68 research outputs found
Il comune di popolo e le sue istituzioni tra Due e Trecento. Alcune riflessioni a partire dalla storiografia dell’ultimo quindicennio
Negli ultimi anni il periodo compreso grosso modo tra il 1280 e il 1330 ha attirato un crescente interesse da parte degli studiosi dei comuni italiani. Per quanto riguarda in particolare i maggiori comuni di popolo, un’attenzione specifica alle dinamiche istituzionali ha consentito di elaborare un modello complesso di spiegazione delle trasformazioni tardo duecentesche e primo trecentesche. Rimane tuttavia evidente una certa difficoltà a comprendere in pieno la natura dei conflitti politici che segnarono quella fase. Popolani e magnates, guelfi e ghibellini, popolani grassi e popolani minuti, bianchi e neri: il mondo cittadino fu attraversato da molteplici e sovrapposte linee di frattura, in un processo di scomposizione e ricomposizione delle appartenenze politiche nel quale agivano simultaneamente solidarietà orizzontali “di classe”, solidarietà familiari, contrasti di interesse, logiche clientelari, rivendicazioni ideologiche. L’articolo avanza l’idea che una conoscenza più approfondita di questi conflitti, dei protagonisti – gruppi, famiglie, individui – e delle loro strategie politiche e discorsive migliorerebbe la nostra capacità di leggere l’evoluzione istituzionale dei comuni di popolo tra Due e Trecento
La signoria rurale e le trasformazioni economiche della fine del medioevo (area lombarda e Italia centro-settentrionale). Qualche riflessione
ITALIANO: La mancanza di adeguati approfondimenti storiografici ha proiettato un’ombra negativa sul ruolo della signoria nell’economia tardomedievale; essa è stata tradizionalmente considerata come un ostacolo alla libera espressione delle forze di mercato e dunque alla crescita. Pur non sposando questa visione datata, i modelli neo-istituzionalisti hanno di fatto ribadito questo giudizio negativo. L’articolo avanza una prima, provvisoria proposta interpretativa volta a sfumare l’immagine della signoria come forza economicamente regressiva e a rivalutare almeno in parte il suo ruolo nei processi di crescita tardomedievale. / ENGLISH: The lack of adequate historiographical insights has cast a negative light on the role of lordship in the late medieval economy; it has traditionally been seen as an obstacle to the free expression of market forces and thus to growth. While not endorsing this dated view, neo-institutionalist models have in fact reiterated this negative judgement. This article puts forward an interpretive proposal aimed at nuancing the image of lordship as an economically regressive force and reconsidering its role in late medieval growth processes
Lo spazio delle periferie e il tumulto dei Ciompi (Firenze, 1378). Un’ipotesi interpretativa
Negli ultimi decenni lo spatial turn che ha interessato varie discipline ci ha insegnato – o, per meglio dire, ha ribadito con forza – che la dimensione spaziale è fondamentale per comprendere molte dinamiche economiche, sociali, culturali e politiche. L’articolo parte da questo presupposto, tornando su un episodio molto (e molto ben) studiato, il tumulto dei Ciompi, e mettendo al centro dell’analisi gli spazi della rivolta e dei rivoltosi. Esso cerca di dimostrare, facendo ricorso anche alla letteratura antropologica e sociologica degli ultimi decenni, come restituire importanza a questa dimensione possa contribuire ad affontare alcune questioni molto rilevanti per la comprensione degli eventi dell’estate del 1378: la costruzione di un’identità sociale condivisa, la definizione di una solidarietà ‘di classe’, l’elaborazione di un discorso alternativo a quelli dell’élite, capace di sostenere una mobilitazione di tale portata e con obiettivi così ambiziosi.Over the last few decades, the concept of spatial turn that has influenced various disciplines has taught us – or, rather, emphatically reaffirmed – that space is fundamental to understanding many economic, social, cultural and political dynamics. The article takes its cue from this assumption and reconsiders a much (and very well-) studied episode, the Ciompi riot by placing the spaces of the riot and the rioters at the heart of the analysis. It tries to demonstrate, also by resorting to scholarly literature in anthropology and sociology published over the last decades, how giving back importance to the dimension of space can contribute to tackling some very relevant questions for understanding the events that unraveled during the summer of 1378: the construction of a shared social identity, the definition of a ‘class’ solidarity, the elaboration of a discourse alternative to that of the elite, capable of sustaining the mobilization of a similar scale and with such ambitious objectives
La florentina libertas nel contesto del conflitto politico interno nella Firenze del XIV secolo
The notion of florentina libertas was developed between the end of the fourteenth and the beginning of the fifteenth centuries by the ‘humanist chancellors’, Coluccio Salutati and especially Leonardo Bruni. It is a liberty that has a strongly republican connotation. This article provides a historical contextualization of the discourse on libertas. Starting from a number of documentary sources, it shows that the republican ideology of the humanist chancellors is a learned reworking – made in a changed political climate – of a political discourse that emerges in Florence between 1343 and 1378. The discourse on libertas that emerges in those decades is closely connected to the political confrontation inside Florence rather than to the military and ideological struggle against foreign powers. It is, above all, an openly partisan discourse developed by a specific social and political coalition in order to promote its own political agenda.La libertas florentina es conocida por la elaboración que propusieron entre finales del siglo XIV y principios del siglo XV los cancilleres humanistas, Coluccio Salutati y, sobre todo, Leonardo Bruni. Es una libertad que se caracteriza por su connotación fuertemente republicana. Este artículo propone una contextualización histórica del discurso sobre la libertas. Intenta demostrar, a partir de diversas fuentes documentales, que la ideología republicana de los cancilleres humanistas es la reelaboración letrada, llevada a cabo en un contexto político muy cambiado, de un discurso político que surge en un momento muy preciso de la historia política florentina., el de 1343 a 1378. Además, el discurso sobre libertas que surge en esas décadas está estrechamente relacionado con la confrontación política interna en Florencia, mucho más que con la confrontación militar e ideológica con poderes externos. Sobre todo, es un discurso estrictamente partidista elaborado por una coalición político-social específica que intentaba promover su propia influencia política
Gli organismi comunitativi di circoscrizione : un aspetto delle sperimentazioni istituzionali dei maggiori Comuni di Popolo toscani tra Due e Trecento
Trent’anni fa Giorgio Chittolini attirava l’attenzione sull’esistenza, nello stato fiorentino del primo Quattrocento, di consigli di lega, di podesteria, di capitanato e di vicaria che riunivano i rappresentanti dei Comuni rurali inseriti nella circoscrizione, e consentivano alle comunità di fare sentire la propria voce e interloquire con Firenze. Un’istituzione simile esisteva anche nello stato lucchese, il cosiddetto parlamento di vicaria. L’origine di questi organismi comunitativi va ricercata nelle riforme varate dai maggiori Comuni di Popolo toscani – Firenze, Lucca, Pisa e Siena – nei decenni a cavallo tra Due e Trecento. Al momento della loro creazione, tuttavia, tali organismi erano qualcosa di diverso dai loro eredi quattrocenteschi, e la finalità principale dei gruppi dirigenti popolari del primo Trecento non era consentire una più attiva partecipazione dei comitatini al governo del territorio. Al contrario, in quella fase l’obiettivo primario era favorire una più profonda penetrazione della città, del suo linguaggio e delle sue logiche nel contado e, probabilmente, indebolire l’identità politica dei Comuni rurali.Thirty years ago Giorgio Chittolini drew attention to the existence, in early 15th century Florence, of recommendations of associations, the podesta, chiefs and vicars who assembled the representatives of the rural districts who belonged to this territory and allowed the communities to have their own voice and to communicate with Florence. Such an institute also existed in Lucca, the so-called parliament of vicars. The origin of these communal organisations can be found in the various reforms of the main communities of the people in Tuscany – Florence, Lucca, Pisa and Siena – at the turn of the 14th century. At the moment of their creation, nevertheless, these organisations were somewhat different from their heirs of the 13th century. The principal aim of the popular governing group at the beginning of the 14th century was to prevent the more active participation of the comitatini in the governing of the territory. On the contrary, in this phase, the primary objective was to facilitate the greater penetration of the city, its language and its organisation of the countryside and probably, to undermine the political identity of the rural community
- …