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    Drammi senza regista. Gesta apud Zenophilum e Acta purgationis Felicis episcopi Autumnitani: edizione con introduzione, traduzione e commento.

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    La tesi magistrale che presento consiste in un'edizione critica con traduzione e commento di due verbali giudiziari, noti come Gesta apud Zenophilum e Acta purgationis Felicis episcopi Autumnitani, risalenti agli inzi del sec. IV d.C e riguardanti la controversia tra Chiesa cattolica e donatista in Nordafrica. Lo scisma donatista era stato infatti avviato da vescovi rigoristi che, negli anni della persecuzione dioclezianea (303-305), si erano opposti alla consegna delle Sacre Scritture (traditio) e avevano poi accusato i vescovi cattolici di tale reato. Nuovi processi vengono allestiti con l'avvento di Costantino per dimostrare l'innocenza dei cattolici e ribaltare l'accusa di traditio sui donatisti stessi. Felice vescovo di Aptungi, che aveva partecipato all'ordinazione di Ceciliano a vescovo di Cartagine, era stato accusato di traditio dai donatisti, i quali, attraverso la sua condanna, speravano di dimostrare l'invalidità della nomina di Ceciliano. Negli Acta purgationis Felicis (redatti nel 315, ma pervenuti mutili della parte iniziale) l'assoluzione di Felice e quindi l'indiretta riabilitazione di Ceciliano avvengono attraverso la dimostrazione della falsità di una lettera di Alfio Ceciliano, ex-duumviro di Cirta, esibita come prova della colpevolezza di Felice, ma in realtà falsificata da un decurione di nome Ingenzio assoldato dai donatisti. I Gesta apud Zenophilum sono invece il resoconto del processo (tenutosi nel 320, ma riguardante fatti del 305) contro Silvano, vescovo donatista di Cirta coinvolto nella consacrazione di Maggiorino in sostituzione del cattolico Ceciliano: attraverso gli interrogatori di vari teste Silvano verrà dimostrato colpevole di traditio, nonchè di furto e simonia. Circa mezzo secolo dopo gli eventi (appena dopo la morte di Giuliano), il vescovo di Milevi Ottato scrisse un trattato polemico contro i donatisti, al quale allegò, per convalidare la propria ricostruzione delle origini dello scisma, una decina di documenti della cancelleria imperiale, tra i quali appunto i Gesta apud Zenophilum e gli Acta purgationis Felicis, la cui tradizione testuale si riduce per noi a un unico codice dell'opera di Ottato (Par. lat. 1711, sec. VIII/IX) e ad alcune citazioni nella Contra Cresconium di Agostino. Lo scopo di Ottato era dunque quello di riportare i temi in discussione alla loro genesi storica, in un periodo in cui la Chiesa donatista aveva conosciuto una forte ripresa sotto Parmeniano di Cartagine, avvantaggiandosi delle concessioni di Giuliano, che aveva permesso il rientro dei donatisti in Africa e la restituzione dei beni perduti. Di qui l'ingresso in un'opera letteraria di documenti appartenenti a un genere diverso, quello appunto delle registrazioni di atti ufficiali e più specificamente, per quanto riguarda i due documenti oggetto del nostro interesse, di verbali giudiziari. Trattandosi di testi particolari per genere, contenuto, modalità di produzione e trasmissione, si è resa necessaria un'indagine preliminare che ha dato corpo al saggio introduttivo. I primi due capitoli dell'introduzione sono dunque dedicati all'illustrazione del contesto storico, dello stato della tradizione e delle caratteristiche peculiari dei due testi, che appartengono a un genere specifico (gli acta publica) rispondente a determinate norme linguistiche. La consapevolezza di questi aspetti storico-testuali risulta infatti indispensabile alla piena comprensione e alla costituzione stessa del testo. Seguono poi nei capitoli successivi alcuni passi appositamente scelti per esemplificare le caratteristiche salienti della lingua e dello stile degli acta, sia per quanto riguarda il modo di esprimersi dei personaggi coinvolti sia per quanto riguarda i mezzi di cui i segretari si sono serviti nel processo di trascrizione. Benchè nei due verbali siano riportate dichiarazioni di testimoni di ceto medio-basso (scavatori, artigiani, diaconi e sottodiaconi), non è sul latino volgare che si raccolgono i dati più rilevanti; anzi, da questo punto di vista le forme irregolari o non classiche presenti nelle parole dei dialoganti sono relativamente rare e sono pur sempre passate attraverso il filtro di un notaio verosimilmente in possesso di un buon grado di consapevolezza linguistica, che può aver corretto i più banali errori morfologici e fonetici: si tratta più che altro di forme colloquiali non necessariamente confinate a livelli sociali inferiori, ma utilizzabili nella conversazione quotidiana anche da persone dotate di un'educazione quantomeno elementare (funzionari, avvocati, vescovi). Laddove siano sopravvissuti errori o imprecisioni grammaticali, questi non si discostano dagli esiti già noti del latino tardo poi confluiti nelle lingue romanze. Più interessanti sono invece le informazioni ricavabili dalla pragmatica linguistica. Infatti, i personaggi coinvolti nei processi, indipendentemente dal loro livello culturale e sociale, risultano essere influenzati nel loro modo di esprimersi molto più dalla situazione dialogica che dalle esigenze della correttezza linguistica e dello stile: allo scopo di persuadere il giudice della sincerità delle proprie risposte (nel caso dei testimoni) o dell'innocenza del proprio assistito (nel caso dell'avvocato), essi non si servono tanto dei precetti della retorica, quanto piuttosto di mezzi linguistici che rientrano nel bagaglio di competenze di qualsiasi parlante latino (anteposizioni enfatiche, precisazioni ridondanti, formulazioni evasive, espressioni ossequiose). Allo stesso modo, ma sul fronte opposto, anche il giudice è costretto ad adottare diverse strategie linguistiche per indurre i testimoni alla confessione (ripetizione incalzante delle domande, intimidazione, raggiri). Questi aspetti della lingua non possono essere catalogati semplicisticamente come forme del latino volgare o colloquiale, ma appaiono determinati dal contesto esterno e dipendono dunque dall'uso pragmatico della lingua. Pertanto, per analizzare e comprendere brani di questo genere, si dovrà fare ricorso non solo alla linguistica storica, ma spesso anche alla pragmatica e a teorie di linguista giudiziaria. Chiarite tali questioni preliminari, fornisco poi l'edizione critica dei due testi con traduzione a fronte e relativo commento. Il commento a questi passi si rivela utile a illuminare non solo, come già detto, aspetti del latino volgare e della lingua della conversazione, ma anche elementi tipici di alcune lingue settoriali (come il latino giuridico e cancelleresco e in parte, per quanto concerne alcune lettere episcopali citate all'interno dei Gesta, il lessico cristiano). Non mancano tuttavia motivi di interesse sotto il profilo letterario e per gli studi di letteratura. Infatti, sganciati dal loro contesto, i nostri verbali possono apparire al lettore moderno come una sorta di copione teatrale, in cui le battute dei vari personaggi si alternano con un'apparenza di forte realismo. Lo scopo di chi li ha redatti non era certo quello di produrre un'opera letteraria per un pubblico di lettori, ma quello ben più pratico di svolgere la propria professione all'interno delle strutture giudiziarie dell'Impero romano. Tuttavia, se da una parte i mezzi linguistici utilizzati per tradurre in forma scritta un'interazione dialogica nel modo più fedele possibile possono prestarsi al confronto con quelli impiegati in opere propriamente letterarie, intenzionalmente progettate con una finalità realistica, dall'altra parte il processo stesso di trasferimento da un canale all'altro costituisce un'operazione in sé letteraria, richiedente determinate abilità linguistiche. Questi verbali giudiziari potranno allora essere considerati, guardando all'effetto più che allo scopo, anche come una forma di mimesi letteraria, un tentativo di rispecchiare la realtà oggettiva e di risolvere il problema del realismo. English version below. This thesis consists of a commented edition of two verbatim reports of proceedings of the Donatists vs Catholics lawsuit in the Constantinian age, known as Gesta apud Zenophilum and Acta purgationis Felicis episcopi Autumnitani. The Donatist schism was started by intransigent bishops, who refused to hand over the Holy Scripture to the imperial officials during Diocletian's persecutions (303-305). Under the reign of Constantine new proceedings were started, aimed at vindicating the Catholics from the charge of traditio and overturning this charge against the accusers. The Acta purgationis Felicis (drawn up in 315) contains the acquittal of Felix of Aptungi, suspected of traditio, one of the three Catholic bishops who had consecrated Caecilian bishop of Carthage. Thus, if Felix had been condemned, Caecilian's consecration would have been invalidated too, which was the Donatists' goal. However, a letter written by the ex-duumvir Alfius Caecilianus – the most important evidence against Felix – proved to have been counterfeited by Ingentius, a decurio hired by the Donatists. The other document (Gesta apud Zenophilum) is the report of the trial held in 320 against Silvanus, the Donatist bishop of Cirta who had participated in Caecilian's deposition at Carthage and in Majorinus' ordination in place of him. After questioning several witnesses, the judge convicted Silvanus not only of traditio, but also of theft and simony. Half a century later (soon after emperor Julian's death) Optatus bishop of Milevi wrote a polemical treatise against the Donatists. At the end of the last book he attached an appendix of ten official documents to support his case that the Donatists were really responsible for the schism and that they too had been traditores. He inserted in the dossier these two reports, which in fact have come down to us through one of the codices (Par. Lat. 1711, sec. VIII/IX) of Optatus' work. Extracts from the reports are quoted also in Augustine's Contra Cresconium. Due to the peculiarity of these texts in respect to genre, content, drafting and transmission, an introductive essay dealing with problems of this sort was therefore necessary. The first two chapters describe the historical background, the tradition of the text and the distinctive features of the acta, a specific genre responding to specific norms in composition and language. All these aspects are essential for an accurate constitution of the text and a full understanding of its meaning. The following chapters focuse on the language and the stile of the acta, providing a series of passages which exemplify the characters' ways of speaking and the linguistic techniques used by the stenographers to transcribe witnesses' statements and magistrates' questions. It must be said that these accounts, in spite of reporting statements of low-status people, do not add new information about the so called vulgar latin: solecisms are quite rare and they more often represent colloquial expressions used at different cultural levels than real grammatical mistakes. More interesting are the data acquired by means of pragmatic analysis of speech. As a matter of fact, people involved in the trial, independently of their status, seem to be more influenced by the real situation in which the dialog takes place than by the concern for linguistic accuracy and rhetorical precepts. For example, the witnesses have to persuade the judge that they are trustworthy, whereas the lawyers have to demonstrate their client's innocence. To do this, they both use linguistic means that belong to any native Latin speaker's linguistic background (focalisation/topicalisation through anteposition, repetitions, evasiveness, obsequious expressions). On the other side the judge uses various strategies to lead the witnesses to confess, such as repetition of the same questions, intimidation, misleading flattery and so on. Those aspects of language cannot be merely considered as vulgar or colloquial forms, but they ought to be connected with the way in which the speakers use the language to achieve their goal. Moreover, the comment following the critical edition will be useful at the same time for studies in spoken Latin and for reasearch about language used in specific fields (mainly legal Latin, bureaucratic Latin, Christian Latin). However, there is also cause for a literary interest. It is particularly interesting to understand how the authors of the reports acted in transforming the spoken content – characterised by the typical features of oral discourse aiming at effective interaction such as intonation, rhythm and variations in speed, loudness/quietness, pausing, etc. – into the written mode, trying to keep the former unaltered. This is the reason why these documents, out of their historical context, can resemble a theatrical script, in which different characters deliver their lines. Though not for a literary purpose, this kind of texts share with other literary works a similar pretence at realism

    body, gender and sexuality in study abroad american students experience in buenos Aires

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    Este artículo reflexiona sobre el lugar del cuerpo, el género y las sexualidades en las experiencias de educación internacional, y los desafíos que presenta la traducción de ciertos sentidos y prácticas en este campo. Para ello indaga en las creencias, opiniones, valoraciones y experiencias de estudiantes universitarios estadounidenses que participaron de un programa de educación internacional entre 2008 y el primer semestre de 2013. Nos preguntamos sobre la información y preparación que reciben cuando aún están en los Estados Unidos y cómo viven las regulaciones y prácticas de género y de sexualidad una vez arribados a Buenos Aires. A partir del análisis de entrevistas y testimonios escritos de los y las estudiantes, y publicaciones y sitios web de las universidades de EE.UU y empresas que organizan estos programas, proponemos contribuir a los estudios actuales sobre la educación internacional y la educación intercultural destacando los aportes de los estudios de género y feministasThis article analyzes the implications of bodies, gender and sexualities in international education and the challenges presented by the translation of certain meanings and practices in this field. We explore the beliefs, opinions, reviews and experiences of American college students who participated in a program of international education between 2008 and 2013 spring. We wonder about the information and training they receive while still in the United States and how they live the regulations and practices of gender and sexuality once arrived to Buenos Aires. Based on the analysis of students interviews and their testimonials, and publications and websites of U.S. universities and companies that organize these programs, we intend to contribute to current research on international education and intercultural education, highlighting the contributions of gender and feminist studies.Fil: Felitti, Karina Alejandra. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas; Argentina. Universidad de Buenos Aires. Facultad de Filosofía y Letras. Instituto Interdisciplinario de Estudios de Género; ArgentinaFil: Rizzotti, Andrea. Facultad Latinoamericana de Ciencias Sociales. Sede Académica Argentina Buenos Aires; Argentin

    Creencias, actitudes y experiencias de estudiantes estadounidenses en Buenos Aires en relación al (su) cuerpo en el espacio público

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    Las representaciones son algo más que un conjunto de ideas que tenemos acerca de las otras personas; son conceptos históricos que se dirigen hacia nosotrxs y nos interpelan para fundar tipos de sujetos, para decir cómo es la gente y cómo no es. Las representaciones sociales, como sistemas de interpretación que rigen nuestra relación en el mundo y con los otros, orientan y organizan las conductas y las comunicaciones sociales; llegan como imágenes y como una vía para conocer a las personas sin importar si dicho conocimiento se da gracias a la experiencia empírica. En suma, la representación es un medio de conocimiento del mundo y de los sujetos, a la vez que un medio de significación constitutiva de los mismos, de ahí que pueda ser entendida como contenido y como proceso. (Párrafo extraído del texto a modo de resumen)Mesa: Cuerpos, normatividad y disciplinamientoFacultad de Trabajo Socia

    Creencias, actitudes y experiencias de estudiantes estadounidenses en Buenos Aires en relación al (su) cuerpo en el espacio público

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    Las representaciones son algo más que un conjunto de ideas que tenemos acerca de las otras personas; son conceptos históricos que se dirigen hacia nosotrxs y nos interpelan para fundar tipos de sujetos, para decir cómo es la gente y cómo no es. Las representaciones sociales, como sistemas de interpretación que rigen nuestra relación en el mundo y con los otros, orientan y organizan las conductas y las comunicaciones sociales; llegan como imágenes y como una vía para conocer a las personas sin importar si dicho conocimiento se da gracias a la experiencia empírica. En suma, la representación es un medio de conocimiento del mundo y de los sujetos, a la vez que un medio de significación constitutiva de los mismos, de ahí que pueda ser entendida como contenido y como proceso. (Párrafo extraído del texto a modo de resumen)Mesa: Cuerpos, normatividad y disciplinamientoFacultad de Trabajo Socia

    Creencias, actitudes y experiencias de estudiantes estadounidenses en Buenos Aires en relación al (su) cuerpo en el espacio público

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    Las representaciones son algo más que un conjunto de ideas que tenemos acerca de las otras personas; son conceptos históricos que se dirigen hacia nosotrxs y nos interpelan para fundar tipos de sujetos, para decir cómo es la gente y cómo no es. Las representaciones sociales, como sistemas de interpretación que rigen nuestra relación en el mundo y con los otros, orientan y organizan las conductas y las comunicaciones sociales; llegan como imágenes y como una vía para conocer a las personas sin importar si dicho conocimiento se da gracias a la experiencia empírica. En suma, la representación es un medio de conocimiento del mundo y de los sujetos, a la vez que un medio de significación constitutiva de los mismos, de ahí que pueda ser entendida como contenido y como proceso. (Párrafo extraído del texto a modo de resumen)Mesa: Cuerpos, normatividad y disciplinamientoFacultad de Trabajo Socia

    Information, knowledge, and perception of dengue risk in Argentina : two intervention experiments to generate local control strategies

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    Con objetivos de prevención de dengue, promoción de la salud e investigación-acción se desarrollaron dos experiencias en zonas piloto de Buenos Aires y Vicente López. En cada zona se identificaron referentes comunitarios, gubernamentales y no gubernamentales. Se realizó un diagnóstico entomológico (mediante ovitrampas), ambiental (con observaciones en terreno, encuestas y talleres), y social (utilizando cuestionarios, entrevistas y reuniones). Se construyeron espacios de diálogo y trabajo conjunto con la comunidad, generando acciones participativas y empoderamiento. Se fomentó el ordenamiento ambiental y la reducción de criaderos de mosquitos a través de incorporación de temas ambientales y prevención de enfermedades vectoriales a los currícula escolares; talleres vecinales de difusión; capacitación de promotoras ambientales para transmitir información y para capacitar a pares; planificación de proyectos ambientales de la comunidad. Se entró en los domicilio, buscando integrar a sus habitantes en el diagnóstico ambiental propio y comunitario. Se registraron diferencias significativas entre conocimientos y prácticas sociales, para ambas zonas piloto, pero no por nivel socioeconómico. Las escuelas y los entornos de promoción de salud resultaron ser los principales referentes comunitarios para fomentar prácticas ambientales saludables

    O “machismo latino-americano” e seus derivados na educação internacional: reflexões de estudantes estadunidenses em Buenos Aires

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    This article analyzes the representations and experiences of young Americans participating in a program of international education in Buenos Aires, in relation to the models, representations and gender and sexuality issues they observe and live in the local culture from Argentina. With a qualitative methodology, between 2012 and 2014, written and oral testimonies of 50 students (men and women) were collected. These testimonies reflected on topics such as compliments / street harassment, Latinamerican machismo, breastfeeding in public spaces, and body ideals. These issues allowed us to reflect about cultural stereotypes in which gender, ethnicity, class and nationality converge.Este artículo analiza las representaciones y experiencias de jóvenes estadounidenses participantes de un programa de educación internacional en Buenos Aires, en relación con los modelos, representaciones y relaciones de género y de sexualidad que observan y viven en la cultura local argentina. Con una metodología cualitativa, entre 2012 y 2014, se recogieron testimonios escritos y orales de 50 estudiantes, varones y mujeres, sobre temas como los piropos/acoso callejero, el machismo latinoamericano, el amamantamiento en público, los ideales corporales, cuestiones que permitieron reflexionar sobre estereotipos culturales en los que confluyen el género, la etnicidad, la clase y la nacionalidad.Cet article analyse les représentations et les expériences de jeunes américains participants d’un programme d’éducation internationale à Buenos Aires, par rapport aux modèles, représentations et les rapports de genre et de sexualité qu’on observe et vive dans la culture locale argentine. Avec une méthodologie qualitative, entre 2012 et 2014, on a recueilli les témoignages écrits et oraux de 50 étudiants, hommes et femmes, par rapport aux sujets tels que les galanteries/harcèlements dans les rues, le machisme en Amérique du sud, l’allaitement en public, les idéelles corporelles, ces aspects nous ont permis réfléchir par rapports aux stéréotypes culturels dans lesquels convergent le genre, l’ethnicité, la classe, et la nationalité.             Este artigo analisa as representações e as experiências de jovens estadunidenses participantes de um programa de educação internacional em Buenos Aires, com relação aos modelos, representações e relações de gênero e de sexualidade que observam e vivem na cultura local argentina. Com uma metodologia qualitativa, recolheram-se depoimentos escritos e orais de 50 estudantes, homens e mulheres, entre 2012 e 2014, sobre temas como as paqueras/assédio de rua, o machismo latino-americano, a amamentação em público, os ideais corporais, questões que permitiram refletir sobre estereótipos culturais nos quais confluem o gênero, o étnico, a classe e a nacionalidade

    O “machismo latino-americano” e seus derivados na educação internacional: reflexões de estudantes estadunidenses em Buenos Aires

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    This article analyzes the representations and experiences of young Americans participating in a program of international education in Buenos Aires, in relation to the models, representations and gender and sexuality issues they observe and live in the local culture from Argentina. With a qualitative methodology, between 2012 and 2014, written and oral testimonies of 50 students (men and women) were collected. These testimonies reflected on topics such as compliments / street harassment, Latinamerican machismo, breastfeeding in public spaces, and body ideals. These issues allowed us to reflect about cultural stereotypes in which gender, ethnicity, class and nationality converge.Este artículo analiza las representaciones y experiencias de jóvenes estadounidenses participantes de un programa de educación internacional en Buenos Aires, en relación con los modelos, representaciones y relaciones de género y de sexualidad que observan y viven en la cultura local argentina. Con una metodología cualitativa, entre 2012 y 2014, se recogieron testimonios escritos y orales de 50 estudiantes, varones y mujeres, sobre temas como los piropos/acoso callejero, el machismo latinoamericano, el amamantamiento en público, los ideales corporales, cuestiones que permitieron reflexionar sobre estereotipos culturales en los que confluyen el género, la etnicidad, la clase y la nacionalidad.Cet article analyse les représentations et les expériences de jeunes américains participants d’un programme d’éducation internationale à Buenos Aires, par rapport aux modèles, représentations et les rapports de genre et de sexualité qu’on observe et vive dans la culture locale argentine. Avec une méthodologie qualitative, entre 2012 et 2014, on a recueilli les témoignages écrits et oraux de 50 étudiants, hommes et femmes, par rapport aux sujets tels que les galanteries/harcèlements dans les rues, le machisme en Amérique du sud, l’allaitement en public, les idéelles corporelles, ces aspects nous ont permis réfléchir par rapports aux stéréotypes culturels dans lesquels convergent le genre, l’ethnicité, la classe, et la nationalité.             Este artigo analisa as representações e as experiências de jovens estadunidenses participantes de um programa de educação internacional em Buenos Aires, com relação aos modelos, representações e relações de gênero e de sexualidade que observam e vivem na cultura local argentina. Com uma metodologia qualitativa, recolheram-se depoimentos escritos e orais de 50 estudantes, homens e mulheres, entre 2012 e 2014, sobre temas como as paqueras/assédio de rua, o machismo latino-americano, a amamentação em público, os ideais corporais, questões que permitiram refletir sobre estereótipos culturais nos quais confluem o gênero, o étnico, a classe e a nacionalidade
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