30 research outputs found

    Gli esemplari provenienti dal Parco Regionale della Maremma nella collezione ornitologica del Museo di Storia Naturale di Firenze

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    Vengono riportati i reperti ornitologici del Museo di Storia Naturale di Firenze provenienti da località attualmente comprese nei confini del Parco Regionale della Maremma. Tutti risalgono ai tempi in cui Enrico Hillyer Giglioli era il direttore della collezione vertebrati. Tra i reperti vi sono due capovaccai (Neophron percnopterus) presi sul nido e quattro calandre (Melanocorypha calandra): tali specie risultano oggi in Maremma rispettivamente estinta come nidificante e completamente estinta. Viene inoltre sottolineata l'alta percentuale di uccelli affetti da anomalie, particolarmente ricercati all'epoca

    L’ANMS e la terza missione

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    Note sulla distribuzione in Italia di Anoxia (Mesanoxia) matutinalis matutinalis Laporte de Castelnau, 1832 con nuovi dati corologici per alcune regioni (Coleoptera, Melolonthidae)

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    Viene fornita una panoramica generale della distribuzione in Italia di Anoxia (Mesanoxia) matutinalis matutinalis Laporte de Castelnau, 1832, aggiungendo Lombardia e Umbria alle regioni in cui questa specie è riportata come presente in Italia. Vengono inoltre rese note le prime segnalazioni per il Lazio settentrionale

    Piante ed ebbrezze

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    Among his numerous interests, the scholar Paolo Mantegazza (1831-1910) also devoted himself to psychotropic plants, which he described in monographic contributions and in popular writings of a medical character, more specifically Quadri della natura umana: Feste ed ebbrezze and Elementi di igiene. Adopting the criteria of subdivision utilised by the scholar, the most widely used plants, foodstuffs and drinks are described, providing information about their botanical characteristics, their history, their chemical properties, their uses and the risks of abuse. They include, among others, sugar cane, coffee, tea, yerba mate, guarana, cocoa, tobacco, poppy, pepper, cinnamon, vanilla, cloves and absinthe

    Astronomia e Fisica a Firenze : dalla Specola ad Arcetri

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    La Mostra Astronomia e Fisica a Firenze illustra l’evoluzione delle due discipline dal XVIII secolo fino ai primi decenni del Novecento. Teatro cittadino di questo processo, anzi di tutte le scienze, fu l’Imperiale e Reale Museo di Fisica e Storia Naturale, dove adesso ha sede la Mostra. Nell’arco di tempo esaminato tutti gli aspetti dell’indagine della natura erano ugualmente pertinenti ad un’unica figura di studioso, ma verso l’inizio del XX secolo alcuni indirizzi subirono una profonda trasformazione e al prevalente approccio tassonomico e fenomenologico subentrò, soprattutto per Astronomia e Fisica, un’indagine specialistica che finì per differenziare le varie ricerche. Protagonista di questa fase fu lo sviluppo dell’analisi spettroscopica. La Mostra, aperta da dicembre 2016 a marzo 2017, è organizzata dall’Università di Firenze (Museo di Storia Naturale; Dipartimento di Fisica e Astronomia) e dall’Osservatorio Astrofisico di Arcetri, in collaborazione con la Sezione di Firenze dell’INFN, il Museo Galileo, l’Archivio Storico del Comune di Firenze, l’Istituto Nazionale di Ottica del CNR e la Biblioteca di Scienze dell’Universit

    Resolution of the type material of the Asian elephant, Elephas maximus Linnaeus, 1758 (Proboscidea, Elephantidae)

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    The understanding of Earth’s biodiversity depends critically on the accurate identification and nomenclature of species. Many species were described centuries ago, and in a surprising number of cases their nomenclature or type material remain unclear or inconsistent. A prime example is provided by Elephas maximus, one of the most iconic and well-known mammalian species, described and named by Linnaeus (1758) and today designating the Asian elephant. We used morphological, ancient DNA (aDNA), and high-throughput ancient proteomic analyses to demonstrate that a widely discussed syntype specimen of E. maximus, a complete foetus preserved in ethanol, is actually an African elephant, genus Loxodonta. We further discovered that an additional E. maximus syntype, mentioned in a description by John Ray (1693) cited by Linnaeus, has been preserved as an almost complete skeleton at the Natural History Museum of the University of Florence. Having confirmed its identity as an Asian elephant through both morphological and ancient DNA analyses, we designate this specimen as the lectotype of E. maximus

    Monitoraggio della biodiversità in relazione all'applicazione degli standard di condizionalità: 4.2c, 4.6, 4.3 (olivo)

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    Nel presente lavoro vengono riportati i risultati relativi ai monitoraggi della diversità faunistica per i seguenti standard: 4.2c, 4.3 (olivo), 4.6. I risultati ottenuti sono nel complesso interessanti sia dal punto di vista metodologico sia per quanto concerne gli aspetti conservazionistici e gestionali. Emerge l'importanza di utilizzare più indicatori o gruppi tassonomici che comprendano taxa ecologicamente e funzionalmente diversi per valutare la "biodiversità". Relativamente allo sfalcio è stato osservato che una "blanda gestione" dei ritirati dalla produzione può favorire un certo incremento di biodiversità sia per quanto riguarda gli Artropodi, sia per quanto riguarda i Rettili. Risultati concordi sono stati osservati anche negli oliveti dove la gestione della vegetazione al suolo (sfalcio) sembrerebbe incrementare la diversità. Tuttavia è opportuno ricordare che l'effetto monitorato, almeno nei ritirati dalla produzione, non è quello immediatamente successivo all'azione meccanica che invece provoca danni diretti e immediati alla fauna (ferimento e uccisione). Emerge con evidenza dai dati raccolti anche l'importanza della presenza, all'interno degli agro-ecosistemi, di aree a minor disturbo antropico, naturali e semi-naturali: fasce ecotonali e ripariali, ma anche bordure dei campi. Viceversa l'uniformità del paesaggio e la presenza di grandi estensioni coltivate a monocoltura rappresentano elementi sfavorevoli alla biodiversità animale. Nel monitoraggio attraverso l'utilizzo della tecnica di fototrappolaggio è emersa l'importante funzione svolta dai muretti a secco, "presenze" tipiche e diffuse nel paesaggio agricolo tradizionale del nostro territorio italiano. Per molti taxa animali detti manufatti assolvono a funzioni ecologiche diverse, quali: rifugio, aree di foraggiamento, passaggio o sosta nonché punti ottimali per la termoregolazione.</p

    The role of natural science collections in the biomonitoring of environmental contaminants in apex predators in support of the EU's zero pollution ambition

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    The chemical industry is the leading sector in the EU in terms of added value. However, contaminants pose a major threat and significant costs to the environment and human health. While EU legislation and international conventions aim to reduce this threat, regulators struggle to assess and manage chemical risks, given the vast number of substances involved and the lack of data on exposure and hazards. The European Green Deal sets a 'zero pollution ambition for a toxic free environment' by 2050 and the EU Chemicals Strategy calls for increased monitoring of chemicals in the environment. Monitoring of contaminants in biota can, inter alia: provide regulators with early warning of bioaccumulation problems with chemicals of emerging concern; trigger risk assessment of persistent, bioaccumulative and toxic substances; enable risk assessment of chemical mixtures in biota; enable risk assessment of mixtures; and enable assessment of the effectiveness of risk management measures and of chemicals regulations overall. A number of these purposes are to be addressed under the recently launched European Partnership for Risk Assessment of Chemicals (PARC). Apex predators are of particular value to biomonitoring. Securing sufficient data at European scale implies large-scale, long-term monitoring and a steady supply of large numbers of fresh apex predator tissue samples from across Europe. Natural science collections are very well-placed to supply these. Pan-European monitoring requires effective coordination among field organisations, collections and analytical laboratories for the flow of required specimens, processing and storage of specimens and tissue samples, contaminant analyses delivering pan-European data sets, and provision of specimen and population contextual data. Collections are well-placed to coordinate this. The COST Action European Raptor Biomonitoring Facility provides a well-developed model showing how this can work, integrating a European Raptor Biomonitoring Scheme, Specimen Bank and Sampling Programme. Simultaneously, the EU-funded LIFE APEX has demonstrated a range of regulatory applications using cutting-edge analytical techniques. PARC plans to make best use of such sampling and biomonitoring programmes. Collections are poised to play a critical role in supporting PARC objectives and thereby contribute to delivery of the EU's zero-pollution ambition.Non peer reviewe

    Scopoli, Linnaeus and the wallcreeper Tichodroma muraria

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    Volume: 117Start Page: 145End Page: 14
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