22 research outputs found

    Retinoid X receptor gamma signaling accelerates CNS remyelination

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    The molecular basis of CNS myelin regeneration (remyelination) is poorly understood. We generated a comprehensive transcriptional profile of the separate stages of spontaneous remyelination that follow focal demyelination in the rat CNS and found that transcripts that encode the retinoid acid receptor RXR-γ were differentially expressed during remyelination. Cells of the oligodendrocyte lineage expressed RXR-γ in rat tissues that were undergoing remyelination and in active and remyelinated multiple sclerosis lesions. Knockdown of RXR-γ by RNA interference or RXR-specific antagonists severely inhibited oligodendrocyte differentiation in culture. In mice that lacked RXR-γ, adult oligodendrocyte precursor cells efficiently repopulated lesions after demyelination, but showed delayed differentiation into mature oligodendrocytes. Administration of the RXR agonist 9-cis-retinoic acid to demyelinated cerebellar slice cultures and to aged rats after demyelination caused an increase in remyelinated axons. Our results indicate that RXR-γ is a positive regulator of endogenous oligodendrocyte precursor cell differentiation and remyelination and might be a pharmacological target for regenerative therapy in the CNS

    Computer-based numerical analysis applied to ESR spectroscopy

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    Available from British Library Document Supply Centre- DSC:D66192/86 / BLDSC - British Library Document Supply CentreSIGLEGBUnited Kingdo

    Computer-based numerical analysis applied to E.S.R. spectroscopy.

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    Researches conducted with the help of the electron spin resonance spectroscopy have been very successful so far, in spite of some problems both in resolving power and in sensitivity. In order to overcome these, and to use the technique to its very far limits, we develop here a computer program which process the ESR data post-experimentaly. This work explains how to digitize and record the ESR spectra as well as how this software acts to reveal hyperfine splitting constants, the number of nuclei, and their spins out of complex spectra. This could be done by resolution enhancement (either addition of higher derivatives of the signal or linewidth narrowing by changing the lineshape function) or by CEPSTRAL analysis (modification of the ESR display in order to show out in a clearer may the hyperfine splitting constants). Other aids in the interpratation of spectra are obtained, with the same software, by addition or subtraction of experimental or simulated spectra, by reduction of the noise level and by simulation of spectra correct to second order and including quadrupolar corrections and non-colinear g and A tensors for systems with orthorhombic symmetry. In spite of the fact that the theory presented in the first part might strike one as familiar, we think worthwhile the effort of writting an entirely new computer program, as complete and versatile to use as possible, in order to match the major part of the needs encountered in the analysis of ESR results. Applications of the program have been performed to try to solve some puzzling ESR results. Evidences on the bridged structure of the ?-bromo radical (R2-CC(Br)-R'2) have been found, improvement of the resolution of spectra from spin-trap adduct radicals leads to better fingerprints of these compounds, and simulation of the spectrum from the Acetone radical cation enables us to determine the angle between the molecular bonds

    Histoire transnationale de l'utopie littéraire et de l'utopisme

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    Per comprendere un genere, o meglio un fenomeno, così stratificato come l’utopia non si può prescindere da una prospettiva d’indagine diacronica. Tuttavia, l’avere scelto di scrivere una ‘storia’ non deve indurre a pensare ad un’opera monolitica, che esclude, o addirittura elude, quesiti controversi. Al contrario: al di là della lucida e precisa articolazione dell’Histoire transnationale de l’utopie littéraire et de l’utopisme, i lettori si troveranno a muoversi fra percorsi variegati, che sottendono modalità ermeneutiche diverse e stimolano a individuare nessi e operare confronti. Proprio nell’eterogeneità, si estrinseca la forza di un’opera che si avvale del contributo di studiosi che posseggono competenze diverse. A partire dal Rinascimento si sono individuati i testi più rilevanti dal punto di vista della circolazione e della ricezione europea e trans-europea, partendo dal presupposto che da tali testi fondanti si genera un “grappolo” di influenze che è possibile rintracciare sia a livello temporale che spaziale, in un discorso combinato, per l’appunto crono-topico. L’esportabilità dell’opera è stata dunque adottata come parametro fondamentale per la scelta dei testi nelle sezioni intitolate LES ŒUVRES-PHARES, con le quali inizia ogni partizione cronologica. La scelta esaminare autori ‘minori’, che istituiscono un dialogo con gli utopisti canonici, presuppone di per sé un metodo di comparazione. Utopia di Thomas More è esemplificativa: pubblicata nel 1516 in latino, l’opera dell’umanista si diffonde nei circoli europei degli eruditi che conoscevano la lingua e trova terreno fertile soprattutto nei paesi in cui essa era ancora diffusa. Le date diverse di pubblicazione delle traduzioni di Utopia sono una chiara testimonianza del fatto che la ricezione dell’opera si ramifica nelle singole storie nazionali con tempi diversi. La seconda sezione, dedicata a L’UTOPISME ET L’HISTOIRE DES IDÉES è improntata ad un’indagine transdisciplinare che oltrepassa le utopies littéraires per allargarsi alla storia delle idee in una prospettiva diacronica. L’individuazione di temi specifici, che hanno caratterizzato la Weltanschauung di un dato periodo storico e che hanno generato speculazioni negli utopisti, ha spinto gli studiosi a riattraversare la loro disciplina nella prospettiva dell’utopismo e a utilizzare specifiche competenze per mettere a fuoco questioni legate alla matrice culturale e all’identità nazionale. Poiché l’identificazione di opere faro comportava il rischio di dare rilievo eccessivo a singole opere e ai grandi utopisti, e dunque di compiere generalizzazioni e semplificazioni, si è voluto adottare uno sguardo d’insieme: nella terza sezione, LE PAYSAGE UTOPIQUE : LES AIRES DOMINANTES, si dà conto dello sviluppo del genere letterario nelle aree culturali in cui l’utopia, in epoche storiche diverse, ha avuto un rilievo preponderante. Parlare di paesaggio utopico ha significato non solo tracciare la morfologia utopica facendo emergere gli epicentri di sviluppo, ma anche evidenziare i mutamenti morfologici nel tempo. La SYNTHÈSE, con la quale si conclude ogni sezione, offre al lettore uno strumento per mettere a confronto i risultati della prospettiva analitica, adottata in LES ŒUVRES-PHARES, con quella diacronica, utilizzata in LE PAYSAGE UTOPIQUE, presentando un quadro d’insieme da cui emergono l’impatto e l’evoluzione dell’utopia in specifici periodi e nei singoli paesi. La scelta metodologica, volta a tracciare una storia delle utopie e dell’utopismo, in cui emergesse distintamente la storia delle idee, ha evidenziato quanto le rigide e canoniche distinzioni cronologiche siano labili, perché le permanenze e le mutazioni dell’episteme vanno al di là di schematiche cronologie. I titoli delle partizioni cronologiche sono significativi: AUX ORIGINES, LE TEMPS DES HUMANISTES, DE LA FIN DE LA RENAISSANCE A LA FIN DES LUMIERES, DE LA REVOLUTION FRANÇAISE A LA « FIN DE SIECLE », L’ERE DE TOUS LES POSSIBLES

    Introduction

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    Negli ultimi decenni gli studi utopici appaiono caratterizzati da una specializzazione verso precise aree culturali e dall’esigenza di una riconcettualizzazione dell’utopia in rapporto all’interpretazione che ne hanno dato i pensatori della seconda metà del Novecento. In particolare, sono numerosi gli studi dedicati all’evoluzione del genere in Gran Bretagna e nelle Americhe, e alle relazioni fra utopia, distopia e generi affini, quali la fantasy e la science fiction: tali studi rivelano un interesse profondo per le interazioni con diversi codici espressivi quali il cinema e le arti, e con forme di letteratura di consumo. La tendenza all’iperspecialismo degli studi utopici ha causato la diminuzione di ricerche di vasto respiro : un fenomeno paradossale, se si considera che sono entrati nel linguaggio comune concetti quali “visione planetaria” e “globalizzazione”, e che, per converso, imprese finalizzate alla sistematizzazione di una sapere sono viste con sospetto, perché ritenute mai esaustive e inevitabilmente esposte al rischio della semplificazione e dello schematismo. Perché si è scelto di parlare di storia transnationale e non internazionale? Scegliere ‘INTERnationale’ avrebbe significato incentrare l’indagine sul rapporto “fra” le nazioni. ‘TRANSnationale’ invece mette a fuoco l’“oltre”, la possibilità di andare oltre alle singole identità nazionali e culturali per sviluppare comparazioni che intrecciano molteplici paesi e abbracciano i continenti nei quali la tradizione europea ha ritardato l’emergenza di una tradizione utopica aborigena, cioè le Americhe, l’Australia e la Nuova Zelanda, dove la massiccia immigrazione ha generato problemi di fusione e assimilazione fra i vari gruppi etnici. Studiare l’utopia in una prospettiva transnazionale significa dunque riconsiderare concetti fondanti quali identità nazionale, comunità, appartenenza, memoria storica/memorie storiche, e soprattutto interrogarsi sulla crisi del concetto di stato/nazione e sul nesso fra utopia e globalismo/localismo. Il concetto di globalismo ha messo in discussione l’idea di utopia stessa, perché, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento molte utopie si sono presentate come modelli socio-politici universalmente applicabili e quindi esportabili. Parlare di ‘prospettiva globale’, intesa come sinonimo di ‘visone universale’ immobilizza l’utopia, perché presuppone un atteggiamento omogeneizzante ed omologante. L’utopia è intrinsecamente “situata”, nasce da una specifica situazione storica che si vuole criticare e dunque modificare; per questo essa si pone come un modello, perché parte dal presente per andare oltre. Studiare le diverse tradizioni utopiche occidentali diventa tanto più importante quanto più fortemente si avverte la necessità di contrapporre modelli alternativi a quello americano, presentato come libertario, più democratico e dunque più civilizzato, e di immaginare una ‘nuova’ Europa come un progetto utopico che tragga forza da un laboratorio di idee. Durante il Novecento il concetto di utopia come paradigma è stato sottoposto ad una profonda revisione. Marc Bloch e Walter Benjamin hanno dimostrato che utopia e utopismo non possono essere disgiunti. Se l’utopia rischia di rimanere al di fuori del tempo storico, l’utopismo tenta di superarne i limiti perché recupera la storia attraverso la memoria. Comprendere che fra passato e presente c’è discontinuità, non linearità, consente di assumere un atteggiamento critico verso ciò che è stato e ciò che è, e di acquisire una capacità attiva nei confronti del futuro. In questo senso l’utopismo non è regressivo, consolatorio o nostalgico, ma possiede una forza critica propulsiva. Le ultime decadi del Novecento e i primi anni del Duemila, segnati dalla crisi delle ideologie comuniste e da guerre nazionalistiche, hanno obbligato gli studiosi a interrogarsi sulla frattura fra ciò che è e ciò che potrebbe/dovrebbe essere e sulla possibilità dell’utopia di rinnovarsi attraverso la storia

    L'Ionisation dissociative de N2O par impact électronique de faible énergie: les canaux de dissociation conduisant à N+ et N2+.

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    peer reviewedThe kinetic energy-versus-appearance energy diagram obtained for N+ and N2+ from N2O by electron impact is discussed
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