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Verso la nuova stagione della sostenibilità condivisa. Effetti su territorio, città e pianificazione locale
Verso la nuova stagione della sostenibilità condivisa. Effetti su territorio, città e pianificazione locale Paolo De Pascali, Valentina Alberti, Michele Reginaldi
Le politiche per la sostenibilità mostrano evidenti elementi di criticità . In particolare gli accordi internazionali si sono resi scarsamente efficaci per promuovere la sostenibilità in sede locale
Il commercio delle emissioni (cap & trade) è il cardine delle politiche (anche UE). L’ipotesi che vengano favoriti interventi low carbon nella competizione con il prezzo delle emissioni finora si è rivelata errata nell’attuale sistema di mercato e di finanza speculativa
Emission trading risulta inefficace per la riconversione verde dell’economia diffusa, non arriva ai territori. Anche burden sharing non ha penetrazione in basso, si ferma a regione e riguarda i grandi impianti energy intensive
Sul decentramento e localismo energetico la politica UE si muove con circospezione e debolezza, senza decise direttive operative; il processo di decentramento locale della liberalizzazione risulta lento e poco pervasivo
Manca una politica di supporto al localismo. Le politiche di sostenibilità non arrivano ai territori e non partono da essi; interessano poco i processi di piano locale; i PAES come strumenti di marketing politico e non piani effettivi
La green economy mira a seguire i canoni della old economy del business centralizzato con scarse ricadute sulle comunità locali. La mancanza di radicamento e controllo sociale ha favorito anche nel settore delle rinnovabili l’economia del malaffare
Nascono dal basso iniziative autonome di sostenibilità su modelli di sharing economy basati su fattori di condivisione e inclusione avanzate. Il processo di liberalizzazione dell’energia può essere il motore della condivisione allargata per nuova sostenibilità condivisa e non imposta
La strategia delle Community Energy si basa su un quadro teso a ribaltare il paradigma procedurale centro/periferia nei modelli locali di sviluppo. Persegue inoltre l'obiettivo di qualificazione energetica delle comunità locali secondo la valutazione dei relativi benefici sociali
Il modello di distretto energetico può diventare la proiezione territoriale della comunità (condivisa e inclusiva) dell’energia, il contesto fisico-spaziale in cui collimano domanda e offerta di energia, l’ambito socio-tecnico di progetto in cui convergono fattori di trasformazione del territorio e innovazioni dell’assetto sociale
Incidono fattori finanziari nell’investimento; alcune attuali tendenze possono giocare a favore o contro l’autodeterminazione della comunità ; ICT alla scala urbana e piattaforme di supporto all’economia condivisa possono o meno contribuire alla definizione di confini geografici della comunità e allargare a portatori di interesse esterni
Se da un lato viene facilitato il reperimento dei finanziamenti necessari per l'avvio dei progetti, la perdita dei riferimenti spaziali potrebbe però potenzialmente snaturare l'intento di qualificazione sociale degli utili che la comunità locale sarebbe portata a reinvestire nel proprio territorio, indebolendo considerevolmente le capacità di controllo del processo con possibili ricadute anche sulle logiche stesse di governo del territorio.
Il progetto di distretto di comunità può promuovere piani di riqualificazione urbana con recupero dell’esistente, integrazione delle funzioni, infilling, agricoltura urbana food e no food, forestazione e naturalizzazione, infrastrutturazione ecologico ambientale, rigenerazione della città sociale
20 Principi e obiettivi oramai ineludibili di sostenibilità localmente condivisa (sharing sustainability), trovano prospettive nell’azione delle comunità e dei territori in campo energetico, in tale contesto possono riempire di nuovi contenuti, procedure e attori l’azione pianificatoria locale (in evidente declino in questa fase storica), rilanciandone il ruolo e le potenzialità applicativeThe classical standards of sustainability, so defined in the last century and mostly top-down oriented, show clear signs of crisis, while the effects of the liberalisation process of the energy market, albeit still too slowly, are going to mark a new systemic change in the sustainability issues, with relevant implications at a socio-economic perspective and in the organisation of cities and rural areas.
This process is opening the way for the development of models that incorporate local potentiality and the pursuit of objectives of sustainable territorial development, social inclusion and environmental respect.
The current research aims to identify and examine the new innovative practices linked with the theme of sharing energy production that are arising from liberalization process, the correspondence between practices of social organization and effect of territorial governance and transformation.
Production, distribution and consumption of energy, as well as the canons of expanded government that characterise them, are confronted with the functional organisation of the territory and they can produce gradual transformation towards forms of better coherence between governance and sustainability
targets; the local inclusive community can determine a new energy district model and energy district can contribute to build up communities
Coniugare localismo energetico e pianificazione a Roma: tentativi effettuati e prospettive
Il processo di liberalizzazione dell’energia in atto prospetta rilevanti opportunitÃ
operative per gli enti e le comunità locali; opportunità che oltrepassano i soli effetti sul
mercato energetico e riguardano in forma sistemica le attività produttive,
l’organizzazione fisico funzionale degli insediamenti, la qualità dell’ambiente urbano, i
modelli comportamentali degli abitanti, nonché il processo di democratizzazione e
inclusione sociale. In tale contesto le politiche energetiche locali entrano appieno nelle
politiche urbane e possono rilanciare la pianificazione su processi di rigenerazione
urbana.
Potenti posizioni a difesa del vecchio modello accentrato e anche inabilità delle
amministrazioni frenano però lo sviluppo delle politiche energetiche urbane e
dell’integrazione di queste nella pianificazione locale.
Alcuni fattori evolutivi, provenienti dal basso e di tipo inclusivo, sembrano tuttavia
aprire nuove, seppur ancora da studiare con precisione, prospettive per il breve
termine.
L’articolo intende fornire un sintetico quadro concettuale sul localismo energetico e
riportare un primo compendio delle iniziative e programmi in merito messi in piedi a
Roma negli ultimi decenni (tentativi già volutamente deboli in partenza), e quindi
delineare le direttrici evolutive in atto e potenziali (in riferimento al contesto nazionale
e internazionale) da sviluppare nel lavoro di ricerca per il prossimo futuro, in
riferimento anche a strumenti operativi.The energy liberalization process under way promises significant operational opportunities
for institutions and local communities; opportunities that go beyond just the effects on the
energy market and concern in systemic form of productive activities, the functional physical
organization of the settlements, the quality of urban environment, the behavioral patterns
of the inhabitants, as well as the democratization and social inclusion process. In this
context, local energy policies come fully in urban policies and can enhance the planning of
urban regeneration processes.
Powerful positions in defense of the old centralized model and also inability of the
authorities, however, are holding back development of urban energy policies and the
integration of these in local planning.
Some evolutionary factors, coming from the bottom and in inclusive forms, still seem to
open new, albeit still to accurately study, prospects for the short term.
The article intends to provide a concise conceptual framework on energy localism and outline
a first compendium of initiatives and programs set up in Rome in recent decades (deliberately
attempts already weak at the start), and then delineate the ongoing and potential
evolutionary lines (in reference to the national and international context) to be developed
in the research work for the near future, also with reference to operational tools
An Italian Online Survey Regarding the Use of Hyaluronidase in Previously Hyaluronic Acid-Injected Noses Looking for Surgical Rhinoplasty
Background: Nonsurgical nasal reshaping (nSNR) with hyaluronic acid (HA) filler is a well-established procedure performed to ameliorate nasal appearance and is considered a valid alternative to surgical rhinoplasty in selected patients. Objectives: The aim of our study is to evaluate the decision-making process and management of patients undergoing rhinoplasty, with previous HA filler injection, and evaluate if consensus could be achieved to recommend guidelines. Methods: Between April and May 2021, an online survey was sent to 402 Italian surgeons of different specialties. The survey collected information regarding the types of treatment of patients who have previously undergone nSNR, who should undergo surgical rhinoplasty. For those surgeons using hyaluronidase, an additional information was collected. Results: In a range of time of 2 months (April and May 2021), a total of 72 surgeons replied and completed the survey: out of the 402 questionnaires sent, the response rate was approximately 18%. The majority of respondents (61.5%) replied to inject hyaluronidase (HYAL) in patients who had to undergo a rhinoplasty but reported previous nSNR. Of the surgeons who use HYAL, 70% performed rhinoplasty after a waiting time of 3 to 4 weeks. Conclusions: Either direct surgical approach or hyaluronidase injection first seems to be a viable options. The use of HYAL before surgery is the choice with the broadest consensus in our survey. However, a larger case-control study with long follow-ups is necessary to understand if in patient seeking surgical rhinoplasty who already received nSNR, the injection of hyaluronidase before surgery is mandatory, recommended, or not
Identification of asymptomatic Leishmania infection in patients undergoing kidney transplant using multiple tests
Objectives: In immunocompromised patients, asymptomatic Leishmania infection can reactivate, and evolve to severe disease. To date, no test is considered the gold standard for the identification of asymptomatic Leishmania infection. A combination of methods was employed to screen for Leishmania infection in patients undergoing kidney transplant (KT). Methods: We employed polymerase chain reaction for the detection of parasitic DNA in peripheral blood, Western blot to identify serum immunoglobulin G and whole blood assay to detect cytokines/chemokines after stimulation of whole blood with parasitic antigen. Results: One-hundred twenty patients residing in Italy were included in the study at the time of KT. Each patient that tested positive to at least one test was considered as Leishmania positive. Fifty out of 120 patients (42%) tested positive for one or more tests. The detection of specific cell-mediated response (32/111, 29%) was the most common marker of Leishmania infection, followed by a positive serology (24/120, 20%). Four patients (3%) harbored parasitic DNA in the blood. Conclusion: Our findings underline the high prevalence of asymptomatic Leishmania infection in patients undergoing KT in Italy, who are potentially at-risk for parasite reactivation and can benefit from an increased vigilance. Understanding the clinical relevance of these findings deserves further studies.This work was supported by the Italian Ministry of Health (grant number RF-2016-02361931)S
Debito e dono
The analysis of the concept of the gift implies the analysis of the concept of debt. In the context of our
post-global age, an age in which the grands récits which Jean François Lyotard spoke about in the
‘70’s are anything but extinct and now simply hidden or inscribed in the language and order of our
society, they work intensely to reify social relations, and it is debt that has taken on a primary role in
the construction of the world
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