112 research outputs found
Volcanic deformation and flank instability due to magmatic sources and frictional rheology: the case of Mount Etna
The overall picture of Mount Etna deformation emerging since a couple of decades of geodetic surveys shows effects of magma accumulation, characterized by inflation/deflation cycle, accompanied by a sliding instability of the southeast flank, whose manifestation is an increase in the horizontal deformation away from the volcano summit. This is a very interesting case to test whether advanced models, taking into account topography, internal structure and frictional rheology, may contribute to a better understanding of the complex interplay among mechanical response, magmatic activity and gravitational load occurring in a volcanic system. Using finite element numerical models we make predictions of surface displacements associated with a simple expansion source and with a dike like vertical discontinuity. A new methodology is
developed to initalize the lithostatic stress field according to the material and geometrical complexities of the models considered. Our results show that, while an amplification of the horizontal displacement can be easily obtained up to a maximum distance of 10 km from the source, we have not been able to find any onfiguration to extend further this signal. For the case of Mount Etna this suggests that the large horizontal displacements observed in the east flank along the coast cannot be directly related to magma accumulation below the volcano's summit
IL BLOG INGVTERREMOTI: UN NUOVO STRUMENTO DI COMUNICAZIONE PER MIGLIORARE L’INFORMAZIONE SUI TERREMOTI DURANTE LA SEQUENZA SISMICA NELLA PIANURA PADANA
Durante una sequenza sismica è estremamente importante che la popolazione colpita dai terremoti abbia un’informazione tempestiva e continua sull’attività sismica in corso. Si genera un grande bisogno di informazione e di conoscenza da parte dei cittadini sulle caratteristiche
del fenomeno fisico, sulle sue cause e i suoi effetti, sui risultati degli studi preliminari, su quanto si
può fare per evitare situazioni di rischio, sulle iniziative messe in campo per gestire e superare l’emergenza. Questo bisogno è particolarmente rilevante in occasione di sequenze sismiche di lunga durata e che hanno un certo livello di complessità . Anche in occasione della sequenza simica attivatasi con il terremoto del 20 maggio 2012 (ore 02:03 UTC, ML 5.9) nella Pianura Padana,
l’esigenza di avere informazioni si è resa evidente. Ne è testimonianza l’enorme numero di visitatori e contatti ricevuti all’Home Page dell’INGV (http://www.ingv.it) con circa 610.000 visitatori il 20 maggio e circa 930.000 il 29 maggio, ma anche le centinaia di telefonate ed e-mail arrivati all’Istituto. Altra testimonianza la mole di tweet (interazione degli utenti con il canale
INGVterremoti su Twitter) relativi al terremoto che circolavano giĂ dagli istanti successivi alla
scossa del 20 maggio e successivamente per tutta la sequenza.
Anche durante la sequenza del 2009 a L’Aquila si era verificata una situazione simile. Infatti,
nei giorni successivi all’evento del 6 aprile 2009, grazie anche alla presenza del Centro Operativo
Emergenza Sismica a L’Aquila (Moretti et al., 2011), abbiamo capito che la richiesta, da parte delle
autoritĂ pubbliche e locali e dei cittadini, di informazioni complete e autorevoli, era piĂą elevata di
quanto si pensasse. In particolare, nelle situazioni di emergenza del 2009 e ancor piĂą del 2012, oltre
alle informazioni classiche sui siti web, molte persone hanno cercato informazioni e aggiornamenti
sui siti dei social media grazie anche alla diffusione di nuovi dispositivi tecnologici quali cellulari,
smartphone, tablet e notebook ultra-portatili.
Per rispondere a tale esigenza, pochi giorni dopo i primi eventi di maggio 2012 in Emilia
Romagna (20 maggio 2012 ore 02:03 UTC, ML 5.9, 29 maggio 2012 ore 07:00, ML 5.8; ore 10:55
ML 5.3; 11:00 ML 5.2) si è deciso di realizzare e aprire un nuovo canale informativo chiamato
INGVterremoti, un blog, (http://ingvterremoti.wordpress.com), attraverso il quale sono stati
pubblicati tantissimi aggiornamenti e approfondimenti scientifici sulla sequenza sismica in corso,
contemporaneamente alle informazioni fornite in tempo quasi reale attraverso i siti web istituzionali
dell’INGV.
Scopo principale del blog è stato quello di raccogliere in unico ambiente web tutta
l’informazione prodotta dai vari canali e siti web dell’INGV, sia orientati al pubblico che agli addetti
ai lavori. Il blog ha quindi aggregato il piĂą possibile i vari aggiornamenti dai siti istituzionali come
l’Home Page INGV (www.ingv.it), la pagina del Centro Nazionale Terremoti (http://cnt.rm.ingv.it)
e il database Iside (http://iside.rm.ingv.it) che forniscono informazioni sui terremoti recenti e notizie
piĂą specifiche e dettagliate sui terremoti storici (http://cpti11.mi.ingv.it) e sulla pericolositĂ sismica
(http://zonesismiche.mi.ingv.it). Inoltre il blog ha affiancato ai siti tradizionali anche l’informazione
proveniente dai canali sviluppati sul WEB 2.0 che negli ultimi due anni sono stati realizzati
dall’INGV con la denominazione comune di INGVterremoti. Tra il 2009 e il 2011, l’INGV infatti
ha iniziato a testare diversi social media, come YouTube, Twitter, Facebook e sviluppato
un’applicazione per iPhone, per rilasciare informazioni sui terremoti in tempo quasi reale ed
inserendo approfondimenti sulla pericolositĂ sismica e in generale sui terremoti. I social media
hanno dimostrato di essere molto importanti per le informazioni in caso di crisi (Bruns et al, 2012;
Earle et al., 2011), infatti per tutti questi nuovi canali di comunicazione, abbiamo osservato aumenti
significativi del numero di visualizzazioni e di download in corrispondenza di eventi sismici
risentiti dalla popolazione (Amato et al., 2012; Nostro et al., 2012). Sia i siti che i canali raggiungono centinaia di migliaia o milioni di contatti nel caso di forti terremoti: le persone possono trovare molte notizie specifiche sui singoli terremoti, sulla storia
sismica, ma durante questa emergenza è apparso evidente come non fosse ancora disponibile un
canale di informazione dove la gente potesse trovare aggiornamenti in tempi rapidi e spiegazioni
sulle attività in corso, con un linguaggio semplice ed efficace. Fornire notizie tempestive è
particolarmente importante nel caso di sequenze sismiche che durano diverse settimane e sono
caratterizzati da diverse scosse con magnitudo maggiore di 5.0, come nel caso dei terremoti della
Pianura Padana. Contemporaneamente alla gestione dell’emergenza, abbiamo lavorato per fornire
un’informazione scientificamente valida, costantemente aggiornata relativa a tutta l’area interessata
dalla sequenza, anche al fine di contrastare la cattiva informazione e combattere le voci, le dicerie,
i rumors
The INGVterremoti blog: a new communication tool to improve earthquake information during the Po Plain seismic sequence
The INGV sites that deliver information in quasi-realtime are well known. People often connect to the INGV home page (www.ingv.it), to the Centro Nazionale Terremoti (National Earthquake Centre) page (http://cnt.rm.ingv.it) and to the Italian Seismic Instrumental and Parametric
(ISIDe) database (http://iside.rm.ingv.it) to obtain information about recent earthquakes. Moreover, people look for more specific and detailed information on the historical
earthquake catalog (http://cpti11.mi.ingv.it), the seismic hazard web pages (http://zonesismiche.mi.ingv.it), the INGVterremoti YouTube channel (http://youtube.com/
ingvterremoti), the web-based macroseismic survey (http:// www.haisentitoilterremoto.it/) and others. For all of these sites, some of which are reached by hundreds of thousands,
or even millions people in cases of strong earthquakes, people can find a lot of specific information on individual earthquakes, on the seismic history, and so on. However, a place
where people could find updates and explanations on the ongoing activity was not available. When the Po Plain seismic sequence started on May 20, 2012, through the enormous
number of hits on the website of the INGV, to the many phone calls, emails and tweets, we soon realized that the request for information was huge. There were 0.61 and 0.93 million visits and 12 million and 26 million accesses on May 20 and 29, 2012, respectively. This was not a surprise, of
course, because also during the L'Aquila 2009 sequence there was a similar situation. Indeed, in the months after the April 6, 2009, event, also through the installation of the Centro
Operativo Emergenza Sismica (Seismic Emergency Operational Centre) in L'Aquila [Moretti et al. 2011], we understood that the request from the public and local authorities for complete and authoritative information was higher than had been previously thought. In particular, in the 2009 emergency, and even more so in the 2012 emergency, as well as classical information on web sites, many people looked for information and updates on social network sites. For this reason, between 2009 and 2011, the INGV started to test different social media, such as YouTube, Twitter, Facebook, and developed an application for the iPhone, to release earthquake information. Social media have proven to be very important for information sharing during crises [Earle et al.
2011, Bruns et al. 2012].
For all of these media, we observed relevant increases in the number of views and downloads corresponding to the important seismic events, when the attention was high [Amato et al. 2012, Nostro et al. 2012]. For this reason, in the days after the May 20, 2012, mainshock, we decided to open a new blog to provide quick updates and in-depth scientific information, such as articles on the ongoing seismic activity.
Providing timely information is particularly important when seismic sequences last for several weeks and are characterized by several M >5 events, as was the case of the Po Plain
earthquakes.
At the same time, we worked to provide fast, but scientifically sound, information, which was constantly updated and distributed throughout the territory, also to counter the bad information, and to fight rumors
Comportamento de genótipos de trigo de sequeiro nos ensaios para determinação VCU, em Coromandel-MG, no ano de 2007.
bitstream/CNPT-2010/40329/1/p-bp56.pd
Object-action dissociation : a voxel-based lesion-symptom mapping study on 102 patients after glioma removal
Data concerning the neural basis of noun and verb processing are inconsistent. Some authors assume that action-verb processing is based on frontal areas while nouns processing relies on temporal regions; others argue that the circuits processing verbs and nouns are closely interconnected in a predominantly left-lateralized fronto-temporal-parietal network; yet, other researchers consider that the primary motor cortex plays a crucial role in processing action verbs. In the present study, one hundred and two patients with a tumour either in the right or left hemisphere were submitted to picture naming of objects and actions before and after surgery. To test the effect of specific brain regions in object and action naming, patients' lesions were mapped and voxel-lesion-symptom mapping (VLSM) was computed. Behavioural results showed that left-brain damaged patients were significantly more impaired than right brain-damaged patients. The VLSM showed that these two grammatical classes are segregated in the left hemisphere. In particular, scores in naming of objects correlated with damage to the anterior temporal region, while scores in naming of actions correlated with lesions in the parietal areas and in the posterior temporal cortex. In addition, VLSM analyses carried out on non-linguistic tasks were not significant, confirming that the regions associated with deficits in object and action naming were not generally engaged in all cognitive tasks. Finally, the involvement of subcortical pathways was investigated and the inferior longitudinal fasciculus proved to play a role in object naming, while no specific bundle was identified for actions
11 maggio 2011: il terremoto previsto e l’Open Day all’INGV
Fin dal 2010, un terremoto devastante era stato previsto per l’11 maggio 2011 a Roma. La previsione era stata erroneamente attribuita a Raffaele Bendandi, uno studioso autodidatta di scienze naturali, originario di Faenza e vissuto fra il 1893 e il 1979. Nei mesi precedenti, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) aveva
ricevuto un notevole numero di richieste d’informazioni non solo da parte dei residenti a Roma, ma anche da parte di
turisti e pendolari. Con l’approssimarsi del mese di maggio, cresceva l’attenzione della popolazione e dei media. L’INGV
ha quindi deciso di organizzare un Open Day presso la propria sede di Roma per consentire al pubblico di approfondire
la conoscenza del terremoto come fenomeno naturale e di avere informazioni sulla sismicitĂ e pericolositĂ sismica
italiana. L’Open Day è stato preceduto da una conferenza stampa, con lo scopo di presentare l’iniziativa e di avviare una
discussione scientifica con i giornalisti sulla previsione dei terremoti e sul rischio sismico in Italia.
PiĂą di 30 giornalisti di quotidiani nazionali e locali, tv, agenzie di stampa e testate web hanno partecipato alla
conferenza stampa e centinaia di articoli sono apparsi nei giorni successivi, pubblicizzando l’Open Day dell’11
maggio. L’INGV ha aperto la propria sede al pubblico per tutto il giorno e ha organizzato incontri con i ricercatori,
visite guidate della Sala di Monitoraggio Sismico e delle mostre interattive sui terremoti e sul campo magnetico
terrestre, conferenze su temi di carattere generale, quale l’impatto sociale della diffusione di voci incontrollate e la
riduzione del rischio sismico.
Durante la giornata sono stati inoltre inseriti sul canale YouTube/INGVterremoti 13 nuovi video per spiegare
come e perché avviene un terremoto e per fornire aggiornamenti periodici sulla sismicità in Italia dalla Sala di
Monitoraggio Sismico.
L’11 maggio, dalle 10 del mattino alle 9 di sera, la sede INGV è stata pacificamente invasa da oltre 3000 visitatori:
famiglie, scolaresche con e senza insegnanti, gruppi di protezione civile e molti giornalisti.
L’iniziativa, costruita in poche settimane, ha avuto notevole risonanza ed è stata un’importante occasione per fare
informazione capillare sul rischio sismico
Seismic slip on an upper-plate normal fault during a large subduction megathrust rupture
Quantification of stress accumulation and release during subduction zone seismic cycles requires an understanding of the distribution of fault slip during earthquakes. Reconstructions of slip are typically constrained to a single, known fault plane. Yet, slip has been shown to occur on multiple faults within the subducting plate1 owing to stress triggering2, resulting in phenomena such as earthquake doublets3. However, rapid stress triggering from the plate interface to faults in the overriding plate has not been documented. Here we analyse seismic data from the magnitude 7.1 Araucania earthquake that occurred in the Chilean subduction zone in 2011. We find that the earthquake, which was reported as a single event in global moment tensor solutions4, 5, was instead composed of two ruptures on two separate faults. Within 12?s a thrust earthquake on the plate interface triggered a second large rupture on a normal fault 30?km away in the overriding plate. This configuration of partitioned rupture is consistent with normal-faulting mechanisms in the ensuing aftershock sequence. We conclude that plate interface rupture can trigger almost instantaneous slip in the overriding plate of a subduction zone. This shallow upper-plate rupture may be masked from teleseismic data, posing a challenge for real-time tsunami warning systems
11 maggio 2011: il terremoto previsto e l’Open Day all’INGV
Fin dal 2010, un terremoto devastante era stato previsto per l’11 maggio 2011 a Roma. La previsione era stata erroneamente attribuita a Raffaele Bendandi, uno studioso autodidatta di scienze naturali, originario di Faenza e vissuto fra il 1893 e il 1979. Nei mesi precedenti, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) aveva
ricevuto un notevole numero di richieste d’informazioni non solo da parte dei residenti a Roma, ma anche da parte di
turisti e pendolari. Con l’approssimarsi del mese di maggio, cresceva l’attenzione della popolazione e dei media. L’INGV
ha quindi deciso di organizzare un Open Day presso la propria sede di Roma per consentire al pubblico di approfondire
la conoscenza del terremoto come fenomeno naturale e di avere informazioni sulla sismicitĂ e pericolositĂ sismica
italiana. L’Open Day è stato preceduto da una conferenza stampa, con lo scopo di presentare l’iniziativa e di avviare una
discussione scientifica con i giornalisti sulla previsione dei terremoti e sul rischio sismico in Italia.
PiĂą di 30 giornalisti di quotidiani nazionali e locali, tv, agenzie di stampa e testate web hanno partecipato alla
conferenza stampa e centinaia di articoli sono apparsi nei giorni successivi, pubblicizzando l’Open Day dell’11
maggio. L’INGV ha aperto la propria sede al pubblico per tutto il giorno e ha organizzato incontri con i ricercatori,
visite guidate della Sala di Monitoraggio Sismico e delle mostre interattive sui terremoti e sul campo magnetico
terrestre, conferenze su temi di carattere generale, quale l’impatto sociale della diffusione di voci incontrollate e la
riduzione del rischio sismico.
Durante la giornata sono stati inoltre inseriti sul canale YouTube/INGVterremoti 13 nuovi video per spiegare
come e perché avviene un terremoto e per fornire aggiornamenti periodici sulla sismicità in Italia dalla Sala di
Monitoraggio Sismico.
L’11 maggio, dalle 10 del mattino alle 9 di sera, la sede INGV è stata pacificamente invasa da oltre 3000 visitatori:
famiglie, scolaresche con e senza insegnanti, gruppi di protezione civile e molti giornalisti.
L’iniziativa, costruita in poche settimane, ha avuto notevole risonanza ed è stata un’importante occasione per fare
informazione capillare sul rischio sismico.Published1-375.9. Formazione e informazioneN/A or not JCRope
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Role of B lymphocytes in the infarcted mass in patients with acute myocardial infarction
Despite early reperfusion, patients with ST segment elevation myocardial infarction (STEMI) may present large myocardial necrosis and significant impairment of ventricular function. The present study aimed to evaluate the role of subtypes of B lymphocytes and related cytokines in the infarcted mass and left ventricular ejection fraction obtained by cardiac magnetic resonance imaging performed after 30 days of STEMI. This prospective study included 120 subjects with STEMI submitted to pharmacoinvasive strategy. Blood samples were collected in subjects in the first (D1) and 30th (D30) days post STEMI. The amount of CD11b+ B1 lymphocytes (cells/ml) at D1 were related to the infarcted mass (rho = 0.43; P=0.033), measured by cardiac MRI at D30. These B1 cells were associated with CD4+ T lymphocytes at D1 and D30, while B2 classic lymphocytes at day 30 were related to left ventricular ejection fraction (LVEF). Higher titers of circulating IL-4 and IL-10 were observed at D30 versus D1 (P=0.013 and P<0.001, respectively). Titers of IL-6 at D1 were associated with infarcted mass (rho = 0.41, P<0.001) and inversely related to LVEF (rho = -0.38, P<0.001). After multiple linear regression analysis, high-sensitivity troponin T and IL-6 collected at day 1 were independent predictors of infarcted mass and, at day 30, only HDL-C. Regarding LVEF, high-sensitivity troponin T and high-sensitivity C-reactive protein were independent predictors at day 1, and B2 classic lymphocytes, at day 30. In subjects with STEMI, despite early reperfusion, the amount of infarcted mass and ventricular performance were related to inflammatory responses triggered by circulating B lymphocytes
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