17 research outputs found

    Decreto per i discendenti dei gamoroi dall’area di Palazzolo Acreide

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    Decree engraved on a bronze tablet in a fragmentary state found in the area of Palazzolo Acreide and now preserved at the Metropolitan Museum. The text reports mention of a series of privileges (ateleia/isoteleia; enktesis) granted to an individual or a group by another polis (now lost) in which the group of gamoroi – known from the sources as landowners belonging to the Syracusan aristocracy – must have had a central role. The decree has been dated by most scholars between 491 and 485. However, from the palaeographic point of view, there are several elements that would allow us to date it to the end of the 6th century BC

    Dall’alfabetizzazione alla permeabilità selettiva. Per una proposta di lettura della documentazione epigrafica del Mendolito

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    L’anonimo sito c.d. del Mendolito di Adrano, posto a ovest del vulcano Etna e dominante l’alveo del Simeto, ha restituito quattro testimonianze epigrafiche in alfabeto greco ma in lingua non greca, una delle quali costituisce l’unica iscrizione civica nota tra i documenti epigrafici in lingua non greca della Sicilia preromana. Nonostante l’interpretazione dei documenti sia ad oggi condivisa, restano dalla difficile decifrazione le ragioni e le modalità dello sviluppo e dell’uso della pratica epigrafica nel centro etneo, così come l’orizzonte culturale e sociale all’interno del quale questa pratica è sorta e si è diffusa. Uno studio complessivo dei documenti e una parziale disamina del materiale archeologico ben noto restituito dal sito, mostrano la necessità di ripensare i modelli interpretativi che sono stati sinora applicati per analizzare il contesto del Mendolito.The so-called Mendolito di Adrano site, an anonymous native centre, flourished between the 9th - 8th and the 5th century BC and located in the Mount Etna region, overlooking the Simeto riverbed, has brought forth four inscriptions on different items in the Greek alphabet but in a non-Greek language, among which includes the only civic inscription in a non-Greek language from pre-Roman Sicily. Even if there exists a shared opinion among scholars on the interpretation of the documents, their historical context, including the cause, purpose and means of dissemination of the epigraphic practice remain obscure. A comprehensive analysis of this evidence within its well known archaeological context shows the need for re-analysis using a new theorical approach, which gives value to the peculiarity of the Mendolito site

    Digital Epigraphy at the Greek Epigraphy Laboratory, Ca' Foscari University of Venice

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    Description of ongoing research activities at the Ca' Foscari University of Venice associated with the Laboratory of Greek Epigraphy of the Department of Humanities. In particular, the Venice Squeeze project and the Axon: Greek historical inscriptions project are presented

    Rethinking the polis. Space society and political agency in the Syracuse of the tyrants

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    This paper starts from the urgency, evident in today’s studies, of rethinking the shape of the polis, freeing the investigation of its spaces and urban landscapes from the heuristic preconception of the existence of recurrent and/or pre-constituted schemata. But it also attempts to respond, starting from the fertile ground created by the mobility turn and by the rethinking of the spatial turn in historical studies, to the need to secure an interpretative model for the polis, in which spatial and social investigation can complement each other. The case examined is that of the polis of Syracuse - in particular the area of Ortygia - in the years of the tyrannies of Gelon (485-478 BCE) and Dionysius (407-367 BCE), periods in which there was a surprising interdependence between the political actions of the tyrants, the consequent spatial organisation and the social landscape of the city

    Da una sponda all'altra del Canale di Sicilia. Alcune considerazioni a margine di IAS 288 (ISic020288) e IAS 307 (ISic020307)

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    A recent study of the Archaic epigraphic evidence in the Segesta area, carried out as part of the ERC Project “Crossreads” (Grant Agreement no. 885040), has revealed the existence of a few documents that can be read as transcriptions in Greek characters of Libyan names. Based on this scarce but significant evidence, already highlighted by M. Lejeune and R. Rebuffat, my paper will analyse the issue of the relations between western Sicily and North Africa in the Archaic period. The role of Segesta in the wider Mediterranean context will be examined, highlighting a geographical dimension often forgotten for the Archaic period - that of North Africa - but which was certainly present in the cultural landscape of western Sicily, and showing how Segesta was a crucial point in a dense network of contacts and relations that has yet to be fully addressed for the Archaic period

    When war changes a city. Fortifications and urban landscapes in tyrant-ruled Syracuse

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    La storia della città di Siracusa greca è caratterizzata da una numerosa serie di conflitti che ne condizionano l’evoluzione politica sociale e demografica. Le conseguenze della guerra si possono leggere anche nel paesaggio della polis: i conflitti, direttamente e indirettamente, ridisegnano confini, spazi pubblici, spazi fruibili, vie di comunicazione e di accesso della città, oltre a modificare la stessa percezione del paesaggio da parte degli abitanti. Gli studi sulla topografia di Siracusa hanno permesso di delineare con una certa sicurezza l’articolazione della città greca. Risulta per questa ragione possibile, a partire da essi, approfondire il modo in cui la città – intesa come ‘paesaggio geografico’ abitato e come comunità civica – sia stata condizionata dalla guerra. In questo contributo ci proponiamo di rileggere i conflitti che caratterizzano la città durante il periodo storico compreso tra la presa di potere di Gelone e la tirannide dionigiana facendo ‘reagire’ le due componenti fondative della polis, gli uomini e il loro territorio, con la ‘componente esterna’ della guerra, evidenziando, di volta in volta, cause e conseguenze dei cambiamenti del volto della città, leggibili tanto sul terreno quanto nelle fonti letterarie

    Alfabeti e scritture nella Siracusa arcaica: per un superamento della prospettiva identitaria

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    L’alfabeto, o meglio, gli alfabeti, che caratterizzano la storia epigrafica di Siracusa arcaica e delle sue ‘sub-colonie’ sono stati al centro di un lungo dibattito tra gli studiosi di epigrafia e, in particolare, di epigrafia siceliota, a causa delle apparenti discrepanze paleografiche che mostrano i pochi documenti a noi pervenuti. A partire dal più antico documento, l’unico di evidente ascendenza corinzia, l’iscrizione graffita su pisside, passando per la nota iscrizione sul crepidoma del tempio di Apollo, fino ad arrivare ai documenti iscritti donati a Olimpia e Delfi, si assiste infatti a una evoluzione dell’alfabeto che sembra mostrare i segni di un adattamento al contesto politico economico e culturale di insediamento più spiccato di quanto non si rilevi in altre poleis, sia in occidente che in Grecia propria. Già Arena ha rilevato questa evoluzione, attribuendola a ragioni pratiche: la maggiore intelligibilità dell’alfabeto, quando Siracusa assunse un ruolo centrale tra Sicilia e Grecia; fenomeni che potremmo definire di ‘assimilazione epigrafica’, quando Gela si espanse verso oriente, avvicinandosi ai domini siracusani e ad Akrai. Il mio intervento intende contribuire alla discussione oggetto della tavola rotonda presentando il caso studio dell’epigrafia di Siracusa e delle sue ‘sub-colonie’ sotto una luce nuova, che permetta di guardare ai documenti nel più ampio contesto di insediamento della città – e dunque al coevo sviluppo paleografico delle altre poleis e degli insediamenti indigeni – riflettendo anche sulla convenienza di un parametro interpretativo come quello identitario per studiare le modalità di scrittura e sulla necessità di indagare gli aspetti paleografici dei testi attraverso chiavi di lettura più pragmatiche, come l’intelligibilità della scrittura, la materialità degli oggetti, la diffusione delle ‘mode’ epigrafiche a seguito delle relazioni politiche ed economiche storicamente documentate

    Ideological ousting or Nativist purge? How democratic Syracuse treated its immigrants (466-5/454-3 ca. BCE)

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    This paper delves into the intricate connection between migration and democracy in Syracuse's historical landscape, specifically exploring the period following the downfall of the Deinomenid tyranny (466/465 BCE) until the year of the tyrannical attempt by Tyndarides (454/453 BCE). Relying predominantly on literary sources, the study investigates the nuanced relationship between new and established citizens. It centers on the challenges that immigration posed to the city's fragile social and political balance, offering an in-depth analysis of the socio-political dynamics forged by Gelon's forced population movements and the subsequent establishment of a democratic regime. Additionally, the research scrutinizes the diverse statuses of immigrants, encompassing mercenaries, forced migrants, and indigenous populations, providing insights into their respective roles within Syracuse's societal and political framework
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