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    ANALISI ELASTOSONOGRAFICA PRECHIRURGICA DELLE LESIONI MAMMARIE: INDAGINE SU MATERIALI PER LA CREAZIONE DI PHANTOM E CARATTERIZZAZIONE SPERIMENTALE

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    Negli ultimi anni la tecnica ecografica si è evoluta permettendo diagnosi più accurate; oggi si parla di elastosonografia per indicare una particolare metodologia ecografica in grado non solo di individuare le lesioni nei tessuti, ma anche di caratterizzarle per mezzo di una valutazione della loro elasticità/rigidità. È infatti riconosciuto che le lesioni in generale, presentano una rigidità maggiore rispetto ai tessuti sani che le circondano; una caratteristica fondamentale che permette di fare una distinzione tra lesioni maligne e benigne è che le prime risultano decisamente più rigide delle seconde. I vantaggi dell’elastosonografia sono svariati, a partire dalla non invasività dell’esame che dunque garantisce maggiore tollerabilità da parte della paziente; la migliore differenziazione delle lesioni benigne e maligne, rispetto alla semplice ecografia, permette di ridurre il numero di biopsie alle quali si ricorre in presenza di lesioni dubbie; di norma, l’esame non richiede molto tempo, è di facile applicazione, tuttavia la sua attendibilità dipende molto dalla manualità e dall’esperienza dell’operatore che la esegue. Sono quindi necessari strumenti per un training adeguato degli operatori del settore. L’esame elastosonografico è condotto mediante un normale ecografo, dotato di sonda specifica con la quale vengono applicate leggere compressioni perpendicolari alla superficie del tessuto. Elaborando il segnale ecografico mediante opportuni algoritmi, è possibile ottenere informazioni sulle proprietà meccaniche dei tessuti in esame, le quali sono visualizzate nell’immagine elastosonografica; questa appare come un’immagine ecografica colorata nella quale ciascun colore corrisponde a un grado di deformabilità/rigidità dei tessuti. Si viene a creare dunque una mappa di colori che passano dal rosso al blu e che rappresentano la diversa distribuzione dei tessuti in esame, cioè si riescono a distinguere i tessuti molli (rossi) da quelli più rigidi (blu). La presente tesi ha come obiettivo quello di individuare e caratterizzare meccanicamente dei materiali da utilizzare nella realizzazione di un phantom di seno elastosonografico. Per raggiungere tale scopo si sono presi in esame cinque materiali, di cui quattro tipi di silicone (SYLGARD® 184, DRAGON-SKIN 10 MEDIUM, DRAGON-SKIN FX-PRO, ECOFLEX 0010) e un tipo di idrogel (POLIVINILALCOL); per ogni materiale sono stati realizzati tre campioni che sono stati sottoposti a prove di compressione e a esame ecografico. Le prove di compressione, condotte in controllo di spostamento, sono state eseguite portando il provino a una deformazione del 25% del suo spessore iniziale per quattro cicli di carico e scarico consecutivi, ad eccezione del Sylgard che è stato compresso fino a una deformazione del 13%; secondo la normativa ASTM D395-03, i dati validi per costruire la curva di sforzo-deformazione sono quelli relativi al quarto carico. Si sono condotte anche prove di rilassamento dello sforzo. Le immagini ecografiche sono state ottenute ponendo i provini su un phantom di fegato ecografico e si è osservata la qualità dell’immagine per ogni prova. Nel Capitolo 1 è descritta la tecnica elastosonografica, con riferimenti all’anatomia della mammella, alla morfologia delle lesioni del seno e alla più diffuse tecniche di diagnosi. Nel Capitolo 2 sono descritti i phantom elastosonografici e il loro utilizzo; sono spiegate anche le proprietà dei tessuti biologici che un phantom dovrebbe riprodurre, come l’ecogenicità. Inoltre in questo capitolo è descritto lo scopo del lavoro di tesi. Il Capitolo 3 descrive la scelta dei materiali e i metodi del lavoro sperimentale condotto, quindi la realizzazione degli stampi dei provini, e le diverse soluzioni per la realizzazione dei provini stessi. Nel Capitolo 4 è descritta la procedura delle prove meccaniche e l’attrezzatura utilizzata; sono riportati i risultati riguardanti le prove meccaniche di compressione, cioè i valori dei moduli elastici e le curve stress-strain da cui sono stati ottenuti; è descritto l’andamento dello sforzo sotto una deformazione costante; infine sono descritte le immagini ecografiche di tutti i provini

    Prospeccion Comercial para el sector Impregnador Chileno en el Mercado Sudafricano

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    121 p.Dada las condiciones actuales de la industria forestal, originadas básicamente por las turbulencias del quehacer económico en los principales países del mundo, la prolongada recesión de Japón y la disminuida actividad económica europea, se presenta como una necesidad inminente, diversificarse en nuevos mercados para productos derivados de las actividades forestales. La presente investigación se basa en el encuentro exportador realizado en la Universidad de Talca, en Agosto del 2001, donde el agregado comercial de Prochile en Sudáfrica manifestó una demanda insatisfecha de postes impregnados para el área eléctrica y telefónica, debido principalmente a las políticas de urbanización de los sectores rurales. Se efectúa un análisis del macroentorno sudafricano en sus principales dimensiones, política, económica y social. Junto con lo anterior, se analizan las áreas sudafricanas relevantes que podrían necesitar productos impregnados, con su respectiva caracterización y descripción. Se entrega una visión general del sector impregnador chileno, dentro del área forestal, como también de la oferta sudafricana, para analizar la posibilidad de ingreso al mercado sudafricano de los productos en estudio. Este estudio incluye una comparación de precios de los productos que pueden ser provistos por Chile en el mercado sudafricano. Finalmente, se puede concluir que este mercado presenta oportunidades reales para productos impregnados chilenos, análisis que se basa en una serie de variables y limitaciones de importancia que se presentan en Sudáfrica

    Estrategia de Marketing para exportar vino embotellado de la Viña Montes al mercado alemán

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    108 p.El Tratado de Libre Comercio (TLC) entre Chile y la Unión Europea (UE) brinda la oportunidad de acceder a nuevos mercados, con gran cantidad de habitantes y diversidad de consumidores. Razón por la cual, viña Montes mostró interés en determinar qué tan atractivo resulta ser Alemania para la exportación de vino embotellado con la intención de reforzar su presencia sobre el viejo continente. El objetivo principal de este estudio es definir una estrategia de marketing, con la finalidad de exportar la línea Montes Alpha, lo que requiere la prospección del mercado vitivinícola alemán para lo cual se describe en términos generales el país estudiado, se caracterizan las relaciones comerciales entre Chile y Alemania y además, se entrega una visión sobre la industria vitivinícola chilena y el mercado alemán del vino para justificar la exportación. Por último, se procede a realizar una propuesta de posicionamiento, segmentación y mezcla de marketing que permitirá penetrar en dicho mercado. A través de recopilación de varios tipos de fuentes, se ha obtenido la información necesaria para llevar a cabo los distintos objetivos del estudio. Las principales fuentes de información fueron estudios solicitados a ProChile y datos encontrados en Internet, además de entrevistas realizadas a profesionales del vino, copio responsables de la comercialización de vinos y enólogos, quienes ayudaron a formar una visión sobre la industria vitivinícola en Chile. Para la exportación del vino Montes Alpha, se sugiere un posicionamiento de alta calidad enfocándose en los segmentos compuestos por personas mayores y el grupo de los solteros y hogares con 2 ingresos, sin niños. Se exportará la línea Alpha compuesta e 3 vinos tintos (Caabernet Sauvignon, Merlot y Syrah) y 1 vino blanco (Chardonnay). Esta se distribuirá a través de tiendas especializadas (Karstadt, Jacques Depot, WC-A y WC-B) y de restaurantes de hoteles prestigiosos en Bonn, Berlín, Hamburgo, Frankfurt, Munich, Colonia y Stuttgart. El precio al consumidor final por botella se situará en un rango de E 18 en las tiendas especializadas y f' 45-50 en los restaurantes. En relación a la promoción, se recomienda participar en las ferias vitivinícolas (ProWein, Inlerfructa, Budische Weinmesse e Interviti) así como publicar artículos y publicitar en la revista Del Feinschmecker

    Comparison of finite element and US elastograms of a breast phantom

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    Elastosonography (ES), performed in addition to conventional ultrasonography (US), can improve the differentiation of benign from malignant lesions, providing information on the elasticity of soft tissues. In fact it is well known that malignant lesions are much stiffer than the surrounding healthy tissue. Actually ES is recognized as a promising imaging technique for breast cancer diagnosis, with sensitivity, specificity and accuracy of 85.5, 88.6 and 87 %, respectively [1]. Nevertheless this technique still has some limitations due to the combined effect of the complex variable nature of lesions and subjective factors. To address this issue some Finite Element (FE) models of physical and virtual breast phantoms have been proposed in the literature. Most of such models are characterized by simplified geometries (e.g. cylindrical breast) simulated under plane strain [2, 3] and axial symmetric assumptions [4–6], and model soft tissues as linear elastic [2–6]. This study proposes an advancement in numerical simulation of breast ES. An anthropomorphic FE model of a commercial breast phantom has been developed and validated experimentally by comparing virtual and real ES images. In particular the model has been exploited to investigate the effect of 3D geometry and lesion/healthy tissue interface on virtual ES

    La Qualit\ue0 della Vita nei servizi per persone con disabilit\ue0: sfide e prospettive

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    Il contributo, muovendosi all'interno del costrutto teorico della Qualit\ue0 della Vita, presenta una proposta progetuale per l'integrazione lavorativa di giovani adulti con disabilit\ue

    Analisis del Clima Organizacional en Establecimientos Educacionales, Municipales y Particulares, de Curico y la Relación con sus resultados en la Prueba de Aptitud Academica (P.A.A.)

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    91 p.La presente Investigacion consistio en medir el Clima Organizacional(C.O)en cinco establecimientos educacionales del radio urbano de la ciudad de Curico,tres con administracion particular y dos municipalizados. A fin de ser comparable la informacion obtenida es que la muestra fue sustituida solo por aquellos que tuviesen una planta docente igual o superior 40 y con formacion cientifico- humanista

    Post-mortem computer tomography in ten cases of death while diving: a retrospective evaluation

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    Introduction Self-contained underwater breathing apparatus (SCUBA) diving deaths have always been a challenge for forensic pathologists. Post-mortem computer tomography (PMCT) allows intracorporeal gas visualization, contributing to identify the cases in which the cause of death is arterial gas embolism (AGE). However, in the literature, it is indicated to perform the radiological examination within 24 h after death. Materials and methods In this retrospective study, 32 cases of death who had undergone PMCT 24-48 h after death/corpse finding between January 2011 and March 2021 were analyzed, including ten cases of SCUBA divers who died of AGE. All cases' radiological images were reviewed to localize the intracorporeal gas distribution alongside other findings that are usually related to SCUBA diving death. A semi-quantitative evaluation was also performed. Results Most of the divers showed gas within the left heart and the arteries. In addition, the semi-quantitative evaluation revealed that the divers presented a higher mean amount of intraarterial gas compared to the fresh corpses. On the other hand, the putrefied corpses presented gas within the portal system and generalized subcutaneous emphysema with higher frequency and quantity than the divers and fresh corpses. Conclusion Our cases suggested that the PMCT, even when performed 24-48 h after death, remains a valuable tool to diagnose AGE in cases of SCUBA diving deaths. In addition, with the limit of the small sample size, our data showed that at least a medium quantity of intraarterial gas, when not associated with a high amount of gas within the portal system and subcutaneous emphysema, could be considered a diagnostic criterion of AGE
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