University of Pisa

Archivio Giuliano Marini
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    436 research outputs found

    Introduction to the course "Open science and research data management" (Pisa January-March 2020)

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    1. Scholarly communication and research evaluation: the Open Science Revolution 2.Irresistible proxies? Peer review and (mainstream or alternative) bibliometric 3. Copyright: taking authors' rights seriously 4. General handout containing some additional explanations and clarifications. DOI: 10.5281/zenodo.366887

    Università e accessibilità della conoscenza

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    Slide degli interventi di Paola Galimberti e Roberto Caso al Festival AsVis 2020 (Pisa, 25 settembre, ore 17). Quello di Emma Lazzeri è visibile invece qui: https://zenodo.org/record/4048847#.X20IVhMzbP

    Scienza aperta: il senso duplice di una rivoluzione

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    La scienza aperta non è una novità: risale, infatti, alla rivoluzione scientifica moderna. Né é una novità lo squilibrio fra la ricerca, artigianale, fondata su comunità di conoscenza, e la sua presunta incarnazione in oggetti testuali così potenti e persistenti da essere assumibili come vicari (proxy) del sapere: lo percepiva già Platone, nella critica alla scrittura contenuta nel "Fedro". Lo stesso concetto di scienza aperta può essere inteso in due sensi diversi, a seconda che (1) si metta l'accento sull'apertura delle comunità di conoscenza, con le istituzioni e i testi intesi come mezzi al suo servizio o (2) sull'apertura dei "prodotti" della ricerca per scopi altri rispetto all'esercizio dell'indagine. Solo questa seconda accezione sarebbe compatibile con la valutazione di stato vigente in Italia: nulla vieterebbe, infatti, di aggiungere agli oneri burocratici di cui sono gravati gli "addetti alla ricerca" anche quello dell'apertura dei loro "prodotti". La prima accezione, invece, è quella presupposta dalla proposta di legge AISA, che mira a riavvicinare al ricercatore il diritto dell'autore - ora per lo più espropriato dagli oligopoli dell'editoria commerciale - in modo da rendergli più facile esercitare l'uso pubblico della ragione

    L’età del privilegio. Il diritto d'autore nel mercato unico digitale europeo

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    La direttiva europea dedicata al diritto d'autore nel mercato unico digitale europeo non è solo un'occasione mancata: è un disastro politico, perché è stata costruita e sostenuta come una composizione di interessi particolari che rischia di delegittimare proprio le istituzioni e le organizzazioni che l'hanno approvata e sostenut

    Il sapere e i suoi media. Che cosa significa pubblicare?

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    Prima lezione del corso "Scienza aperta e metriche alternative", tenuto per i dottorandi dell'università di Pisa

    Open science: human emancipation or bureaucratic serfdom?

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    Open science is not a particularly novel idea: disclosing science to expose it to a public scrutiny is among the deeds of the modern science revolution. Neither is new the unbalance between science - the living craftsmanship of a knowledge community - and its alleged embodiment in textual objects: the scope of written papers is so wide in space and time that they can be adopted as knowledge proxies. Such a question, in fact, is as ancient as Plato's critique of writing in Phaedrus. Accordingly, open science can be understood in two different - and not necessarily congruent - meanings: (1) as a philosophical ideal of human emancipation through the opening of scholarly conversation among people; (2) as a management model that might also be aimed to the exploitation of open research texts and data for the sake of the market. Since the Italian research evaluation system is based on an administrative agency that is in control of all the facets of academic life, it would not be - administratively - difficult to add an open science mandate to the researchers' burden of duties. Philosophically, however, we have to ask not only why open science, today, needs to be mandated, but, above all, whether (open) science can be mandated. The application of a Kantian thought experiment to a vindication of the Italian State assessment of research attempted by one of its former functionaries helps us to show that: 1. open science needs to be mandated because it is not open any longer; 2. the very submission of research to blueprints dictated by an administrative authority reduces it to a bureaucratic, commodified enterprise whose horizon is not the advancement of learning - or discoveries and revolutions yet to do - but the production of information and data whose goal is not determined by the will to knowledge any longer, but by economic and political powers

    Hannah Arendt e il nucleo esoterico delle"Origini"

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    Il totalitarismo - una delle esperienze più dolorose e tragiche dell'esistenza politica del novecento - viene qui affrontato attraverso l'analisi (una delle più lucide su tale fenomeno) di Hannah Arendt. Ciò che muove l'intera riflessione arendtiana fin dal principio è la sua instancabile volontà di comprendere. è proprio questa volontà di capire che conduce la riflessione a scorgere un inquietante rapporto tra la riflessione stessa e l'oggetto su cui essa verte, ovvero il totalitarismo e l'esperienza del male ad esso connesso. Il volgersi della riflessione sul fenomeno totalitario cioè, la costringe - quasi come davanti ad uno specchio - a ri-volgersi verso se stessa e a rendersi conto della presenza di questo aporetico rapporto, di questo costante coinvolgimento della riflessione nell'oggetto di cui è riflessione. Questa indagine si propone di mettere in connessione alcuni nuclei tematici ricorrenti nel pensiero filosofico-politico arendtiano a questo particolare problema, a questa singolare volontà di comprendere che, paradossalmente, mette in discussione il principio stesso dl comprendere. Nella sua forma più inquietante, questo rapporto che lega l'attività del pensare al fenomeno totalitario, è espresso nell'opera sulla quale si concentrano gran parte delle nostre riflessioni: Le origini del totalitarismo

    Una Scala di valori oggettiva

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    A short satirical article trying to take seriously a metaphor often repeated by administrative research assessment advocates. What would happen if the idea that the container (i.e. the journal) determines the value of the content (i.e. the article) would be consistently applied to evaluate piano players? If their concerts in the La Scala theater would be treated as marks within an allegedly objective scale [pun intended] of values

    Indagine sui costi di accesso e disseminazione della conoscenza scientifica

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    In Europa le contrattazioni consortili per l’acquisto di risorse elettroniche hanno subito un grosso scossone per via del tentativo di alcuni consorzi (DEAL, Bibsam) di inserire i costi per l’accesso aperto nei contratti consortili alla ricerca di una più equa ridistribuzione dei costi. Lo scopo è quello di evitare che le istituzioni paghino per gli abbonamenti e anche per la pubblicazione open access (in gergo si chiama double dipping). La situazione in Italia ha preso una piega ben diversa perché il pacchetto contrattato dal consorzio nazionale prevede proprio questo double dipping. Quali sono le ragioni che hanno portato il consorzio italiano a concludere una trattativa in controtendenza con gli altri consorzi? AISA ha cercato di comprendere le ragioni degli atenei che hanno acconsentito a questa iniziativa, attraverso un questionario indirizzato a parte politica e parte tecnica degli atenei membri della associazione. L’intervento illustra i risultati del questionario. [Last talk of the AISA 4th annual conference "Scienza aperta, pubblicità, democrazia"

    Libertà vigilata. Una critica del paternalismo libertario

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    L’economia comportamentale ha ormai svelato i limiti della nostra capacità di giudizio e di scelta: ci illudiamo di essere razionali ma in realtà siamo pigri e inefficienti. Se la nostra razionalità è limitata e siamo destinati a prendere decisioni controproducenti nei settori più importanti della vita (salute, lavoro, pensione, investimenti finanziari), è necessario rivedere gli strumenti politici di governo dei cittadini. Senza interferire con la libertà di scelta degli individui, ufficiali pubblici e soggetti privati possono disegnare ambienti (architetture della scelta) che sfruttano i difetti cognitivi e volitivi delle persone per “spingerle gentilmente” verso scelte che promuovono in modo più efficace i loro stessi interessi. È questo il cuore della teoria del nudge e della proposta del “paternalismo libertario” di Richard Thaler e Cass Sunstein, che aspirano a tenere insieme democrazia, liberalismo e promozione attiva del benessere, in modo da assicurare l’esercizio dell’autonomia come condizione imprescindibile della vita democratica, con una minima pretesa di regolare i comportamenti individuali dall’alto. Interrogandosi sulla coerenza concettuale e normativa del nudge paternalistico, questo libro intende ricostruire la letteratura critica sul paternalismo libertario analizzandolo, da un lato, come una forma di naturalismo metodologico, e, dall’altro, come una tecnica di regolazione i cui requisiti etici, meta-etici, giuridici e politici sono da confrontare con il liberalismo di J.S. Mill, l’utilitarismo di J. Bentham e la riflessione sul neoliberalismo di M. Foucault

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