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    “Didattica acquisizionale” e cortesia linguistica in italiano L2

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    Le norme pragmalinguistiche e sociopragmatiche che regolano l’uso dell’allocuzione pronominale e la modulazione della forza illocutoria degli atti linguistici in italiano sono particolarmente complesse, acquisite in stadi molto avanzati dai parlanti non nativi e difficili da dominare anche per apprendenti con una buona padronanza complessiva della lingua obiettivo. Alle difficoltà acquisizionali delle strutture si unisce l’atteggiamento dei parlanti nativi, che tendono a rivolgersi ai non nativi con una lingua semplificata anche sul piano pragmatico. Il mancato rispetto delle norme che regolano l’espressione linguistica della cortesia può rappresentare un ostacolo alla serena accettazione degli stranieri da parte dei membri della comunità ospitante. Inoltre, la semplificazione del sistema presente nell’input rischia di instaurare una forma basilare di discriminazione e l’adozione di questa semplificazione da parte dei non nativi potrebbe corrispondere a una strategia di adattamento culturale o addirittura a una implicita legittimazione di tale discriminazione. A partire da queste considerazioni e confortati dai nostri dati, sosteniamo che un sillabo informato ai principi della “didattica acquisizionale” dovrebbe addestrare all’uso degli esponenti linguistici della cortesia fin dalle primissime unità didattiche, anche se ciò va contro ogni evidenza di insegnabilità.Handling the pragmalinguistic and sociopragmatic rules governing the use of address forms and the modulation of illocutionary force is extremely demanding for Italian L2 learners. Most of these rules are acquired very late, and even proficient learners of the target language can hardly cope with them. Not only are the linguistic forms intrinsically difficult, but also the input is not of help, as native speakers tend to present non-native speakers with a pragmatically simplified variety of the target language. Violating the rules governing the linguistic expression of politeness can become a source of hindrance to learners’ smooth participation in the L2 community. Furthermore, a basic form of discrimination could stem from native speakers’ use of simplified input, and the adoption of the simplified variety by non-native speakers could result in a strategy of cultural accommodation but even in an implicit legitimization of that discrimination. On these bases, and supported by our data, we argue that a syllabus designed according to the principles of the so called “didattica acquisizionale” should train in using linguistic forms of politeness from the very beginning of the instructional program, even against any evidence of teachability.Le norme pragmalinguistiche e sociopragmatiche che regolano l’uso dell’allocuzione pronominale e la modulazione della forza illocutoria degli atti linguistici in italiano sono particolarmente complesse, acquisite in stadi molto avanzati dai parlanti non nativi e difficili da dominare anche per apprendenti con una buona padronanza complessiva della lingua obiettivo. Alle difficoltà acquisizionali delle strutture si unisce l’atteggiamento dei parlanti nativi, che tendono a rivolgersi ai non nativi con una lingua semplificata anche sul piano pragmatico. Il mancato rispetto delle norme che regolano l’espressione linguistica della cortesia può rappresentare un ostacolo alla serena accettazione degli stranieri da parte dei membri della comunità ospitante. Inoltre, la semplificazione del sistema presente nell’input rischia di instaurare una forma basilare di discriminazione e l’adozione di questa semplificazione da parte dei non nativi potrebbe corrispondere a una strategia di adattamento culturale o addirittura a una implicita legittimazione di tale discriminazione. A partire da queste considerazioni e confortati dai nostri dati, sosteniamo che un sillabo informato ai principi della “didattica acquisizionale” dovrebbe addestrare all’uso degli esponenti linguistici della cortesia fin dalle primissime unità didattiche, anche se ciò va contro ogni evidenza di insegnabilità

    La pragmatica nei manuali d’italiano L2: una prima indagine sull’atto linguistico del ringraziare

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    Diversi studiosi hanno messo in discussione l’appropriatezza dei manuali di L2 nel presentare agli apprendenti elementi pragmatici della linguaobiettivo. Finora i manuali di italiano non sono stati analizzati in questa prospettiva. Si è quindi deciso di condurre uno studio esplorativo, focalizzato sull’atto linguistico del ringraziare. Lo studio confronta 50 situazioni di ringraziamento prese da 17 manuali con altrettante provenienti da 3 serie televisive (26 episodi in tutto), con riferimento a elementi pragmalinguistici (strategie di realizzazione dell’atto principale e modificatori) e variabili sociopragmatiche (obiettivi del ringraziamento e distanza sociale tra i partecipanti). Sulla base di quanto emerso dalla ricerca nel settore, si assume che il ricorso al parlato televisivo come surrogato di quello spontaneo per l’analisi di alcuni elementi linguistici sia appropriato, sebbene la lingua usata in televisione non sia ovviamente la stessa che i parlanti utilizzano nel mondo reale. I risultati mostrano differenze a livello sia pragmalinguistico sia sociopragmatico tra le due fonti, suggerendo che i materiali per l’insegnamento dell’italiano L2 offrano agli studenti un input pragmatico inadeguato, almeno per quanto concerne l’espressione della gratitudine. Lo studio conferma quindi l’idea che i manuali di L2 siano di scarsa utilità nell’aiutare gli apprendenti a sviluppare la competenza pragmatica, e che insegnanti e autori di materiali didattici debbano fare affidamento meno sulla propria competenza di parlanti nativi e più sulla lingua dell’uso reale, o almeno su un suo surrogato accettabile come il parlato filmicoVários estudiosos questionaram a adequação dos livros didáticos de L2 na apresentação aos aprendizes de elementos pragmáticos da língua alvo. Até então, os livros didáticos de italiano não foram analisados nessa perspectiva. Foi, portanto, decidido conduzir um estudo exploratório, focalizado no ato de fala do agradecimento. O estudo compara 50 situações de agradecimento extraídas de 17 livros didáticos com o mesmo número de situações de 3 séries televisivas (26 capítulos), concentrando-se em elementos pragmalinguísticos (estratégias de realização do ato principal e modificadores) e variáveis sociopragmáticas (objetivos do agradecimento e distância social entre os participantes). Com base no que resultou da pesquisa nesse âmbito, considera-se que a utilização da fala televisiva como substituição da fala espontânea para a análise de alguns elementos linguísticos seja apropriada, embora, obviamente, a língua utilizada na televisão não seja a mesma que os falantes utilizam no mundo real. Os resultados mostram diferenças tanto em nível pragmalinguístico quanto sociopragmático entre as duas fontes, sugerindo que os livros didáticos para o ensino do italiano como L2 ofereçam aos estudantes um input pragmático inadequado, pelo menos no que diz respeito a expressar agradecimento. O estudo confirma, portanto, a ideia de que os livros didáticos de L2 sejam de pouca utilidade para auxiliar os aprendizes no desenvolvimento da competência pragmática, e que professores e autores de materiais didáticos devam se apoiar menos em sua própria competência de falantes nativos e mais na língua do uso real, ou ao menos em uma substituição aceitável como a fala de filmesThe appropriateness of L2 textbooks in presenting learners with pragmatic features of the target language has been repeatedly questioned. Coursebooks of L2 Italian have not been analysed from this perspective. Therefore, an exploratory study was carried out with a focus on the speech act of thanking. The study compares 50 thanking situations taken from 17 textbooks to 50 thanking situations taken from 3 TV series (26 episodes altogether), with regard to pragmalinguistic features (head act strategies and modifiers) and sociopragmatic variables (objects of gratitude and social distance between participants). Based on previous research, it is assumed that the use of television dialogue as a surrogate for natural conversation for the analysis of certain linguistic features is appropriate, although the language used in television is obviously not the same as unscripted language. Results show both pragmalinguistic and sociopragmatic differences between the two sources, suggesting that Italian teaching materials offer a poor pragmatic input, as far as expressions of gratitude are concerned. The study therefore provides support to the claim that L2 books are unlikely to help learners develop pragmatic competence, and that teachers and textbook writers should rely less on their native-speakers’ intuitions and more on naturalistic data, or at least on TV materia

    La pragmatica nei manuali d’italiano L2: una prima indagine sull’atto linguistico del ringraziare

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    Diversi studiosi hanno messo in discussione l’appropriatezza dei manuali di L2 nel presentare agli apprendenti elementi pragmatici della linguaobiettivo. Finora i manuali di italiano non sono stati analizzati in questa prospettiva. Si è quindi deciso di condurre uno studio esplorativo, focalizzato sull’atto linguistico del ringraziare. Lo studio confronta 50 situazioni di ringraziamento prese da 17 manuali con altrettante provenienti da 3 serie televisive (26 episodi in tutto), con riferimento a elementi pragmalinguistici (strategie di realizzazione dell’atto principale e modificatori) e variabili sociopragmatiche (obiettivi del ringraziamento e distanza sociale tra i partecipanti). Sulla base di quanto emerso dalla ricerca nel settore, si assume che il ricorso al parlato televisivo come surrogato di quello spontaneo per l’analisi di alcuni elementi linguistici sia appropriato, sebbene la lingua usata in televisione non sia ovviamente la stessa che i parlanti utilizzano nel mondo reale. I risultati mostrano differenze a livello sia pragmalinguistico sia sociopragmatico tra le due fonti, suggerendo che i materiali per l’insegnamento dell’italiano L2 offrano agli studenti un input pragmatico inadeguato, almeno per quanto concerne l’espressione della gratitudine. Lo studio conferma quindi l’idea che i manuali di L2 siano di scarsa utilità nell’aiutare gli apprendenti a sviluppare la competenza pragmatica, e che insegnanti e autori di materiali didattici debbano fare affidamento meno sulla propria competenza di parlanti nativi e più sulla lingua dell’uso reale, o almeno su un suo surrogato accettabile come il parlato filmic

    Il feedback correttivo tra pari nell’apprendimento dell’italiano in Rete: osservazioni a partire da un corpus di interazioni asincrone

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    In questo contributo viene analizzato un corpus di cento messaggi contenenti interventi di feedback correttivo su produzioni scritte di apprendenti di italiano L2. Le correzioni sono fornite all’interno di interazioni asincrone online da parlanti nativi non esperti, cioè che non insegnano la lingua italiana per professione. Nell’analisi si osservano e si discutono da un lato le modalità di trattamento degli errori, con riferimento ad alcune delle tassonomie elaborate nella ricca letteratura sul feedback, dall’altro gli obiettivi linguistici degli interventi correttivi. Oltre a una preferenza per il FC Esplicito con indicazione grafica delle modifiche, ossia un tipo di correzione con cui si segnala l’errore sul testo e si propone una forma alternativa, e per interventi correttivi che interessano errori di ortografia, lessico e morfologia,l’analisi rivela numerose lacune nelle conoscenze dichiarative dei parlanti sulla grammatica della propria lingua. Si conferma dunque la necessità, per chi intenda occuparsi professionalmente di insegnamento delle lingue seconde, di sviluppare solide e specifiche competenze linguistiche.  Corrective feedback between peers learning italian on line: observations from a corpus of asynchronousinteractions This paper analyzes a corpus of one hundred corrective feedback interventions on the written production of Italian L2 learners. Corrections are provided online in asynchronous interactions by native non-expert speakers, that is, people who do not teach the Italian language as a profession. In our analysis we observe and discuss the methods for dealing with errors, with reference to some of the taxonomies developed in the rich literature on feedback, as well as examining the linguistic objectives of corrective actions. In addition to a preference for explicit FC with graphic indication of the changes, a type of correction which highlights the error in the text and proposes an alternative form, for corrective actions regarding errors in spelling, vocabulary and morphology, the analysis revealed many gaps between the declared knowledge of the speakers regarding the grammar of their own language. This confirms the need for those who intend to be professionally involved with teaching of second languages to develop strong and specific language skills

    Facilitare l\u2019apprendimento della grammatica: dalla teoria della processabilit\ue0 alla didattica per task

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    Il contributo intende proporre una riflessione su alcuni aspetti della pratica didattica che possono risultare cruciali nel facilitare l\u2019apprendimento delle strutture grammaticali di una lingua seconda, con particolare attenzione all\u2019italiano come L2. Tre sono gli assunti di base intorno ai quali ruota il discorso: 1) impariamo pi\uf9 facilmente ci\uf2 per cui siamo pronti; 2) impariamo pi\uf9 facilmente la lingua usandola nella sua funzione primaria, cio\ue8 per veicolare significati; 3) notiamo pi\uf9 facilmente un\u2019assenza quando abbiamo bisogno di ci\uf2 che manca. L'approccio per task \ue8 qui proposto come tecnica particolarmente adatta ad armonizzare la riflessione sulle forme grammaticali con il rispetto delle naturali sequenze di apprendimento: gli apprendenti stessi, utilizzando tutte le risorse linguistiche a loro disposizione per trasmettere un determinato messaggio, mostrano quale sia il loro livello di sviluppo dell\u2019interlingua e consentono cos\uec all\u2019insegnante di intervenire con un certo grado di individualizzazione al momento della focalizzazione grammaticale, nel rispetto della developmental readiness di ciascuno

    UNO STUDIO DI CASO SULL’ELABORAZIONE E L’UTILIZZO DEL FEEDBACK SCRITTO IN APPRENDENTI DI ITALIANO L2

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    Attraverso uno studio di caso che coinvolge due studentesse di italiano L2 di livello elementare/intermedio, si prendono in esame alcuni dei fattori che possono influire sull’utilizzo del feedback scritto da parte degli apprendenti. La raccolta dei dati si è svolta in tre giornate: nella prima le partecipanti hanno scritto un testo collaborativo a partire da una storia per immagini; nella seconda i testi, corretti con un intervento di feedback implicito, sono stati riconsegnati e la coppia ha prima analizzato le segnalazioni ricevute e poi riscritto il testo; nella terza le apprendenti hanno prodotto testi individuali a partire dallo stesso stimolo visivo. Oltre a confrontare le diverse stesure del testo, si analizzano le interazioni avvenute tra le apprendenti durante il lavoro di coppia finalizzato a utilizzare il feedback per produrre il secondo testo collaborativo. I risultati mostrano da un lato che un elevato livello di coinvolgimento nell’elaborazione del feedback non ne garantisce un utilizzo efficace, dall’altro che hanno un peso non trascurabile anche fattori più “personali” come le convinzioni sulla lingua bersaglio e l’atteggiamento nei confronti del lavoro di coppia.  A case study on the development and use of written feedback in Italian L2 learners  Through a case study involving two female elementary/intermediate Italian L2 students, we examine some of the factors that may affect the use of written feedback by the learners. Data collection took place over three days: on the first day, the participants wrote a collaborative text from a picture story; on the second the texts, corrected using implicit feedback, were returned, and the students first analyzed the reports received and then rewrote the text; on the third day the learners produced individual texts from the same visual stimulus. In addition to comparing the various drafts of the text, we analyzed the interactions between the learners during pair work aimed at using feedback to produce the second collaborative text. The results show, on the one hand, that a high level of involvement in interpreting the feedback does not guarantee efficient use. On the other, more “personal” factors, like beliefs about the target language and attitudes about pair work, have strong impact

    “Didattica acquisizionale” e cortesia linguistica in italiano L2

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    Le norme pragmalinguistiche e sociopragmatiche che regolano l’uso dell’allocuzione pronominale e la modulazione della forza illocutoria degli atti linguistici in italiano sono particolarmente complesse, acquisite in stadi molto avanzati dai parlanti non nativi e difficili da dominare anche per apprendenti con una buona padronanza complessiva della lingua obiettivo. Alle difficoltà acquisizionali delle strutture si unisce l’atteggiamento dei parlanti nativi, che tendono a rivolgersi ai non nativi con una lingua semplificata anche sul piano pragmatico. Il mancato rispetto delle norme che regolano l’espressione linguistica della cortesia può rappresentare un ostacolo alla serena accettazione degli stranieri da parte dei membri della comunità ospitante. Inoltre, la semplificazione del sistema presente nell’input rischia di instaurare una forma basilare di discriminazione e l’adozione di questa semplificazione da parte dei non nativi potrebbe corrispondere a una strategia di adattamento culturale o addirittura a una implicita legittimazione di tale discriminazione. A partire da queste considerazioni e confortati dai nostri dati, sosteniamo che un sillabo informato ai principi della “didattica acquisizionale” dovrebbe addestrare all’uso degli esponenti linguistici della cortesia fin dalle primissime unità didattiche, anche se ciò va contro ogni evidenza di insegnabilità

    Editorial

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    n/

    Ling\ufc\uedstica adquisicional y did\ue1ctica de las segundas lenguas

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    La ling\ufc\uedstica adquisicional y la did\ue1ctica de las segundas lenguas son dos disciplinas afines, o por lo menos cercanas, pero la naturaleza exacta de la relaci\uf3n que las une todav\ueda se debate. Efectivamente, ambas disciplinas tienen puntos en com\ufan pero se diferencian en sus finalidades: las investigaciones sobre la adquisici\uf3n tratan de elaborar teor\uedas o principios universales, mientras que la did\ue1ctica se ocupa de contextos espec\uedficos y locales. Tratemos de entender qu\ue9 conlleva concretamente esta diferencia de perspectivas

    Insegnare la grammatica italiana a bambini immigrati. Un esperimento sul focus on form nella classe multilingue

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    Este trabalho explora as possíveis aplicações da didática da L2 na perspectiva do focus on form (foco na forma) na realidade multilíngue da escola primária italiana. A novidade deste estudo consiste no fato de que o tratamento didático experimental envolvei três turmas do segundo ano da escola primária (68 crianças), frequentadas por falantes nativos, quase-nativos e não-nativos de italiano, de idade entre sete e oito anos. Os principais informantes da experiência são, no entanto, apenas 14 aprendizes chineses que, após dois anos de escolarização na Itália, ainda manifestam uma escassa competência gramatical, embora com uma boa capacidade de comunicar com os pares e com os professores. Isso sugere que o ensino a que foram expostos na escola, essencialmente baseado no conteúdo, não tenha fornecido um input adequado para o desenvolvimento de sua interlíngua, na mesma linha do que foi constatado em estudos anteriores e em contextos análogos. A hipótese é, portanto, que, para facilitar a aquisição da L2 por parte dessas crianças fosse necessário inserir na prática didática um dispositivo de focalização da forma: o modelo do foco na forma nos pareceu ser o instrumento mais adequado para fazer isso, sem renunciar à qualidade comunicativa da interação. Os dados sobre a interlíngua das crianças foram coletada em três momentos: com um pré-teste antes do tratamento didático, um pós-teste logo após e um pós-teste tardio após seis semanas. Para eliciar a fala durante os testes foi utilizada uma bateria de tarefas planejadas para isso. O tratamento didático concentrou-se na flexão dos verbos e, em especial, três formas do presente do indicativo (1a e 2a do singular e 3a do plural). Esses objetivos gramaticais foram selecionados a partir dos dados coletadas com o pré-teste e analisados com base na Teoria da Processabilidade (Pienemann, 1998; Bettoni, Di Biase, in print). A análise estatística mostra um forte efeito positivo do tratamento didático para o grupo experimental tanto no pós-teste imediato quanto no pós-teste tardio; nenhuma variação significativa foi observada no grupo controle, que não recebeu nenhum tratamento. Com a análise qualitativa evidenciam-se claramente algumas etapas evolutivas para o grupo experimental. O estudo possui interessantes consequências na didática, pois demonstra que breves e regulares sessões de italiano L2 baseadas no foco na forma são benéficas para o desenvolvimento da interlíngua de crianças migrantes e podem ser aplicadas com eficácia na sala de aula multilíngu
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