16 research outputs found
Structural revision of halipeptins: synthesis of thiazoline unit and isolation of halipeptin C
The Structural revision of the anti-inflammatory marine metabolites halipeptin A (1) and B (2) along with the isolation of the new related product halipeptin C (3) are reported. In particular, the heterocyclic portion of the molecule. incorrectly assigned as an oxazetidine ring, has now been characterised as a thiazoline unit by comparison of the spectral data of the natural products (1-3) with an appropriate synthetic model (10). GIAO calculated C-13 NMR chemical shifts for oxazetidine and thiazoline model compounds provide additional support to the revised structure
Lo stato dei litorali italiani
La fascia costiera italiana, che si sviluppa per oltre 7500 kilometri, è caratterizzata da paesaggi di eccezionale valore naturalistico, ma ospita anche una consistente parte delle risorse economiche nazionali, con importanti centri urbani ed industriali, infrastutture viarie ed attività turistiche. Come in tutti i paesi industrializzati, l'interfaccia terra-mare costituisce una delle zone più soggette a degrado ambientale, sia per gli interessi conflittuali che vi si accentrano, sia per la fragilità tipica di ogni ambiente di transizione. Questa fragilità trova la sua espressione più eclatante nell'erosione che colpisce oggi una quota consistente delle nostre spiagge. E' questo un fatto nuovo, perché in epoca storica tutte le spiagge italiane erano intessate da un accrescimento generalizzato, dovuto alla grande quantità di sedimenti che i fiumi portavano a mare in conseguenza degli estesi disboscamenti che venivano praticati nei bacini idrografici. Alla foce dei fiumi arrivavano cosi più sedimenti di quanto il mare non riuscisse a rimuoverne, tanto che in quel periodo si formarono vaste pianure costiere orlate da imponenti cordoni dunari e cuspidi deltizie aggettanti in mare. Le nostre ampie spiagge sono quindi il risultato di un enorme dissesto idrogeologico, innescato da quella riduzione della copertura boschiva che ha accompagnato la crescita del nostro Paese. Dalla metà del XIX secolo, l'abbandono delle campagne e la ricrescita del bosco, le bonifiche per colmata delle paludi costiere e gli interventi di stabilizzazione dei versanti, nonché la costruzione di dighe e l'estrazione di inerti dagli alvei fluviali, determinarono una drastica riduzione dell'apporto sedimentario da parte dei fiumi, cosicché le spiagge iniziarono a ritirarsi. Nello stesso periodo, anche a seguito della sconfitta della malaria, era iniziato il flusso migratorio dall'interno verso la costa, dove, anche per le favorevoli condizioni morfologiche, si vennero a concentrare tutte quelle attività che fanno oggi di questa parte del territorio una delle più dinamiche del Paese e con un flusso demografico in crescita costante. Purtroppo, molti insediamenti furono costruiti in prossimità del mare, proprio quando già l'erosione stava producendo i suoi primi effetti. I1 fenomeno divenne così preoccupante che fu promulgata una legge specifica, quella del 4 luglio 1907 "Legge per la difesa degli abitati dall'erosione marina", che prevedeva I'intervento automatico dello Stato laddove gli insediamenti abitativi erano minacciati dall'erosione. Nella Legge erano contemplate tre possibilità : la costruzione di pennelli, di scogliere parallele a riva o di ogni altro lavoro idoneo a fermare l'erosione. Di fatto i litorali furono "stabilizzati" con scogliere aderenti e protetti dalle onde con scogliere parallele o poste al largo. Furono costruiti anche molti pennelli, bloccando il flusso dei sedimenti lungo riva ed aggravando l'erosione nei tratti di litorale non protetti. Queste opere, inoltre, stravolsero il paesaggio costiero ed impediscono oggi una ottimale utilizzazione dell'arenile. Una scarsa attenzione ai problemi ambientali e una limitata conoscenza dei processi costieri portò anche alla costruzione di porti lungo le coste basse, che intercettano il flusso dei sedimenti lungo riva e causano, o incentivano, l'erosione delle spiagge poste sottoflutto
Lo stato dei litorali italiani
La fascia costiera italiana, che si sviluppa per oltre 7500 chilometri, è caratterizzata da paesaggi di eccezionale valore naturalistico, ma ospita anche una consistente parte delle risorse economiche nazionali, con importanti centri urbani ed industriali, infrastutture viarie ed attività turistiche. Come in tutti i paesi industrializzati, l'interfaccia terra-mare costituisce una delle zone più soggette a degrado ambientale, sia per gli interessi conflittuali che vi si accentrano, sia per la fragilità tipica di ogni ambiente di transizione. Questa fragilità trova la sua espressione più eclatante nell'erosione che colpisce oggi una quota consistente delle nostre spiagge. E' questo un fatto nuovo, perché in epoca storica tutte le spiagge italiane erano intessate da un accrescimento generalizzato, dovuto alla grande quantità di sedimenti che i fiumi portavano a mare in conseguenza degli estesi disboscamenti che venivano praticati nei bacini idrografici. Alla foce dei fiumi arrivavano cosi più sedimenti di quanto il mare non riuscisse a rimuoverne, tanto che in quel periodo si formarono vaste pianure costiere orlate da imponenti cordoni dunari e cuspidi deltizie aggettanti in mare. Le nostre ampie spiagge sono quindi il risultato di un enorme dissesto idrogeologico, innescato da quella riduzione della copertura boschiva che ha accompagnato la crescita del nostro Paese. Dalla metà del XIX secolo, l'abbandono delle campagne e la ricrescita del bosco, le bonifiche per colmata delle paludi costiere e gli interventi di stabilizzazione dei versanti, nonché la costruzione di dighe e l'estrazione di inerti dagli alvei fluviali, determinarono una drastica riduzione dell'apporto sedimentario da parte dei fiumi, cosicché le spiagge iniziarono a ritirarsi. Nello stesso periodo, anche a seguito della sconfitta della malaria, era iniziato il flusso migratorio dall'interno verso la costa, dove, anche per le favorevoli condizioni morfologiche, si vennero a concentrare tutte quelle attività che fanno oggi di questa parte del territorio una delle più dinamiche del Paese e con un flusso demografico in crescita costante. Purtroppo, molti insediamenti furono costruiti in prossimità del mare, proprio quando già l'erosione stava producendo i suoi primi effetti. I1 fenomeno divenne così preoccupante che fu promulgata una legge specifica, quella del 4 luglio 1907 "Legge per la difesa degli abitati dall'erosione marina", che prevedeva I'intervento automatico dello Stato laddove gli insediamenti abitativi erano minacciati dall'erosione. Nella Legge erano contemplate tre possibilità : la costruzione di pennelli, di scogliere parallele a riva o di ogni altro lavoro idoneo a fermare l'erosione. Di fatto i litorali furono "stabilizzati" con scogliere aderenti e protetti dalle onde con scogliere parallele o poste al largo. Furono costruiti anche molti pennelli, bloccando il flusso dei sedimenti lungo riva ed aggravando l'erosione nei tratti di litorale non protetti. Queste opere, inoltre, stravolsero il paesaggio costiero ed impediscono oggi una ottimale utilizzazione dell'arenile. Una scarsa attenzione ai problemi ambientali e una limitata conoscenza dei processi costieri portò anche alla costruzione di porti lungo le coste basse, che intercettano il flusso dei sedimenti lungo riva e causano, o incentivano, l'erosione delle spiagge poste sottoflutto
Recommended from our members
Efficacy of levetiracetam, fosphenytoin, and valproate for established status epilepticus by age group (ESETT): a double-blind, responsive-adaptive, randomised controlled trial
BackgroundBenzodiazepine-refractory, or established, status epilepticus is thought to be of similar pathophysiology in children and adults, but differences in underlying aetiology and pharmacodynamics might differentially affect response to therapy. In the Established Status Epilepticus Treatment Trial (ESETT) we compared the efficacy and safety of levetiracetam, fosphenytoin, and valproate in established status epilepticus, and here we describe our results after extending enrolment in children to compare outcomes in three age groups.MethodsIn this multicentre, double-blind, response-adaptive, randomised controlled trial, we recruited patients from 58 hospital emergency departments across the USA. Patients were eligible for inclusion if they were aged 2 years or older, had been treated for a generalised convulsive seizure of longer than 5 min duration with adequate doses of benzodiazepines, and continued to have persistent or recurrent convulsions in the emergency department for at least 5 min and no more than 30 min after the last dose of benzodiazepine. Patients were randomly assigned in a response-adaptive manner, using Bayesian methods and stratified by age group (<18 years, 18-65 years, and >65 years), to levetiracetam, fosphenytoin, or valproate. All patients, investigators, study staff, and pharmacists were masked to treatment allocation. The primary outcome was absence of clinically apparent seizures with improved consciousness and without additional antiseizure medication at 1 h from start of drug infusion. The primary safety outcome was life-threatening hypotension or cardiac arrhythmia. The efficacy and safety outcomes were analysed by intention to treat. This study is registered in ClinicalTrials.gov, NCT01960075.FindingsBetween Nov 3, 2015, and Dec 29, 2018, we enrolled 478 patients and 462 unique patients were included: 225 children (aged <18 years), 186 adults (18-65 years), and 51 older adults (>65 years). 175 (38%) patients were randomly assigned to levetiracetam, 142 (31%) to fosphenyltoin, and 145 (31%) were to valproate. Baseline characteristics were balanced across treatments within age groups. The primary efficacy outcome was met in those treated with levetiracetam for 52% (95% credible interval 41-62) of children, 44% (33-55) of adults, and 37% (19-59) of older adults; with fosphenytoin in 49% (38-61) of children, 46% (34-59) of adults, and 35% (17-59) of older adults; and with valproate in 52% (41-63) of children, 46% (34-58) of adults, and 47% (25-70) of older adults. No differences were detected in efficacy or primary safety outcome by drug within each age group. With the exception of endotracheal intubation in children, secondary safety outcomes did not significantly differ by drug within each age group.InterpretationChildren, adults, and older adults with established status epilepticus respond similarly to levetiracetam, fosphenytoin, and valproate, with treatment success in approximately half of patients. Any of the three drugs can be considered as a potential first-choice, second-line drug for benzodiazepine-refractory status epilepticus.FundingNational Institute of Neurological Disorders and Stroke, National Institutes of Health