125 research outputs found

    Impact of a multidisciplinary management team on clinical outcome in ICU patients affected by Gram-negative bloodstream infections: a pre-post quasi-experimental study

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    Background: Bloodstream infections (BSIs) by Gram-negative pathogens play a major role in intensive care patients, both in terms of prevalence and severity, especially if multi-drug resistant pathogens are involved. Early appropriate antibiotic therapy is therefore a cornerstone in the management of these patients, and growing evidence shows that implementation of a multidisciplinary team may improve patients' outcomes. Our aim was to evaluate the clinical and microbiological impact of the application of a multidisciplinary team on critically ill patients. Methods: Pre-post study enrolling critically ill patients with Gram negative bloodstream infection in intensive care unit. In the pre-intervention phase (from January until December 2018) patients were managed with infectious disease consultation on demand, in the post-intervention phase (from January until December 2022) patients were managed with a daily evaluation by a multidisciplinary team composed of intensivist, infectious disease physician, clinical pharmacologist and microbiologist. Results: Overall, 135 patients were enrolled during the study period, of them 67 (49.6%) in the pre-intervention phase and 68 (50.4%) in the post-intervention phase. Median age was 67 (58-75) years, sex male was 31.9%. Septic shock, the need for continuous renal replacement therapy and mechanical ventilation at BSI onset were similar in both groups, no difference of multidrug-resistant organisms (MDRO) prevalence was observed. In the post-phase, empirical administration of carbapenems decreased significantly (40.3% vs. 62.7%, p = 0.02) with an increase of appropriate empirical therapy (86.9% vs. 55.2%, p < 0.001) and a decrease of overall antibiotic treatment (12 vs. 16 days, p < 0.001). Despite no differences in delta SOFA and all-cause 30-day mortality, a significant decrease in microbiological failure (10.3% vs. 29.9%, p = 0.005) and a new-onset 30-day MDRO colonization (8.3% vs. 36.6%, p < 0.001) in the post-phase was reported. At multivariable analysis adjusted for main covariates, the institution of a multidisciplinary management team (MMT) was found to be protective both for new MDRO colonization [OR 0.17, 95%CI(0.05-0.67)] and microbiological failure [OR 0.37, 95%CI (0.14-0.98)]. Conclusions: The institution of a MMT allowed for an optimization of antimicrobial treatments, reflecting to a significant decrease in new MDRO colonization and microbiological failure among critically ill patients

    Potential value of a rapid syndromic multiplex PCR for the diagnosis of native and prosthetic joint infections: a real-world evidence study

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    Introduction: The BIOFIRE Joint Infection (JI) Panel is a diagnostic tool that uses multiplex-PCR testing to detect microorganisms in synovial fluid specimens from patients suspected of having septic arthritis (SA) on native joints or prosthetic joint infections (PJIs). Methods: A study was conducted across 34 clinical sites in 19 European and Middle Eastern countries from March 2021 to June 2022 to assess the effectiveness of the BIOFIRE JI Panel. Results: A total of 1527 samples were collected from patients suspected of SA or PJI, with an overall agreement of 88.4 % and 85 % respectively between the JI Panel and synovial fluid cultures (SFCs). The JI Panel detected more positive samples and microorganisms than SFC, with a notable difference on Staphylococcus aureus, Streptococcus species, Enterococcus faecalis, Kingella kingae, Neisseria gonorrhoeae, and anaerobic bacteria. The study found that the BIOFIRE JI Panel has a high utility in the real-world clinical setting for suspected SA and PJI, providing diagnostic results in approximately 1 h. The user experience was positive, implying a potential benefit of rapidity of results' turnover in optimising patient management strategies. Conclusion: The study suggests that the BIOFIRE JI Panel could potentially optimise patient management and antimicrobial therapy, thus highlighting its importance in the clinical setting

    Vojna - Arte-attivismo nell'epoca della tandemocrazia Proposta di traduzione

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    Настоящая работа представляет собой выполненный нами перевод с русского языка на итальянский семи глав книги «Тотальной “Войны” арт-активизма эпохи тандемократии», написанной видным социологом Алеком Эпштейном. Начав свою деятельность в Петербурге и Москве в 2007-ом году, арт-группа «Война» сразу стала одной из самых ярких представителей стрит-арта и акционизма современной России. В своей книге Алек Эпштейн проводит глубокий анализ истории арт-группы «Войны» и её деятельности, с первых акций до раскола группы и задержания двух из главных членов. В первой главе нами представлены арт-группа «Война», автор книги, характеристики текста и наш комментарий к переводу. В точности рассмотрены примечания переводчика, написанные в виде приложения в конце перевода. Эти примечания были созданы, чтобы лучше обеспечить трансляцию заключенной в тексте культурно-специфической информации. В второй главе представлен исторический и социологический анализ современной России, написанный, чтобы показать происхождение «Войны». В третьей главе рассмотрены искусственные методы и движения, оказавшие влияние на творчество «Войны». В заключение дан выполненный нами перевод и примечания переводчика

    La Biblioteca Comunale di Fermo e il fondo Ricci

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    Osservazioni sul lessico di alcune lettere del Seicento del capitano Lorenzo Adami

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    Analisi di alcuni termini svedesi presenti nelle lettere di Lorenzo Adami, inviato nel 1665 a Stoccolma dalla regina Cristina di Svezia

    Business Strategy and Management Accounting System: Theoretical Studies and Empirical Evidences

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    Obiettivo del presente scritto è quello di indagare il processo d’implementazione di un sistema di controllo di gestione e l’impatto esercitato da tale attività sulla dimensione informativa e comportamentale dell’azienda, segnatamente nell’ambito delle imprese di minori dimensioni. Lo studio si articola in quattro capitoli: i primi tre d’inquadramento teorico e l’ultimo, avente valenza empirica, dedicato allo studio del caso Alfa. Con riferimento ai primi tre capitoli, per ciascuno di questi è individuabile una conclusione concettuale parziale che confluisce nel quadro teorico complessivo indagato dallo studio del caso aziendale. La conclusione apportata dal primo capitolo è che l’azienda non sia né un’entità prettamente oggettiva né soggettiva: l’azienda non è un’entità distinta dagli individui che la costituiscono e i sistemi della contabilità manageriale non sono semplici “specchi” che in modo neutrale e oggettivo registrano i fatti aziendali accaduti in un particolare periodo di tempo; d’altro canto, l’azienda non è semplicemente il luogo in cui si verificano le azioni e le interazioni tra gli individui e dunque la contabilità manageriale non può essere intesa come una rappresentazione meramente soggettiva dei fatti aziendali. In conclusione, l’azienda deve essere intesa come un’entità costruita dalle interazioni delle persone e, al contempo, come entità oggettiva che retroagisce sul comportamento degli individui. In tale ottica, gli strumenti del controllo di gestione possono essere definiti come il momento di riconciliazione tra la dimensione oggettiva e quella soggettiva dell’azienda. Gli strumenti e le pratiche inerenti il controllo di gestione aziendale rappresentano il momento dell’oggettivazione, ovvero il momento in cui viene dato un ordine ai fenomeni che compongono il sistema azienda. Tale ordine è sì di derivazione umana, nel senso che è prodotto dall’uomo e dunque risponde ad esigenze soggettive e predeterminate, ma rappresenta ad ogni modo la struttura dell’azienda, da intendersi nei termini di regole, risorse e procedure che guidano l’operato degli agenti economici. Tale struttura è dunque al contempo influente sul comportamento delle persone e, d’altra parte, evolve sulla base delle interazioni sociali tra gli individui. La principale conclusione del secondo capitolo è che la natura del sistema di controllo manageriale, quale elemento di riconciliazione tra soggettività ed oggettività aziendale, sia osservabile anche dal punto di vista della relazione che intercorre tra controllo di gestione e strategia aziendale. Se infatti nel primo capitolo è stata evidenziata tale funzione di raccordo in un’ottica prevalentemente statica, nel secondo capitolo se ne osserva la natura dinamica e processuale, indagando il collegamento interattivo e comportamentale tra processo di pianificazione strategica e sistema di controllo di gestione, elementi alle volte considerati erroneamente distinti e sequenziali. La strategia, la pianificazione e il controllo rappresentano attività proprie del sistema umano, ovvero quello che Bertini definisce come il complesso delle “attività delle persone impegnate nella gestione [che] caratterizza, nel suo insieme, l’azienda da un punto di vista soggettivo”. Tuttavia il sistema delle attività di controllo sui risultati costituisce il puntuale momento di raccordo tra il sistema umano e il sistema azienda, inteso quest’ultimo come la rappresentazione prettamente oggettiva dell’istituto economico. E’ infatti tramite tale attività, svolta necessariamente dalle persone all’interno, ma anche all’esterno dell’impresa, che si attesta il raggiungimento o meno della finalità ultima dell’azienda. Di fatto è il monitoraggio del sistema dei risultati che verifica se i comportamenti soggettivi delle persone, che a vario titolo hanno partecipato all’evolversi dell’azienda a livello ideativo, decisionale e operativo, hanno contribuito, e in che misura, al raggiungimento dell’economicità aziendale che, in quanto tale, è obiettivo oggettivo e imprescindibile di qualsiasi organizzazione economica. L’importanza della dimensione comportamentale è infine calata, nel terzo capitolo, nel contesto della piccola-media impresa. La conclusione a tale riguardo è che l’impatto comportamentale dei sistemi di controllo di gestione nelle imprese di minori dimensioni non possa essere indagato esclusivamente secondo i parametri tradizionali e gli strumenti consueti che pertengono alla dimensione organizzativa della disciplina del controllo manageriale. Molte imprese di minori dimensioni infatti, pur implementando strumenti anche avanzati di controllo tecnico, produttivo ed economico, non giungono ad attivare espliciti strumenti di controllo comportamentale, quali la mappatura dei centri di responsabilità o la retribuzione sulla base del raggiungimento degli obiettivi assegnati: questo tuttavia non significa che l’impatto organizzativo degli strumenti di controllo sull’assetto aziendale e sull’organismo personale sia totalmente assente. Il quarto e ultimo capitolo è dedicato alla discussione del caso aziendale e porta dunque ad evidenza empirica le concettualizzazioni elaborate nella parte teorica del progetto di ricerca, evidenziando alcuni fenomeni rappresentativi delle possibili interrelazioni e influenze tra dimensione informativa e dimensione comportamentale dei sistemi di programmazione e controllo di gestione nelle imprese di minori dimensioni
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