15 research outputs found

    Dono e reciprocitĂ : anathemata frigi e lidi in santuari greci

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    Gift and reciprocity : Phrygian and Lydian anathemata in Greek sanctuaries In the light of the archaeological evidence and the testimony of literary sources, it is possible to consider that, in ancient society, offerings to the gods and sacredness in general constituted means of generating social ties through the establishment of a reciprocity of favors. In ancient Greece, religious space, by being inclusive and partially open to strangers, clearly plays a decisive role in the relations between Greeks and barbarians, as does the votive offering, susceptible of creating relations, social, intercultural, and political. The great sanctuaries of the Greeks have revealed numerous and famous anathemata, gifts from communities of Greek citizens or from foreigners. This article examines votive gifts in Greek international sanctuaries by barbarians from the Anatolian hinterlands, Phrygians and Lydians, who entered into contact with the Greek cities on the coast of Asia Minor.Si può considerare, nella società antica, alla luce delle testimonianze archeologiche, parallelamente alle attestazioni delle fonti letterarie, il dono agli dei e la sacralità in generale come forma di fondazione di legami sociali attraverso l’instaurarsi della reciprocità dei favori. Lo spazio religioso, in quanto struttura inclusiva e parzialmente aperta agli stranieri, gioca nella Grecia antica un ruolo determinante nelle relazioni tra greci e barbari, così come l’offerta votiva, quale elemento generatore di relazioni sociali, interculturali e politiche. Molteplici e celebri sono nei grandi santuari greci gli anathemata dedicati da comunità di cittadini e da stranieri. Nell’articolo si esamina il caso di doni offerti nei santuari internazionali ellenici dai barbari dell’entroterra anatolico, frigi e lidi, con cui vennero in contatto le città greche della costa dell’Asia Minore.Don et réciprocité : anathemata phrygiens et lydiens dans les sanctuaires grecs Au vu des témoignages archéologiques et des attestations de sources littéraires, on peut considérer que, dans la société ancienne, l’offrande aux dieux et la sacralité en général était une manière de fonder des liens sociaux, et ce par l’établissement de la réciprocité des faveurs. En Grèce ancienne, l’espace religieux, en tant qu’inclusif et partiellement ouvert aux étrangers, joue de toute évidence un rôle déterminant dans les relations entre Grecs et Barbares, ainsi que l’offrande aux dieux, susceptible de créer des relations sociales, interculturelles et politiques. Les grands sanctuaires grecs ont livré de nombreux et célèbres anathemata, présents d’étrangers ou de collectivités de citoyens grecs. Dans cet article sont examinées certaines offrandes effectuées dans les sanctuaires internationaux helléniques par les Barbares de l’arrière-pays anatolien, Phrygiens et Lydiens, qui établirent des relations avec les cités grecques fondées sur la côte de l’Asie Mineure.Scatozza Höricht Lucia Amalia. Dono e reciprocità: anathemata frigi e lidi in santuari greci. In: Bulletin de correspondance hellénique. Volume 138, livraison 1, 2014. pp. 171-183

    Dioniso e Arianna in un ipogeo dei Cristallini: la religiosità dionisiaca dei chariestatoi di Neapolis

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    Si esamina il motivo iconografico della ierogamia dionisiaca dipinta in uno degli ipogei di Neapolis nelle sue potenzialità allusive, quale segno privilegiato per la decodifica del sistema di simboli espresso dagli altri elementi della decorazione pittorica, riconducibili al dionisismo nella sua dimensione iniziatica, professato dall’«élite» greco-sannitica di Neapolis (chariestatoi), cui erano destinati gli ipogei monumentali.Dionysos and Ariadne’s wedding in a wall painting inside an hypogeum of Neapolis (Via dei Cristallini): the Dionysian belief of the “chariestatoi”. The paper examines the iconographical motif of Dionysian hierogamy painted on the entrance wall of the best-preserved hypogeum of Neapolis in its allusive potentialities, as a privileged sign for decoding the symbolic system expressed by the other elements of the pictorial decoration. This system refers to the Dionysian cult, in its initiatory dimension, professed by the Greek-Samnite «élite» of Neapolis (chariestatoi) to which the monumental hypogea belonged

    Cyme of Aeolis and Dionysus’ Gold. A New Diadem from the Necropolis

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    Partendo dal rinvenimento di un diadema in lamina d’oro nel corso degli scavi condotti nell’agosto 2008 nella necropoli di Kyme, viene preso in esame tutto il gruppo dei diademi cumei a cuspide, analizzandone lo stile e le iconografie. I diademi cumei mostrano un particolare sviluppo dello stile dell’»atelier« dei diademi del gruppo Madytos – Abydos, documentando lo straordinario livello degli orafi cumei nell’età di Alessandro. Le loro iconografie si richiamano al mondo di Dioniso, il cui culto è particolarmente dif- fuso a Kyme ed evidenziano il ruolo tradizionalmente esercitato dalla donna presso i ceti aristocratici cumei, quale veicolo di ricchezza e di lignaggio, garante della perpetuazione della stirpe. Essi attestano la persistenza dei rapporti con la Troade e con la Frigia, entrambe regioni ricche di metalli, chiamate in causa dalle fonti storiche in relazione a Kyme fin dal periodo arcaico.Starting from the discovery of a gold-leaf diadem during excavations conducted in the necropolis of Cyme in August 2008, I will consider the whole group of Cymean pediment-shaped diadems, analysing their style and iconography. Cymean diadems point to a particular development of the »atelier« style of the diadems belonging to the Madytos-Abydos group, documenting the extraordinary level of Cymean goldsmiths in the age of Alexander.Their iconographies recall the world of Dionysus, whose cult is particularly widespread in Cyme, and they underline the role traditionally played by women in the Cymean aristocratic class, as a medium of wealth and lineage, guarantor of lineage-perpetuation. They attest the persistence of relations with Troas and Phrygia, both regions rich in metals, called into question by the historical sources concerning Cyme since the Archaic period.Partendo dal rinvenimento di un diadema in lamina d’oro nel corso degli scavi condotti nell’agosto 2008 nella necropoli di Kyme, viene preso in esame tutto il gruppo dei diademi cumei a cuspide, analizzandone lo stile e le iconografie. I diademi cumei mostrano un particolare sviluppo dello stile dell’»atelier« dei diademi del gruppo Madytos – Abydos, documentando lo straordinario livello degli orafi cumei nell’età di Alessandro. Le loro iconografie si richiamano al mondo di Dioniso, il cui culto è particolarmente dif- fuso a Kyme ed evidenziano il ruolo tradizionalmente esercitato dalla donna presso i ceti aristocratici cumei, quale veicolo di ricchezza e di lignaggio, garante della perpetuazione della stirpe. Essi attestano la persistenza dei rapporti con la Troade e con la Frigia, entrambe regioni ricche di metalli, chiamate in causa dalle fonti storiche in relazione a Kyme fin dal periodo arcaico. Parole chiave: Asia Minore • Kyme • Oreficerie • Diademi • Iconografi

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    Appunti sulla ceramica comune di Ercolano. Vasellame da cucina e recipienti per la preparazione degli alimenti

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    Con questo contributo intendo assolvere parzialmente all’impegno preso diversi anni fa con l’allora Soprintendente Giuseppina Cerulli Irelli, che me ne ha affidato lo studio. Nel frattempo una tipologia valida per gli esemplari pompeiani è stata elaborata nel corso degli anni da giovani studiosi per i materiali, purtroppo decontestualizzati, custoditi nei Granai del Foro di Pompei, alla quale si rimanda per ulteriori precisazioni sulle forme attestate in area vesuviana. L’interesse dei materi..

    Nuovi studi su Kyme eolica

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    [English]: The volume includes a series of contributions related to the handicraft productions of the ancient city of Aeolian Kyme (Turkey), edited with the purpose of investigating, through their circulation, the relations of the Aeolian metropolis with other areas of the Aegean see and of the ancient Mediterranean. The work deals with a difficult field of investigation, as not all the Anatolian manufacturing centres, including Kyme, have been properly documented so far. Researches carried out by archaeologists of the University of Naples, University of Calabria and University of Milan, who participate in the activities of the Italian Archaeological Mission in Kyme, reveal the economic role that the city of Kyme had in various historical period. It was a seaport of primary importance, located at the mouth of the Ermo river, which was the main transport route to the Anatolian inland, along the north-south costal road./ [Italiano]: Il volume comprende una serie di contributi relativi alle produzioni artigianali dell’antica città di Kyme eolica (Turchia), che la Curatrice ha riunito con lo scopo di indagare, attraverso la loro circolazione, i rapporti della metropoli eolica con altre aree dell’Egeo e del Mediterraneo antico. L’opera si inserisce in un settore di indagine non agevole, poiché non tutti i centri produttori dell’Anatolia, fra cui la stessa Kyme, sono stati finora adeguatamente documentati. Dall’analisi condotta nei diversi contributi dagli archeologi dell’Università Federico II, dell’Università della Calabria e dell’Università di Milano, che partecipano alle attività della Missione archeologica italiana a Kyme, deriva uno spaccato del ruolo economico che la città di Kyme ebbe nelle diverse fasi storiche esaminate, centro portuale di primaria importanza, posto lungo l’asse viario costiero nordsud l’entroterra anatolico., centro portuale di primaria importanza, posto lungo l’asse viario costiero nordsud e presso lo sbocco sul mare Egeo del fiume Ermo, la principale via di comunicazione verso l’entroterra anatolico
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