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    Entre voies de terre et voies d’eau : l’évolution du voyage en Italie Padane, entre l’Itinerarium Burdigalense et le témoignage de Sidoine Apollinaire

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    Le point de départ de notre réflexion est le voyage à Rome que Sidoine Apollinaire accomplit, en 467 apr. J.-C., à la tête d’une délégation des provinces des Gaules. Une fois arrivée en Italie, à Pavie il embarque sur une cursoria navis, avec laquelle il rejoint Ravenne, pour ensuite continuer son trajet en direction de Rome, par la via Popilia et la via Flaminia. Pour sa mission officielle, Sidoine n’utilise pas le système via Flaminia-via Aemilia qui, encore à la fin du IVe s., était le parcours préférentiel pour les communications entre Rome et l’Italie du nord. Le voyage de Sidoine montre en revanche qu’au Ve s. le cursus publicus avait désormais intégré la navigation sur le Pô, entre Pavie et Ravenne.Cette évolution est principalement liée au déplacement de la capitale de la partie occidentale de l’Empire de Milan à Ravenne, en 402 apr. J.-C., et, plus en général, à la descente des Goths en Italie, qui détermine un manque d’entretien du réseau routier terrestre et, à terme, porte à redéfinir le système des communications en Italie.The aim of this paper is to reflect on the transformations of the journey in Roman Italy at the beginning of the fifth century. The key-point is the journey to Rome made by Sidonius Apollinaris in 467 AD, at the head of a delegation of the provinces of Gaul. Once in Italy, he attends the town of Ticinum, on the Po River, and embarks on a boat called cursoria, with whom he arrives in Ravenna. Then, he continues his journey to Rome on the via Popilia and the via Flaminia. For his official mission, Sidonius does not use the via Flaminia-via Aemilia axis, that represents the main connection between Rome and northern Italy, still at the end of the fourth century. Well, the journey of Sidonius shows that, in the fifth century, the curusus publicus integrate the navigation on the Po River, between Ticinum and Ravenna.This evolution is mainly due to the transfer of the capital of the Western Roman Empire from Milan to Ravenna, in 402 AD, and, more generally, to the descent of the Goths in Italy, which caused the interruption of the maintenance of the road network and the progressive redefinition of the communication system between Rome and northern Italy

    Bonifiche e regimazioni idrauliche tra pianificazione e gestione del territorio

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    1. INTERVENTI DI BONIFICA E PERSISTENZA DI ZONE UMIDE/INCOLTE IN ETÀ ROMANA Strabone, parlando della pianura padana, la descrive coperta di paludi che sarebbero state bonificate da Marco Emilio Scauro mediante dei canali navigabili «dal Po a Parma» («άπό τοῦ Πάδου μέχρι Πὰρμης», Strabo, V,1,11). Questo intervento viene di norma collocato dagli storici nell’anno del suo consolato, il 115 a.C., o in quello della sua censura, il 109 a.C. Siamo comunque alla fine del II secolo a.C., in un periodo, cioè, successivo sia alla deduzione delle colonie romane di Parma e Mutina (Modena), nel 183 a.C., che alle assegnazioni viritane dell’ager Ligustinus et Gallicus, decise dal Senato nel 173 a.C. L’intervento di Scauro va dunque collocato in questa fase della presa di possesso della pianura emiliano-romagnola da parte dei Romani e viene di norma considerato come un ampliamento della centuriazione del territorio di Parma verso nord. In realtà, lo stesso Strabone dice che Scauro aprì i suoi canali per evitare le piene del Poprovocate dalla confluenza del Trebbia. Questo fiume, infatti, è uno dei principal corsi d’acqua dell’Appennino emiliano ed entra in Po nei pressi di Piacenza, una sessantina di chilometri ad ovest di Parma. Le finalità perseguite da Scauro e lo stesso testo di Strabone impediscono, dunque, di considerare questi canali come dei cardini della centuriazione di Parma, secondo quanto è stato supposto in passato[1]. Se infatti fossero stati dei canali sud-nord, non solo sarebbero andati «da Parma al Po», e quindi in senso inverso rispetto a quanto riferito da Strabone, ma, soprattutto, avrebbero avuto un effetto opposto a quello desiderato, perché avrebbero aumentato la quantità di acqua riversata in Po. Per ottenere l’effetto voluto da Scauro, questi canali dovevano invece essere dei canali scolmatori e quindi correre da ovest ad est con un andamento subparallelo a quello del Po (Fig. 1). Pertale motivo, pare logico supporre che essi siano stati impostati nella fascia leggermente depressa immediatamente a sud dell’area di diretta pertinenza del fiume. Questa ricostruzione sembrerebbe di primo acchito andare contro l’indicazione «Πὰρμης» del geografo greco. In realtà, vista anche l’approssimazione della fonte utilizzata da Strabone nella sua descrizione della pianura padana[2], nulla vieta di interpretare il «Πὰρμης» come «fino al territorio parmense» o, addirittura, «fino al Parma», cioè al fiume che attraversa la città. Scauro avrebbe dunque aperto dei canali scolmatori di Po che dal territorio piacentino arrivavano fino al territorio parmense: l’attuale Canale Rigosa Vecchia, nella bassa pianura fidentina, è forse una persistenza di uno di questi canali. Lo farebbe supporre la sua posizione e il fatto che, lungo di esso, si dispongono numerose fattorie romane, distribuzione che sembra coerente con una funzione itineraria di questo canale (Dall’Aglio, 1995b). ______________ Fig. 1. La bassa pianura emiliana tra i fiumi Trebbia e Parma, con l’indicazione dell’andamento dei canali navigabili di Marco Emilio Scauro. [1] Sull’interpretazione del brano straboniano si veda Dall’Aglio 2009 e bibliografia ivi citata. [2] Nella sua descrizione della pianura padana, Strabone utilizza una fonte periegetica di I secolo a.C., Artemidoro d’Efeso (Laserre 1966; Biffi 1988). A questa visione, che assume come riferimento la linea di costa, si deve ad esempio il fraintendimento sull’apertura della via Emilia tra Rimini e Piacenza e della Flaminia «minore» tra Bologna e Arezzo nel 187 a.C. (Dall’Aglio, 1995a)

    Introduzione

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    Bonifiche e regimazioni idrauliche tra pianificazione e gestione del territorio

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    International audienceThe aim of this study is to deal with the question of roman and medieval interventions on the territory. It will be considered with regard to the ideas, complementary but distinct, of territorial planning and territorial management, as they have recently been defined by the modern Town Planning Discipline. The study area is the Po plain, in Northern Italy, whose agrarian morpho-logy was radically transformed by roman centuriation. The role of medieval Commons in the transmission or transformation of the ancient morph ology has particularly been considered.L’articolo propone una rilettura dei principali interventi sul territorio realizzati in età romana e medievale, alla luce dei concetti, complementari ma ben distinti, di pianificazione e di gestione territoriale, quali sono stati formalizzati nell’ambito della moderna Urbanistica. Il settore di studio prescelto è la pianura del Po, in Italia settentrionale, interessata da importanti interventi sul dise-gno del territorio messi in atto con la centuriazione romana, ma anche sostanziali trasformazioni in età Medievale, principalmente legate all’attività dei Comuni

    La centuriazione della media valle del Misa

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