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Environmental High Performance Urban Open Spaces Paving: Experimentations in Urban Barriera (Turin, Italy)
The aim of this paper is to describe the experimentation on environmental high performance urban paving for open space re- design in Urban Barriera program framework in Turin (Italy). Urban Barriera is a program designed to trigger a process of improvement of the “Barriera di Milano” area, the historical neighborhood in the northern part of the city. It was supported by the City of Turin, the Piedmont Region and the European Community, in order to operate on physical, economic, social aspects of the city by encouraging collaboration and proactive interaction between all actors and beneficiaries of urban redevelopment. Particular attention is given to the issue of re-design of urban open spaces, as an instrument for regeneration of the district also from the social point of view. The phase of competitive tender was preceded by a research on environmental high performance paving characterized by good properties related to solar absorption/reflection and permeability, selecting one of this materials for the redevelopment of public open space. In this work, the microclimate conditions of three urban areas were compared, with similar characteristics of morphological urban shape of buildings’ surround but different paving materials. The experimentation started with microclimate monitoring to evaluate outdoor thermal comfort; interviews on citizens and the calculation of thermal comfort indexes completed the analysis. Some of the thermal comfort indexes used are intended for outdoors spaces, but others were developed starting from indoor indexes. A first investigation on the correlation between outdoor thermal comfort indexes and subjective thermal perception have been conducted. The results of this paper analyse thermal comfort conditions during summertime with different paving materials and compare thermal comfort indexes with the subjects’ response. Some considerations on procedural aspects of an ordinary competitive tender concluded the study
Inserti "minimi" per la dignitĂ del dopo. Cimitero nel Vorarlberg (Austria)
Il tema dello spazio cimiteriale come giardino, o parco progettato, è oggi nuovamente al centro del dibattitto architettonico, secondo diverse linee di interpretazione.
Nei cimiteri di montagna l’accezione di hortus conclusus ha assunto tradizionalmente il significato di recinto intimo per la meditazione - anche in funzione della sua prossimità a punti di particolare pregio ambientale - aperto a tutti: un micro spazio pubblico deputato alla riflessione, che offre l’opportunità di riconciliazione con il pensiero della morte e, dunque, una maggiore consapevolezza sul modo di concepire la prospettiva di vita stessa.
L’articolo offre uno spunto per approfondire il significato del Vorarlberg, l’area alpina austriaca, come laboratorio di sperimentazione, ieri e oggi, del tema dell’architettura cimiteriale dei piccoli centri, nelle relazioni natura-artificio e tradizione-innovazione.
Se la cappella del cimitero di Schwarzach (Karla Kowalskie Michael Szyszkowitz), a sud di Bregenz, proprio anche in relazione alla particolare interpretazione paesaggistica del progetto dello spazio è un esempio di valore del Moderno locale, tale attitudine a qualificare i luoghi di sepoltura come paesaggi costruiti è riscontrabile anche in progetti contemporanei recenti.
Il cimitero islamico di Altach Bernardo Bader e Azra Aksamija), a metà strada tra i nuclei urbani di Dornbirn e Feldkirch, è una vera e propria infrastruttura morfologica, un giardino “secco” con suoli caratterizzati da gradienti di densità di grana.
Nel villaggio di Krumbach, lungo uno dei rami laterali del corridoio vallivo che attraversa il Bregenerwald, il cimitero è leggibile come suolo infrastrutturato, nella sequenza di bordature delle aree predisposte per le sepolture stesse - anche nel lungo periodo - e nell’essere punteggiato da attrezzature per espletare le funzioni ordinarie di ossequio ai tumuli.
Nel cimitero di Gofis (long&vonier architekten ZT), sui primi rilievi a est di Feldkirch, tale infrastrutturazione pare salire in verticale, nel tentativo di mettere in discussione il ritmo un po’ ossessivo dei muri cimiteriali tradizionali, in quanto suddivisi in loculi modulari.
A Batschuns, sulle prime propaggini collinari sopra l’abitato di Rothis, l’ampliamento del cimitero del villaggio stesso (Martin Rauch) è strutturato introiettando il tema della temporalità e della temporaneità della facies dei muri verticali di delimitazione - a mezzo della cura del dettaglio costruttivo – al fine di evocare la transitorietà esistenziale e (forse) post-esistenziale
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