University of Naples Federico II

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    6992 research outputs found

    Il vescovo e le torri. La distruzione degli edifici e la pratica politica alla fine del secolo XI

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    ITALIANO: Nella ‘competizione per la distruzione’ le cittadinanze italiche si ricavarono un ruolo all’epoca della riforma e della lotta per le investiture (1080-1122). Il caso pisano (lodo delle torri, lodo di Val di Serchio) indica che la tradizione del giuramento collettivo per la pace potrebbe avere contribuito all’attribuzione dell’autorità a un gruppo di potere cittadino. Parallelamente, però, anche il vescovo poteva appoggiarsi alla stessa tradizione per esercitare un ruolo nella legittimazione di quel gruppo. La Pisa degli anni a cavallo del 1090 sembra quindi un luogo nel quale si tentò una mediazione in questa competizione. / ENGLISH: In what we might call a competition for the ‘right to destroy’, Italian citizenries managed to carve a significant role for themselves, during the key decades of the investiture contest and the broader reform movement (1080-1122). The Pisan context (as illustrated by Bishop Daibert’s lodo and the lodo of Val di Serchio) can be used to investigate the links between collective peace agreements and the ability of certain urban groups to secure power. Simultaneously, Italian bishops were drawing on the same traditions to position themselves as the legitimising force for these group. The case of Pisa in the 1090s provides an example of mediation within this form of political competition

    "Babariol babariol babarian". Studi in ricordo di Costanzo Di Girolamo

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    ITALIANO: Il volume, nato dall’iniziativa dei suoi allievi, è dedicato al magistero di Costanzo Di Girolamo (1948-2022). Si tratta di una raccolta di saggi di amici, colleghi e giovani studiosi che testimonia il debito contratto dalla comunità scientifica nei confronti del metodo e dei temi delle ricerche di Di Girolamo. È diviso in quattro sezioni, che spaziano dalla lirica occitana, alle sue irradiazioni in Catalogna e nel Regno di Sicilia di Federico II, alla metrica fino alla teoria letteraria. La struttura del volume ricalca la poliedricità degli interessi e degli ambiti di studio che hanno caratterizzato l’attività di Di Girolamo, che si è dipanata lungo un arco di oltre cinquant’anni. / ENGLISH: This volume, conceived by his alumni, is dedicated to the legacy of Costanzo Di Girolamo (1948-2022). It is a collection of essays by friends, colleagues and young scholars that testifies to the debt incurred by the scientific community to the method and themes of Di Girolamo's research. It is divided into four sections, ranging from lyric Occitan poetry, its irradiations in Catalonia and the Kingdom of Sicily, to metrics and literary theory. The structure of the volume traces the multifaceted nature of the interests and fields of study that characterised Di Girolamo's scientific activity, which spanned more than fifty years

    Frammenti di realtà: i notai dell’Italia centro-settentrionale attraverso i loro testamenti (secoli XII-XV)

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    ITALIANO: Il contributo si prefigge l’obiettivo di individuare e analizzare sotto l’aspetto formale e funzionale un corpus di documenti strettamente connessi tra loro – oltre ai testamenti e ai codicilli, fanno parte del dossier anche gli atti di esecuzione tra cui, in primis, gli inventari post mortem e le aste di beni dei defunti – riguardante la formulazione e l’esecuzione delle ultimae voluntates di notai attivi prevalentemente nell’Italia centro settentrionale nel periodo compreso tra il secolo XII e il XV. / ENGLISH: The aim of the text is to identify and analyse, from a formal and functional point of view, a corpus of closely related documents – in addition to wills and codicils, the dossier also includes execution deeds, including above all post-mortem inventories and auctions of the deceased’s property – concerning the formulation and execution of ultimae voluntates by notaries working mainly in central-northern Italy in the period between the 12th and 15th centuries

    Storia e memoria nell’opera di Mario Del Treppo

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    ITALIANO: Il saggio analizza criticamente il pensiero storiografico di Mario Del Treppo, con particolare attenzione al concetto di "libertà della memoria" e al ruolo della memoria nella costruzione del sapere storico. Partendo dalla sua riflessione del 1976, ripresa e ampliata nella prefazione del 2005, l’articolo ricostruisce l’evoluzione del pensiero dell’autore, mettendone in luce la complessa relazione con la “scuola” delle Annales, la critica al marxismo storiografico e allo storicismo crociano, e la tensione tra memoria collettiva e ricerca storica. Del Treppo propone una visione della storiografia come disciplina autonoma e critica, capace di coniugare rigore metodologico, attenzione alle strutture di lunga durata e sensibilità per le discontinuità storiche. Il contributo si inserisce nel dibattito contemporaneo sulla memoria culturale, dialogando con le teorie di Koselleck, Ricœur e Jan Assmann, e riaffermando il valore della storia come spazio di libertà intellettuale, contro ogni forma di manipolazione ideologica o conformismo accademico. / ENGLISH: This essay offers a critical analysis of the historiographical thought of Mario Del Treppo, with particular focus on the concept of the “freedom of memory” and the role of memory in the construction of historical knowledge. Starting from his 1976 reflection—later revised and expanded in the 2005 preface—the article traces the evolution of Del Treppo’s ideas, highlighting his complex engagement with the Annales school, his critique of Marxist historiography and Crocean historicism, and the tension between collective memory and historical research. Del Treppo envisions historiography as an autonomous and critical discipline, capable of combining methodological rigor, attention to long-term structures, and sensitivity to historical discontinuities. The essay contributes to contemporary debates on cultural memory, engaging with the theories of Reinhart Koselleck, Paul Ricœur, and Jan Assmann, and reasserts the value of history as a space of intellectual freedom, resistant to ideological manipulation and academic conformism

    “This is the best income of the commune: for God’s sake, let it be maintained!” The tendering systems of the Dogana dei Paschi of Siena in the 14th and 15th centuries: operation, profits and profile of the contractors

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    ITALIANO: Il saggio analizza i diversi sistemi di appalto sviluppati prima e dopo l’istituzione della Dogana dei Paschi di Siena per la gestione dei proventi dei pascoli in Maremma tra il XIV e il XV secolo. L’analisi si concentra sul sistema di appalto della prima metà del XIV secolo, su quello istituito temporaneamente negli anni Settanta del Trecento e su quello sviluppato a partire dal 1412. Il saggio si sofferma in particolare su quest’ultimo sistema di appalto ‘misto’ pubblico-privato, ovvero con appaltatori privati eletti come e secondo le procedure tipiche dei pubblici ufficiali, per il quale sono disponibili più fonti, per studiarne l’impatto finanziario e i successivi aggiustamenti istituzionali, insieme ad uno studio degli appaltatori. Per alcuni di essi, si ricostruisce il profilo socio-economico, i profitti e i vantaggi politici ed economici della partecipazione alle entrate della Dogana, suggerendo il ruolo del sistema di appalto ‘misto’ nel mantenere l’equilibrio politico ed economico tra le diverse fazioni (Monti) in cui era divisa l’élite urbana senese nel XV secolo. / ENGLISH: The paper examines the different tendering systems developed before and after the establishment of the Dogana dei Paschi of Siena for the management of pasture revenues in Southern Tuscany between the fourteenth and fifteenth centuries. It focuses on the tendering system of the first half of the fourteenth century, the one temporarily established in the 1370s, and the one developed in 1412. In particular, the paper focuses on the latter, which developed as a public-private ‘mixed’ tendering system with private contractors elected as and with the same procedures of public officials, and for which more sources are available, in order to study its financial impact and the subsequent institutional adjustments, together with a study of its contractors. For some of them, the paper reconstructs the socio-economic profile, together with the profits and the political and economic advantages of participating in the revenues of the Dogana, suggesting the role of the ‘mixed’ tender system in maintaining the political and economic balance between the different factions (Monti) in which the Sienese urban elite was organized in the fifteenth century

    Guests, Strangers, Aliens, Enemies. Ambiguities of Hospitality in the Middle Ages, c. 1000–1350

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    Many of our oldest and best-loved stories are about killing guests and betraying hosts. Hospitality is celebrated, in medieval texts and in medieval studies, as a way of binding individuals together and strengthening social cohesion, but both the practice and narration of hospitality was shot through with ambiguity and ambivalence. This volume shifts the scholarly gaze from the high table — where kings, queens, and honoured guests are graciously served by skilled servants — to the shadowy corners of the hall, the places where gossip and complaint are exchanged, where outlaws hide under the guise of hospitality, where hostages and troublesome strangers are benched, where the light from the hall-fire reflects on drawn blades: prompting difficult reflections on the processes of extraction and predation that provided the material foundations for the feast. The chapters in Guests, Strangers, Aliens, Enemies range from Silk Road caravanserais in Armenia and crusader relations in the Latin East, through ambassadorial and papal receptions in the Mediterranean, treatment of merchants and the poor in Scandinavia, elite feasts in Latin Europe, to hosting of outlaws and hostages in Eurasia. The authors explore ambiguities of hospitality in the Middle Ages through a wide range of sources and methodological approaches

    Das Mittelalter. Perspektiven mediävistischer Forschung Zeitschrift des Mediävistenverbandes. Bd. 30 Nr. 1 (2025): Schnittstelle Mediävistik Kollaborationen der Mittelalterforschung im digitalen Zeitalter

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    DEUTSCH: Das Themenheft widmet sich der computationell arbeitenden Mittelalterforschung in ihrer verbindungsstiftenden Funktion. Als Schnittstelle vermittelt sie zwischen den Disziplinen, Digitalem und Analogem, heterogenen Forschungsgegenständen und vielfältigen Methoden. Dabei integriert sie nicht nur Ansätze und Wissen aus anderen Fachbereichen, sondern trägt auch zum Erkenntnisgewinn über ihre eigene Disziplin hinaus bei. Das Ziel des Bandes ist, kollaborative Verfahren der Digital Humanities forschungsorientiert und praxisnah vorzustellen und die hierfür angewandten Methoden und Praktiken zu evaluieren und zu diskutieren. / ENGLISH: This volume is dedicated to computational medieval research in its connecting function. As an interface, it mediates between disciplines, the digital and the analog, heterogeneous research objects and diverse methods. In doing so, it not only integrates approaches and knowledge from other disciplines, but also contributes to gaining knowledge beyond its own discipline. The aim of this volume is to present collaborative approaches of digital humanities in a research-oriented and practical way and to evaluate and discuss the methods and practices used for this purpose

    Ordine, calcolo e “ragione” nell’Italia tardo medievale. 1. Economia, giustizia e formazione

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    Il volume si propone di superare l’idea della “crisi” tardo medievale, adottando una prospettiva che valorizza la costruzione di realtà ordinate, calcolate e razionali come forma di risposta alle difficoltà proposte dalle congiunture. Il termine chiave è “ragione”, inteso come contabilità, buon senso, giustizia, ordine sociale e morale. Tre sono gli argomenti affrontati: la contabilità come forma di controllo e razionalizzazione della realtà; il quadro normativo e il funzionamento della giustizia per le imprese e il mondo del lavoro; il contesto ordinamentale costituito da manuali, regole e strumenti approntati per le professioni e i mestieri

    Anatomia di un inquisitore. Frate Pietro da Verona – san Pietro martire

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    Il volume indaga il cold case medievale dell’uccisione dell’inquisitore Pietro da Verona (1252) velocemente divenuto san Pietro martire (1253) e primo inquisitore-santo della Chiesa cattolico-romana. Oltre i miti storiografici, i contributi mostrano gli sviluppi – talvolta paradossali – di una morte funzionale al consolidamento dell’officium fidei medievale. La multidisciplinarietà dell’approccio mostra la ricchezza delle analisi possibili per affrontare il passato attraverso ciò che è sopravvissuto: lettere papali, frammenti di processi inquisitoriali, immagini dipinte e scolpite, libri contabili, documentazione notarile, testi liturgici, sermoni, oggetti – armi del delitto e monete – e resti ossei, ovvero il cranio, collegati a colui che subito è considerato un “martire della fede” il cui culto però fatica a consolidarsi

    Gli oggetti come merci nel tardo medioevo: fonti scritte e fonti materiali

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    Questo volume nasce come prodotto del PRIN 2017 LOC-GLOB. "The local connectivity in an age of global intensification: infrastructural networks, production and trading areas in late-medieval Italy (1280-1500)". Il suo obiettivo è quello di esplorare il valore materiale e simbolico degli oggetti nel tardo Medioevo attraverso un dialogo sistematico tra storia e archeologia. Analizzando inventari, liste di beni sequestrati e oggetti materiali come reperti archeologici, il volume mostra come le merci non fossero solo strumenti economici, ma anche specchi delle dinamiche sociali e culturali dell’epoca. Con un approccio interdisciplinare, il libro intreccia fonti documentarie e dati archeologici per ricostruire il significato degli oggetti nella vita quotidiana e nei commerci medievali. Un’indagine che svela il rapporto tra beni, potere e identità sociale nel passato

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