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Diagnostic accuracy of 64-slice computed tomography coronary angiography for the detection of in-stent restenosis: A meta-analysis
Background: We sought to evaluate the diagnostic accuracy of 64-slice multi-detector row computed tomography (MDCT) compared with invasive coronary angiography for in-stent restenosis (ISR) detection. Methods: MEDLINE, Cochrane library, and BioMed Central database searches were performed until April 2009 for original articles. Inclusion criteria were (1) 64-MDCT was used as a diagnostic test for ISR, with >50% diameter stenosis selected as the cut-off criterion for significant ISR, using invasive coronary angiography and quantitative coronary angiography as the standard of reference; (2) absolute numbers of true positive, false positive, true negative, and false negative results could be derived. Standard meta-analytic methods were applied. Results: Nine studies with a total of 598 patients with 978 stents included were considered eligible. On average, 9% of stents were unassessable (range 0-42%). Accuracy tests with 95% confidence intervals (CIs) comparing 64-MDCT vs invasive coronary angiography showed that pooled sensitivity, specificity, positive and negative likelihood ratio (random effect model) values were: 86% (95% CI 80-91%), 93% (95% CI 91-95%), 12.32 (95% CI 7.26-20.92), 0.18 (95% CI 0.12-0.28) for binary ISR detection. The symmetric area under the curve value was 0.94, indicating good agreement between 64-MDCT and invasive coronary angiography. Conclusions: 64-MDCT has a good diagnostic accuracy for ISR detection with a particularly high negative predictive value. However, still a relatively large proportion of stents remains uninterpretable. Accordingly, only in selected patients, 64-MDCT may serve as a potential alternative noninvasive method to rule out ISR
NOX5 and p22phox are 2 novel regulators of human monocytic differentiation into dendritic cells
International audienc
Impatto a breve termine dell'inquinamento dell'aria nelle citt\ue0 coperte dalla sorveglianza epidemiologica EpiAir2
OBIETTIVO: stimare l\u2019impatto a breve termine dell\u2019inquinamento
atmosferico sulla popolazione adulta di 23 citt\ue0 italiane
nel periodo 2006-2009 nell\u2019ambito del progetto EpiAir2.
DISEGNO, MATERIALI E METODI: per ogni citt\ue0 inclusa nello
studio \ue8 stato calcolato l\u2019impatto dell\u2019effetto a breve termine
dell\u2019inquinamento atmosferico sulla mortalit\ue0. In particolare,
sono stati calcolati i decessi attribuibili a concentrazioni
delle polveri (PM10 e PM2.5) superiori a soglie differenti
definite dalla legislazione europea o nell\u2019ambito delle
linee guida dell\u2019Organizzazione mondiale della sanit\ue0 (per
il PM10: 20 e 40 \u3bcg/m3, riduzione del 20% ad arrivare a 20
\u3bcg/m3 e superamento del limite di 35 giorni con concentrazioni
medie di 50 \u3bcg/m3; per il PM2.5: 10, 18 e 25
\u3bcg/m3, riduzione del 20% ad arrivare a 18 \u3bcg/m3). La
stima di impatto \ue8 stata ottenuta combinando la stima di
effetto delle polveri, il livello di mortalit\ue0 osservato e i livelli
di concentrazione degli inquinanti misurati dalle reti di
monitoraggio urbane. Per quanto riguarda le stime di effetto,
sono state utilizzate le distribuzioni a posteriori specifiche
per citt\ue0 risultanti da una metanalisi bayesiana.
L\u2019incertezza sulle stime di impatto \ue8 stata calcolata con metodi
Monte Carlo.
RISULTATI: nell\u2019insieme delle 23 citt\ue0 valutate nel presente
studio il numero di decessi attribuibili agli effetti a breve termine
delle concentrazioni di PM10 superiori a 20 \u3bcg/m3 e
di PM2.5 superiori a 10 \u3bcg/m3 nel periodo 2006-2009 \ue8 risultato
rispettivamente pari allo 0,9% (assumendo indipendenza
tra citt\ue0 l\u2019intervallo di credibilit\ue0 all\u201980% \ue8 0,4-1,4)
e allo 0,8% (ICr80% 0,2-1,3) della mortalit\ue0 naturale.
L\u2019impatto delle concentrazioni di polveri PM10 e PM2.5 \ue8 risultato
concentrato nelle citt\ue0 della Pianura Padana, della
Piana fiorentina, e nelle grandi realt\ue0 metropolitane di
Roma, Napoli e Palermo: per il PM10 la percentuale sui decessi
\ue8 risultata 1,0% (ICr80% 0,4-1,5) contro 0,4%
(ICr80% 0,2-0,7) nelle altre citt\ue0 analizzate. Se i livelli di
concentrazione delle polveri fossero stati inferiori del 20%,
complessivamente l\u2019impatto si sarebbe ridotto del 42% per
il PM10 e del 51% per il PM2.5.
CONCLUSIONI: i livelli di inquinamento osservati nel periodo
in studio sono stati responsabili di un numero importante
di decessi nelle citt\ue0 analizzate. Politiche di contenimento
basate sulla diminuzione percentuale delle concentrazioni
annuali di polveri interesserebbero tutte le citt\ue0 coperte
dallo studio e potrebbero ridurre in modo importante l\u2019impatto
dell\u2019inquinamento sulla salute