1,058 research outputs found

    Gabii, Giunone e i Cornelii Cethegi

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    Starting from the cognomen Cethegus inscribed on a fragment of the altar of the temple of Juno at Gabii (second quarter of the 2nd century B.C.), the research proposes a reconstruction of the relationship between the ancient Latin city and this branch of the gens Cornelia, distinguished within a limited time span (last decades of the 3rd-mid-2nd century B.C.) but frequently remembered as conserving traditions and specific practices related to the origins of the family. Examination of a number of antiquarian sources (as rich as little considered) enables us to document not only the devotion of Cethegi towards the divine figure of Juno (in Gabii as in Rome) but also their avowed ancient Latin origin and their claim to have belonged to the Roman gentes already present in the senate from the time of Romulus. In this context, a special relationship of the family with Gabii could emerge from the adoption of the particular clothing called cinctus Gabinus which, even in the Late Republic, was a distinctive feature of the mores of the gens

    Caulonia tra Crotone e Locri

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    The work comprises over 30 original contributions and is completed by numerous illustrations, drawings and plans. The topics addressed include historic sources, topography, architecture, town planning, religion, funereal ideology, musical culture, epigraphy, coinage, craftsmanship and metallurgy as well as applied sciences and technologies. The articles are remarkable in terms of a new approach to the reading of the historic events and archaeological problems of the Achaean colony of Caulonia within a broader territorial dimension that also takes in Crotone and Locri

    La institución de la esclavitud en Magnesia. Relación entre libertad y esclavitud en las Leyes de Platón = L’istituto della schiavitù a Magnesia. Rapporto tra libertà e schiavitù nelle Leggi di Platone

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    El presente estudio tiene como objetivo ofrecer una perspectiva analítica sobre el concepto de esclavitud en la producción literaria del Platón tardío, con especial referencia a las Leyes, su último trabajo. Con el fin de identificar la función y trascendencia de esta institución, el trabajo se centra en un estudio no sólo semántico, sino también histórico, mitológico, político, social y económico de la esclavitud en el pensamiento platónico, sin perder nunca de vista la referencia teórica claramente elaborada por Aristóteles. Del análisis de la cuestión social y de los posibles riesgos de graves conflictos que pueden generarse, emerge la centralidad del tema de la esclavitud, con respecto a la armonía cívica de la nueva colonia cretense, Magnesia, que sería superada sólo por la ciudad perfecta de la República. La constitución de esta nueva ciudad representa, sin embargo, el hilo conductor y el elemento conector entre todas sus partes estructurales y, obviamente, entre todos sus aspectos sociales: la esclavitud es uno de estos aspectos fundamentales. Por tanto, además de analizar el fenómeno, sus referencias históricas y la matriz mitológica, también es necesario reflexionar sobre la legislación que rige esta nueva ciudad. La naturaleza de los douloi, sus acciones diarias, su interioridad y su origen se presentan al lector como un expediente que contribuye a tejer el marco legal general de Magnesia, y que también determina la estabilidad social, económica y política de toda la organización urbana. Todos estos temas se repiten más de una vez dentro del desarrollo narrativo del tratado. En Platón, la cuestión socioeconómica, en la que también se inserta el fenómeno de la esclavitud, está estrechamente conectado con la experiencia personal del autor y la madurez de su reflexión a la hora de redactar las Leyes. El crecimiento de la ciudad, sin embargo, está ligado a la maduración, individual y colectiva, de los hombres que allí habitan: tanto ciudadanos con plenos derechos y extranjeros cuanto esclavos. Si estos últimos también son capaces de evolucionar dentro de la polis, entonces todo el conjunto cívico se beneficia: y es la armonía de la ciudad, de la que, en parte, ellos mismos son protagonistas, la que garantiza a los esclavos esta posibilidad de crecimiento. Magnesia crece y mejora sólo con un esfuerzo global y unificado de todos, incluidos los esclavos y, por tanto, también se planifican nuevas posibilidades de formación para ellos.Il presente studio si propone di offrire una prospettiva analitica del concetto di schiavitù nella produzione letteraria del Platone maturo, con particolare riferimento alle Leggi, la sua ultima opera. Finalizzato all’individuazione della funzione e del significato di tale fenomeno, il lavoro si incentra su uno studio non solo semantico, ma anche storico, mitologico, politico, sociale ed economico dell’istituto della schiavitù nel pensiero platonico, senza però perdere di vista il riferimento teoretico chiaramente elaborato da Aristotele. Dall’analisi emerge la centralità della questione sociale, e dei possibili rischi in direzione di conflitti che potrebbero mettere in seria difficoltà l’armonia civica della nuova colonia cretese, Magnesia, che sarebbe seconda solo alla città perfetta della Repubblica. La costituzione di questa nuova città rappresenta, comunque, il filo conduttore e l’elemento connettivo tra tutte le sue parti strutturali e, evidentemente, di tutti gli aspetti sociali; la schiavitù è uno di questi aspetti fondamentali. È necessaria, dunque, oltre che l’analisi del fenomeno, dei suoi riferimenti storici e della matrice mitologica, anche una riflessione sulla normativa che governa tale istituto. Esso appare come un espediente che contribuisce alla tessitura del quadro giuridico complessivo, e dal quale si determina anche la tenuta sociale, economica e politica dell’intera organizzazione cittadina, ricostruibile grazie ai riferimenti alla natura dei singoli douloi, le loro azioni quotidiane, la loro interiorità, la loro provenienza. Temi che ricorrono più volte all’interno dello sviluppo narrativo del trattato. In Platone, la questione socio-economica, in cui si inserisce anche il fenomeno della schiavitù, è in stretta connessione con la personale esperienza dell’autore e con la maturità della sua riflessione. La crescita della città, però, è legata alla maturazione, individuale e collettiva, degli uomini che la abitano: sia i cittadini di pieno diritto, sia gli stranieri, sia gli schiavi. Se anche questi ultimi sono capaci di evolversi in seno alla polis, allora l’intero complesso civico ne trae giovamento: a garantire agli schiavi tale crescita è l’armonia della città, di cui, in parte, anche essi sono protagonisti. Magnesia cresce e migliora soltanto con uno sforzo complessivo e unitario di tutti, anche degli schiavi; pertanto, sono previsti anche per loro nuovi percorsi formativi.Programa de Doctorado en Humanidades por la Universidad Carlos III de MadridPresidente: María Luz Neira Jiménez.- Secretario: Elena Irrera.- Vocal: Luigi Gall

    L'Imperatore <i>pacator orbis</i>

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    Sommario: 1. E„r»nh e Pax nel mondo greco e romano. – 2. La Pax Augusta. – 3. La pace universale nel I secolo dell’impero. – 4. L’imperatore pacator orbis. – 5. Il problema della pace durante il III secolo. – 6. Dalla Pax Romana alla Pax Christiana. Ultime testimonianze del titolo pacator

    Riflessioni sul mito di Aiace e sulle interpolazioni tragiche in margine a un nuovo commento all\ub4 "Aiace" di Sofocle

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    Partendo dal nuovo commento di Finglass, vengono discussi numerosi passi dell\ub4 "Aiace" di Sofocle. Si cerca anche di determinare come il mito di Aiace si era diffuso ed era stato trattato nella letteratura greca arcaica e viene proposta l\ub4 ipotesi che buona parte della seconda parte della tragedia sofoclea sia in realta\ub4 profondamente interpolata

    La Regina di Saba. Un mito fra Oriente e Occidente. Atti del Seminario diretto da Riccardo Contini, Napoli, Universit&#224; &#8220;L&#8217;Orientale&#8221; 19 novembre 2009 - 14 gennaio 2010

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    [Italiano]:Il volume raccoglie i contributi presentati all’Università di Napoli “L’Orientale” nel corso di un seminario svoltosi nell’autunno/inverno 2009-2010 sulle molteplici forme che il mito della regina di Saba ha assunto nelle letterature antiche e moderne, orientali come occidentali, nonché in una prospettiva archeologica e storico-artistica, dando spazio, oltre alle relazioni di studiosi già affermati, ai contributi di giovani ricercatori che hanno perfezionato la loro formazione nei diversi Dottorati di ricerca dell’Ateneo. Per conferire al quadro una maggiore completezza, sono stati qui aggiunti alcuni interventi di studiosi non intervenuti al seminario, che si sono concentrati tanto su temi ormai canonici nello studio della fortuna della regina ‒ quali il suo impatto sull’immaginario letterario francese e soprattutto il suo ruolo identitario nella tradizione etiopica ‒ quanto su aspetti finora mai toccati, come la rilettura del personaggio nella cultura nordamericana e nella letteratura araba egiziana per l’infanzia. ./[English]:This volume collects the contributions presented at the University of Naples “L’Orientale” during a seminar held in the autumn/winter 2009-2010, on the multiple forms that the myth of the Queen of Sheba has taken on in ancient and modern oriental and western literatures, as well as in an archaeological and historical-artistic perspective; giving space, in addition to the reports of already established scholars, to the contributions of young researchers who have accomplished their training in the various PhD programmes of the University. To give the picture greater completeness, some interventions by scholars who did not attend the seminar have been added here, focusing both on canonical themes in the study of the Queen of Sheba’s fortune ‒ such as its impact on the French literary imagination, and above all its role of identity in the Ethiopian tradition ‒ as far as aspects never hitherto touched on, such as the reinterpretation of the character in North American culture and in Egyptian Arabic literature for children

    Le invasioni d’Italia. La prima età longobarda nella storia e nella storiografia

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    Gli strumenti della scrittura: un confronto metapoetico tra Valerio Magrelli e Pierluigi Cappello

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    This article compares the metapoetic works on the act of writing by Valerio Magrelli (Roma, 1975) and by Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 1967 – Cassacco, 2017). After studying and sampling the metapoetic vocabulary of each author, I selected specific terms that occurred in both authors’ poems about the act of writing by hand: paper, rubber, pencil, page, and notebook. Therefore, this corpus consists of poems that include at least one of these nouns. The metric and rhetorical analysis of these poems allowed me not only to identify specific features for each author, but also to observe some analogies, such as the creation of a world existing “inside the poem” – a world that shelters and at the same time imprisons the “poetic I” of the authors.Il contributo confronta i testi metapoetici di Valerio Magrelli (Roma, 1957) e di Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 1967 – Cassacco, 2017) che riguardano l’atto della scrittura. A partire dalla campionatura del lessico metapoetico nella produzione di ciascun autore, sono stati selezionati i termini della scrittura a mano risultati comuni a entrambi: carta, gomma, matita, pagina, quaderno. Il corpus è perciò costituito da componimenti che presentano almeno un’occorrenza di uno di questi sostantivi. L’analisi metrico-retorica dei testi ha permesso di individuare, oltre alle peculiarità individuali, alcune analogie, tra cui la costruzione di un mondo al di qua della pagina che protegge e imprigiona l’io poetico
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