162,220 research outputs found

    The smart city. Critical reading of a multiform phenomenon

    Get PDF
    Sempre più frequentemente la smart city è al centro dei discorsi delle differenti discipline. Cosa s’intende, però, con l’espressione “città intelligente”? A quali ambiti si riferisce l’intelligenza annunciata? In questo elaborato ci si sofferma specificamente sullo studio della smart city declinata secondo i suoi principali obiettivi sociali, al fine di individuare e sottoporre ad analisi critica le variabili costituenti il rapporto tra città intelligente e intenti annunciati. Come coniugare, cioè, i molteplici obiettivi della smart city? All’interno di quali categorie pensare la relazione tra città intelligente e obiettivi quali l’inclusione e lo sviluppo sociale? Attraverso che tipo di misure raggiungere tali finalità? Ci si sofferma, quindi, sul criterio dell’efficienza come cifra fondamentale della rappresentazione della città intelligente e sulle criticità che l’equazione smart city=efficienza comporta in termini di coesione del tessuto sociale. L’analisi si focalizza, inoltre, sui criteri del bene comune e della relazionalità come possibili categorie in grado di coadiuvare le dinamiche del processo inclusivo

    I piani settoriali a scala urbana

    Get PDF
    Il contributo propone un focus su alcuni strumenti di settore che affrontano specifiche tematiche alla scala urbana, con particolare riferimento agli strumenti per la tutela della qualità ambientale e per il governo della mobilità. Si evidenziano, in entrambi i casi, le significative interrelazioni tra problematiche ambientali e scelte relative all’evoluzione/trasformazione dei contesti urbani e al governo della mobilità e la conseguente necessità di una più stretta integrazione tra strumenti generali e settoriali, difficilmente conseguibile attraverso il solo coordinamento a posteriori tra strumenti elaborati separatamente e sulla base di approcci settoriali

    Historic Urbanscapes For Tomorrow, Two Italian Cases: Genoa And Bologna

    Get PDF
    The following pages reflect on the possible updated “structural” function of the historic parts of contemporary cities through the examples provided by two medium-sized Italian cities – Genoa and Bologna – characterized by the presence of an important urban heritage and specific urban policies and plans focused on renewing their possible role

    Analisi di mobillità pedonale mediante dati di telefonia georeferenziati

    Get PDF
    Al fine di organizzare al meglio le città del futuro occorrono nuovi strumenti in grado di analizzare e comprendere il comportamento delle persone nelle aree urbane. In questo elaborato viene illustrata la costruzione di un modello teorico relativo alla mobilità pedonale nella città di Venezia a partire dall'analisi di dati di telefonia mobile, rilevati nella giornata del 26 Febbraio 2017. Vengono in seguito mostrate le differenti fasi necessarie alla realizzazione del modello a partire dall'elaborazione preliminare dei data set a disposizione e focalizzando poi l'attenzione sugli algoritmi di georeferenziazione disponibili in letteratura. Una volta ultimata l'analisi dati, vengono esposti i concetti teorici che stanno alla base del modello realizzato ponendo l'accento sul carattere stocastico del fenomeno osservato si rivolge lo sguardo al risultato ottenuto portando alla luce le verifiche a cui viene sottoposto e le criticità che emergono nell'affrontare questo studio

    Intervista ad Annick Bizouerne

    Get PDF
    intervista ad Annick Bizouerne capo progetto del progetto urbano di Rive Gauche a Parigi.Interview with Annick Bizouerne Project Manager for the urban project Paris Rive Gauche

    “Epiphanic” peripheries, re-appropriation of the city and dwelling quality. Periferie epifaniche, riappropriazione della città e qualità dell’abitare

    Get PDF
    Le periferie, e soprattutto quelle romane, sono spesso associate all’idea del degrado. In realtà, la realtà delle periferie è molto più complessa. In primo luogo esistono molte situazioni diverse di periferia. Inoltre è superata la semplice dicotomia centro-periferia e l’idea di Roma come un centro storico circondato da una corona di periferie degradate. Ancor più bisogna discutere l’idea stessa di degrado e la sua associazione automatica alle periferie. Le periferie sono luoghi molto vitali, ricchi di iniziative e di protagonismo sociale, dove il senso di appartenenza può essere molto forte, così come le progettualità e le capacità di autorganizzazione. Sono, allo stesso tempo, laboratori sociali della convivenza e luoghi di produzione culturale. La qualità dell’abitare è qui associata alla qualità delle relazioni sociali. I problemi e i conflitti però non mancano, spesso associati ad una assenza delle istituzioni e della politica. Non bisogna quindi cadere in un “romanticismo” della periferia, quanto lavorare per una valorizzazione delle energie sociali, delle progettualità locali e del protagonismo degli abitanti al fine di superare i grandi problemi ancora esistenti. Questo pone compiti impegnativi all’urbanistica ed un suo ripensamento

    “Epiphanic” peripheries, re-appropriation of the city and dwelling quality. Periferie epifaniche, riappropriazione della città e qualità dell’abitare

    Get PDF
    Le periferie, e soprattutto quelle romane, sono spesso associate all’idea del degrado. In realtà, la realtà delle periferie è molto più complessa. In primo luogo esistono molte situazioni diverse di periferia. Inoltre è superata la semplice dicotomia centro-periferia e l’idea di Roma come un centro storico circondato da una corona di periferie degradate. Ancor più bisogna discutere l’idea stessa di degrado e la sua associazione automatica alle periferie. Le periferie sono luoghi molto vitali, ricchi di iniziative e di protagonismo sociale, dove il senso di appartenenza può essere molto forte, così come le progettualità e le capacità di autorganizzazione. Sono, allo stesso tempo, laboratori sociali della convivenza e luoghi di produzione culturale. La qualità dell’abitare è qui associata alla qualità delle relazioni sociali. I problemi e i conflitti però non mancano, spesso associati ad una assenza delle istituzioni e della politica. Non bisogna quindi cadere in un “romanticismo” della periferia, quanto lavorare per una valorizzazione delle energie sociali, delle progettualità locali e del protagonismo degli abitanti al fine di superare i grandi problemi ancora esistenti. Questo pone compiti impegnativi all’urbanistica ed un suo ripensamento.The suburbs, especially in the context of Rome, are often associated with the idea of deprivation. In reality, narratives around peripheries are much more complex. First, there are many different situations of periphery. In addition, the simple center-periphery dichotomy and the idea of Rome as a historic center surrounded by a crown of deprived suburbs is overcome. Even more, the idea of degradation and its automatic association with the suburbs must be discussed. The suburbs are vital places, rich in initiatives and social protagonism, where the sense of ownership can be very strong, as well as the abilities to collectively self-organize initiatives and community projects. At the same time, they represent social workshops of coexistence and places of cultural production. Here, the quality of life is associated with the quality of social relations. However, problems and conflicts, often associated with an absence of institutions, are not lacking. Therefore, it is important not to fall into a "romance" of the periphery. On the contrary, it is necessary to work for a valorization of social energies, of local planning and of inhabitants’ protagonism in order to overcome the great problems still existing. This gives challenging tasks to urban planning and its rethinking

    Esperanto, graphic archetypes, biophilia. Esperanto, archetipi grafici, biofilia

    Get PDF
    Oggi è diffusa l’idea che il linguaggio iconico sia quello dell’era informatica, basato su un simbolo dal significato decifrabile con immediatezza a livello globale, tassello di un mondo virtuale che ha definitivamente traghettato l’umanità sulle rive di quel tanto atteso Esperanto voluto da Ludwik Lejzer Zamenhof, dagli effetti altamente benefici ma che nei giovani anche di medesimo idioma rende la parola parlata ormai quasi obsoleta, effetto collaterale questo ovviamente indesiderato. Tali tasselli iconico/informatici presenti nei nostri computer, tablet, cellulari ecc. vengono oggi percepiti in modo del tutto diverso da come lo erano i simboli fino agli anni ’70 e oltre. Sono degli enzimi o amminoacidi, degli agenti che svolgono svariate funzioni per noi. Ognuno di essi è un piccolo robot, un buon amico che ci tiene compagnia e che, all’occorrenza, ci viene in aiuto per trovare un’informazione, un’automobile in affitto, per effettuare una prenotazione, un piccolo divertimento, ecc. Ciò che qui interessa di questi potenti tasselli pro–attivi è, da un lato, il loro rapporto storico/ evolutivo significante–significato, cosa per la quale è necessario chiamare in campo l’Esperanto e gli archetipi grafici; dall’altro, capire se e come la città reale nel suo insieme possa trovarne giovamento, oltre quindi alla dimensione miope dei monitor small, large e x–large. In tal senso è utile operare un salto ontologico in direzione dell’ipotesi biofilica di Stephen Kellert, che possa aprire a possibili scenari di interazione tra simboli pro–attivi e territori non solo urbano/ambientali tout court, ma anche psicologico–comportamentali–percettivi, che stimolino a un uso fluido–dinamico della città e dei suoi spazi. Analizzare gli archetipi grafici − secondo una visione XYZ − ed usarne alcuni in tale chiave all’interno della biofilia, può rivelarsi utile a umanizzare la città trasformandola psicologicamente, con l’aiuto del verde, dell’arte e dell’architettura, in un organismo amico, nei cui tessuti resi vivi e non irritanti il fluido umano si senta protetto, avvolto e partecipe.Today we have the idea that the iconic language is that of the computer age, based on a symbol of decipherable meaning with a global immediacy, part of a virtual world that has definitively ferried humanity on the banks of that long–awaited Esperanto wanted by Ludwik Lejzer Zamenhof, with very beneficial effects, but that in young people even of the same language makes the spoken word almost obsolete, being this a collateral unwanted effect. These iconic/informatic dowels in our computers, tablets, mobile phones, etc. are perceived today in a completely different way from the symbols used until the 70s and beyond. They are enzymes or amino–acids, agents that perform various functions for us. Each of them is a small robot, a good friend who keeps us company and that, when necessary, helps us to find information, a rented car, to make a reservation, a little fun, etc. What is interesting here on these powerful proactive dowels is on the one hand their historical/evolutionary connection symbol–meaning, which is why it is necessary to call Esperanto and the graphic archetypes in the field, on the other to understand if and how the real city as a whole can find an advantage from them, out from the short–sighted dimension of small–large–xlarge monitors. In this sense it is useful to make an ontological leap towards the biophilic hypothesis of Stephen Kellert, that could open possible scenarios of interaction between proactive symbols and territories not only urban/environmental tout court, but also psychological–behavioral–perceptive, which stimulate a fluid–dynamic use of the city and its spaces. Analyzing graphic archetypes − according to an XYZ vision − and using some of them under this key within biophilia, can be useful to humanize the city, transforming it psychologically, with the help of green, art and architecture, into a friendly organism, in whose tissues rendered alive and not irritating, the human fluid feels protected, wrapped and participant
    corecore