41 research outputs found

    Legionella spp. contamination in indoor air: preliminary results of an Italian multicenter study

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    AbstractOBJECTIVE: To propose a standardized protocol for the evaluation of Legionella contamination in air.DESIGN: A bathroom having a Legionella contamination in water >1,000 cfu/l was selected in 10 different healthcare facilities. Air contamination was assessed by active (Surface Air System, SAS) and passive (Index of Microbial Air, IMA) sampling for 8 hours, about 1 m away from the floor and 50 cm from the tap water. Two hundred liters of air were sampled by SAS every 12 min, after flushing water for 2 min. The IMA value was calculated as the mean value of colony forming units/16 plates exposed during sampling (2 plates/hour). Water contamination was evaluated at T0, after 4 and 8 hours, according to the standard methods.RESULTS: Air contamination by Legionella was found in three healthcare facilities (one with active and two with passive sampling), showing a concomitant tap water contamination (median=40,000; range 1,100-43,000 cfu/l). The remaining seven hospitals isolated Legionella spp. exclusively from water samples (median=8,000; range 1,200-70,000 cfu/l).CONCLUSIONS: Our data suggest that environmental Legionella contamination cannot be assessed only through the air sampling, even in the presence of an important water contaminatio

    Knowledge, experiences, and attitudes toward Mantoux test among medical and health professional students in Italy: A cross-sectional study

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    BACKGROUND: The World Health Organization's Action Framework for tuberculosis elimination in low-tuberculosis incidence countries includes the screening for active and latent tuberculosis in selected high-risk groups, including health care workers. In this context, medical and health profession students, exposed to nosocomial tuberculosis transmission during training and clinical rotations, are target populations for tuberculosis screening. No updated data are available on tuberculosis screening practice and knowledge of medical and health profession students in Italy. METHODS: Within the activities Italian Study Group on Hospital Hygiene of the Italian Society of Hygiene, Preventive Medicine and Public Health, we carried out a multicentre cross-sectional study to assess knowledge, attitude and practices on tuberculosis prevention and control among Medical, Dentistry, Nursing and other health professions' students. Students were enrolled in the study on a voluntary basis and were administered a previously piloted structured questionnaire. Logistic regression models were applied to explore knowledge on tuberculosis prevention by selected socio-demographic variables and University-based tuberculosis prevention practice. RESULTS: Students of seventeen Universities across Italy participated in the study, and 58.2% of them received compulsory tuberculin skin test either at enrollment or while attending clinical practice. A total of 5,209 students filled the questionnaire. 37.7% were medicine and dentistry students (Group 1), 44.9% were nursing students (Group 2) and 17.4% were other health professions' students (Group 3). Age and gender had different distributions by groups, as well as knowledge and practice on tuberculin skin test. 84.4% of the study population (95% CI = 83.3-85.3) was aware of the existence of the tuberculin skin test, 74.4% (95% CI = 73.2-75.6) knew what is the first-level screening test for latent tuberculosis and only 22.5% (95% CI = 21.4-23.6) knew how to proceed after a positive tuberculin skin test result. Overall, knowledge on tuberculosis prevention was higher in Group 2 and lower Group 3, as compared to Group 1. CONCLUSION: In Italy, the knowledge on tuberculosis screening among University students is generally good. To reduce some of the criticalities found among the different study courses, it would be appropriate to harmonize both the regulations on tuberculosis screening practices for admission to University courses, and the educational activities on the topic of tuberculosis, to be extended to all workers involved in health care setting

    Integrazione di metodologie innovative di separazione e di spettrometria di massa per una proteomica di nuova generazione

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    La sfida che la proteomica, la nuova frontiera della ricerca biologica e medica, pone alla comunit\ue0 scientifica \ue8 fondata essenzialmente sulle metodologie proprie della "chimica analitica". Lo studio del proteoma, infatti, si basa sulla separazione e sulla successiva analisi qualitativa (identificazione) e quantitativa di popolazioni di analiti di natura proteica, ponendo al centro la metodologia di pi\uf9 rilevante impatto sulla moderna chimica analitica: la spettrometria di massa. E' ben noto che la proteomica, nata da poco pi\uf9 di un decennio, si \ue8 essenzialmente basata su tecniche di separazione e su metodologie spettrometriche di massa in gran parte mature. Nonostante gli sviluppi tecnologici e metodologici nel decennio trascorso, la proteomica \ue8 ancora lontana dall'aver raggiunto quel livello di elevata produttivit\ue0 che la ricerca biologica e medica, in conseguenza della sempre maggiore utilizzazione delle conoscenze genomiche, ormai richiede. Gli aspetti di maggiore criticit\ue0 riguardano la preparazione del campione, le tecnologie separative, le metodologie quantitative, lo sfruttamento a pieno delle nuove generazioni di spettrometri di massa. Questo progetto vuole rispondere a queste sfide cogliendo l'essenza chimico-analitica delle problematiche proteomiche mediante l'integrazione sinergica di metodologie innovative di separazione e di spettrometria di massa con l'obiettivo di porre le basi di una proteomica di nuova generazione. Il ruolo delle cinque Unit\ue0 Operative (UO) coinvolte in questo progetto nazionale \ue8 rappresentato da un "continuo" di competenze e di eccellenze che si estendono dallo screening degli analiti in complessi campioni biologici con la tecnica dei microarrays proteici, al frazionamento cellulare, subcellulare e di complessi proteici mediante tecniche di frazionamento in campo-flusso, allo sviluppo di nuovi metodi separativi di proteine e peptidi mediante tecniche cromatografiche miniaturizzate ad elevatissima efficienza, all'ideazione ed alla sintesi di nuovi tag per l'analisi selettiva e quantitativa di popolazioni proteiche. Queste competenze sono sottese da una formidabile rete di strumentazioni spettrometriche di massa che comprendono spettrometri dell'ultima generazione come MALDI-TOF/TOF, QqTOF, spettrometri con analizzatori a trappole lineari, spettrometri con sorgente a plasma ad accoppiamento induttivo (ICP-MS). Infine il progetto si propone di affrontare, mediante l'integrazione delle suddette metodologie e l'utilizzazione estensiva della strumentazione di massa, alcune problematiche di proteomica di estrema rilevanza e complessit\ue0 quali: i) il profilo delle proteine del siero umano; ii) la caratterizzazione di marcatori proteici virus-specifici; iii) la rivelazione di allergeni in alimenti; iv) il profilo delle proteine sarcomeriche dei miocardiociti e dei miociti scheletrici. La rilevanza e l'originalit\ue0 della ricerca \ue8 basata sulla focalizzazione del problema in termini chimico-analitici con l'obiettivo di proporre percorsi metodologici integrati e coerenti intesi a superare le attuali criticit\ue0 nello studio "reale" del proteoma. La qualit\ue0 scientifica del coordinatore nazionale e dei coordinatori locali \ue8 dimostrata da una consistente, documentata ed apprezzata produzione nei campi delle metodologie analitiche separative avanzate e della spettrometria di massa. Il coordinatore nazionale \ue8, in particolare, considerato tra i fondatori della spettrometria di massa biomolecolare in Italia ed \ue8 alla guida di uno dei centri di ricerca italiani di proteomica pi\uf9 qualificati. Il grado di realizzabilit\ue0 del progetto \ue8 assicurato dalla rete scientifica e strumentale che si \ue8 coagulata con l'obiettivo di integrare e complementare le competenze di ciascuna UO per poi affrontare e risolvere problematiche "reali" di proteomica
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