejemplo de regresión – usando Excel Anexo 6. Tablas estadísticasUniversidad de Nacional de Córdoba. Facultad de Ciencias Exactas y Naturales, ArgentinaBoaglio, Laura ,Universidad de Nacional de Córdoba. Facultad de Ciencias Exactas y Naturales, ArgentinaDimitroff, Magdalena, Universidad de Nacional de Córdoba. Facultad de Ciencias Exactas y Naturales, ArgentinaGonzález, Analía , Universidad de Nacional de Córdoba. Facultad de Ciencias Exactas y Naturales, ArgentinaIngaramo, Ricardo. Universidad de Nacional de Córdoba. Facultad de Ciencias Exactas y Naturales, ArgentinaLuczywo, Nadia. Universidad de Nacional de Córdoba. Facultad de Ciencias Exactas y Naturales, ArgentinaNepote, Valeria. Universidad de Nacional de Córdoba. Facultad de Ciencias Exactas y Naturales, ArgentinaPierotti, Silvia. Universidad de Nacional de Córdoba. Facultad de Ciencias Exactas y Naturales, Argentina.Zanazzi, José Francisco. Universidad de Nacional de Córdoba. Facultad de Ciencias Exactas y Naturales, ArgentinaZanazzi, José Luis. Universidad de Nacional de Córdoba. Facultad de Ciencias Exactas y Naturales, Argentin
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