3,901 research outputs found

    Osso e infiammazione

    Get PDF
    Negli ultimi due decenni molti studiosi hanno messo in evidenza le complesse interazioni tra tessuto osseo e sistema immunitario, le quali hanno portato allo sviluppo di una branca di ricerca classificata come Osteoimmunologia. La ricerca in questo campo ha un grande potenziale, quello di poter fornire una migliore comprensione della patogenesi di numerose malattie che colpiscono entrambi i sistemi, osseo e immunitario, chiarendo così le basi molecolari per sviluppare nuove strategie terapeutiche

    La videocapsula e l'endoscopia digestiva nelle malattie infiammatorie croniche intestinali : il ruolo attuale nel versante diagnostico e terapeutico

    Get PDF
    Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali conosciute con l’acronimo MICI (Malattie Infiamamtorie Croniche Intestinali) o IBD dall’inglese (Inflammatory Bowel Disease) sono un gruppo di patologie caratterizzate da una infiammazione del tratto gastrointestinale ad eziologia ancora non del tutto nota. L’endoscopia digestiva riveste a tutt’oggi un fondamentale ruolo nella diagnosi delle MICI e nella diagnosi differenziale delle patologie appartenenti al gruppo MICI. Sia nel MC che nella CI è fondamentale lo studio del tenue sia per una completa stadiazione della malattia sia per una corretta diagnosi in quanto talvolta può essere l’unica sede di localizzazione della malattia che può essere effettuato con l’ileoscopia con video capsula. Lo studio prende in considerazione 158 pazienti diagnosticati affetti da MICI nel periodo 2002-2008, di cui 16 con stenosi infiammatoria o cronica. In accordo con i dati della letteratura internazionale anche in questo studio l’endoscopia e la video capsula si sono dimostrati strumenti indispensabili nella diagnosi, stadiazione e nella valutazione alla risposta alla terapia medica fondamentali. L’endoscopia inoltre riveste un ruolo importante anche dal punto di vista terapeutico con le dilatazioni eprendoscopiche. Data la complessità delle MICI è indispensabile avere centri altamente specializzati con approccio multidisciplinare

    Livelli sierici di fattori pro-angiogenici e angiostatici nella sclerosi sistemica

    Get PDF
    La sclerodermia o sclerosi sistemica progressiva (SSc) è una malattia cronica e progressiva del tessuto connettivo, ad eziologia multifattoriale e patogenesi autoimmune, caratterizzata da alterazioni del sistema immunitario, disfunzione endoteliale e progressivo accumulo di tessuto fibroso a carico della cute e degli organi interni. Alterazioni funzionali e strutturali dei vasi con conseguente rimodellamento della parete endoteliale sono dimostrati già nelle fasi iniziali della SSc. Tali alterazioni sembrano essere responsabili dei cambiamenti del microcircolo con successiva perdita dei capillari e comparsa di aree avascolari. Studi sui fattori pro-angiogenici ed angiostatici in corso di SSc hanno spesso riportato risultati discordanti, in particolare quelli relativi ai dosaggi sierici di VEGF, FGF-2 ed endostatina. Lo scopo dello studio e’ quello di valutare in un ampio gruppo di pazienti con SSc i livelli circolanti di fattori pro-angiogenici (VEGF, FGF-2) ed angiostatici (Endostatina, TSP-1), di marcatori circolanti di disregolazione endoteliale (sICAM-1) ed il loro potenziale ruolo nella malattia. Abbiamo studiato 41 pazienti con SSc, caratterizzati dal punto di vista clinico, sierologico e strumentale. Nel siero di tali pazienti abbiamo dosato, mediante metodica immunoenzimatica, VEGF, FGF-2, endostatina, TSP-1 ed sICAM-1 e ne abbiamo confrontato i livelli con quelli dosati in 31 soggetti sani. Nel nostro studio i pazienti con SSc presentavano livelli dei fattori pro-angiogenici VEGF ed FGF-2 sovrapponibili a quelli dei controlli. Tra i fattori angiostatici abbiamo riscontrato nel siero dei pazienti con SSc livelli significativamente aumenti di endostatina ma non di TSP-1. I pazienti con SSc presentano livelli significativamente aumentati di sICAM-1 rispetto a quelli dei soggetti di controllo. All’ interno del gruppo dei pazienti con SSc non abbiamo riscontrato differenze significative di sICAM-1, ne’ di endostatina tra la forma diffusa e limitata. Nel nostro studio i livelli sierici di sICAM-1 correlano positivamente con i valori della VES e della PCR e i livelli di endostatina con la riduzione del complemento (C4). Dei 41 pazienti studiati 24 sono stati inoltre sottoposti ad indagine ultrasonografica transtoracica per quantificare la severità della fibrosi polmonare attraverso l’identificazione di comete ultrasoniche polmonari. Nel nostro studio il numero di comete correla positivamente con i valori di DLCO ed e’ significativamente ridotto nel gruppo ACA positivo rispetto al gruppo ACA negativo. In conclusione, nei pazienti con SSc abbiamo riscontrato un’ alterazione del fattore angiostatico endostatina e una disregolazione endoteliale. Inoltre da indagini strumentali non invasive quale l’ecografia transtoracica e’ stato possibile identificare una correlazione tra le comete ultrasonografiche e parametri di interstiziopatia polmonare (DLCO)

    Lessico medico e traduzione. Considerazioni contrastive per il tedesco e l’italiano

    Get PDF
    In the German medical language, but not so much in the Italian one, there are basically two different types of terms: neoclassical terms, compounds made up of Latin or Ancient Greek elements, also named internationalisms, and native terms, mainly morphological calques that preserve the structure of the neoclassical compound but use German elements and are therefore semantically transparent to the general public. This difference between the German and Italian medical language creates some difficulties to the translator, both from German to Italian and from Italian to German, primarily at the lower level of specialized discourse, i.e. in expert-lay communication. This paper will suggest some translation strategies and will illustrate the case of a text genre specific to medical language, the package leaflet

    Interleuchina-32 ed immunità innata: studio di modelli di flogosi in vitro in cellule epiteliali alveolari e monociti-macrofagi

    Get PDF
    Background IL32 is a recently described proinflammatory cytokine produced by T lymphocytes, natural killer cells, monocytes and epithelial cells. Several studies have demonstrated the importance of IL32 in the regulation of the innate and adaptive immune responses, moreover, it has been found over expressed in inflammatory disorders and in autoimmune diseases. In this project, we focused our attention on studying Chronic Obstructive Pulmonary Disease (COPD) because we think it is a good model for studying the role of IL32 in the innate immunity. Infact, IL32 expression was found to be increased in alveolar macrophages and in lung epithelial cells of smokers with COPD compared to non-smokers. COPD is a chronic respiratory disease characterized by an irreversible limitation on pulmonary airflow associated with chronic inflammation due to several etiological factors such as cigarette smoke. Alveolar epithelial cells and macrophages are primarily involved in its pathogenesis because they secrete cytokines and chemokines recruiting inflammatory cells which sustain the phlogosis. The final effect is lung parenchyma destruction and remodeling . Aim of the study The aim of this study was to investigate the role of IL32 in response to lung injury and in inflammation induced by cigarette smoke. Firstly, ee evaluated if cigarette smoke extract (CSE) was cytotoxic for the lung epithelial cells and macrophages by inducing their apoptosis; then, we investigated if CSE activated epithelial cells by increasing the expression of some proinflammatory cytokines and growth factors. Secondly, we studied if CSE induced IL32 expression by epithelial cells and macrophages and we search for a synergic effect between CSE and other proinflammatory stimuli. Methods For our experiments we employed an alveolar epithelial cell line, A549, and macrophages obtained by THP1 differentiation. Cells were treated with CSE, with PAMPs and IL1β. The PAMPs we used were: polyI:C, imiquimod, MDP and ieDAP.. We evaluated cell viability with Annexin V flow cytometric assay. Moreover, we quantified the mRNA levels of IL32 and other cytokines such as CCL2/MCP1, RAGE and TNF-α with Real Time-PCR. Finally, we investigated IL32 protein expression by Western Blotting and we analyzed its secretion in the conditioned medium from cell cultures with ELISA test. Results We demonstrated that CSE, at low concentration (5%), was able to induce apoptosis of the A549. Moreover, it concurred to their activation by inducing the expression of the proinflammatory CCL2/MCP1 and RAGE and, more importantly, we found that it increased IL32 transcript levels, particularly those of isoform β. In order to test if CSE made epithelial cells more susceptible to the action of other proinflammatory stimuli, cells were treated with CSE together with PAMPs or IL1β. We observed that cells treated with IL1β and CSE showed higher levels of IL32β mRNA compared to those treated with the single stimuli. On the other hand, macrophages resulted to be more resistant to apoptosis induced by CSE dying only at high concentration (20%). Moreover, CSE induced a significant increase of TNF-α expression. More importantly, macrophages treated with CSE showed higher levels of IL32 compared with non-treated cells and this effect resulted to be amplified when they were co-stimulated with IL1β. Discussion These data suggest that cigarette smoke represents an important cytotoxic factor for the epithelium which seems to have a key role in the initial lung injury response. Alveolar epithelial cells activation leads to the production of some factors which recruit macrophages whom trigger the immune response. IL32 seems to be strongly involved in these processes because it is produced both by epithelial cells and macrophages and its expression seems to be enforced by the inflammatory settin

    VARIAZIONE DI MARKERS MOLECOLARI IN PAZIENTI CON ANEURISMA CEREBRALE

    Get PDF
    Titolo della tesi: Variazione di marker molecolari in pazienti con aneurisma cerebrale Introduzione. INTRODUZIONE L¡¯aneurisma ¨¨ una patologia dell¡¯apparato vascolare che si manifesta come una dilatazione abnorme di un vaso che pu¨° colpire qualsiasi vena o arteria del corpo. In particolare un aneurisma cerebrale ¨¨ localizzato nel punto di biforcazione delle arterie cerebrali che costituiscono il poligono di Willis; la sua insorgenza pu¨° dipendere da fattori congeniti o acquisiti. La prima manifestazione clinica, nella maggior parte dei casi ¨¨ rappresentata da un¡¯emorragia, dovuta alla rottura della parete dei vasi, a livello dello spazio subaracnoideo. Studi condotti su pazienti affetti da tale patologia hanno evidenziato la presenza di fenomeni infiammatori associati a variazioni di marker biologici specifici sia in campioni tissutali che plasmatici. La componente infiammatoria ¨¨ associata a fenomeni di rimodellamento della parete vasale, in particolare a livello della tonaca media. SCOPO DEL LAVORO Lo studio, effettuato in collaborazione con la clinica di Neurochirurgia dell¡¯Ospedale ¡°Santa Chiara¡± di Pisa, prevede la valutazione del coinvolgimento di alcuni markers biologici nello sviluppo dell¡¯aneurisma cerebrale e le possibili interazioni tra i markers coinvolti. MATERIALI E METODI I volontari appartengono ai seguenti gruppi sperimentali: Controllo (n=10), Aneurisma non sanguinante (n=10) e Aneurisma sanguinante (n=16). I campioni di plasma prelevati sono stati utilizzati per la valutazione della concentrazione dei markers biologici (MMP-9, TIMP-1, IL-1¦Â, IL-18 e VEGF) attraverso l¡¯utilizzo di saggi immunoenzimatici (ELISA-sandwich). RISULTATI I livelli di MMP-9 aumentano significativamente sia nel gruppo con aneurisma non sanguinante (223.38 ¡À 31.6 vs 92.8 ¡À 21.7 ng/ml con p < 0.01) rispetto al controllo sia nel gruppo con aneurisma sanguinante (304.16 ¡À 48.6 vs 92.8 ¡À 21.7 ng/ml con p < 0.05). Non si ¨¨ invece osservata una significativa differenza tra i gruppi con aneurisma sanguinante e non sanguinante. I livelli plasmatici del TIMP-1 rimangono pressoch¨¦ invariati nei tre gruppi presi in esame: nel gruppo controllo si ha una media di 120.17 ng/ml (SD = 15.21), nel gruppo con aneurisma non sanguinante la media ¨¨ di 135.73 ng/ml (SD = 21.91) mentre nel gruppo con aneurisma sanguinante ¨¨ di 128.69 ng/ml (SD = 13.37). Nel rapporto MMP-9/TIMP-1 si ha un aumento significativo rispetto al gruppo controllo, sia nel gruppo dell¡¯aneurisma non sanguinante (3.27 ¡À 0.76 vs 0.96 ¡À 0.33 ng/ml con p < 0.01) che nel gruppo dell¡¯aneurisma sanguinante (3.38 ¡À 0.63 vs 0.96 ¡À 0.33 ng/ml con p < 0.05). Non vi ¨¨ invece differenza significativa tra il gruppo con aneurisma non sanguinante e quello con aneurisma sanguinante. I livelli di IL-1¦Â mostrano un aumento significativo di tale parametro rispetto al controllo sia nel gruppo con aneurisma non sanguinante (74.5 ¡À 21.27 vs 19.67 ¡À 3.78 pg/ml con p < 0.05) che nel gruppo con aneurisma sanguinante (58.06 ¡À 16.5 vs 19.67 ¡À 3.78 pg/ml con p < 0.05). Non vi ¨¨ invece differenza significativa tra il gruppo con aneurisma non sanguinante e quello con aneurisma sanguinante (p = 0.053). I livelli di IL-18 non evidenziano un aumento significativo rispetto al gruppo controllo, sia nel gruppo con aneurisma non sanguinante (215.6 ¡À 55.96 vs 104.8 ¡À 21.80 pg/ml con p = 0.065) che nel gruppo con aneurisma sanguinante (305.4 ¡À 95.48 vs 104.8 ¡À 21.80 pg/ml con p = 0.075). Non vi ¨¨ invece differenza significativa tra il gruppo con aneurisma non sanguinante e quello con aneurisma sanguinante. Infine i livelli di VEGF hanno mostrato un aumento significativo di tale parametro sia nel gruppo con aneurisma non sanguinante (45.60 ¡À 6.03 vs 26.08 ¡À 4.86 pg/ml con p < 0.01) che nel gruppo con aneurisma sanguinante (94.71 ¡À 36.18 vs 26.08 ¡À 4.86 pg/ml con p < 0.05) rispetto al controllo. Non vi ¨¨ invece differenza significativa tra il gruppo con aneurisma non sanguinante e quello con aneurisma sanguinante. Sono state inoltre osservate delle correlazioni tra i markers indagati: L¡¯IL-1¦Â ha evidenziato una correlazione positiva significativa con l¡¯MMP-9 (p = 0.00215) e non significativa con il VEGF (p = 0.28). L¡¯IL-18 ha una correlazione positiva significativa con l¡¯MMP-9 (p = 0.0024) e con l¡¯IL-1¦Â (p = 0.0017) e non significativa con VEGF (p = 0.62). Infine il VEGF presenta una correlazione positiva significativa solo con l¡¯MMP-9 (p = 0.011). CONCLUSIONI Sulla base dei dati emersi da questo studio ¨¨ possibile affermare che tra i meccanismi maggiormente coinvolti nello sviluppo di un aneurisma vi ¨¨ l¡¯aumento di citochine proinfiammatorie e l¡¯upregulation del sistema dell¡¯MMP, si pu¨° inoltre ipotizzare l¡¯esistenza di segnali precoci la cui espressione viene downregolata con il procedere della patologia. Infine, possibili fattori coinvolti nello sviluppo dell¡¯aneurisma sono molecole ad attivit¨¤ modulatoria e proinfiammatoria indiretta come IL-18

    Reazioni di ipersensibilita' al Tocilizumab

    Get PDF
    Il Tocilizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato diretto contro il recettore per l’interleuchina-6 recentemente immesso in commercio per trattare disordini immuno-mediati. Il nostro obiettivo è analizzare la frequenza di reazioni di ipersensibilità in pazienti trattati con Tocilizumab e valutare il ruolo dei test cutanei (skin prick test e intradermoreazioni) nella diagnosi. Dei 72 pazienti trattati con Tocilizumab, abbiamo effettuato test cutanei in 5 pazienti che hanno manifestato reazioni di ipersensibilità (4 anafilassi e uno prurito generalizzato), in 3 pazienti che hanno sospeso la terapia per inefficacia e in 10 soggetti sani volontari. Sono state osservate reazioni positive ai test cutanei in 3 dei 4 pazienti che avevano avuto una reazione anafilattica, mentre i 3 pazienti che avevano sospeso il trattamento per inefficacia e i 10 soggetti sani volontari sono risultati negativi ai test. Sulla base di quanto osservato si può concludere che questo studio dimostra l’utilità diagnostica dei test cutanei per la diagnosi di reazioni di ipersensibilità IgE-mediate a questo agente biologico

    Crystal-induced joint inflammation

    Get PDF
    L'infiammazione articolare indotta dai microcristalli e tra le piu acute ed intense che e dato conoscere. A supporto di questa affermazione si possono citare le numerose ed autorevoli testimonianze ricevute nei secoli dai personaggi affetti da gotta (1, 2), la piu nota e celebrata artropatia da microcristalli. Proprio sulla particolare capacita di questa malattia di indurre un'infiammazione particolarmente intensa ed essere poi in grado di autolimitarla, almeno durante i primi attacchi, si sono riversate molte attenzioni degli studiosi moderni, i quali hanno cercato di interpretare questo fenomeno con l'ambizione principale di poterlo trasferire ad altri tipi di infiammazione articolare. In effetti, i modelli d'infiammazione indotta dai cristalli di urato monosodico (UMS), di pirofosfato di calcio diidrato (PFCD) e da altri microcristalli di natura calcica, costituiscono un ottimo terreno di applicazione per lo studio della fisiopatologia dell'infiammazione articolare, soprattutto per cio che concerne gli eventi acuti..
    • …
    corecore