Attori locali e processi di ri-configurazione territoriale: la narrazione orientativa del Club per l'UNESCO di Cassano delle Murge (Bari)

Il progetto pluriennale d’individuazione e valorizzazione del sistema dei beni culturali e ambientali locali ideato dal Club per l’UNESCO di Cassano delle Murge (Bari) punta a trasformare tale località collinare – ubicata a soli 30 km dal capoluogo regionale e interessata fin dagli anni Settanta da un boom turistico delle seconde case disorganico e incontrollato intorno al “polmone verde” della Foresta Mercadante – in un palcoscenico per la promozione di nuovi percorsi di sviluppo sostenibili e condivisi, capaci di contrastare la dequalificazione delle risorse derivante da forme di sfruttamento eterodiretto. Il presente lavoro si sofferma, in particolare, sulla fase relativa alla narrazione orientativa realizzata attraverso la pubblicazione di una selezione delle immagini che compongono l’Archivio fotografico digitale di storia locale nell’istituendo Museo del Territorio dell’Alta Murgia, il quale rappresenta l’elemento cardine del processo di ri-configurazione territoriale avviato da questo attore pivot trasversale

IUCN red list evaluation of the orchidaceae endemic to apulia (Italy) and considerations on the application of the IUCN protocol to rare species

The conservation status of the ten taxonomically currently recognised orchid species and subspecies (eight in the genus Ophrys, and one each in the genera Epipactis and Serapias) endemic to Apulia (southeast Italy) is presented. Each taxon has been assessed against the internationally accepted IUCN criteria and categories. Of the ten taxa, eight ones are classified as threatened (Endangered or Vulnerable), one as Near Threatened and one as Least Concern. Given that nine of the ten analysed taxa were recently assessed, a comparison with the previous assessments is presented: 67% of the assessed taxa changed their IUCN category. Four taxa (Ophrys murgiana, O. oxyrrhynchos subsp. ingrassiae, O. peucetiae, O. tardans) are now assigned to a higher threat category, while two taxa (Ophrys gravinensis and O. oestrifera subsp. montis-gargani) are now assigned to a lower threat category. These category changes in such a very short time are due to the better knowledge on the number of mature individuals and on the threats affecting the species, and to the discovery of new occurring sites. The most important category change affects Ophrys tardans. The new assessment leads to the category Endangered, whereas in the previous assessment this species was indicated as Least Concern, i.e. as not threatened. Another species with a noteworthy category increase is Ophrys peucetiae, previously indicated as Least Concern and now assigned to the category Vulnerable. The authors discuss these results, highlighting that especially when assessing rare species with a small distribution range against the IUCN protocol, it should be taken into account that the assessment could be influenced (also noteworthy) by the effective knowledge on the distribution, on the population size and on the threats affecting the populations. As a consequence, field work is warmly suggested before assessing the threat category of rare taxa, given that an increased effort in field research often leads to the discovery of new sites and to a better estimation of the number of individuals and of the threats

Capillary hemangioma of the scrotum mimicking an epididymal tumor: Case report

We report a case of capillary hemangioma of the scrotum. A 52-year-old male presented with a left scrotum swelling that had arisen suddenly two months before. Scrotal ultrasound revealed a dishomogeneous mass in the left scrotum. The mass demonstrated blood flow in the color Doppler mode. Scrotal mass excision was performed. Pathological evaluation revealed a capillary hemangioma

OCHROMOLOPIS (EPERMENIA) STAINTONELLA STAINTON {LEP. EPERMENIIDAE) NUOVO OSPITE DI BRACONIDI PARASSITI DI · PRAYS

Ochromolopis (Epermenia) staintonella Staint. (Lep. Epermeniidae) on Osyris alba is reported here as new host of Chelonus elaeaphilus Silv. and Bracon laetus Wesm. already known as parasites of Prays. Si dà notizia di un nuovo ospite degli Imenotteri Braconidi Chelonus elaeaphilus Silv. e Bracon laetus Wesm. parassiti di Prays: la Ochromolopis (Epermenia) staintonella Staint., vivente sulla Osyris alba

Note su alcune specie di Fordinae (Homoptera - Aphidoidea - Eriosomatidae)

NOTES ON SOME SPECIES OF Fordinae (Homoptera - Aphidoidea - Eriosomatidae) The author reports detailed morphological descriptions, observations on the life cycle and other data collected of four species of Aphidoidea Eriosomatidae, subf. Fordinae, Forda formicaria von Heyden, F. marginata Koch; Geoica utricularia (Pass.) and Baizongia pistaciae (L.), carried out during the last years. The initial phases of the life cycle of Forda formicaria and F. marginata are elucidated, and the differential characters of the alate viviparous sexuparae of these two species are considered. Alate viviparous virginoparae of F. marginata {which deposit larvae similar to that of the fundatrix) bave been found intermingled to the sexuparae during the spring migration onto Pistacia terebinthus. Morphology of first instar larvae deposited by alate migrans fundatrigeniae of the single species has been described. Wax-gland plates bave been observed on the head, thorax and abdomen of first instar larvae of Geoica utricularia, whereas similar organs bave been not.found in the first larvae of the subsequent generations·of viviparous alienicolae. Wax-gland plates were observed also on the abdomen of some alate viviparous sexuparae of Geoica utricularia, as well as it was known in the alate sexupara fundatrigenia of G. mimeuri Gaum. Data on the surviving capacity of the first instar larvae, deposited by the alate migrans fundatrigenia of Geoica utricularia and Baizongia pistaciae, are reported. Food lack and other adverse environmental conditions do not prevent these two species from reaching the secondary host plant, and therefore they can continue their life cycle.L'Autore . riporta nel presente lavoro descrizioni morfologiche dettagliate, osservazioni e notizie raccolte in questi ultimi anni sulle seguenti quattro specie di Afidi Eriosomatidi della sottofam. Fordinae: Forda formicaria von Heyden, F. marginata Koch, Geoica utricu- laria (Pass.), Baizongia pistaciae (L.). Delle primedue illustra, in particolare, le prime fasi del ciclo biologico e precisa i càratteri differenziali delle alate sessupare, fra le quali, durante la migrazione primaverile sul terebinto egli trova alate virginopare (le neanidi deposte da queste hanno i caratteri della nea.nide della fondatrice) riferibili alla Forda marginata. Delle quattro specie descrive la neanide deposta dall'alata fondatrigenia migrante, riscontrando in quella della Geoica utricularia la presenza diplacche ceripare sul capo e sui segmenti toracici e addominali, placche ceripare che mancano nelle neanidi neonate delle successive generazioni di esuli di questa specie. Osserva anche placche ceripare sul- l'addome di àlcune sessupare di Geoica utricularia, in modo simile a quanto si nota nelle fondatrigenie sessupare di Geoica mimeuri Gaum. Fornisce dati alla notevole capacità  di sopravvivenza delle neanidi della prima 'età deposte dalle alate fondatrigenie di Geoica urticularia e di Baizongia pistaciae in mancanza di nutrimto e in  altre condizioni avverse  di ambiente al fine di assicurare il passaggio della specie sulle pianti  ospitiu secondari e quindi la  continuazione del ciclo. 

Sviluppo rurale e agricoltura sostenibile nelle aree protette. Il caso del Parco Nazionale dell'Alta Murgia

In Italia le aree protette hanno raggiunto un’estensione consistente, pari a circa il 10% del territorio nazionale, e nel corso degli anni sono state sottoposte a tutela anche aree caratterizzate da una significativa presenza di attività antropiche, agricole e non. Si è assistito ad un’evoluzione del ruolo e delle funzioni assegnate alle aree protette: da una visione di rigida “conservazione e protezione dei valori ambientali” che limitava qualsiasi attività antropica ad una concezione cosiddetta di “tutela attiva” delle aree protette (conservazione e sviluppo sostenibile). La dimensione territoriale e la rilevanza del patrimonio naturale sociale e culturale di queste aree stimolano l’interesse ad occuparsi delle modalità secondo cui questi territori possono essere gestiti per il raggiungimento delle finalità di conservazione e tutela ma anche di valorizzazione di quelle attività produttive compatibili. Dal punto di vista economico-agrario suscitano particolare interesse quelle aree protette caratterizzate da un elevato grado di antropizzazione (presenza diffusa sul territorio dei segni delle attività antropiche, passate e presenti, e in particolare dell’attività agricola) e che possono considerarsi “rurali”. Si tratta di territori in cui le attività antropiche, nel corso degli anni, hanno modellato il territorio e le comunità locali che vi abitano rappresentano una componente inalienabile del territorio stesso. In questi ambiti territoriali le problematiche di protezione dell’ambiente e del paesaggio, si intersecano in modo molto stretto con i temi dello sviluppo rurale, della qualità della vita e dello sviluppo socio-economico delle collettività locali (Chiodo E., Solustri A., 2003). Dal punto di vista empirico con questa ricerca si è cercato di definire un approccio teorico e metodologico per l’analisi e la caratterizzazione delle cosiddette aree protette antropizzate, e per valutare la performance, in termini di sostenibilità, dell’agricoltura presente al suo interno. Sul piano empirico la metodologia individuata è stata applicata ad una specifica area protetta antropizzata di recente istituzione: il Parco Nazionale dell’Alta Murgia. L’obiettivo è stato quello di testare la metodologia individuata e di fornire una serie di elementi conoscitivi per il policy-maker, utili per definire degli strumenti di politica capaci di migliorare la sostenibilità del settore agricolo in questa specifica area protetta

Contatti e scambi tra la cultura serra d'alto e i vasi a bocca quadrata: Il caso delle Ollette tipo San Martino

Il lavoro illustra la distribuzione delle cosiddette ollette San Martino in contesti funerari riconducibili alle culture che si sviluppano durante il V millennio a.C. rispettivamente a Sud e a Nord della penisola italiana. I vasi esaminati, globulari a bocca ristretta e realizzati in ceramica figulina, caratterizzano alcuni corredi funerari della fase più recente della cultura peninsulare di Serra d’Alto, talvolta con connotati di prestigio, e sono presenti anche in diverse sepolture femminili della cultura dei Vasi a Bocca Quadrata in area padana e alpina. L’esatta riproduzione formale del tipo peninsulare e la coerenza dell’uso in contesto funerario rivelano una inattesa condivisione di rituali e di valori simbolici tra due mondi geográficamente distanti

The mechanics of the lung parenchyma and airway responsiveness to metacholine.

The lung parenchyma is anatomically and mechanically connected to the intraparenchymal airways. Due to forces of interdependence the lung parenchyma represents a mechanical load that opposes bronchial narrowing during airway smooth muscle activation. The mechanical load caused by the parenchyma is a function of the number of the alveolar attachments to the airways, and of the mechanical properties of the parenchyma. The extracellular matrix is a major component of the lung parenchyma responsible of most of its mechanical properties. The excessive airway narrowing observed in the asthmatic population may be the consequence of the altered mechanical properties of the extracellular matrix reducing the mechanical load that opposes airway smooth muscle contraction

Changes in sputum composition during 15min of sputum induction in healthy subjects and patients with asthma and chronic obstructive pulmonary disease

SummaryIntroductionThe use of sputum induction by inhalation of hypertonic saline to study the cellular and biochemical composition of the airways allows noninvasive sampling of the airways content and identification of markers of airways inflammation.ObjectiveThe present study aimed to identify possible changes in the cellular composition of induced sputum between samples obtained sequentially (three periods of 5min each) during one sputum induction. Moreover, difference between these samples and the mixed one (mixture of samples obtained after 5, 10 and 15min of induction) was investigated.MethodsForty-six subjects (10 healthy volunteers, 12 patients with chronic obstructive pulmonary disease (COPD) and 24 patients with asthma) (mean age 53.0±14.0yr, forced expiratory volume in one second (FEV1) 71.8±19.0% pred) produced sputum after three consecutive 5min periods of hypertonic (4.5%) saline inhalation. Stained cytospins from the three periods separately and from the mixed sample were produced and analyzed.ResultsThe mean percentage of neutrophils, eosinophils, lymphocytes and epithelial cells did not change significantly in samples obtained consecutively after 5, 10 and 15min of the induction procedure. There was no significant difference in the cellular composition of samples obtained after 5, 10 and 15min of induction and the cellular composition of the mixed sample (P=0.06).ConclusionThe separate analysis of induced sputum from three consecutive sampling and the mixed sample did not demonstrate significant changes in their cellular composition. Fifteen minutes induction procedure with the fixed concentration of hypertonic saline and processing of the mixed sample can be recommended for clinical settings and clinical trials

Markers of airway inflammation in pulmonary diseases assessed by induced sputum.

ABSTRACT: During recent years there has been a growing interest in using non-invasive biomarkers to understand and monitor the airway inflammation in subjects with respiratory tract disorders. To date, the best validated and performing non-invasive biomarkers are measures of inflammation in induced sputum in both cellular and fluid phase, which can provide biological insights into the pathogenesis of respiratory diseases such as asthma and chronic obstructive pulmonary disease. The purpose of this review is to examine the principal literature on the different markers of inflammation in pulmonary diseases assessed by induced sputum analysis in either cellular or fluid phase