9 research outputs found

    La SSIS, i suoi nemici, il progetto in gestazione

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    pp.88-9

    Nuovi insegnanti: quale reclutamento, quale formazione?

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    pp.18-2

    Bachelor degree owners’ employment in Italy and in other European Countries

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    Traditionally, Italy had just one long-cycle university degree; the two-tier system has been introduced as implementation of the Bologna Process (1999). We are interested in examining how the new first level degree, Bachelor in Europe and "Laurea L” in Italy, has worked in our country, mainly as far as employability is concerned. Our analysis has been framed in the European context, particularly looking at Bachelors in countries where traditionally there was only one level. The basic question is: has the new first-cycle degree been accepted by the labour market, or is it considered merely as an intermediate step in a route leading to a Master degree? As expected, there are differences in the countries under scrutiny, but there are also common indications. Answers for Italy are found analysing in detail existing surveys, which give precise indications about working and study conditions of 2007 and 2008 graduates, interviewed one year after graduation. Employment rate is not negligible, even if it is of course lower for L than from second level graduates; sometimes, work is combined with prosecution of studies. Effects of the crisis are present for both types of graduates. Some preliminary conclusions are drawn, and possible developments of the research are indicated.

    Una formazione qualificata degli insegnanti secondari connessa al reclutamento: sarà la volta buona?

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    Nella letteratura internazionale ci si riferisce sistematicamente al docente come a un reflective practitionner, impegnato in un processo continuo tra teoria, esperienze sul campo da essa orientate, ritorno 'di riflessione' e ulteriori percorsi avanti-indietro. Nel percorso formativo attuale i 24 CFU, previsti come conoscenze educative di base per presentarsi ai concorsi, sono divenuti la sola formazione all'insegnamento, aggiuntiva rispetto all'acquisizione delle conoscenze disciplinari. Per valutarne l'assoluta insufficienza si deve osservare che sono 'occasionali', non rientrano in una programmazione didattica. Nel Decreto del 2017, che conteneva delle indicazioni positive, che però non hanno avuto corso, il triennio formativo prevedeva nel primo anno un Corso universitario e nel successivo biennio attività in sede scolastica. Fermo restando che, come è ovvio, la gestione organizzativa del Corso è responsabilità di un Ateneo e quella del biennio compete a una struttura scolastica, va sancito che università e scuola devono progettare congiuntamente la formazione affinché questa costituisca un percorso pienamente integrato

    Disponibilità pubblica dei risultati scientifici versus clausole di segretezza previste in convenzioni di privati con le Università.

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    Il tema del possibile conflitto tra il principio della disponibilità pubblica dei risultati scientifici e le clausole di segretezza previste nelle intese circa ricerche universitarie svolte per privati non è nuovo. Diviene oggi più rilevante perché, per gli Atenei, i finanziamenti “finalizzati” da privati, che rappresentavano nel 2000 meno del 14% rispetto al totale dei fondi ministeriali (FFO + “finalizzati” MIUR), hanno registrato in dieci anni un peso più che raddoppiato; inoltre tale presenza incide sugli stessi criteri di ripartizione del FFO. Nel presente intervento si presenta il risultato di una indagine, tuttora parziale, circa le modalità con le quali il tema viene toccato nei Codici Etici delle Università, e si suggeriscono sia approfondimenti conoscitivi, sia le possibili linee di una strategia istituzionale
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