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    γδ T Cells Are Reduced and Rendered Unresponsive by Hyperglycemia and Chronic TNFα in Mouse Models of Obesity and Metabolic Disease

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    Epithelial cells provide an initial line of defense against damage and pathogens in barrier tissues such as the skin; however this balance is disrupted in obesity and metabolic disease. Skin γδ T cells recognize epithelial damage, and release cytokines and growth factors that facilitate wound repair. We report here that hyperglycemia results in impaired skin γδ T cell proliferation due to altered STAT5 signaling, ultimately resulting in half the number of γδ T cells populating the epidermis. Skin γδ T cells that overcome this hyperglycemic state are unresponsive to epithelial cell damage due to chronic inflammatory mediators, including TNFα. Cytokine and growth factor production at the site of tissue damage was partially restored by administering neutralizing TNFα antibodies in vivo. Thus, metabolic disease negatively impacts homeostasis and functionality of skin γδ T cells, rendering host defense mechanisms vulnerable to injury and infection

    Osteogenesi imperfetta nell\u2019interpretazione del \u201cnon accidental injury\u201d : due casi a confronto

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    L\u2019osteogenesi imperfetta ha da sempre posto seri problemi di diagnosi differenziale con eventuali fratture di natura non accidentale, in quanto i soggetti affetti da tale condizione patologica tendono a sviluppare fratture multiple ed in epoche diverse, paragonabili ai casi di child physical abuse. Sebbene alcune forme di osteogenesi imperfetta siano riconoscibili anche clinicamente grazie ai diversi segni secondari associati, quali le sclere blu e la lassit\ue0 legamentosa, alcune forme, spesso di gravit\ue0 inferiore, mancano di tale obiettivit\ue0, e spesso si manifestano con una aspecifica fragilit\ue0 ossea. Risulta evidente in questi casi la difficolt\ue0 nel porre una diagnosi definitiva, che pu\uf2 essere eseguita efficacemente con l\u2019analisi del profilo di sintesi del collagene da colture di fibroblasti e i test genetici. L\u2019esistenza di forme di osteogenesi imperfetta caratterizzate unicamente dalla fragilit\ue0 ossea ha spinto alcuni autori a ipotizzare l\u2019esistenza di forme nosologiche transienti ad eziopatogenesi sconosciuta, come la TBBF (Temporary Brittle Bone Disease); il rischio dell\u2019utilizzo di forme nosologiche non ancora definite ed indimostrabili sul piano obiettivo \ue8 evidente, considerando l\u2019impatto di tale argomentazione in ambito giudiziario. Il presente studio ha l\u2019obiettivo di sottolineare le difficolt\ue0 legate alla diagnosi di lesione non accidentale nel contesto di un sospetto di osteogenesi imperfetta; nel primo, l\u2019evidenza di fratture multiple in epoche diverse ha fatto insorgere il sospetto dell\u2019origine non accidentale delle lesioni: la presenza dello stesso pattern fratturativo nella sorella gemella omozigote e l\u2019esecuzione dei test genetici ha consentito di evidenziare la diagnosi corretta di osteogenesi imperfetta. Nel secondo, l\u2019osservazione di multiple fratture ossee nel contesto di un ambiente familiare considerato non sospetto per child abuse ha posto in evidenza una possibile diagnosi di osteogenesi imperfetta, in assenza di qualsiasi altro segno secondario; l\u2019esito negativo delle indagini genetiche e colturali ha consentito di sostenere come ipotesi diagnostica l\u2019origine non accidentale. Dall\u2019analisi dei casi clinici esposti risulta pertanto di notevole importanza un approccio il pi\uf9 possibile aperto ad ogni ipotesi diagnostica in tali situazioni, oltre che il ruolo decisivo delle indagini genetiche e colturali per la diagnosi delle forme prive dei segni secondari, e pertanto non obiettivabili clinicamente

    Crystal structure of a γδ T-cell receptor specific for the human MHC class I homolog MICA

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    γδ T cells play important roles in bridging innate and adaptive immunity, but their recognition mechanisms remain poorly understood. Human γδ T cells of the Vδ1 subset predominate in intestinal epithelia and respond to MICA and MICB (MHC class I chain-related, A and B; MIC) self-antigens, mediating responses to tumorigenesis or viral infection. The crystal structure of an MIC-reactive Vδ1 γδ T-cell receptor (TCR) showed expected overall structural homology to antibodies, αβ, and other γδ TCRs, but complementary determining region conformations and conservation of Vδ1 use revealed an uncharacteristically flat potential binding surface. MIC, likewise, serves as a ligand for the activating immunoreceptor natural killer group 2, D (NKG2D), also expressed on γδ T cells. Although MIC recognition drives both the TCR-dependent stimulatory and NKG2D-dependent costimulatory signals necessary for activation, interaction analyses showed that MIC binding by the two receptors was mutually exclusive. Analysis of relative binding kinetics suggested sequential recognition, defining constraints for the temporal organization of γδ T-cell/target cell interfaces
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