1,055 research outputs found

    Stochastic macromodeling for hierarchical uncertainty quantification of nonlinear electronic systems

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    A hierarchical stochastic macromodeling approach is proposed for the efficient variability analysis of complex nonlinear electronic systems. A combination of the Transfer Function Trajectory and Polynomial Chaos methods is used to generate stochastic macromodels. In order to reduce the computational complexity of the model generation when the number of stochastic variables increases, a hierarchical system decomposition is used. Pertinent numerical results validate the proposed methodology

    Geometria e modellazione di un sistema di retro-scorrimenti attivosulla base di dati di geofisica marina ad alta risoluzione:la Dorsale di Amendolara (Golfo di Taranto).

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    Nuovi dati sismici ad alta (Sparker) ed altissima (Subbottm Chirp) risoluzione, acquisiti durante la Campagna Oceanografica “Teatioca_2010”, integrati da dati sismici multicanale ad alta penetrazione, pubblici disponibili sul sito www.videpi.com, calibrati con pozzi profondi, batimetrici multifascio e carotaggi, rivelano che la dorsale di Amendolara, estensione sottomarina della zona frontale del sistema a thrust dell’Appennino meridionale, è stata controllata nel Quaternario da un sistema di retro-scorrimenti e faglie transpressive (ATFS) che dislocano verso SW la catena mio-pliocenica NE-vergente. Il pacco di sequenze deposizionali attribuito, sulla base della facies sismica e della presenza di discordanze controllate dalle oscillazioni glacio-eustatiche, al Pleistocene medio-superiore risulta piegato in maniera consistente con le strutture desumibili dai profili multicanale. I dati morfometrici e sismici documentano che la dorsale, orientata NW-SE, è formata da 3 banchi lunghi ~10-20 km, cresciuti sopra rampe di sovrascorrimenti ciechi (~2 km) disposti en-echelon a formare un sistema segmentato. Sono stati individuati e modellati i segmenti di Amendolara a NW e Cariati a SE, collegati da una più piccola rampa laterale (segmento di Rossano). La modellazione numerica calibrata sui dati batimetrici e sismici indica che le rampe hanno inclinazione di ~45° e sono radicate a ~10 km di profondità a possibili scollamenti o strutture maggiori. I tassi di scorrimento negli ultimi 4-500 ka, calcolati per i segmenti sulla base degli strati di crescita nei bacini sin tettonici variano da 0.5-0-9 mm/a per il segmento di Amendolara a 0.35-0.5 mm/a per quello di Cariati. L’ATFS coincide con una fascia di moderata sismicità (Mw<4.7) con meccanismi focali inversi o transpressivi. L’orientazione degli assi di strain incrementale (sismico) e finito (geologico, come documentano i dati a terra) suggerisce per i segmenti dell’ATFS un movimento da inverso a obliquo sinistro. In base alla dimensione dei segmenti di faglia, nell’ipotesi di deformazione puramente elastica, si stima una magnitudo potenziale massima per l’ATFS di M~6.1-6.4, ma è verosimile che buona parte della deformazione sia asismica o microsismica. L’epicentro macrosismico del terremoto del 1988 (Mw=4.9) ricade su un tratto del segmento di Cariati che mostra rotture a fondo mare e possibile risalita di fluidi localizzata lungo strutture attive. La crescita dell’ATFS è stata verosimilmente controllata da un interfaccia meccanica tra la spessa crosta apula e la crosta ionica assottigliata o in parte oceanica, quando in tempi recenti la convergenza Adria-Europa ha prevalso sull’arretramento della cerniera della subduzione ionica

    Studio morfometrico e statistico degli eventi di frananel settore marino orientale del Golfo di Taranto.

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    La campagna oceanografica “Teatioca” è il frutto della collaborazione fra l’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero (IAMC) di Napoli, l’Università Federico II di Napoli, l’Università di Palermo e Trieste e l’INGV di Roma. Durante tale campagna, effettuata a bordo della N/O Urania del CNR nel 2011, sono stati acquisiti dati batimetrici multibeam ad alta risoluzione ed una fitta maglia di dati sismici ad alta (Sparker) ed altissima (Chirp) risoluzione nell’area ionica del Golfo di Taranto. L’analisi integrata del Modello Digitale del Terreno (10m, 5m e 2m) generato dai dati multibeam con i nuovi dati sismo-stratigrafici ha consentito di analizzare in dettaglio l’instabilità dei versanti. Una serie di computazioni standard sul DTM (aspect, pendenza, gradienti e curvatura del profilo) hanno fornito una prima valutazione della diversa esposizione dei versanti della dorsale di Capo Spulico e della dorsale di Amendolara, i due alti strutturali presenti nell’area di studio. Tale area è stata successivamente suddivisa in 9 diversi settori, ognuno dei quali rappresenta un areale morfologico (versante o bacino), allo scopo di caratterizzare il potenziale di franosità di ogni singola area e di evidenziare eventuali correlazioni fra le diverse aree. Oltre 400 evidenze di eventi di frana nell’area in esame sono stati cartografate, classificate e interpretate, fino ad ottenere carte tematiche utili all’interpretazione della franosità dei versanti su larga scala (carte della pendenza media per ogni evento, della pendenza massima e minima, gradiente medio, etc.). Sulla base dei dati acquisiti e delle computazioni effettuate sul DTM si è evidenziato che la pendenza non è il parametro principale in termini di meccanismo di innesco degli eventi di frana. Questa considerazione risulta anche dall’esame morfologico dei versanti meridionali della dorsale di Capo Spulico e del Banco di Cariati [Santoro et al., 2012], che sono caratterizzati dai maggiori valori di pendenza nel DTM e dalla scarsità di processi gravitazionali. I maggiori eventi di frana sono quasi totalmente localizzati sulle pendici nord-est delle dorsali ridge. Tale distribuzione è principalmente legata alla giacitura dei sedimenti (a franapoggio verso SO). Un’eccezione è rappresentata dal settore meridionale del Banco di Amendolara, dove sporadici eventi di scorrimento rotazionale sono probabilmente legati all’attività tettonica della faglia di Amendolara. L’utilizzo di un approccio statistico multivariato implementato in “R” conferma, infine, la concentrazione degli eventi sui versanti controllati da evoluzione morfologica rispetto ai versanti controllati dalla tettonica. Bibilografia Santoro, E., Ferranti, L., Passaro, S., Burrato, P., Morelli, D., (2012). Morphometric analysis in the offshore of the southern Taranto Gulf: unveiling the structures controlling the Late Pleistocene-Holocene bathymetric evolution. Rend. On. .Soc. Geol. It., 21 (2), 1132-1135

    Morfologia e morfometria del settore ionico del Golfo di Taranto.

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    Il versante Ionico del Golfo di Taranto \ue8 caratterizzato dalla presenza di alti strutturali e bacini che rappresentano l\u2019espressione morfologica di sistemi di faglie pleistoceniche transpressive. La dorsale di Amendolara si estende per 45 Km in direzione N130\ub0E, ed \ue8 caratterizzato dalla presenza di tre alti batimetrici minori (denominati Amendolara, Rossano e Cariati). Verso NE, la dorsale di Capo Spulico si estende per 40 Km in direzione !N115\ub0E. Durante la Campagna Oceanografica \u201cTeatioca\u201d sono stati acquisiti 1100Km2 di dati batimetrici multibeam e profili sismici monocanale ad alta (Sparker) ed altissima risoluzione (Subbottom Chirp). L\u2019analisi integrata dei nuovi dati ha consentito di ottenere una sintesi morfostrutturale preliminare dell\u2019area sud-orientale del Golfo di Taranto [Santoro et al., 2012]. L\u2019insieme dei dati morfometrici evidenzia un ruolo chiave nell\u2019attivit\ue0 traspressiva della faglia che borda a SW la dorsale di Amendolara, in quanto la regolarit\ue0 dei pendii rivolti a S \ue8 legata alla deformazione e sollevamento dei versanti, che tende a superare l\u2019effetto dei processi erosivi (versanti a controllo morfostrutturale). Il processo di basculamento guidato dall\u2019azione della faglia sembra essere all\u2019originedei processi responsabili dell\u2019erosione gravitazionale canalizzata sui pendii esposti a nord (versanti a controllo morfosedimentario). Sette ordini di terrazzi sono stati riconosciuti sul top del Banco di Amendolara, attraverso tecniche di analisi dei picchi nel diagramma di distribuzione delle quote [Passaro et al., 2011]. Tale dato e le statistiche sui profili estratti dal DTM testimoniano la presenza di tassi differenziali di sollevamento ed un complessivo tilt (verso E) del settore frontale ionico dell\u2019Appennino Meridionale, in accordo con quanto suggerito in letteratura [Ferranti et al., 2009]. Bibliografia Ferranti, L., Santoro, E., Mazzella, M.E., Monaco, C., Morelli, D., (2009). Active transpression in the northern Calabria Apennines, southern Italy. Tectonophysics, 476 (1-2), 226-251. Passaro, S., Ferranti, L., de Alteriis, G., (2011). The use of high resolution elevation histograms for mapping submerged terraces: a test from the Eastern Tyrrhenian Sea and the Eastern Atlantic Ocean. Quat. Int., 232, 1-2, 238-249. Santoro, E., Ferranti, L., Passaro, S., Burrato, P., Morelli, D., (2012). Morphometric analysis in the offshore of the southern Taranto Gulf: unveiling the structures controlling the Late Pleistocene-Holocene bathymetric evolution. Rend. On. Soc. Geol. It., 21 (2), 1132-1135

    An active oblique-contractional belt at the transition between the Southern Apennines and Calabrian Arc: The Amendolara Ridge, Ionian Sea, Italy

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    High-resolution, single-channel seismic and multibeam bathymetry data collected at the Amendolara Ridge, a key submarine area marking the junction between the Apennine collision belt and the Calabrian subduction forearc, reveal active deformation in a supposedly stable crustal sector. New data, integrated with existing multichannel seismic profiles calibrated with oil-exploratory wells, show that middle to late Pleistocene sediments are deformed in growth folds above blind oblique-reverse faults that bound a regional pop-up. Data analysis indicates that ~10 to 20 km long banks that top the ~80 km long, NW-SE trending ridge are structural culminations above en echelon fault segments. Numeric modeling of bathymetry and stratigraphic markers suggests that three 45\ub0 dipping upper crustal (2\u201310km) fault segments underlie the ridge, with slip rates up to ~0.5mm/yr. Segments may be capable with M~ 6.1\u20136.3 earthquakes, although an unknown fraction of aseismic slip undoubtedly contributes to deformation. The fault array that bounds the southern flank of the ridge (Amendolara Fault System) parallels a belt of Mw<4.7 strike-slip and thrust earthquakes, which suggest current left-oblique reverse motion on the array. The eastern segment of the array shows apparent morphologic evidence of deformation and might be responsible for Mw 64 5.2 historic events. Late Pliocene-Quaternary growth of the oblique contractional belt is related to the combined effects of stalling of Adriatic slab retreat underneath the Apennines and subduction retreat of the Ionian slab underneath Calabria. Deformation localization was controlled by an inherited mechanical interface between the thick Apulian (Adriatic) platform crust and the attenuated Ionian Basin crust

    Death, dying and informatics: misrepresenting religion on MedLine

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    BACKGROUND: The globalization of medical science carries for doctors worldwide a correlative duty to deepen their understanding of patients' cultural contexts and religious backgrounds, in order to satisfy each as a unique individual. To become better informed, practitioners may turn to MedLine, but it is unclear whether the information found there is an accurate representation of culture and religion. To test MedLine's representation of this field, we chose the topic of death and dying in the three major monotheistic religions. METHODS: We searched MedLine using PubMed in order to retrieve and thematically analyze full-length scholarly journal papers or case reports dealing with religious traditions and end-of-life care. Our search consisted of a string of words that included the most common denominations of the three religions, the standard heading terms used by the National Reference Center for Bioethics Literature (NRCBL), and the Medical Subject Headings (MeSH) used by the National Library of Medicine. Eligible articles were limited to English-language papers with an abstract. RESULTS: We found that while a bibliographic search in MedLine on this topic produced instant results and some valuable literature, the aggregate reflected a selection bias. American writers were over-represented given the global prevalence of these religious traditions. Denominationally affiliated authors predominated in representing the Christian traditions. The Islamic tradition was under-represented. CONCLUSION: MedLine's capability to identify the most current, reliable and accurate information about purely scientific topics should not be assumed to be the same case when considering the interface of religion, culture and end-of-life care
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