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The Italian Wage Curve. The Effects of the Recent Labour Market Reforms.
The Italian Wage Curve. The Effects of the Recent Labour Market Reforms
The paper examines some effects of the recent reforms aimed at increasing flexibility in
the Italian labour market. It shows their incapability to respond to the “inclusion” problem
which still characterises the country. New temporary low-skill jobs were created but the reforms
have neither enforced industrial competitiveness nor increased productivity. Far from
solving the problems of a dual economy, de-regulation of Italian labour market has reinforced
them and has concurrently eroded civil rights thereby making a departure form standards
of health and morality. Excessive turnover of workers and firms is a major obstacle to
human capital accumulation. A hostile territory produces social inequality, poverty and under-
consumption that severely compromises growth.
Key words: Labor and Demographic Economics; Wages, Compensation and Labor Costs;
Wage Level and Structure; Wage Differentials
JEL Classification: J, J3, J31
Final version received May 200
A glance of modern logistics. Demand planning process
The world keeps on quickly changing and we will probably have to change the laws of the economy. In recent past years the production has dominated the consumptions: today, the consumer is always more, the true judge of the market and the firms of production have to redraw their strategies. The demand planning process becomes essential to face the world-wide competition: in fact, the border between innovative goods and functional goods becomes more and more transitory.planetization, globalization, functional goods, innovative goods, demand planning, commoditisation.
Definition Constructed Process in Mathematics Learning
Salah satu faktor yang dapat mendukung kemampuan profesional guru adalah penguasaan guru tentang ilmu psikologi kognitif. Salah satu kajian dari ilmu kognitif adalah tentang bagaimana siswa belajar. Tulisan ini membahas tentang bagaimana pemahaman terhadap definisi berkembang dalam pikiran siswa. Seorang guru tidak hanya memfasilitasi siswa untuk memiliki konsep definisi sebaiknya sampai memiliki konsep image
La curva dei salari nell'industria manifatturiera italiana
La curva dei salari nell’industria manifatturiera italiana
Il lavoro fornisce un contributo alla verifica dell’esistenza della curva dei salari
in Italia e, quindi, all’osservazione del ruolo svolto dall’ammontare dei senza lavoro,
presente a livello locale, nella determinazione dei salari ivi corrisposti nei periodi
considerati.
Le analisi sono state condotte sulla base delle osservazioni tratte da due banche
dati: la banca dati del gruppo bancario Capitalia, utilizzata per l’Indagine sulle imprese
manifatturiere italiane realizzata relativamente al triennio 1998-2000 e contenente
dati su 4.021 imprese; L’Archivio Storico della Banca d’Italia dell’Indagine sui
bilanci delle famiglie italiane (1977-2000), relativamente al periodo 1993-2000, contenente
osservazioni su 7.145 addetti dell’industria manifatturiera.
Controllando per le caratteristiche delle imprese e degli addetti, i risultati di regressioni
del salario reale sul tasso locale di disoccupazione dimostrano l’esistenza
della curva dei salari in Italia
NuDenpentujen käsikirja - käsikirja tiedonsiirron välineenä opiskelijajärjestössä
Opinnäytetyöni käsittelee opiskelijajärjestön sisäisen tiedonsiirron keskeisiä ongelmia järjestön hallituksen jäsenten vaihtuessa vuosittain. Tavoitteeni oli toteuttaa Muotoilun laitoksen ainejärjestölle Nuoret Designerit ry:lle tietopankki, jonka avulla uudet hallituksen jäsenet pärjäisivät yhdistystoiminnan haasteissa. Työni on produktiopainotteinen.
Ratkaisuksi ongelmaan tarjoan perinteisen painetun käsikirjan. Tutkielmassani käsittelen painetun ja sähköisen median eroavaisuuksia, hyötyjä ja haittoja. Vertailen niitä keskenään ja perustelen miksi päädyin toteuttamaan fyysisen kirjan tällä sähköisen median vallankumouksen aikakaudella. Taustatutkimuksessa selvisi, että painettu formaatti muun muassa tukee paremmin sisällön oppimista ja mieleen painumista kuin sähköinen siinä olevien ulkoisten tekijöiden johdosta. Taustatutkimukseni perusteella sekä omaan kokemukseeni nojaten parhaaksi vaihtoehdoksi juuri muotoilun opiskelijoille osoittautui fyysinen kirja, jossa käytön jäljet saavat merkityksen osana historiaa kirjojen siirtyessä käyttäjältä toiselle.
Tutkielmassani esittelen NuDenpentujen käsikirjan tekemisen vaiheita sisällön keräämisestä ja kirjoittamisesta kuvitukseen ja taittoon. Opinnäytetyöni tuloksena on painovalmis käsikirja, josta tullaan teettämään sekä ensimmäinen erä painettuja kirjoja että sähköinen tallenne ennen NuDe ry:n seuraavaa hallituksen vaihtumista
La curva dei salari in Italia.
In generale, l’idea che l’ambito istituzionale influenzi profondamente il funzionamento dei mercati è saldamente radicata in letteratura. Per quanto riguarda il mercato del lavoro sono pionieristici i lavori teorici di Akerlof (1982), Bowles (1985), Williamson (1985), Stiglitz (1987), Solow (1990). Anche la letteratura empirica ha sempre più legato la performance del mercato del lavoro all’ambito istituzionale prevalente, come testimoniato, per esempio, dall’ampia letteratura sul “corporativismo”, da quella sull’“eurosclerosi” e da tutti quei lavori basati sulle istituzioni per spiegare la disoccupazione, i differenziali salariali, l’accumulazione di abilità (Blanchard, Wolfers, 2000). La significativa riforma istituzionale, avvenuta durante gli anni Novanta, ha influenzato profondamente il funzionamento del mercato del lavoro italiano, riducendo il grado di centralizzazione della contrattazione salariale, introducendo nuove tipologie di “lavoratori atipici” (come quelli impegnati in lavori “interinali”, lavori on call ecc.) e promuovendo sostanziali limitazioni salariali i cui effetti sembrano eccezionalmente di lunga durata . La dispersione salariale è fortemente aumentata, determinando un sostanziale aumento dell’ineguaglianza dei redditi. Nel periodo 1989-2000, inoltre, il ridimensionamento delle retribuzioni reali ha coinvolto non solo i lavoratori a tempo parziale e “atipici” ma anche quelli con contratti di tipo tradizionale. La caduta del potere d’acquisto dei salari (lordi) in Italia è in netta controtendenza rispetto a quanto accaduto all’Europa degli anni Novanta (ILO, 2000, p. 3). La variabilità territoriale dei tassi di disoccupazione, già in crescita negli anni Ottanta, è ulteriormente aumentata negli anni Novanta aggravando lo svantaggio delle aree meridionali Questa evoluzione deve essere ampiamente attribuita a una più alta dispersione dei tassi di occupazione (che approssimano la disponibilità delle opportunità di lavoro), mentre i divari territoriali nell’offerta di lavoro (approssimati dai tassi di attività ) sono rimasti sostanzialmente immutati. Inoltre, la ristrutturazione industriale della metà degli anni Novanta ha prodotto una caduta drammatica dell’occupazione industriale, soprattutto nelle
grandi imprese dove il lavoro è tutelato da una legislazione protezionistica. Tutto ciò ha causato un’accresciuta variabilità territoriale del “grado di tensione sul mercato del lavoro” (inteso come numero relativo di posti vacanti rispetto al numero di disoccupati), che è la variabile che guida il sistema economico verso un livello più elevato di rigidità istituzionale, se si
accetta l’inversione del nesso di causalità tra protezione dell’occupazione e performance del mercato del lavoro operata da Saltari e Tilli (2004). Di fronte a questi cambiamenti, è appropriato rivalutare il potere esplicativo delle interpretazioni alternative della disoccupazione e degli squilibri regionali del mercato del lavoro.
Principio ispiratore della riforma istituzionale (cfr. il Libro bianco del ministero del Lavoro) è stato rimuovere le rigidità del mercato del lavoro, la resistenza dei salari reali, gli insostenibili costi del licenziamento, l’indifendibile egualitarismo nella contrattazione salariale, tutte cause del perdurante problema della disoccupazione in Italia. L’attenzione è stata, quindi, essenzialmente rivolta a:
a) l’incapacità dei prezzi dei fattori produttivi di riflettere scarsezze relative. La centralizzazione nazionale della contrattazione salariale, l’espansione del pubblico impiego e l’aumento dei trasferimenti di reddito alle famiglie avrebbero reso i salari insensibili alle differenze nelle produttività marginali del lavoro, riducendo la domanda di lavoro ;
b) i vincoli legali e istituzionali imposti alle assunzioni e ai licenziamenti. Tali vincoli avrebbero impedito l’ottimale funzionamento del mercato del lavoro, riducendo la produttività del lavoro e favorendo l’uso di input alternativi (Bentolila, Bertola, 1990; Bertola, 1990, 2004).
Entrambi i fattori (a e b) avrebbero agito prevalentemente nelle regioni meridionali determinando un piĂą alto rapporto capitale-lavoro e piĂą bassa occupazione e produzione. Alcune interpretazioni alternative (rif. in c, d, e, f, g), invece, proponevano e propongono oggi, con ancora maggiore
insistenza, di investigare l’impatto sull’occupazione dell’innovazione, dei vincoli esistenti dal lato della domanda, e inoltre di volgere particolare attenzione a fattori come la competitività non di prezzo, il comportamento
delle imprese rispetto alle innovazioni, alla tecnologia, al potenziamento delle capacità e alla specializzazione settoriale. Le radici teoriche ed empiriche di tali argomentazioni oltre a confutare quelle alternative già richiamate (a e b) sottolineano – in un’ottica di equilibrio parziale:
c) che la severità di un sistema di protezione all’impiego è l’effetto e non la causa di un mercato del lavoro depresso (Saltari, Tilli, 2004); d) che nell’industria manifatturiera italiana e ancora di più in quella meridionale il lavoro temporaneo e le nuove forme di lavoro “atipico” sono fonte d’inefficienza e hanno un effetto negativo sulla produttività e sull’occupazione.
La natura temporanea del contratto spinge almeno una delle parti in causa (datore di lavoro-lavoratore) a limitare il proprio investimento nella relazione d’impiego; soluzioni subottimali per entrambe le parti e per l’intera economia saranno il risultato delle scarse “dosi” di capitale umano investite nella relazione di impiego temporanea. La produttività delle imprese italiane,
e ancora di più di quelle meridionali decresce al crescere della proporzione di addetti a tempo determinato impiegata. La relazione tra produttività e lavoro temporaneo si inverte quando l’attività di formazione professionale all’interno (contratti di formazione) o all’esterno dell’azienda (corsi di formazione)
produce una “dose” non trascurabile di investimento in capitale
umano. La propensione allo shirking dei lavoratori si riduce al crescere della serietĂ della relazione di impiego temporaneo e della probabilitĂ che essa sia convertita in una relazione permanente. Prendendo in considerazione le interazioni del mercato del lavoro con gli altri mercati, tali interpretazioni alternative evidenziano, inoltre:
e) il ruolo della “povertà tecnologica e istituzionale” (intendendo con ciò la sfavorevole specializzazione produttiva, e la scarsezza di alcuni input che hanno la natura di beni pubblici, l’innovazione tecnologica, l’accumulazione di capitale umano, infrastrutture, l’insufficiente certezza dei diritti di proprietà ); e, dal punto
di vista teorico, Autor, 2000; Ramey, Watson, 1997);
f) il malfunzionamento del mercato del credito, che impone severi vincoli finanziari alle imprese (Giannola, 1999; Giannola, Sarno, 2004; Lopes, Netti, 2002, 2004);
g) l’impatto occupazionale dei mutamenti tecnologici e dei vincoli alla domanda (Pini, Piacentini, 2000; Costabile, Papagni, 1998).
Nel presente lavoro ci si propone di affrontare dal punto di vista empirico alcuni argomenti connessi principalmente alla prima interpretazione circa l’incapacità dei prezzi dei fattori produttivi di riflettere scarsezze relative (a), al fine di confutarla. In particolare si osserva che il giudizio che la letteratura empirica ha espresso sulla flessibilità salariale dell’economia italiana degli anni Novanta dipende anche (a monte) dalla banca dati utilizzata e (a valle) dai periodi e segmenti di indagine, dal grado di aggregazione
delle osservazioni, dalle modalitĂ con le quali rappresentare le caratteristiche strutturali delle aree di interesse.
Inoltre, si dimostra l’esistenza di una “curva dei salari” (Blanchflower, Oswald, 1994) sulla base dei risultati di stime econometriche condotte con due differenti banche dati: l’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane della Banca d’Italia e il data base del gruppo bancario Capitalia (ex Mediocredito Centrale) relativo a un campione di imprese dell’industria manifatturiera
italiana
Leptis Magna: “a heritage in war uniform” to be protected
As stated by former Director-General of UNESCO Irina Bokova, "the heritage protection is the best way to create resilience in society, to recognize the past, but also to look to the future, as it is closely linked to the concept of identity. Without respect for the identity of peoples, it is not possible to achieve peace or reconciliation or even hope for the future".
This important warning that appeals to culture as an instrument of cohesion, leads us to reflect on the theme of preservation of cultural and historical heritage in war zones and - more generally - towards the protection of endangered cultural heritage.
Currently, more than 50 UNESCO sites are included in the list of the heritage of humanity at risk, of which more than half due to wars and ruthless interests of terrorist networks. In 2016 the UNESCO commission has included in this list the ancient city of Leptis Magna, along with four other important sites in Libya, due to the massive damage caused by the civil wars that followed the fall of Gaddafi (in 2011) and due to threats that still weigh on these settlements.
Result of a particularly fertile historical sedimentation, Leptis Magna remains an exceptional archaeological site for wealth and diversity. We cannot interrupt scientific research focused on this important heritage; everything that can be carried out in terms of documentation, cataloging, survey, restitution, can be used to compensate the injured assets and restore their identity when the conflicts will be over. All this, in respect and in favor of the broader "peace building" process supported by UNESCO
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