63 research outputs found

    The effect of postmastectomy radiation therapy on breast implants. Material analysis on silicone and polyurethane prosthesis

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    The pathogenic mechanism underlying capsular contracture is still unknown. It is certainly a multifactorial process, resulting from human body reaction, biofilm activation, bacteremic seeding, or silicone exposure. The scope of the present article is to investigate the effect of hypofractionated radiotherapy protocol (2.66 Gy × 16 sessions) both on silicone and polyurethane breast implants.Silicone implants and polyurethane underwent irradiation according to a hypofractionated radiotherapy protocol for the treatment of breast cancer. After irradiation implant shells underwent mechanical, chemical, and microstructural evaluation by means of tensile testing, infrared spectra in attenuated total reflectance mode, nuclear magnetic resonance, and field emission scanning electron microscopy.At superficial analysis, irradiated silicone samples show several visible secondary and tertiary blebs. Polyurethane implants showed an open cell structure, which closely resembles a sponge. Morphological observation of struts from treated polyurethane sample shows a more compact structure, with significantly shorter and thicker struts compared with untreated sample. The infrared spectra in attenuated total reflectance mode spectra of irradiated and control samples were compared either for silicon and polyurethane samples. In the case of silicone-based membranes, treated and control specimens showed similar bands, with little differences in the treated one. Nuclear magnetic resonance spectra on the fraction soluble in CDCl3 support these observations. Tensile tests on silicone samples showed a softer behavior of the treated ones. Tensile tests on Polyurethane samples showed no significant differences.Polyurethane implants seem to be more resistant to radiotherapy damage, whereas silicone prosthesis showed more structural, mechanical, and chemical modifications

    meningococcal c conjugate vaccine effectiveness before and during an outbreak of invasive meningococcal disease due to neisseria meningitidis serogroup c cc11 tuscany italy

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    Abstract Introduction In Tuscany, Italy, where a universal immunization program with monovalent meningococcal C conjugate vaccine (MCC) was introduced in 2005, an outbreak of invasive meningococcal disease (IMD) due to the hypervirulent strain of Neisseria meningitidis C/cc11 occurred in 2015–2016, leading to an immunization reactive campaign using either the tetravalent (ACWY) meningococcal conjugate or the MCC vaccine. During the outbreak, IMD serogroup C (MenC) cases were also reported among vaccinated individuals. This study aimed to characterize meningococcal C conjugate vaccines (MenC-vaccines) failures and to estimate their effectiveness since the introduction (2005–2016) and during the outbreak (2015–2016). Methods MenC cases and related vaccine-failures were drawn from the National Surveillance System of Invasive Bacterial Disease (IBD) for the period 2006–2016. A retrospective cohort-study, including the Tuscany' population of the birth-cohorts 1994–2014, was carried out. Based on annual reports of vaccination, person-years of MenC-vaccines exposed and unexposed individuals were calculated by calendar-year, birth-cohort, and local health unit. Adjusted (by birth-cohort, local health unit, and calendar-year) risk-ratios (ARR) of MenC invasive disease for vaccinated vs unvaccinated were estimated by the Poisson model. Vaccine-effectiveness (VE) was estimated as: VE = 1-ARR. Results In the period 2006–2016, 85 MenC-invasive disease cases were reported; 61 (71.8%) from 2015 to 2016. Twelve vaccine failures occurred, all of them during the outbreak. The time-interval from immunization to IMD onset was 20 days in one case, from 9 months to 3 years in six cases, and ≄7 years in five cases. VE was, 100% (95%CI not estimable, p = 0.03) before the outbreak (2006–2014) and 77% (95%CI 36–92, p  Conclusions In Tuscany, MenC-vaccine failures occurred exclusively during the 2015–2016 outbreak. Most of them occurred several years after vaccination. VE during the outbreak-period was rather high supporting an effective protection induced by MenC-vaccines

    Secondo Protocollo di Implementazione Misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Sars-CoV-2

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    Questo documento Ăš da intendersi come protocollo di implementazione delle attivitĂ  nel corso della attuale fase dell’emergenza pandemica e, con lo “Addendum al Documento di Valutazione dei Rischi dedicato al rischio biologico derivante da Sars-CoV-2, protocollo di sicurezza anti contagio, misure di prevenzione e protezione, formazione e informazione”, le Linee guida operative per i lavoratori e le lavoratrici dello “Istituto Nazionale di Astrofisica” Misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Sars-CoV-2 e il Protocollo di implementazione MAB (Musei Archivi Biblioteche) dell’INAF, Misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Sars-CoV-2, dei quali costituisce parte integrante, contiene misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Sars-CoV-2 per ogni Struttura di Ricerca INAF - Istituto Nazionale di Astrofisica e per la sede della Amministrazione Centrale, e sostituisce integralmente il “Protocollo di Implementazione Fase 2, Misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Sars-CoV-2” adottato con nota Circolare del Direttore Generale del 15 maggio 2020, numero 2482. Le disposizioni contenute nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 Agosto 2020 non si concretano in una totale “ripresa” delle attivitĂ  di ricerca, ma semplicemente in un “ampliamento”, peraltro assai limitato e condizionato, delle stesse. È quindi necessario, in questa “Fase”, adottare misure che consentano, ove possibile, di svolgere le attivitĂ  lavorative nella massima sicurezza. Pertanto, il Direttore Generale, d'intesa con il Presidente, il Direttore Scientifico e il Collegio dei Direttori di Struttura, ha avviato un processo volto a definire le azioni propedeutiche all’aggiornamento del “processo di implementazione” delle attivitĂ  di ricerca e di laboratorio che potranno essere svolte in questa nuova “Fase”, nella consapevolezza che le stesse non devono arrecare alcun nocumento alla salute dei dipendenti dell'Ente e non devono, in alcun modo, favorire, direttamente o indirettamente, una recrudescenza della pandemia in atto, salvaguardando il bene supremo della salute pubblica, costituzionalmente tutelato, e che facciano, quindi, prevalere l'interesse generale sulle logiche puramente individualistiche (Circolare 2 maggio 2020, n. 2083, Allegato 9). Il presente documento tiene conto delle indicazioni contenute nei vari aggiornamenti dei provvedimenti Governativi e delle raccomandazioni delle AutoritĂ  Sanitarie Nazionali ed Internazionali, individua e definisce, per tutte le Strutture di Ricerca, le misure di sicurezza che dovranno essere adottate e i dispositivi da utilizzare, suscettibili di ulteriori e/o diverse implementazioni a livello locale, in ragione delle diverse peculiaritĂ  delle singole Strutture della specificitĂ  dei luoghi, delle esigenze logistiche, delle misure organizzative adottate e di eventuali aggiornamenti delle disposizioni normative. Resta inteso che in base all’evoluzione dello scenario epidemiologico, e nell’ottica della tutela della pubblica sicurezza, le misure indicate potranno essere rimodulate, anche in senso piĂč restrittivo, e dovranno essere immediatamente applicate eventuali, future e piĂč restrittive disposizioni governative Regionali e/o locali. Il Direttore Generale, il Direttore Scientifico e i Direttori di Struttura, ciascuno nell'ambito delle rispettive competenze, individuano idonee procedure di controllo dell'applicazione delle predette misure di sicurezza, con la collaborazione di RSPP, RLS e Medico Competente. I contenuti del documento saranno aggiornati ad ogni variazione della valutazione del rischio e delle misure di contrasto alla diffusione del Sars-CoV-19 da parte degli organi competenti. Ogni sede integra con eventuali indicazioni del Responsabile della Prevenzione e Protezione, del Medico Competente, del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, anche in relazione all’ambiente specifico

    Protocollo per l’aggiornamento delle Misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/Covid-19 nelle Strutture di Ricerca e nella Sede della Amministrazione Centrale dello Istituto Nazionale di Astrofisica.

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    Il documento Ăš da intendersi come protocollo per l’aggiornamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da Covid-19, anche in considerazione dell’emanazione dei nuovi provvedimenti adottati dal Governo e dal Ministero della Salute, di circolari e “comunicazioni” di Ministeri e AutoritĂ  competenti, e della legislazione vigente in materia di contrasto alla diffusione dell’epidemia da Covid-19, e contiene linee guida per la revisione e l’aggiornamento dei “Protocolli di sicurezza” adottati a livello locale dalle Strutture di Ricerca e dalla sede della Amministrazione Centrale, tenuto conto della situazione epidemiologica e della necessitĂ  di conservare misure efficaci per prevenire e ridurre il rischio di contagio. Il documento tiene conto delle nuove disposizioni normative e, in particolare, del “Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro”, siglato il 30 giugno 2022 e ha l’obiettivo di fornire indicazioni operative e linee guida aggiornate per garantire l’efficacia delle misure precauzionali di contenimento adottate per contrastare l’epidemia da Covid-19, applicando tutte le misure necessarie allo svolgimento delle attivitĂ  lavorative nella massima sicurezza, tenendo in particolare conto gli aspetti che riguardano il benessere del personale nell’accezione piĂč ampia del termine. Il documento richiama, inoltre, la necessitĂ  di promuovere e favorire, in ogni sistema di prevenzione di qualunque rischio, un ambiente di lavoro sereno, in cui i rapporti interpersonali siano improntati alla correttezza, al reciproco rispetto della libertĂ  e dignitĂ  della persona in quanto diritti inviolabili di tutto il personale che a qualsiasi titolo lavora e opera all'interno dell'Istituto, delle lavoratrici e dei lavoratori chiamati ad applicare, a garantire il rispetto del presente documento e di chi ha lavorato per la sua stesura. Atteggiamenti offensivi, molesti, violenti e lesivi della dignitĂ  e della professionalitĂ  dell’individuo sul luogo di lavoro, oltre a costituire fattori di rischio lavorativo, sono stigmatizzati dai “Codici” adottati dall’Ente

    Trastuzumab-lapatinib as neoadjuvant therapy for HER2-positive early breast cancer: Survival analyses of the CHER-Lob trial.

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    AIM: The Cher-LOB randomised phase II study showed that the combination of lapatinib-trastuzumab plus chemotherapy increases pathologic complete response (pCR) rate compared with chemotherapy plus either trastuzumab or lapatinib. Here, we report the post hoc survival analysis as per treatment arm, pCR and biomarkers. METHODS: The Cher-LOB study randomised 121 patients with human epidermal growth factor receptor 2-positive, stage II-IIIA breast cancer. A specific protocol to collect recurrence-free survival (RFS) and overall survival (OS) data was designed. Tumour-infiltrating lymphocytes (TILs) and PAM50-intrinsic subtyping were evaluated at baseline. RESULTS: At 9-year median follow-up, a trend towards RFS improvement with lapatinib-trastuzumab over trastuzumab was observed (hazard ratio [HR] 0.44, 95% confidence interval [CI] 0.18-1.05). Combining treatment arms, pCR was significantly associated with both RFS (HR 0.12, 95% CI 0.03-0.49) and OS (HR 0.12, 95% CI 0.03-0.49). TILs were significantly associated with RFS (HR = 0.978 for each 1% increment). Luminal-A subtype was a significant and independent predictor of improved RFS as compared with other PAM50-based intrinsic subtypes at the multivariate analysis including the most relevant clinicopathologic variables (HR 0.29, 95% CI 0.09-0.94, p = 0.040). CONCLUSIONS: Cher-LOB trial survival analysis confirmed the prognostic role of pCR and TILs and showed a signal for a better outcome with lapatinib-trastuzumab over trastuzumab. TRIAL REGISTRATION: NCT00429299

    Infected pancreatic necrosis: outcomes and clinical predictors of mortality. A post hoc analysis of the MANCTRA-1 international study

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    : The identification of high-risk patients in the early stages of infected pancreatic necrosis (IPN) is critical, because it could help the clinicians to adopt more effective management strategies. We conducted a post hoc analysis of the MANCTRA-1 international study to assess the association between clinical risk factors and mortality among adult patients with IPN. Univariable and multivariable logistic regression models were used to identify prognostic factors of mortality. We identified 247 consecutive patients with IPN hospitalised between January 2019 and December 2020. History of uncontrolled arterial hypertension (p = 0.032; 95% CI 1.135-15.882; aOR 4.245), qSOFA (p = 0.005; 95% CI 1.359-5.879; aOR 2.828), renal failure (p = 0.022; 95% CI 1.138-5.442; aOR 2.489), and haemodynamic failure (p = 0.018; 95% CI 1.184-5.978; aOR 2.661), were identified as independent predictors of mortality in IPN patients. Cholangitis (p = 0.003; 95% CI 1.598-9.930; aOR 3.983), abdominal compartment syndrome (p = 0.032; 95% CI 1.090-6.967; aOR 2.735), and gastrointestinal/intra-abdominal bleeding (p = 0.009; 95% CI 1.286-5.712; aOR 2.710) were independently associated with the risk of mortality. Upfront open surgical necrosectomy was strongly associated with the risk of mortality (p < 0.001; 95% CI 1.912-7.442; aOR 3.772), whereas endoscopic drainage of pancreatic necrosis (p = 0.018; 95% CI 0.138-0.834; aOR 0.339) and enteral nutrition (p = 0.003; 95% CI 0.143-0.716; aOR 0.320) were found as protective factors. Organ failure, acute cholangitis, and upfront open surgical necrosectomy were the most significant predictors of mortality. Our study confirmed that, even in a subgroup of particularly ill patients such as those with IPN, upfront open surgery should be avoided as much as possible. Study protocol registered in ClinicalTrials.Gov (I.D. Number NCT04747990)
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