39 research outputs found
H3K4 methyltransferase Set1 is involved in maintenance of ergosterol homeostasis and resistance to Brefeldin A
Set1 is a conserved histone H3 lysine 4 (H3K4) methyltransferase that exists as a multisubunit complex. Although H3K4 methylation is located on many actively transcribed genes, few studies have established a direct connection showing that loss of Set1 and H3K4 methylation results in a phenotype caused by disruption of gene expression. In this study, we determined that cells lacking Set1 or Set1 complex members that disrupt H3K4 methylation have a growth defect when grown in the presence of the antifungal drug Brefeldin A (BFA), indicating that H3K4 methylation is needed for BFA resistance. To determine the role of Set1 in BFA resistance, we discovered that Set1 is important for the expression of genes in the ergosterol biosynthetic pathway, including the rate-limiting enzyme HMG-CoA reductase. Consequently, deletion of SET1 leads to a reduction in HMG-CoA reductase protein and total cellular ergosterol. In addition, the lack of Set1 results in an increase in the expression of DAN1 and PDR11, two genes involved in ergosterol uptake. The increase in expression of uptake genes in set1δ cells allows sterols such as cholesterol and ergosterol to be actively taken up under aerobic conditions. Interestingly, when grown in the presence of ergosterol set1δ cells become resistant to BFA, indicating that proper ergosterol levels are needed for antifungal drug resistance. These data show that H3K4 methylation impacts gene expression and output of a biologically and medically relevant pathway and determines why cells lacking H3K4 methylation have antifungal drug sensitivity
Analyses on Friction Stir Based Techniques to Join Lightweight Alloys to Thermoplastic Matrix Parts
Nowadays, the manufacturing research efforts have to be conceived in such a way that the product performance criteria are achieved in a lightweighting design concept. Taking these extensions to their extreme, the material properties and the manufacturing solutions have to be considered together in a revolutionary body concept, which should result in an ideal sight to the use of the most performing material in the right place depending on the product requirements. Polymer matrix composites (PMCs) belong to this new material category. The development of joining techniques available to connect PMCs and lightweight alloys has been considered as a key enabling solution in making innovative and sustainable products. The goal of obtaining high joint efficiency must face two main problems, i.e. to deal with the polymeric matrices to get mechanical, physical and chemical compatibilities and to attain or preserve the integrity of reinforcements across the joints customizing the fiber distribution in the joining area. The understanding of current and emerging joining technologies, e.g. the friction stir based techniques, with an optimization of the process parameters needs performant numerical tools to be employed, efficiently. In the work herein proposed, a polymeric base plate was joined to an aluminum alloy part simulating the friction lap joint sequences. Numerical tests have been set by a commercial FE code (DEFORM 2DTM) and a DoE, generated using hypercube sampling, was defined to perform a sensitivity analysis of specific investigated variables on some process outputs
Emergenza sismica nel Frusinate (Ottobre 2009 – Gennaio 2010): l’intervento della Rete Sismica Mobile stand-alone e l’analisi dati
Tra il 30 settembre ed il 22 ottobre del 2009 una piccola area della provincia di Frosinone, presso la località di Campoli Appennino, non lontana dalla città di Sora e dal confine con l’Abruzzo, è stata interessata da uno sciame sismico la cui fase più intensa è stata raggiunta nella notte tra il 7 e l’8 di ottobre con due scosse di magnitudo locale (ML) 3.6 e 3.4. Nei primi 23 giorni della sequenza (30 settembre – 22 ottobre) sono state registrate ben 1075 scosse, tutte con magnitudo non superiore a 3.6. In precedenza, nei mesi di maggio e giugno del 2009, si era attivata una piccola area posta ad una quindicina di chilometri a NW di Campoli Appennino, esattamente nella zona montuosa che separa la Val Roveto dalla Vallelonga in territorio abruzzese. Questo piccolo sciame è stato caratterizzato da 64 eventi con ML non superiore a 2.7.
Diverse sono state le ragioni che hanno indotto il team scientifico alla guida della Rete Sismica Mobile della sede di Roma [Re.Mo., Moretti et al., 2010a] a disporre nei primi giorni del mese di ottobre un intervento di emergenza nell’area che include i comuni di Sora, Atina, San Donato in Val Comino e Pescasseroli tra le provincie di Frosinone e de L’Aquila: 1) la relativa vicinanza delle due zone epicentrali sopra descritte alla regione dell’Aquilano colpita solo pochi mesi prima dal forte evento sismico del 6 aprile 2009 (ML 5.8, MW 6.31) [Chiarabba et al., 2009; Margheriti et al., 2010], 2) l’emotività della popolazione originatasi a seguito del forte trauma vissuto e 3) non ultimo la psicosi collettiva notevolmente alimentata dai media locali e nazionali. In tutto, sono state installate 4 stazioni sismiche temporanee ad integrazione delle permanenti già presenti in area epicentrale al fine di migliorarne il monitoraggio.
In questo lavoro viene presentato l’intervento della Re.Mo. riportando le motivazioni che lo hanno guidato e la tempistica delle operazioni svolte. Inoltre, verrà fornita una breve descrizione delle caratteristiche geologico-strutturali e sismotettoniche dell’area e saranno mostrate alcune analisi eseguite sui dati acquisiti in campagna
Multifactorial causes of chronic mortality in juvenile sturgeon (Huso huso)
This investigation focused on an episode of chronic mortality observed in juvenile Huso huso sturgeons. The examined subjects underwent pathological, microbiological, molecular, and chemical investigations. Grossly severe body shape deformities, epaxial muscle softening, and multifocal ulcerative dermatitis were the main observed findings. The more constant histopathologic findings were moderate to severe rarefaction and disorganization of the lymphohematopoietic lymphoid tissues, myofiber degeneration, atrophy and interstitial edema of skeletal epaxial muscles, and degeneration and atrophy of the gangliar neurons close to the myofibers. Chemical investigations showed a lower selenium concentration in affected animals, suggesting nutritional myopathy. Other manifestations were nephrocalcinosis and splenic vessel wall hyalinosis. Septicemia due to bacteria such as Aeromonas veronii, Shewanella putrefaciens, Citrobacter freundii, Chryseobacterium sp., and pigmented hyphae were found. No major sturgeon viral pathogens were detected by classical methods. Next-generation sequencing (NGS) analysis confirmed the absence of viral pathogens, with the exception of herpesvirus, at the order level; also, the presence of Aeromonas veronii and Shewanella putrefaciens was confirmed at the family level by the metagenomic classification of NGS data. In the absence of a primary yet undetected biological cause, it is supposed that environmental stressors, including nutritional imbalances, may have led to immune system impairment, facilitating the entry of opportunistic bacteria and mycotic hyphae
“Operazione Blue Mountains 2008”: la partecipazione dell’INGV all’esercitazione della Protezione Civile della Regione Marche (23-25 maggio 2008)
Dal 23 al 25 maggio 2008, la localitĂ Pian Di Pieca di San Ginesio in provincia di Macerata (Marche),
è stata lo scenario della prima esercitazione sul rischio sismico, a valenza regionale, organizzata dal
Dipartimento per le Politiche Integrate di Sicurezza e per la Protezione Civile (DSPC) della Regione Marche.
L’esercitazione, denominata “Operazione Blue Mountains 2008”, aveva lo scopo di simulare la risposta degli
enti locali nel caso di un evento sismico classificato come “severo”. La manifestazione ha visto la
partecipazione di circa 700 volontari della Protezione civile, 200 tra Croce Rossa e Associazioni del
volontariato, 70 Vigili del Fuoco provenienti dai diversi comandi delle Marche e piĂą di 20 agenti del Corpo
Forestale dello Stato e delle Forze dell’Ordine. Tutti sono stati coordinati dalla Sala Operativa Unificata
Permanente della regione (SOUP), in contatto con la Sala Operativa Integrata (SOI) dell’Amministrazione
Provinciale di Macerata, il Centro Operativo Intercomunale (COI) e il Dipartimento Nazionale della
Protezione Civile.
All’esercitazione ha aderito anche l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) che è
intervenuto con la nuova struttura di Pronto Intervento del Centro Nazionale Terremoti (CNT) che si attiva in
occasione di un forte terremoto (generalmente per terremoti di magnitudo superiore a 5 sul territorio
nazionale). Oltre a simulare le diverse fasi d’intervento che l’Istituto si troverebbe ad affrontare in caso di
emergenza, l’INGV ha prodotto anche lo scenario sismico su cui è stata basata l’intera l’esercitazione.
Scopo di questo breve rapporto tecnico è raccontare come l’INGV ha operato durante l’ “Operazione
Blue Mountains 2008” sin dall’invito offertoci dal DSPC della Regione Marche. Saranno descritte le
difficoltĂ incontrate e le soluzione adottate, evidenziando come questa importante esperienza sia diventata un
fondamentale test per la nuova struttura di Pronto Intervento dell’INGV.Istituto Nazionale di Geofisica e VulcanologiaPublished1.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionaleope
Emergenza “L’Aquila2009”: la campagna di acquisizione dati della Rete Sismica Mobile stand-alone del Centro Nazionale Terremoti
Il 6 aprile 2009 (3.32 locali) un terremoto di Mw 6,3 ha colpito la regione Abruzzo (Italia centrale)
producendo un enorme danno alla cittĂ de L'Aquila e ai paesi limitrofi causando circa 300 morti e 60.000
senza fissa dimora.
A seguito di questo evento sismico, la struttura di Pronto Intervento dell’INGV (Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia), si è rapidamente attivata installando in area epicentrale due reti sismiche
temporanee (Re.Mo.Tel. in real-time e Re.Mo. in stand-alone) ed il Centro Operativo Emergenza Sismica.
In questo lavoro presentiamo come si e’ svolta la campagna sismica della Re.Mo., avente l’obiettivo di
acquisire dati di alta qualità e dettaglio per studiare le sorgenti sismiche, l’evoluzione spazio temporale della
sequenza e caratterizzare attraverso la microsismicita’ le strutture di faglia attivate ed le proprieta’ del mezzo
circostante. Saranno descritte nel dettaglio l’installazione compiuta a poche ore dal mainshock, il suo
sviluppo legato all’evoluzione della sequenza sismica, fino alla sua dismissione nel Marzo 2010.Istituto Nazionale di Geofisica e VulcanologiaPublished1.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionaleope
Emergenza “L’Aquila2009”: la campagna di acquisizione dati della Rete Sismica Mobile stand-alone del Centro Nazionale Terremoti
Il 6 aprile 2009 (3.32 locali) un terremoto di Mw 6,3 ha colpito la regione Abruzzo (Italia centrale)
producendo un enorme danno alla cittĂ de L'Aquila e ai paesi limitrofi causando circa 300 morti e 60.000
senza fissa dimora.
A seguito di questo evento sismico, la struttura di Pronto Intervento dell’INGV (Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia), si è rapidamente attivata installando in area epicentrale due reti sismiche
temporanee (Re.Mo.Tel. in real-time e Re.Mo. in stand-alone) ed il Centro Operativo Emergenza Sismica.
In questo lavoro presentiamo come si e’ svolta la campagna sismica della Re.Mo., avente l’obiettivo di
acquisire dati di alta qualità e dettaglio per studiare le sorgenti sismiche, l’evoluzione spazio temporale della
sequenza e caratterizzare attraverso la microsismicita’ le strutture di faglia attivate ed le proprieta’ del mezzo
circostante. Saranno descritte nel dettaglio l’installazione compiuta a poche ore dal mainshock, il suo
sviluppo legato all’evoluzione della sequenza sismica, fino alla sua dismissione nel Marzo 2010
The effects of postmastectomy adjuvant radiotherapy on immediate two-stage prosthetic breast reconstruction. A systematic review
Sir: We read with great interest the Viewpoint1 published by Maione et al. in the May issue of the Journal entitled “The Effects of Postmastectomy Adjuvant Radiotherapy on Immediate Two-Stage Prosthetic Breast Reconstruction: A Systematic Review.” The first author (D.R.) knows the authors personally, and theyhave contributed a lot in the field of regenerative surgery, and their report highlights again how important this topic is
Cagliari University Hospital (CUH) protocol for immediate alloplastic breast reconstruction and unplanned radiotherapy. A preliminary report
Alloplastic breast reconstruction necessitating postmastectomy radiotherapy (PMRT) is at increased risk for complications such as capsular contracture, infection, extrusion, and poor cosmetic results. However, often the indication for PMRT is not decided until a permanent histological examination with review of the permanent sections is carried out, and the expander has already been inserted. Techniques described to face this issue (delayed-immediate reconstruction and Memorial Sloan Kettering Cancer Center protocol) both have disadvantages