63 research outputs found
Left ventricular function during porcine-resuscitated septic shock with pre-existing atherosclerosis
Caratterizzazione di alcuni siti della rete accelerometrica nazionale al fine di individuare la risposta sismica locale
Le indagini geotecniche finalizzate alla stima della risposta sismica locale si limitano molto spesso ai primi 30 m di profonditĂ , valore che è diventato uno standard per la classificazione delle caratteristiche di un sito. Negli anni â90 Borcherdt (1994) e Martin e Dobry (1994) suggerirono 30 m come la profonditĂ standard di indagine per la verifica delle strutture. Boore et al. (1993, 1994, 1997) e Boore e Joyner (1997) basarono le regressioni per il calcolo delle leggi predittive del moto del suolo sullo stesso parametro. Nel 1997 negli Stati Uniti il National Earthquake Hazards Reduction Program (NEHRP) nella stesura delle norme tecniche per le costruzioni in zona sismica (FEMA, 1997) utilizza per la prima volta il parametro Vs30 come indice per la classificazione dei suoli, con lo scopo di definirne lâamplificazione. Le norme tecniche per le costruzioni in zona sismica della comunitĂ Europea, EC8 (ENV, 1998)
ente da dati provenienti dagli Stati Uniti
occidentali e, utilizzando dati provenienti dalla stessa regione, Wald & Mori (2000) segnalano
che le VS,30 non sono molto ben correlate con lâentitĂ dellâamplificazione, in quanto esiste una
forte dispersione dei dati. La figura 1.1 mostra il rapporto tra le amplificazioni, mediate
sullâintervallo di frequenza compreso tra 3-5 Hz.
raccomandano lo stesso parametro per suddividere i terreni, anche se le classi differiscono in parte dalla classificazione NEHRP. Infine, anche in Italia, le Norme Tecniche per le Costruzioni (Normative Tecniche per le Costruzioni, Gazzetta Ufficiale del 14/01/2008) adottano la stessa suddivisione dei terreni adottata dallâEC8.LâattendibilitĂ della velocitĂ delle onde di taglio nei primi 30 m (VS,30) come estimatore della risposta sismica di un sito, in termini di frequenza e amplificazione, è tuttavia molto discussa.Innanzitutto il parametro è stato ricavato unicamente da dati provenienti dagli Stati Uniti occidentali e, utilizzando dati provenienti dalla stessa regione, Wald & Mori (2000) segnalano che le Vs30 non sono molto ben correlate con lâentitĂ dellâamplificazione, in quanto esiste una forte dispersione dei dati. La figura 1.1 mostra il rapporto tra le amplificazioni, mediate sullâintervallo di frequenza compreso tra 3-5 Hz. I valori risultano effettivamente molto dispersi, ma questo risultato può essere spiegato col fatto che non tutte le classi di sito hanno frequenza di risonanza compreso in questo intervallo di frequenza. Perciò per alcuni siti la media è stata calcolata nellâintorno della frequenza di risonanza (sulle amplificazioni massime), mentre per altri è stata calcolata sulle armoniche superiori, che hanno ampiezze minori.
Lavori eseguiti con dati provenienti da altre regioni sottolineano come le Vs30 non siano buoni estimatori per la predizione di amplificazioni in bacini profondi (Park & Hashash, 2004), per la stima delle amplificazioni in altre regioni (Stewart et al., 2003) o in presenza di inversioni di velocitĂ (Di Giacomo et al., 2005). Uno studio recente, eseguito su dati giapponesi (Zhao et al., 2006) si è evitato lâuso della Vs30 perchĂŠ strati spessi di terreno rigido posti sopra il substrato roccioso amplificano il moto di lungo periodo, mentre gli strati sottili e soffici tendono ad amplificare il moto di corto periodo: ciò significa che la VS,30 non può rappresentare il periodo predominante del sito, dato che si basa solo sugli strati superficiali. Secondo Mucciarelli e Gallipoli (2006) il confronto tra lâamplificazione sismica al sito e la Vs30 mostra che questâultimo parametro non è adeguato per spiegare gli effetti di sito osservati in Italia a causa delle situazioni geologiche particolari che sono diffuse nel nostro paese. La figura 1.2 mostra la distribuzione dellâampiezza rispetto alla classe di sito, in cui si vede che le classi sono mal discriminate e le mediane delle classi A e B (indicate dalla linea nera) sono uguali.
à però necessario notare che questo grafico è stato costruito utilizzando le ampiezze ricavate col metodo dei rapporti spettrali H/V, ma in letteratura (Bard, 1999) è dimostrato che tali rapporti spettrali permettono di stimare la frequenza di risonanza, ma falliscono nella stima del valore di amplificazione.
In particolare la Vs30 sottostima gli effetti locali ai siti con inversione di velocitĂ e li sovrastima in siti con bacini profondi. La Vs30 sembra fornire dei buoni risultati solo in siti che abbiano un profilo di velocitĂ monotono, crescente con la profonditĂ e un forte contrasto di impedenza nella prima decina di metri.
Questo studio si propone di verificare lâattendibilitĂ della velocitĂ delle onde di taglio valutate nei primi 30 m come estimatore della risposta sismica di un sito.
Per questo scopo sono state selezionate 45 stazioni della Rete Accelerometrica Nazionale, di cui si conoscono i profili stratigrafici e i profili di velocitĂ delle onde di taglio e di compressione. Inoltre sono state raccolte le registrazioni strong motion relative ai terremoti registrati da queste stazioni. Gli effetti di sito sono stati valutati in due modi:
¡ Le registrazioni sono state utilizzate per calcolare i rapporti spettrali H/V per ricavare la frequenza fondamentale propria di ciascun sito (f0) e il relativo valore di amplificazione;
¡ I profili di velocitĂ delle onde di taglio sono serviti per ricavare il modello teorico monodimensionale per il calcolo della funzione di trasferimento del sito, eseguito per mezzo del modello proposto da Haskell e Thomson (Haskell, 1953, Thomson 1950), da cui ricavare la f0 e lâamplificazione.
I valori ottenuti con i due metodi sono stati poi confrontati per verificare la congruenza dei risultati.
I profili di velocitĂ hanno permesso di classificare le stazioni utilizzando la velocitĂ media delle onde di taglio nei primi 30 m (Vs30), secondo la normativa italiana. I risultati ottenuti dalla valutazione della risposta di ciascun sito, espressi in termini di frequenza fondamentale e amplificazione, sono stati correlati con la rispettiva classe di sito per verificare lâattendibilitĂ del parametro delle Vs30 come estimatore degli effetti di sito
Cathepsin-L can resist lysis by human serum in Trypanosoma brucei brucei.
Closely related African trypanosomes cause lethal diseases but display distinct host ranges. Specifically, Trypanosoma brucei brucei causes nagana in livestock but fails to infect humans, while Trypanosoma brucei gambiense and Trypanosoma brucei rhodesiense cause sleeping sickness in humans. T. b. brucei fails to infect humans because it is sensitive to innate immune complexes found in normal human serum known as trypanolytic factor (TLF) 1 and 2; the lytic component is apolipoprotein-L1 in both TLFs. TLF resistance mechanisms of T. b. gambiense and T. b. rhodesiense are now known to arise through either gain or loss-of-function, but our understanding of factors that render T. b. brucei susceptible to lysis by human serum remains incomplete. We conducted a genome-scale RNA interference (RNAi) library screen for reduced sensitivity to human serum. Among only four high-confidence 'hits' were all three genes previously shown to sensitize T. b. brucei to human serum, the haptoglobin-haemoglobin receptor (HpHbR), inhibitor of cysteine peptidase (ICP) and the lysosomal protein, p67, thereby demonstrating the pivotal roles these factors play. The fourth gene identified encodes a predicted protein with eleven trans-membrane domains. Using chemical and genetic approaches, we show that ICP sensitizes T. b. brucei to human serum by modulating the essential cathepsin, CATL, a lysosomal cysteine peptidase. A second cathepsin, CATB, likely to be dispensable for growth in in vitro culture, has little or no impact on human-serum sensitivity. Our findings reveal major and novel determinants of human-serum sensitivity in T. b. brucei. They also shed light on the lysosomal protein-protein interactions that render T. b. brucei exquisitely sensitive to lytic factors in human serum, and indicate that CATL, an important potential drug target, has the capacity to resist these factors
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