2,619 research outputs found

    APEmille: a parallel processor in the teraflop range

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    APEmille is a SIMD parallel processor under development at the Italian National Institute for Nuclear Physics (INFN). APEmille is very well suited for Lattice QCD applications, both for its hardware characteristics and for its software and language features. APEmille is an array of custom arithmetic processors arranged on a tridimensional torus. The replicated processor is a pipelined VLIW device performing integer and single/double precision IEEE floating point operations. The processor is optimized for complex computations and has a peak performance of 528Mflop at 66MHz and of 800Mflop at 100MHz. In principle an array of 2048 nodes is able to break the Tflops barrier. A powerful programming language named TAO is provided and is highly optimized for QCD. A C++ compiler is foreseen. Specific data structures, operators and even statements can be defined by the user for each different application. Effort has been made to define the language constructs for QCD.Comment: Talk presented at LATTICE96(machines

    Porti e approdi dell’antica <i>Sulcis</i>

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    La città di Sulky deve la sua incredibile fortuna commerciale, che la portò già nell’VIII secolo a.C. a primeggiare sul Mediterraneo centrale e a sopravvivere a numerose sventure, non solo alla sua ubicazione in una regione ricca di risorse naturali, ma anche e soprattutto al suo eccellente porto, che le permise di intrattenere rapporti commerciali con tutti i principali centri rivieraschi di questo mare. Il presente lavoro analizza l’insediamento sulcitano (con l'isola di Sant'Antioco) che grazie alle caratteristiche particolarmente favorevoli, divenne al centro delle rotte mediterranee e come la sua economia, legata soprattutto al mare e attiva e prospera per tutto il I millennio a.C. e per almeno la metà del millennio successivo, l’abbia aiutata a superare le peggiori traversie e i più duri eventi

    The Interstitial Language and Transnational Experience

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    In this essay I argue that the idea of inhabiting, and of human individuality as the house of being, are fruitful ideas if located in a space defined by movement, porosity, interstitiality, and in an urban and architectural paradigm which is based on openness and inclusiveness. Transnational experiences and localities can be, to this end, extremely instructive. It is essential to articulate the notion of dwelling within an urban context in which building is the result of complex cultural and social interactions, which are characterised not only by the negotiation of space and materials but also, and more importantly, by a range of symbolic values. The symbolism that I refer to here is the product of mnemonic and emotional experiences marked by time and space, which in the case of the migratory and transnational experiences is arrived at through a delicate negotiation of the past and the present, and the ‘here’ (the current locality) and the ‘there’ (the native locality). The dwelling that I speak of is, therefore, a double dwelling divided between the present at-hand and the remembered past, and as such it inhabits a space, which is both interstitial and liminal, simultaneously in and out-of-place. I have chosen the Italian Forum in Sydney as a working sample of the place-out-of-plac

    Ceramica fenicia della Collezione Giacomina di Sant’Antioco (Sardegna)

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    La città fenicia e punica di Sulky, odierna Sant’Antioco, oltre a essere, almeno sulla base delle attuali testimonianze, il più antico centro urbano della Sardegna, grazie anche al vasto retroterra di riferimento, tra i primi decenni dell’VIII secolo a.C. e la fine del VI fu senza dubbio quello di maggiore importanza e di più ampio respiro commerciale. L'importanza di questo sito è testimoniata dai molti oggetti che lo stesso centro ci ha tramandati e che sono conservati nelle collezioni pubbliche e private. Il presente lavoro analizza alcuni materiali conservati nella collezione personale del dottor Arturo Giacomina: si tratta di cinque recipienti, tra cui una brocca con orlo espanso, databile nella prima metà del VII secolo a.C. e di vasi collocabili attorno alla metà del secolo successivo (un’anfora, una brocca con orlo gonfio, una brocca piriforme e un attingitoio con fondo cuspidato)

    linee di credito autoliquidanti e concordato in continuita' aziendale

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    L'obiettivo è quello di delineare la disciplina applicabile ai contratti bancari in essere nel momento in cui viene presentata dal debitore in stato di crisi una domanda di concordato in continuità, sia essa una domanda piena o una domanda con riserva. Concentriamo la nostra attenzione sui contratti di cessione pro solvendo e di mandato in rem propriam all'incasso, stipulati (in un momento precedente al deposito della domanda di concordato in continuità) tra la banca e l'imprenditore in stato di crisi, a fronte della concessione delle linee di credito autoliquidanti. Analizziamo la disciplina applicabile a tali contratti ancora in corso di esecuzione nel momento in cui viene presentato ricorso di ammissione al concordato e cerchiamo soprattutto di risolvere i più importanti problemi interpretativi emersi

    Produzione e commercio del vino in Sardegna nell’VIII secolo a.C.

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    Si è discusso sul periodo che ha visto la comparsa della coltura della vite e della produzione del vino in Sardegna. I navigatori filistei e ciprioti toccarono l’Occidente mediterraneo e quindi la Sardegna fin dal XII secolo a.C., importando nell’isola lingotti di rame e recando nuove tecnologie, tra le quali l’uso del ferro, e probabilmente impiantando i primi vigneti. A partire dalla metà dell’VIII secolo a.C., in Sardegna, per opera sia delle popolazioni autoctone, sia di quelle fenicie giunte più recentemente, si registra una notevole produzione vinaria, ampiamente apprezzata e oggetto di notevole esportazione, soprattutto a Cartagine, in Etruria e nel Latium Vetus. L’impatto della vite e del vino nella vita dell’antica Sardegna fu determinante e coinvolse non solo gli aspetti principali della vita sociale, ma divenne ben presto una componente della vita quotidiana, nonché del rituale funebre, e costituì una fetta cospicua dei traffici commerciali, spesso condizionando economicamente intere regioni dell’isola

    Articolazione delle competenze e tutela dei diritti fondamentali nelle misure UE contro il terrorismo,

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    Alcune pronunce del Tribunale di primo grado e della Corte di giustizia in tema di misure finalizzate alla lotta al terrorismo evidenziano, ancorch\ue9 per motivi diversi, una compressione del diritto a beneficiare di una tutela giurisdizionale effettiva da parte delle persone e delle organizzazioni colpite dalle misure in questione. Seppure siffatta compressione sia imputabile innanzitutto all\u2019esigenza di reagire a circostanze straordinarie idonee a minacciare la pace e la sicurezza internazionale, non sembra irragionevole ritenere che, nell\u2019ambito dell\u2019Unione europea, essa origini soprattutto dall\u2019esistenza di un sistema giuridico di tutela dei diritti fondamentali che si articola su una pluralit\ue0 di meccanismi. In altre parole, il concorso, in tema di adozione ed esecuzione di provvedimenti finalizzati alla lotta al terrorismo, di pi\uf9 enti \u2014 Stati membri, Unione Europea e Comunit\ue0 europea \u2014 e la complessa articolazione delle competenze che ne deriva sembrerebbero essere causa delle limitazioni dei diritti e delle garanzie fondamentali di cui parliamo. Se la frammentata articolazione di competenze fra pi\uf9 enti pu\uf2 allora influenzare le modalit\ue0 di esercizio del diritto ad una tutela giurisdizionale effettiva, in una prospettiva diversa occorre tuttavia chiedersi se esigenze legate al fenomeno della ripartizione verticale o orizzontale di competenze possano giustificare compressioni tanto incisive da compromettere nella sostanza un diritto considerato fondamentale. La sentenza emanata dalla Corte di giustizia nel caso Kadi (3 settembre 2008, cause riunite C-402/05 P e C-415/05 P, Yassin Abdullah Kadi e Al Barakaat International Foundation c. Consiglio e Commissione) parrebbe infatti indicare che, pur in presenza di un fenomeno di ripartizione di competenze tra enti diversi, i diritti fondamentali, tra i quali il diritto ad una tutela giurisdizionale effettiva, non possono subire alcuna deroga. Essa, soprattutto, valorizza, a differenza della giurisprudenza precedente, il carattere primario acquisito nell\u2019ordinamento dell\u2019Unione dai principi fondamentali, riconosciuti dall\u2019art. 6 del Trattato sull\u2019Unione, e, conseguentemente, della necessit\ue0 di interpretare le norme dei trattati in maniera complessivamente compatibile con l\u2019esigenza di non svuotare di significato tali principi. Peraltro, non \ue8 escluso che questa esigenza potrebbe anche incidere sulla ripartizione di competenze tra pi\uf9 enti, cos\uec derogando, pur in maniera indiretta o implicita, il principio dei poteri attribuiti

    Un nuovo orientamento della Corte costituzionale sui rapporti fra ordinamento comunitario e ordinamento italiano?

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    Nelle due sentenze n. 348 e n. 349 del 2007, la Corte costituzionale, nel pronunciarsi sul vincolo posto dall\u2019art. 117, 1 comma, Cost. in relazione ad obblighi derivanti dalla Convenzione europea dei diritti dell\u2019uomo, \ue8 ritornata ad occuparsi, pur incidentalmente, dei rapporti tra ordinamento interno ed ordinamento comunitario. Le pronunce forniscono innanzitutto l\u2019occasione per contribuire a chiarire alcuni punti critici relativi all\u2019interpretazione dell\u2019art. 11 Cost. e alla nozione di ordinamento sovranazionale. Nonostante la ricca giurisprudenza in materia, la Corte si \ue8 solo occasionalmente soffermata sul contenuto normativo e sull\u2019ambito d\u2019applicazione dell\u2019art. 11 Cost., n\ue9 essa ha individuato con precisione le condizioni che definiscono un\u2019organizzazione internazionale sovranazionale. Le sentenze innovano anche sotto un altro profilo cruciale: esse sembrano prospettare un superamento del tradizionale assetto elaborato dalla Corte costituzionale in tema di rapporti tra ordinamento comunitario e ordinamento italiano. Questi, infatti, sembrano concepiti non pi\uf9 come ordinamenti distinti ed autonomi, ma piuttosto come integrati in un unico sistema normativo. Ancorch\ue9 i passaggi delle due sentenze dedicati a questo problema sembrano pi\uf9 che altro diretti a valorizzare le differenze tra l\u2019ordinamento comunitario ed il sistema istituito dalla Convenzione europea, essi sollevano nondimeno problemi teorici non trascurabili

    The Interstitial Self: On Literature and Agamben’s Potentiality

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    Partendo da una riflessione letterario-filosofica sulla differenza tra poesia e filosofia, e tra conoscenza e possesso, questo articolo propone una definizione del linguaggio letterario come framezzo. La medianit&agrave; letteraria, che trova ampio riscontro in gran parte della letteratura moderna e contemporanea, viene qui affrontata e discussa attraverso il concetto di potenzialit&agrave; e le modalit&agrave; con cui questo concetto &egrave; stato interpretato in filosofia, con particolare riferimento al lavoro del filosofo italiano Giorgio Agamben.This paper was originally published with the title &ldquo;The Stanza of the Self: On Agamben&rsquo;s Potentiality&rdquo; in the special issue of the electronic journal Contretemps on Giorgio Agamben (2003).Article text in Englis

    Da Sulky a Sulci

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    Le scarse iscrizioni con più parole di senso compiuto rinvenute fino ad oggi a Sulky riguardano la dedica di un tempio da parte di un privato cittadino a una divinità femminile o la dedica di una coppa da parte di alcuni magistrati a un’altra divinità maschile. Pertanto, la ricostruzione dell’antica storia dell’isola risulta particolarmente difficoltosa e ancor più lo è quella dell’agglomerato urbano di Sulky. Comunque, un indispensabile aiuto è dato dalle indagini archeologiche effettuate in Sardegna e in particolare a Sulky e nel suo circondario nel corso dell’ultimo secolo, su cui si basa il presente studio
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