712 research outputs found

    «Napoli a occhio nudo» di Fucini e la nazionalizzazione di un universo discorsivo ‘orientalizzante’ sul Mezzogiorno

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    Si analizza Napoli a occhio nudo di Renato Fucini, facendo dialogare le strategie retorico-discorsive che nel testo costruiscono l'immagine di Napoli con il dibattito sui processi di 'orientalizzazione' del Mezzogiorno. Se per 'orientalismo' si può intendere «il distribuirsi di una consapevolezza geopolitica entro un insieme di testi poetici, eruditi, economici, sociologici, storiografici e filologici» (E. Said), allora può avere senso chiedersi «come e quando l'Italia meridionale è divenuta “il Sud”, un luogo e un popolo immaginato diverso […]; un serbatoio di residui feudali, pigrizia e squallore da un lato, di contadini pittoreschi, tradizioni popolari ed esotismo dall'altro» (N. Moe). La letteratura italiana post-unitaria sul Mezzogiorno è presa in esame, allora, in quanto valido banco di prova per indagare i caratteri testuali di quello che appare un particolare processo di nazionalizzazione di un universo discorsivo sul Mezzogiorno, nato dallo sguardo eurocentrico del Grand Tour

    Borgese, Jovine e Silone prefatori per il Touring Club Italiano

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    Si mettono a sistema tre brevi testi di tipo etnogeografico con cui si sono cimentati Silone, Jovine e Borgese negli anni Trenta-Quaranta del Novecento, concettualizzando e testualizzando i caratteri più peculiari della propria regione di appartenenza. Prenderò in esame la prefazione che Borgese scrisse per Sicilia (Touring Club Italiano, 1933) e le due prefazioni che Silone e Jovine scrissero per Abruzzo e Molise, (Touring Club Italiano, 1948). Mi ripropongo di innestare le ragioni di questi testi nel dibattito sui processi di “orientalizzazione” del Mezzogiorno italiano, intendendo per orientalizzazione i percorsi culturali di tra- sformazione in categoria metastorica e stereotipata dell'immaginario culturale, caratterizzata da arretratezza, barbarie, prevalenza dell'elemento naturale e dimensione folkloristica (Said), e dunque la costruzione di i- dentità regionali meridionali fondate in prevalenza su processi retorici e rappresentazioni letterarie (Moe). A partire dal riconoscimento della centralità che il campo letterario assume nella maggior parte di tali processi culturali, emerge infatti il ruolo determinante delle strategie retoriche di cui si sostanziano pressoché tutti i processi di “orientalizzazione”, fenomeni che sono per loro stessa natura testuali e dunque in buona parte letterar

    Il Mezzogiorno di Bandi e Abba tra esotismi e stigmatizzazioni

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    Ad eccezione di taccuini, articoli di giornale o lettere, la maggior parte dei memorialisti garibaldini si dedicò alla scrittura solo alcuni anni dopo le imprese della Spedizione dei Mille. Considerando la provenienza non meridionale della maggior parte di loro, è interessante vedere come il Sud sia stato per lo più caratterizzato in senso esotico e memoriale: luogo misterioso e fonte di stereotipi, cullato nella memoria e testualizzato attraverso una scrittura che esalta il dato leggendario

    Scrivere del Mezzogiorno.Processi di auto-orientalism nella Letteratura italiana

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    Questo lavoro guarda al contributo che la letteratura italiana ha dato relativamente alla costruzione e alla sedimentazione, nell'immaginario comune e nella percezione pubblica, dell'identità geografica e culturale del Mezzogiorno, ovvero di quella «consapevolezza geopolitica» di cui parlava Edward Said a proposito di altre aree del globo. Per fare ciò, sono stati identificati e presi in esame due diversi momenti che nella storia d'Italia si sono contraddistinti per una forte ridiscussione dell'immagine delle regioni meridionali del paese. I decenni immediatamente successivi all'Unità, infatti, sono stati caratterizzati da ampi dibattiti in merito al ruolo che il Sud doveva avere all'interno della nuova nazione, e in tale quadro il campo letterario appare aver avuto una funzione tutt'altro che marginale, contribuendo insieme ai campi editoriale, artistico, culturale e politico, a sviluppare le diverse rappresentazioni del Mezzogiorno. Il ventennio fascista, poi, ha dovuto fare i conti con strategie descrittive che del Sud avevano fatto una problematica regione dell'immaginario, di cui si erano messi in risalto in prevalenza gli aspetti di alterità rispetto al resto d'Italia, e le ha riformulate in maniera complessa e disorganica, calandole poi (spesso a fini propagandistici) all'interno di dialettiche che ruotavano intorno alle opposizioni città/campagna, centro/periferia e tradizione/innovazione

    White cord syndrome after non-contiguous double-level anterior cervical decompression and fusion (ACDF): A "no reflow phenomenon"?

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    Abstract Study design Case report and review of literature. Objective To report a rare complication of anterior cervical decompression and fusion (ACDF) in a patient with severe cervical cord compression and review of relevant literature. Introduction The white cord syndrome is a very rare condition characterized by an ischemic-edematous lesion of the spinal cord following a surgical procedure, lacking intra o perioperative surgical or anesthesiological complications. Case report A 64-years old male affected by a severe cervical stenosis at multiple levels, with voluminous C3–C4 and C5–C6 disc herniations associated to T2-hyperintense myelomalacic area at C3–C4 level was admitted to our Unit of Neurosurgery in July 2015. A double-level anterior cervical decompression and fusion (ACDF) procedure was performed without intraoperative complications and, in the immediate post-operative period, the patient developed a severe motor weakness to four limbs. The post-operative cervical spine MRI revealed an extension of the hyperintensity on the C5–C6 level. In the immediate post-operative course high doses of dexamethasone were administered, in order to treat the secondary spinal damage. The patient was, after few days, transferred to a Rehabilitation Unit where a partial improvement of the motor weakness was gradually observed. We report the second case of this complication in Literature to support the theory of a possible reperfusion injury after a double ACDF. We speculate an ethiologic mechanism similar to a long-term no-reflow phenomenon, likely during the post-ischemic period in myocardial or cerebral infarction. Conclusions Despite the pathophysiology of non-reflow phenomenon is not widely known, we suspect that an improper blood flow after the double-level discectomy could have led to the changes in medullar hemodynamics

    Management of pheochromocytoma during pregnancy from diagnosis to laparoscopic adrenalectomy. A case report and review of literature

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    INTRODUCTION: Pheochromocytoma is an endocrine tumour of chromaffin cells. It can be diagnosed either sporadically or in the context of hereditary syndromes (e.g. Von Hippel Lindau, Neurofibromatosis type 1 and multiple neuroendocrine neoplasia type 2). During pregnancy, its frequency is very low (about 0,007%). This tumour causes paroxysmal hypertension in 0,1-0,6% pregnant women, because of an overproduction of catecholamines. If undiagnosed and nontreated, it's associated with high maternal and fetal mortality (40-50%). We report the case of a 30-year-old female diagnosed with pheochromocytoma during pregnancy at week 31 of gestation. In a multidisciplinary team made of surgeons, gynaecologists, anaesthetists, geneticists and endocrinologists we evaluated the case and according to literature, we choose a surgical approach after childbirth: performing a laparoscopic right adrenalectomy. DISCUSSION: In pregnancy, pheochromocytoma is a rare clinical condition. Gold standard treatment is laparoscopic adrenalectomy. However, the optimum timing of surgery is a challenge. CONCLUSION: Timely diagnosis of pheochromocytoma in pregnant women with hypertension and appropriate therapeutic management can lead to improve maternal, fetal and neonatal outcomes. The multidisciplinary team is necessary to recognize the symptoms and to adopt the right pre - and post - operative treatment. Laparoscopic adrenalectomy after delivery is safe and feasible even though the surgical procedure should be performed by an experienced surgeon. KEY WORDS: Pheochromocytoma, Pregnancy, Laparoscopic adrenalectomy and pregnancy, Management of pheochromocytoma, Laparoscopic adrenalectomy, Adrenalectomy, Pregnancy and pheochromocytoma

    Coexistence of mastoid, frontal and vertebral hemangiomas in a patient with diabetic neuropathy: Possible correlation between diabetic angiopathy and intraosseous neoangiogenesis

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    : Bony hemangiomas are benign vascular lesions with an expansive growth; usually they tend to obliterate the entire bony cavity. They are typical lesion of the spinal bones, but they can rarely arise within other bones of the neurocranium. Diabetic microangiopathy is a condition characterized by the development of aberrant vessel tangles anastomosed to each other due to dysregulated neoangiogenesis. We report the case of a 56-year-old woman, suffering from type 2 diabetes mellitus, admitted to the neurology department due to a reported worsening of paresthesias and dysesthesias of the upper and lower limbs. She performed a contrast-enhanced brain CT scan that showed the presence, at the level of the right mastoid process, of an hypervascular angioma. A subsequent MRI study of the brain and spine showed the presence of multiple bone angiomas, at the level of the right frontal theca and C7, Th3, and Th7 vertebral bodies. Due to the absence of further symptoms and clinical and radiological signs of intracranial compression, the patient did not perform surgery. A radiological follow-up was advised. Although possible pathophysiological correlations between diabetes and vertebral hemangiomas are mentioned in literature, vascular lesions of this type involving vertebrae and skull base simultaneously can be discovered in a patient with chronic diabetic disease. As long as these lesions remain asymptomatic, surgical treatment is not indicated, and the patient is followed over time with radiological follow-up

    Cambiamenti ambientali indotti dalle variazioni climatiche oloceniche e dall’uomo nell’area dell’abitato antico di Pontecagnano

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    L’abitato antico di Pontecagnano (vii-iii a.C.), sorge su un alto morfologico di natura travertinosa, che in antico emergeva di pochi metri dal settore NO della pianura alluvionale costiera del Fiume Sele. I lavori per l’ampliamento dell’autostrada A3 SA-RC hanno intercettato livelli archeologici rappresentativi di ampie porzioni del territorio urbano e periurbano dell’abitato antico e messo in evidenza un record archeostratigrafico che va dal Pleistocene Superiore ad oggi. Lo studio geomorfologico ed archeo-tephro-stratigrafico di dettaglio, corredato da analisi paleoambientali, ha consentito di delineare gli aspetti salienti dell’evoluzione del paesaggio e degli ambienti nel corso dell’Olocene. Le modifiche dell’ambiente e del paesaggio sono state prevalentemente indotte da condizionamenti antropici sul sistema idraulico e forestale e sull’organizzazione del territorio soprattutto per il periodo di vita dell’abitato, dove si coglie un importante bonifica. Nei periodi precedenti e successivi alla vita dell’abitato i cambiamenti ambientali sono stati indotti da variazioni climatiche e dai prodotti delle eruzioni dei vulcani napoletani.The ancient settlement of Pontecagnano (7th-3rd centuries B.C.) was built up on the travertine plateau overlooking the Sele river on the NW sector of the alluvial-coastal plain. Motorway construction works brought to light archaeological remains of an ancient urban and suburban settlement. Archaeostratigraphical records dated between the late Pleistocene and today have been elucidated. The geomorphological and archaeo-tephro-stratigraphical study, coupled with palaeoenvironmental analysis, allowed us to outline the evolution of the environment during the Holocene. The environmental changes have been mainly induced by human activities, during the 7th -3rd centuries B.C., by land reclamation. During other periods of the Holocene the environmental changes can be attributed to climatic variations and, secondly, to the impact of the distal products of Neapolitan volcanic eruptions on geomorphic systems

    The future of Cybersecurity in Italy: Strategic focus area

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