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    Archivi digitali d\u2019autore: ipotesi di lavoro

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    Il panel mira ad attraversare su pi\uf9 livelli il tema della conservazione del digitale nativo nell\u2019ambito degli archivi di persona, con particolare riguardo alla conservazione e gestione dei materiali di autori contemporanei. L\u2019intento \ue8 quello di avviare una riflessione condivisa con la comunit\ue0 scientifica su metodologie e strumenti da adottare in questo campo di indagine non del tutto esplorato e ancora carico di criticit\ue0 teoriche e operative. Se \ue8 chiaro ormai che la conservazione degli archivi nativi digitali \ue8 una sfida sempre pi\uf9 importante nei pi\uf9 diversi settori della nostra societ\ue0 (l\u2019ambito della pubblica amministrazione e quello forense sono tra gli esempi pi\uf9 noti), \ue8 altrettanto vero che per gli archivi di persona, nel contesto specifico della produzione letteraria, i casi di studio a nostra disposizione sono ancora sporadici e non sufficienti per individuare del tutto delle buone pratiche. Pare dunque necessario un confronto all\u2019interno della comunit\ue0 scientifica delle DH, non tanto per condividere risultati quanto per illustrare le problematiche maggiori e individuare delle ipotesi di lavoro. Il panel vuole aprirsi al dibattito con un approccio multidisciplinare, cercando di affrontare le questioni archivistiche pi\uf9 importanti relative all\u2019acquisizione e conservazione dei fondi, alla loro archiviazione, gestione e fruizione. Verr\ue0 dato particolare rilievo alla scelta di formati e standard, alla qualit\ue0 dei dati e dei servizi, ai numerosi aspetti critici sotto il profilo giuridico, alla gestione del versioning e agli strumenti per la ricerca e la didattica. Nel corso della sessione saranno esaminate due esperienze italiane: il lavoro sull\u2019archivio ibrido di Massimo Vannucci e il progetto PAD \u2013 Pavia Archivi Digitali, che ha avviato nel 2010 un percorso di sperimentazione su archivi di scrittori contemporanei, perfezionando negli anni alcune strategie per le fasi di preparazione dei conferimenti e acquisizione dei materiali

    Sea and the City: le sfide per la smart city di oggi

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    Introduce Giuseppe Borruso, docente di Geografia delle reti Università di Trieste Intervengono Lorenzo Bandelli, direttore Area Innovazione, turismo e sviluppo economico, Comune di Trieste Ernesto Belisario, avvocato Studio legale E-Lex, Open Government Partnership- OGP Team, Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio del Ministri Zeno D'Agostino, presidente Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale – Porto di Trieste Beniamino Murgante, docente di pianificazione urbana e regionale Università della Basilicata Serene Tonel, assessore alla comunicazione e Servizi informativi e telematici Comune di Trieste Ginevra Balletto, ricercatrice in Ingegneria industriale e dell'informazione Università di Cagliari A cura di Università di Trieste Le città affacciate sul mare sono accomunate da una particolare ‘intelligenza’ e da un rapporto spesso non facile tra la componente urbana e quella marina. Se una città può essere resa smart, allora anche il mare è incluso in ognuna delle ormai classiche dimensioni delle Smart Cities, ovvero l’economia, la mobilità, l’ambiente, le persone, la qualità della vita, la governance. Come possono le nostre città diventare più intelligenti, venendo incontro alle esigenze del cittadino? Puntando sulla tecnologia, ma anche sul patrimonio di relazioni umane e sociali che le città storicamente hanno, coinvolgendo quanti più cittadini possibile nel processo di miglioramento della qualità della vita. L’incontro offre l’occasione per riflettere come il digitale, ma anche l’analogico, possono rendere smart le nostre città, ponendo al centro il cittadino. Da sempre le città sono sorte e si sono sviluppate in ragione della posizione geografica e del ruolo che assumevano all’interno di un sistema organizzato. In questo senso, il porto da sempre rappresenta il punto di forza reale per l’economia della città, ed è anche il potenziale principale di sviluppo anche in occasione della riqualificazione di zone dismesse marittime, tenuto conto della collocazione geografica e dell’assetto dei mercati internazionali. Sono proprio gli assetti dei mercati internazionali sia dettati dalla domanda e dall’offerta che spingono ad intessere organizzazioni infrastrutturali altamente performanti in termini di movimentazione di merci (centri intermodali, ferrovie, tangenziali, sopraelevate) che conferiscono alla città un layout tra sistemi locali urbani e globali, fondati sulla efficienza e velocità del nomadismo di merci e lavoratori. La mobilità in senso lato è un valore urbano e territoriale talmente forte tanto da determinare rapporti, ma di forza tra l’istituzione in campo al porto e l’amministrazione comunale di riferimento. Il rinnovo del rapporto con il mare passa sì dalle rive, ma predisponendo un nuovo assetto infrastrutturale della città storica che nel caso di Trieste va da quella medioevale a quella dei borghi di fondazione ottocentesca. Allentare i rapporti di forza, soprattutto nelle ampie zone dismesse rappresenta una opportunità, come l’importante riconoscimento di capitale europea della scienza 2020; ma anche per una vision a lungo periodo, riferita ad un rapporto basato sull’importante condizione che Trieste ‘è da sempre punto di contatto e di interscambio tra mondi e popoli diversi’. Una caratteristica, che sebbene a tratti conflittuale, la rende predisposta per il tramite della scienza, perfettamente all'altezza dell’investitura ottenuta. Infatti, l’importante è come fabbricare occasioni e non l’occasione in sé, che senz’altro rappresenterà una favorevole condizione, ma sulla quale imbastire anche un rinnovato rapporto città – porto. Mettere insieme cultura, scienza, città e porto richiede un ampio sforzo di convivenze anche tra le componenti ‘hard' della città consolidata e quelle ‘soft’ proprie della smart city. Aumentando gli ingredienti in gioco, tipici della più recente complessità urbana è richiesta una nuova miscela della mobilità, ed in particolare più lenta e più interconnessa nelle porzioni urbane che possono costituire il luogo del rinnovato rapporto tra mare e città, come Porto Vecchio. Il focus dell’incontro è legato al rapporto tra città e mare, per tentare di comprendere come la convivenza e lo sviluppo di questi due elementi possano essere affrontati con un approccio integrato, per il benessere delle comunità. In questo senso la tavola rotonda intende innestarsi nel lungo dialogo di Trieste e la sua riva, con l’obiettivo di innescare stimoli tra approcci globali e locali. Giuseppe Borruso Geografo economico, interessato a di Geographic Information e di Smart Cities. Attratto dalle tecnologie ICT e dall’innovazione, ma sempre con l’uomo al centro. Professore di Economic Geogrphy, GIS e Geografia delle Reti all’Università degli Studi di Trieste. Serena Tonel Classe 1980, triestina, laureata in Giurisprudenza con un'esperienza di studio in Germania e tesi in diritto amministrativo, è attualmente assessore del Comune di Trieste con deleghe a Comunicazione, Sistemi informativi e telematici, Teatri, Pari opportunità, Semplificazione amministrativa. Ernesto Belisario Avvocato amministrativista. Esperto di diritto delle tecnologie. Già componente del tavolopermanente per l’innovazione e l’agenda digitale italiana presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri è membro della Commissione degli utenti dell’informazione statistica dell’ISTAT e del Team per l'Open Government costituito presso il Dipartimento della funzione pubblica. Lorenzo Bandelli Dirigente del Comune di Trieste, Responsabile Servizi Informativi (CIO), Innovazione, Attività economiche. Beniamino Murgante Professore di Pianificazione Urbana e Regionale all’Università degli Studi della Basilicata. Le sue ricerche riguardano l’uso delle tecnologie a supporto delle decisioni spaziali. Esperto di città e di Smart Cities

    Archivi digitali d’autore: ipotesi di lavoro

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    L’intervento si propone di affrontare il tema del Personal Digital Archiving con particolare riferimento agli archivi di letterati, fornendo da una parte un quadro aggiornato sugli sviluppi più recenti del dibattito in corso e dall’altro descrivendo l’intervento d’inventariazione e riordinamento dell’archivio “ibrido” – contenente cioè documenti sia cartacei che digitali – di Massimo Vannucci (1957-2012), politico e imprenditore. Si tratta probabilmente del primo caso in Italia di intervento su un archivio digitale di persona: la documentazione risale prevalentemente al periodo compreso fra il 2005 e il 2012, quindi all'epoca dell’attività politica di Vannucci, ed è proprio la natura ibrida dei materiali a determinare l’originalità dell'intervento: e-mail archiviate sia nel client di posta che sulla webmail; documenti rinvenuti nel computer e nello smartphone; post sui social media, si aggiungono alla documentazione cartacea, costituendo a tutti gli effetti un archivio “ibrido” di persona. Oltre a illustrare il lavoro svolto, l’intervento si pone l’obiettivo di aprire una riflessione sulle criticità connesse con la formazione degli archivi di persona in ambiente digitale: tematiche di importanza fondamentale se si pensa che gli archivi – non soltanto di persona – diventeranno totalmente digitali nel giro di poco tempo, dato che i trend evolutivi degli ultimi anni hanno registrato una fortissima accelerazione in tale direzione. È urgente, quindi, aprirsi al confronto su queste tematiche e individuare soluzioni che permettano di conservare per il futuro gli archivi digitali che si stanno oggi formando

    LA INCLUSIÓN EDUCATIVA EN LA PERSPECTIVA INTERDISCIPLINARIA

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    SE DAN APORTACIONES QUE AYUDAN A COMPRENDER QUE ACCCIONES Y CAMBIOS TOMAR PARA MEJORAR LA EDUCACIÓN.EL LIBR PRESENTA DIVERSOS TRABAJOS QUE ABORDAN LA PROBLEMÁTICA DE LA EDUCACIÓN DESDE LA PERSPECTIVA INTERDISCIPLINARIA.NINGUN
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