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Studio dell'onicopatia psoriasica in 178 pazienti: sua correlazione con il fenotipo clinico e l'artrite psoriasica
L’obiettivo dello studio è stato valutare la frequenza del coinvolgimento ungueale nei pazienti psoriasici e rilevare le relazioni tra coinvolgimento ungueale e diversi parametri clinici. Sono stati inclusi nello studio 178 pazienti affetti da psoriasi (54 donne e 124 uomini), per ciascun paziente sono stati effettuati colloqui clinici allo scopo di rilevare alcune caratteristiche anamnestiche e sono stati calcolati i valori degli indici PASI e NAPSI. Il 76.9% dei soggetti presentavano segni di interessamento ungueale (NAPSI ≥1). Si evidenziava una maggior durata della malattia per i pazienti che presentano anche lesioni ungueali (15.6 vs 14.0 anni). I punteggi medi del PASI sono stati significativamente maggiori negli individui con interessamento ungueale (12.0 vs 8.7 p=0.06). L’85.7% dei soggetti con artrite psoriasica mostravano interessamento ungueale. I soggetti con artrite psoriasica presentavano una durata media della patologia cutanea significativamente maggiore degli individui con il solo interessamento cutaneo (22.7 vs 13.8 anni p=0.0001).
In conclusione questo studio ha confermato che la localizzazione ungueale è una problematica molto frequente tra i soggetti affetti da psoriasi che si associa a forme cutanee più severe e durature ed ha evidenziato una forte correlazione con l’artrite psoriasica
Porocheratosi in corso di GVHD cutanea cronica
La porocheratosi è un raro disordine della cheratinizzazione di cui esistono forme ereditarie ed acquisite. Clini-camente è caratterizzata da lesioni anulari ad estensione centrifuga con margini ipercheratosici o, più raramente, da placche ipercheratosiche lineari. L’insorgenza della porocheratosi nel contesto dell’immunosopressione iatrogena è stata descritta in letteratura, soprattutto in pazienti che hanno ricevuto un trapianto d’organo solido. Meno comune è la porocheratosi in pazienti sottoposti a terapia immunosoppressiva dopo trapianto di cellule staminali ematopoietiche.
Descriviamo un paziente di 16 anni affetto da leucemia mieloide acuta sottoposto a trapianto di midollo osseo che ha sviluppato porocheratosi due anni dopo il trapianto, in remissione ematologica e nel contesto di un quadro di malattia del trapianto contro l’ospite (Graft Versus Host Disease, GVHD) cronica sclerodermiforme. Le lesioni sono state trattate inizialmente con crioterapia ed escissione chirurgica; tuttavia considerate le numerose recidive è stata introdotta terapia con acitretina, con buoni risultati clinici dopo 8 settimane di terapia. Attualmente il paziente è in buone condizioni generali, con remissione completa della GVHD cronica e buon controllo delle lesioni cutanee di porocheratosi
Valutazione della prevalenza dell'epatite C in 182 pazienti affetti da psoriasi: correlazione con la gravità della malattia e difficoltà di gestione terapeutica
La psoriasi è una patologia cutanea infiammatoria cronica con prevalenza tra lo 0.8 e l’11%. L’epatite C è una patologia infettiva con prevalenza del 2.6% a livello mondiale. Di recente interesse è la valutazione di una possi-bile correlazione non casuale tra le due patologie in relazione all’utilizzo nella terapia della psoriasi di farmaci immunosoppressori (anti-TNFα, ciclosporina) in grado causare la riattivazione di infezioni tra cui HCV.
Lo scopo di questo studio è la valutazione della prevalenza dell’epatite C in una popolazione di pazienti psoria-sici, della correlazione tra la presenza dell’infezione e la gravità della patologia cutanea e della difficoltà di ge-stione terapeutica di pazienti psoriasici HCV-positivi.
Fanno parte dello studio 182 pazienti affetti da psoriasi in cui sono stati valutati gli indici di funzionalità epatica, i markers dell’epatite C (HCV-RNA, HCV-ab) e il PASI (indice di gravità della psoriasi). La prevalenza dell’epatite C in questa popolazione è stata messa a confronto con quella presente in una popolazione generale lombarda composta da 2154 soggetti risultando più che doppia nei soggetti psoriasici. Le due popolazioni sono state suddivise per sesso ed età: in entrambe la prevalenza dell’epatite è risultata pressoché uguale nei due sessi e maggiore nei soggetti di età più avanzata. La media del PASI dei soggetti psoriasici HCV-positivi è risultata più che doppia rispetto a quella dei soggetti psoriasici HCV-negativi. Questi risultati indicano una correlazione non casuale tra psoriasi ed epatite C e che la presenza dell’infezione si associa ad una maggiore gravità del quadro cutaneo. I pazienti HCV-positivi che avevano effettuato in precedenza terapia con interferone avevano un PASI superiore a quelli che non avevano effettuato la terapia, è probabile che la terapia per l’epatite determini un ulteriore aggravamento del quadro cutaneo. L’epatite C va quindi considerata una comorbilità maggiore da rilevare e monitorare nei pazienti psoriasici per la duplice difficoltà di gestione terapeutica in questi soggetti
Ciclosporina-A e week-end therapy nella psoriasi a placche: la nostra esperienza
L’efficacia della Ciclosporina-A (CsA) nel trattamento della psoriasi è nota da 30 anni. La sua maggiore limitazione è però correlata al rischio di eventi avversi quali l’ipertensione arteriosa e l’alterazione della funzionalità renale che sembrerebbero non solo dose-dipendenti ma anche proporzionali alla durata della terapia. Pertanto, la possibilità di formulare uno schema di trattamento in grado di controllare efficacemente le manifestazioni cliniche nel lungo termine con un profilo di sicurezza accettabile risulta sempre più importante al fine di migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da psoriasi.
Scopo del nostro studio è la valutazione di una terapia con CsA somministrata solo due giorni alla settimana da protrarre su lunghi periodi per il controllo delle recidive di psoriasi.
Il nostro studio prende spunto dalla week-end therapy che si è dimostrata efficace nel mantenimento della remissione a lungo termine ed è stata ben tollerata da tutti i pazienti considerati
Psoriasi pustolosa generalizzata indotta da Ciprofloxacina: utilità della terapia con Ciclosporina-A
Descriviamo il caso di una donna di 42 anni affetta da psoriasi volgare in remissione clinica completa da 15 settimane, che ha presentato l’insorgenza di un’eruzione pustolosa diffusa su gran parte della superficie cuta-nea, con febbre e condizioni generali scadenti dopo l’assunzione di Ciprofloxacina per il trattamento di un’infezione delle vie urinarie. In base al quadro clinico ed all’anamnesi di una pregressa eruzione cutanea da Ciprofloxacina è stata posta diagnosi di psoriasi pustolosa generalizzata indotta da Ciprofloxacina. Dopo il trattamento sistemico con Ciclosporina-A si è ottenuta la remissione del quadro clinico in poche settimane. La terapia con Ciclosporina-A risulta una valida opzione terapeutica nel trattamento della forma acuta e grave di psoriasi pustolosa generalizzata
FEZ2 Has Acquired Additional Protein Interaction Partners Relative to FEZ1: Functional and Evolutionary Implications
BACKGROUND: The FEZ (fasciculation and elongation protein zeta) family designation was purposed by Bloom and Horvitz by genetic analysis of C. elegans unc-76. Similar human sequences were identified in the expressed sequence tag database as FEZ1 and FEZ2. The unc-76 function is necessary for normal axon fasciculation and is required for axon-axon interactions. Indeed, the loss of UNC-76 function results in defects in axonal transport. The human FEZ1 protein has been shown to rescue defects caused by unc-76 mutations in nematodes, indicating that both UNC-76 and FEZ1 are evolutionarily conserved in their function. Until today, little is known about FEZ2 protein function. METHODOLOGY/PRINCIPAL FINDINGS: Using the yeast two-hybrid system we demonstrate here conserved evolutionary features among orthologs and non-conserved features between paralogs of the FEZ family of proteins, by comparing the interactome profiles of the C-terminals of human FEZ1, FEZ2 and UNC-76 from C. elegans. Furthermore, we correlate our data with an analysis of the molecular evolution of the FEZ protein family in the animal kingdom. CONCLUSIONS/SIGNIFICANCE: We found that FEZ2 interacted with 59 proteins and that of these only 40 interacted with FEZ1. Of the 40 FEZ1 interacting proteins, 36 (90%), also interacted with UNC-76 and none of the 19 FEZ2 specific proteins interacted with FEZ1 or UNC-76. This together with the duplication of unc-76 gene in the ancestral line of chordates suggests that FEZ2 is in the process of acquiring new additional functions. The results provide also an explanation for the dramatic difference between C. elegans and D. melanogaster unc-76 mutants on one hand, which cause serious defects in the nervous system, and the mouse FEZ1 -/- knockout mice on the other, which show no morphological and no strong behavioural phenotype. Likely, the ubiquitously expressed FEZ2 can completely compensate the lack of neuronal FEZ1, since it can interact with all FEZ1 interacting proteins and additional 19 proteins
A Draft of the Human Septin Interactome
Background: Septins belong to the GTPase superclass of proteins and have been functionally implicated in cytokinesis and the maintenance of cellular morphology. They are found in all eukaryotes, except in plants. In mammals, 14 septins have been described that can be divided into four groups. It has been shown that mammalian septins can engage in homo- and heterooligomeric assemblies, in the form of filaments, which have as a basic unit a hetero-trimeric core. In addition, it has been speculated that the septin filaments may serve as scaffolds for the recruitment of additional proteins. Methodology/Principal Findings: Here, we performed yeast two-hybrid screens with human septins 1-10, which include representatives of all four septin groups. Among the interactors detected, we found predominantly other septins, confirming the tendency of septins to engage in the formation of homo- and heteropolymeric filaments. Conclusions/Significance: If we take as reference the reported arrangement of the septins 2, 6 and 7 within the heterofilament, (7-6-2-2-6-7), we note that the majority of the observed interactions respect the ""group rule"", i.e. members of the same group (e. g. 6, 8, 10 and 11) can replace each other in the specific position along the heterofilament. Septins of the SEPT6 group preferentially interacted with septins of the SEPT2 group (p<0.001), SEPT3 group (p<0.001) and SEPT7 group (p<0.001). SEPT2 type septins preferentially interacted with septins of the SEPT6 group (p<0.001) aside from being the only septin group which interacted with members of its own group. Finally, septins of the SEPT3 group interacted preferentially with septins of the SEPT7 group (p<0.001). Furthermore, we found non-septin interactors which can be functionally attributed to a variety of different cellular activities, including: ubiquitin/sumoylation cycles, microtubular transport and motor activities, cell division and the cell cycle, cell motility, protein phosphorylation/signaling, endocytosis, and apoptosis.Fundao de Amparo a Pesquisa do Estado Sao Paulo (Fapesp)CAPES: Coordenao de Aperfeioamento de Pessoal de Navel SuperiorConselho Nacional de Pesquisa e Desenvolvimento (CNPq)Laboratorio Nacional de Biociencias-Centro Nacional de Pesquisa em Energia e Materais (LNBio-CNPEM
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