9 research outputs found

    The Mediation of Criticism in the Age of Disintermediation

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    What could happen to theatre criticism in the era of disintermediation? Theatre appears obsolete, old fashioned, and elitist. Critical attitude seems uncool in a mediasphere ruled by images and emotional responses. On the other hand, critical activity on the web is quite intense and widespread, and the community of actors and audience could give us a useful insight into the visualisation processes we are experiencing. The critic, more than a consumer, becomes a witness of the creative process and of the theatrical event

    Teatro e altri animali

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    Oliviero Ponte di Pino traccia una storia della convivenza tra umani e non umani sul palcoscenico, tra alleanza e sfruttamento

    I festival culturali italiani: la scommessa della post pandemia

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    Cultural festivals, with both an informative and spectacular approach, had a notable development in Italy in the last few years. In addition to being cultural attractors, festivals are also a tool for promoting territories, with different impacts such as reputation, attractor for audiences, discovery of the territory's tangible and intangible heritage, social aggregation. In this year of health emergency, festivals had to stop their activities, with significant consequences on the aesthetic, social and economic levels. Almost thirty percent of the 1030 Festivals mapped by TrovaFestival canceled the 2020 edition; and 13% of the festivals went online, with an entirely digital 2020 edition. If the sanitary measures had negative consequences on many festivals, this experience can also offer new opportunities. The analysis of the data led can help us to understand the way the pandemic is changing the participation to festivals and cultural events, during and after the health emergency

    Dioniso e la nuvola. L’informazione e la critica teatrale in rete: nuovi sguardi, nuove forme, nuovi pubblici

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    In rete tutti possono comunicare con tutti, su qualunque argomento, compresi libri, spettacoli, musica, film e video. In apparenza una grande conquista democratica, che rischia però di annullare il pensiero critico, rendendo impossibile la definizione di qualunque scala di valore. In questo scenario è indispensabile ripensare il ruolo del mediatore culturale, che ha il compito di mettere ordine in un’offerta di prodotti culturali gigantesca e caotica e spesso di bassissimo livello. Ha ancora senso parlare di teatro nell'era della rete? Quale può essere il rapporto tra Dioniso, il dio di quest'arte antica, e le nuove forme della comunicazione diffusa, multimediale e partecipata? Da qui una riflessione sul ruolo della critica nell'epoca del web. In rete tutti possono comunicare con tutti su qualunque argomento, compresi libri, spettacoli, musica, film e video. In apparenza una grande conquista democratica, che rischia però di annullare il pensiero critico, rendendo impossibile la definizione di qualunque scala di valore. In questo scenario è indispensabile ripensare il ruolo del mediatore culturale, che ha il compito di mettere ordine in un'offerta di prodotti culturali gigantesca, caotica e spesso di bassissimo livello. Partendo da una riflessione sulla natura e sulla storia della critica nel teatro e in altre discipline artistiche, il testo affronta la rivoluzione della comunicazione nell'era della rete e della partecipazione, confermando la necessità di un approccio critico: un contromanuale di critica ai tempi del web. Una panoramica aggiornata, ricca di dati ed esempi, con spunti di riflessione utili a chi si avvicina all'ambito culturale e a chi già vi opera

    I festival culturali: dal lockdown a un nuovo inizio? L'impatto del Covid-19 sugli eventi dell'estate 2020

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    In February-March 2020, Covid-19 stopped all cultural events, until mid-June 2020, when indoor and outdoor venues could resume their activity, albeit with many restrictions, from environmental sanitation measures to social distancing for the audience and the artists. It was a great economic, organizational and aesthetic challenge. Curators had the choice to move online, to cancel the 2020 edition or to postpone their events in the Fall-Winter. Using a database of more than 1000 Italian festival in different 253 fields (visual arts, cinema, music, performing arts, books and culture), the essay examines the impact of Covid-19 on cultural festivals, and the different strategies used by programmers

    Il lavoro \ue8 di scena. \u201cSanta Giovanna dei Macelli\u201d di B. Brecht per la regia di L. Ronconi.

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    \u201cSalvo brevi episodi, tutto il nostro teatro \ue8 borghese, quasi come poteva esserlo il salotto di un sottoprefetto sotto Luigi Filippo\u201d. Barthes scrive queste righe nel 1955 rintracciando in Bertolt Brecht l\u2019autore capace di \u201cattaccare, in un primo movimento di igiene pubblica, queste collusioni naturali tra la drammaturgia regnante e i miti dell\u2019ordine\u201d. Sessant\u2019anni sono passati e molte cose sono cambiate, dentro e fuori il teatro. Oggi come allora si sente tuttavia l\u2019esigenza di una scena in grado di riflettere maggiormente il presente, capace di intercettare e rilanciare le grandi domande del nostro tempo. La messinscena dell\u2019opera brechtiana Santa Giovanna dei Macelli per la regia di L. Ronconi (2012) ha offerto l\u2019occasione per mettere a fuoco alcuni di questi nodi problematici coinvolgendo studenti, docenti e professionisti (da studiosi di teatro a psicologi e economisti, da giuristi a teologi) in un progetto di ricerca dal titolo Teatro e lavoro organizzato dal Centro di Iniziativa e Cultura Teatrale Mario Apollonio dell\u2019Universit\ue0 Cattolica di Milano in collaborazione col Piccolo Teatro. Nello specifico il volume ripercorre il percorso svolto (che ha visto i ragazzi interrogarsi anche su altri due spettacoli gravitanti sul tema del lavoro e prodotti dallo Stabile milanese nel medesimo anno \u2013 ovvero Settimo. La fabbrica e il lavoro per la regia di S. Sinigaglia e Mani grandi, senza fine di e con L. Curino) e raccoglie interviste, saggi e altri contributi che analizzano da diversi punti di vista alcune delle questioni pi\uf9 attuali sollevate dal capolavoro brechtiano

    La malattia che cura il teatro

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    Il volume nasce dall’incontro tra artisti, studiosi, critici e operatori, chiamati a raccolta da Antonio Viganò e dalla sua compagnia Teatro La Ribalta – Accademia Arte della diversità di Bolzano, con lo scopo di avviare un confronto sul teatro, rispondendo a un ribaltamento della prospettiva: non il teatro che cura le ferite, ma «La malattia che cura il teatro». L’attenzione si concentra su pratiche, percorsi e pensieri di quanti provano a cambiare i codici del teatro, facendone un elemento di rinnovamento non solo artistico, ma soprattutto umano. Si tratta di strade che muovono dall’incontro con l’Altro e con la differenza, osteggiando la dittatura dell’Uguale e del Normale, scardinando regole e prassi consolidate. Dai contributi dei numerosi autori (Piergiorgio Giacchè, Guido Di Palma, Fabrizio Fiaschini, Stefano Masotti, Oliviero Ponte di Pino, Susanne Hartwig, Andrea Porcheddu, Alessandro Garzella, Alessandro Argnani, Rosita Volani, Thomas Emmenegger, Michela Lucenti, Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari, Gianluigi Gherzi, Ugo Morelli), emergono testimonianze e riflessioni su quel che si fa e quel che si potrebbe (ancora) fare

    Riviste di teatro e ricerca accademica. Un colloquio e un inventario

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    Il volume riporta gli esiti d'un processo di ricerca sulle riviste teatrali che la Consulta Universitaria di Teatro ha svolto ad ampio spettro, in diverse fasi e con diversi strumenti cognitivi: il reperimento dato, l'indagine statistica, il confronto pubblico e l'approfondimento analitico. Si tratta, innanzi tutto, degli Atti del Convegno internazionale "Le riviste teatrali fra globalizzazione, storia e innovazione tecnologica" (Bologna, 2013). In secondo luogo, si consegnano al lettore le risultanze del lavoro svolto negli anni 2013-2015 dalla Commissione riviste e internazionalizzazione della CUT: Roberta Carpani, Sandra Pietrini, Gerardo Guccini, Paolo Quazzolo, Armando Petrini, Daniele Vianello
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