449 research outputs found

    TrkB (tropomyosin-related kinase B) controls the assembly and maintenance of GABAergic synapses in the cerebellar cortex

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    Inhibitory interneurons play a critical role in coordinating the activity of neural circuits. To explore the mechanisms that direct the organization of inhibitory circuits, we analyzed the involvement of tropomyosin-related kinase B (TrkB) in the assembly and maintenance of GABAergic inhibitory synapses between Golgi and granule cells in the mouse cerebellar cortex. We show that TrkB acts directly within each cell-type to regulate synaptic differentiation. TrkB is required not only for assembly, but also maintenance of these synapses and acts, primarily, by regulating the localization of synaptic constituents. Postsynaptically, TrkB controls the localization of a scaffolding protein, gephyrin, but acts at a step subsequent to the localization of a cell adhesion molecule, Neuroligin-2. Importantly, TrkB is required for the localization of an Ig superfamily cell adhesion molecule, Contactin-1, in Golgi and granule cells and the absence of Contactin-1 also results in deficits in inhibitory synaptic development. Thus, our findings demonstrate that TrkB controls the assembly and maintenance of GABAergic synapses and suggest that TrkB functions, in part, through promoting synaptic adhesion

    La Rete sismica Mobile in telemetria satellitare (Re.Mo.Tel.)

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    Oggi la nuova Rete Sismica Mobile in telemetria satellitare” (Re.Mo.Tel.) è composta da nove stazioni la cui trasmissione, tramite ponte UHF (Ultra High Frequency), è equamente ripartita verso tre centri di acquisizione intermedi, detti “sottonodi”). Tali sottonodi, a loro volta tramite connessione Wi-Fi, ridirezionano il flusso dati verso un “centro stella” (detto “nodo”) dal quale, con il sistema di trasmissione satellitare Libra VSAT Nanometrics, i dati sono inviati al centro acquisizione dati della Sala Sorveglianza Sismica della sede INGV di Roma e ridondati al centro “disaster recovery” approntato presso l’Osservatorio di Grottaminarda (Sede Irpinia in provincia di Avellino). La struttura della Re.Mo.Tel. è stata ideata ed ingegnerizzata in modo da ridurre al minimo i tempi d’installazione. Il sistema è stato infatti realizzato interamente “plug and play” e di conseguenza nessuna attività di configurazione è richiesta all’operatore all’atto dell’istallazione. La Re.Mo.Tel. si basa su di un articolato sistema di trasmissione (UHF, Wi-Fi e satellitare), mediante l’impiego di diversi apparati

    The Sex, Age, and Me Study: Recruitment and sampling for a large mixed-methods study of sexual health and relationships in an older Australian population

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    Older people are often excluded from large studies of sexual health, as it is assumed that they are not having sex or are reluctant to talk about sensitive topics, and are therefore difficult to recruit. We outline the sampling and recruitment strategies from a recent study on sexual health and relationships among older people. Sex, Age and Me was a nationwide Australian study that examined sexual health, relationship patterns, safer-sex practices, and STI knowledge of Australians aged 60 years and over. The study used a mixed-methods approach to establish baseline levels of knowledge and to develop deeper insights into older adult’s understandings and practices relating to sexual health. Data collection took place in 2015, with 2,137 participants completing a quantitative survey and 53 participating in one-on-one semi-structured interviews. As the feasibility of this type of study has been largely untested until now, we provide detailed information on the study’s recruitment strategies and methods. We also compare key characteristics of our sample with national estimates to assess its degree of representativeness. This study provides evidence to challenge the assumptions that older people will not take part in sexual health-related research and details a novel and successful way to recruit participants in this area

    Choice in the context of informal care-giving

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    Extending choice and control for social care service users is a central feature of current English policies. However, these have comparatively little to say about choice in relation to the informal carers of relatives, friends or older people who are disabled or sick. To explore the realities of choice as experienced by carers, the present paper reviews research published in English since 1985 about three situations in which carers are likely to face choices: receiving social services; the entry of an older person to long-term care; and combining paid work and care. Thirteen electronic databases were searched, covering both the health and social care fields. Databases included: ASSIA; IBSS; Social Care Online; ISI Web of Knowledge; Medline; HMIC Sociological Abstracts; INGENTA; ZETOC; and the National Research Register. The search strategy combined terms that: (1) identified individuals with care-giving responsibilities; (2) identified people receiving help and support; and (3) described the process of interest (e.g. choice, decision-making and self-determination). The search identified comparatively few relevant studies, and so was supplemented by the findings from another recent review of empirical research on carers' choices about combining work and care. The research evidence suggests that carers' choices are shaped by two sets of factors: one relates to the nature of the care-giving relationship; and the second consists of wider organisational factors. A number of reasons may explain the invisibility of choice for carers in current policy proposals for increasing choice. In particular, it is suggested that underpinning conceptual models of the relationship between carers and formal service providers shape the extent to which carers can be offered choice and control on similar terms to service users. In particular, the exercise of choice by carers is likely to be highly problematic if it involves relinquishing some unpaid care-giving activities

    Rete di Pronto Intervento satellitare

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    Nell’ambito dell’attività di ricerca e monitoraggio dell’INGV, riveste notevole importanza la Rete Sismica Nazionale RSN, quale struttura di sorveglianza sismica del territorio italiano. La rete, che ad oggi conta più di 240 stazioni uniformemente distribuite su tutto il territorio italiano, si avvale di una rete di pronto intervento (RPI) che ha l’obiettivo primario di incrementare, in zona epicentrale, il numero di stazioni, per una migliore localizzazione della sequenza sismica in corso. Per giungere a quest’obiettivo, l’intera struttura utilizza dei sistemi di trasmissione dati dedicati, che permettono di trasmettere i dati in tempo reale presso il centro di acquisizione di Roma, affinché possano essere utilizzati ai fini del processo di localizzazione.PublishedTrieste, Italy1.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionaleope

    Le reti sismica e geodetica di pronto intervento dell’INGV: un primo impiego a seguito del terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009

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    Durante gli ultimi due anni l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha sviluppato un importante infrastruttura di pronto intervento (la Rete Mobile Real-Time di Pronto Intervento), al fine di incrementare il numero di stazioni della Rete Sismica Nazionale dell’INGV (RSN) in zona epicentrale a seguito di eventi sismici rilevanti. Gli obiettivi principali della Rete Mobile Real-Time di Pronto Intervento sono il miglioramento delle localizzazioni epicentrali calcolate dalla Sala di Monitoraggio dell’INGV e l’abbassamento della soglia di detezione della micro-sismicità in area epicentrale durante una sequenza sismica. La Rete Mobile Real-Time di Pronto Intervento è composta da stazioni sismiche remote i cui dati sono telemetrati tramite ponte radio UHF (Ultra High Frequency) presso dei centri d’acquisizione intermedi (definiti “sottonodi”). I sottonodi sono a loro volta connessi tramite Wi-Fi ad un “centro stella” (nodo), ove è situato un sistema di trasmissione satellitare (Libra VSAT Nanometrics), tramite il quale vengono inviati i dati in tempo reale al centro acquisizione della Sala di Monitoraggio dell’INGV di Roma. L’acquisizione dati è ridondata inoltre presso la sala Disaster Recovery dell’Osservatorio di Grottaminarda. Il sistema d’acquisizione di dati sismici è costituito da un datalogger a tre canali, equipaggiato con un convertitore AD ad alta risoluzione (a 24 bit), dotato di un clock di precisione basato su timing GPS. I sensori sismici utilizzati presso le stazioni remote sono accelerometri Episensor FBA ES-T (Kinemetrics) con fondo scala a 2G e velocimetri a corto periodo (Lennartz Le Lite 3D). Il sistema di trasmissione dati, come accennato, si avvale di diversi apparati installati presso le stazioni remote, i sottonodi, ed il centro stella. Presso le stazioni remote è installato un radio modem operante in banda UHF (da 380 a 470 MHz), per il trasferimento trasparente di dati asincroni in modalità half-duplex. L’apparato modula in etere a 9.600 bps, realizzando collegamenti da 2 a 50 chilometri, in funzione dell’orografia locale e del sistema d’antenna utilizzato. Presso i sottonodi viene utilizzato un apparato WiFi (Wireless Fidelity) operante con frequenza di 2.4 GHz per collegamenti IP fino a 54 Mbit/s. Presso i sottonodi i dati sismici ricevuti dalle stazioni remote vengono inviati, tramite ponte Wi-Fi, al centro stella. Presso il centro stella la trasmissione dati avviene tramite il ricetrasmettitore Cygnus Nanometrics. Esso permette l’invio dei dati ricevuti alla Sala di Monitoraggio tramite collegamento satellitare. Il protocollo di trasmissione satellitare dedicato sul link VSAT è di tipo IP, ma può avvenire anche su apparati esterni quali fibra ottica, linee telefoniche, ecc. Per conseguire una maggiore flessibilità d’impiego, tale sistema dispone di due differenti frequenze di trasmissione, disponibili su satellite Intelsat ed HellaSat. Tutto ciò permette di orientare la parabola in due diverse direzioni, in modo da poter ovviare l’eventuale presenza di ostacoli come alberi, montagne o edifici. L’intera struttura racchiude queste tre diverse tecnologie di trasmissione dati (UHF, Wi-Fi e satellitare) al fine di garantire maggiore flessibilità di utilizzo; questo permette di affrontare l’emergenza sismica in tutte le condizioni logistiche e/o meteorologiche mirando a rapidi tempi di intervento (raggiungimento della zona epicentrale e istallazione). L’installazione della Rete Mobile Real-Time di Pronto Intervento viene gestita e coordinata all’interno di un Sistema Informativo Geografico (GIS) che consente la scelta della disposizione geografica ottimale delle stazioni della rete di pronto intervento intorno all’area epicentrale. Il database geografico utilizzato durante l’emergenza sismica contiene informazioni territoriali di vario tipo in area epicentrale. L’INGV dispone infatti di database geografici contenenti dati territoriali di tutto il territorio nazionale le cui categorie, utili ai fini della gestione dell’emergenza sismica, sono: Ubicazione delle stazioni delle reti di monitoraggio; Cartografia topografica IGM (1:25000, 1:50000, 1:100000); Modello digitale del terreno IGM; Uso del suolo; Viabilità e grafo stradale; Catologhi di sismicità storica e strumentale; Mappe di pericolosità sismica e del territorio; Database delle Sorgenti sismogenetiche; Mappe di scuotimento; Mappe di osservazioni macrosismiche. I dati sopra elencati sono utilizzati per la realizzazione di analisi di superficie (surface spatial analysis, Viewshed, Observer Point) che consentono la produzione di scenari utili per l’individuazione delle aree più favorevoli alla collocazione degli apparati della rete Real Time. Il terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009 è stato il primo caso di utilizzo dell’intera infrastruttura di pronto intervento. A meno di 6 ore dalla scossa principale (Mw 6.3 delle ore 01:32 GMT) il primo accelerometro inviava già dati alla Sala di Monitoraggio dell’INGV di Roma. A 3 giorni dall’evento la struttura di pronto intervento installata era costituita da 9 stazioni sismiche real-time. Oltre alla Rete Real Time di Pronto Intervento l’INGV ha installato 5 nuove stazioni GPS permanenti nel territorio abruzzese a seguito dell’evento del 6 aprile (Fig. 3). Le stazioni GPS permanenti presenti nel settore aquilano precedentemente al terremoto erano infatti caratterizzate da un’interdistanza troppo elevata, tale da non consentire una risoluzione spaziale adeguata del campo di spostamento co- e postsismico. A poche ore di distanza dall’evento sismico del 6 aprile si è quindi attivata una squadra di pronto intervento dell’INGV coadiuvata anche da personale del DPC-Ufficio Sismico e dell’ISPRA. A partire dal 7 aprile 2009, e fino al 17 dello stesso mese, sono state installate 5 nuove stazioni GPS permanenti (3 stazioni appartenenti alla Rete Integrata Nazionale GPS dell’INGV, 1 stazione del DPC-Ufficio Sismico ed una stazione dell’ISPRA) nei settori limitrofi all’epicentro della scossa principale della sequenza dell’aquilano. In tutte e 5 i casi la stazione GPS è stata monumentata, installata e avviata nell’arco di 5-6 ore. Su tutte le stazioni GPS è stata impostata sia un’acquisizione del dato GPS a 30 secondi sia un ringbuffer con campionamento a 10 Hz, in modo da permettere la registrazione dell’intera deformazione cosismica (sia statica che dinamica) in caso di ulteriore evento sismico. Nelle settimane successive è stata poi ottimizzata la trasmissione dei dati GPS, utilizzando un sistema di trasmissione dati via GPRS/UMTS implementato dal ST-Osservatorio di Grottaminarda.PublishedTrieste- Italy1.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionaleope
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