1,688 research outputs found

    Does Quartessence Ease Tensions?

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    Tensions between cosmic microwave background observations and the growth of the large-scale structure inferred from late-time probes pose a serious challenge to the concordance Λ\LambdaCDM cosmological model. State-of-the-art data from the Planck satellite predicts a higher rate of structure growth than what preferred by low-redshift observables. Such tension has hitherto eluded conclusive explanations in terms of straightforward modifications to Λ\LambdaCDM, e.g. the inclusion of massive neutrinos or a dynamical dark energy component. Here, we investigate models of 'quartessence' -- a single dark component mimicking both dark matter and dark energy -- whose non-vanishing sound speed inhibits structure growth at late times on scales smaller than its corresponding Jeans' length. In principle, this could reconcile high- and low-redshift observations. We put this hypothesis to test against temperature and polarisation spectra from the latest Planck release, SDSS DR12 measurements of baryon acoustic oscillations and redshift-space distortions, and cosmic shear correlation functions from KiDS. This the first time that any specific model of quartessence is applied to actual data. We show that, if we naively apply Λ\LambdaCDM nonlinear prescription to quartessence, the combined data sets allow for tight constraints on the model parameters. Apparently, quartessence alleviates the tension between the total matter fraction and late-time structure clustering, although in fact the tension is transferred from the latter to the quartessence sound speed parameter. However, we found that this strongly depends upon information from nonlinear scales. Indeed, if we relax this assumption, quartessence models appear still viable. For this reason, we argue that the nonlinear behaviour of quartessence deserves further investigation and may lead to a deeper understanding of the physics of the dark Universe.Comment: 8 pages, 6 figures, 1 table; matching published versio

    ANALISI STRUTTURALE ED ACUSTICA DI UNA GALLERIA COMMERCIALE A LUCCA

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    La presente Tesi di Laurea prende in oggetto lo studio dei principali aspetti relativi alla progettazione strutturale ed acustica di una galleria commerciale ubicata a Lucca. Nella prima parte è stata condotta la progettazione strutturale, ai sensi del D.M. 14 Gennaio 2008 ponendo particolare attenzione all’azione sismica. A tale scopo è stata eseguita una modellazione tridimensionale dell’edificio mediante apposito programma di calcolo. Nella seconda parte è stata effettuata l’analisi acustica della sala centrale della galleria commerciale mediante il calcolo del tempo di riverberazione, basato sulla teoria di Sabine. Considerando che spesso i problemi di natura acustica in ambito edilizio, soprattutto nella realizzazione di ambienti diversi da teatri, auditorium, ecc., sono considerati secondari, quindi trascurati da parte dei progettisti, ci siamo posti l’obiettivo di mettere in evidenza le differenze che si vengono a creare nell’edificio nel caso in cui, in fase di progetto, vengano studiati o meno i problemi legati alla percezione del suono. E’ stata condotta anche una ricerca di software di previsione acustica, di ausilio alla progettazione, in grado di offrire un rapporto costo/benefici conveniente per applicazioni in ambienti di minore interesse acustico

    La stauroteca di Cosenza. Iconografia, tecnica, stile

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    La stauroteca di Cosenza è un prezioso reliquiario cruciforme in oro e smalti cloisonnés prodotto nelle officine della corte normanna di Palermo sul finire del XII secolo. L’opera è legata alla cattedrale della città calabrese fin dal 1222, quando Federico II la donò in occasione nella nuova consacrazione dell’edificio. La croce è un esempio altissimo dell’oreficeria siciliana del XII secolo, sia per la combinazione di raffinatissime tecniche orafe tipiche di tale produzione, come la filigrana a vermicelli e i castoni a cestello, sia per l’elevata qualità degli smalti incassati su lamina d’oro. L’opera è molto significativa anche dal punto di vista iconografico. Nella faccia anteriore è raffigurato Cristo crocifisso, morente sulla croce, tra la Vergine e Giovanni Battista, la cui presenza accentua la dimensione sacrificale dell’evento, piuttosto che quella storica. Nella placchetta in basso sono raffigurate le Arma Christi sopra l’altare, cioè gli strumenti della Passione, in una originale interpretazione del tema orientale dell’etimasia. Sulla faccia posteriore si trova la Majestas Domini, con Cristo trionfante raffigurato al centro tra gli Evangelisti intenti a scrivere il Vangelo. La stauroteca di Cosenza è opera stilisticamente rapportabile ai mosaici di Monreale e a molti manoscritti licenziati dai più importanti scriptoria siciliani della fine del XII e dell’inizio del XIII secolo. Inoltre, non è un pezzo isolato, ma si inserisce in lunga produzione orafa locale, di alto livello, oggi testimoniata da pezzi eccellenti quali la legatura dell’Evangeliario del vescovo Alfano di Capua o la stauroteca del Tesoro del Duomo di Napoli

    La leggenda del Volto Santo di Lucca. Nascita e diffusione di un'iconografia politico-devozionale nell'arte europea tra Medioevo ed età moderna

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    La ricerca ha preso avvio dalla constatazione che nell’ampio panorama degli studi sul venerato crocifisso ligneo della cattedrale di Lucca - meglio noto come Volto Santo - mancava ancora una trattazione complessiva sulla nascita e sulla diffusione di programmi figurativi dedicati all’illustrazione della sua leggenda o di singoli episodi di essa. La fattibilità del progetto è stata supportata preliminarmente dalla verifica dell’esistenza di un ricco patrimonio di immagini legate al Volto Santo, la cui varietà tecnica, tipologica e qualitativa offriva un’efficace misura del successo devozionale del crocifisso che, tra il XIV secolo e l’inizio del XVI secolo, assunse le dimensioni di un fenomeno di portata europea. Particolare attenzione è stata data ad una fonte letteraria trecentesca - nota da copia del XVIII secolo - che ricorda l’esistenza di un ciclo della leggenda del Volto Santo dipinto sulle pareti della cattedrale lucchese. La mancanza di dati certi sull’opera non ha impedito di giungere alla formulazione dell’ipotesi che le pitture decorassero la parete settentrionale della chiesa nello spazio compreso tra il portale con i rilievi cristologici di Nicola Pisano, che rappresentano l’antefatto evangelico degli avvenimenti narrati nella leggenda del crocifisso, e la cappella del Volto Santo. La definizione all’interno della cattedrale di un ampio spazio destinato al culto del crocifisso appare in linea con il coinvolgimento del simulacro in pratiche devozionali collettive, di segno ‘civico’ e ‘politico’, culminanti nella grande Luminara annuale del 13 settembre. Evidenze storiche e documentarie hanno portato a ritenere che il ciclo fosse stato realizzato nei primi decenni del XIV secolo e che, sebbene verosimilmente distrutto dopo il 1372, in concomitanza con il completo rifacimento dell’interno del duomo, avesse avuto la funzione di prototipo per opere successive dedicate allo stesso tema. L’eredità del programma figurativo della cattedrale passò probabilmente a Venezia, nella cappella del Volto Santo fondata dalla locale comunità lucchese, sulle cui pareti, nel 1370, fu dipinto un ciclo della leggenda del crocifisso. Sebbene l’opera sia andata perduta, è possibile che la sua organizzazione non differisse molto da quella del ciclo del duomo di Lucca e che, allo stesso modo, si proponesse come percorso di avvicinamento alla visione del simulacro che campeggiava al centro dell’altare della cappella e del quale oggi non rimane che il busto. Il fatto che il ciclo fosse stato compiuto ad un solo anno di distanza da quando Lucca aveva recuperato la propria libertà, dopo una lunga dominazione pisana, fa comprendere come l’immagine del Volto Santo fosse caricata di forti significati ‘civici’ ed identitari. Anche la cappella dei lucchesi a Parigi doveva contenere una serie di dipinti su supporto mobile che illustravano la leggenda del crocifisso, mentre le fonti non registrano niente di tal genere per quella di Bruges, dove aveva sede la più ricca comunità lucchese all’estero, sebbene nella città fiamminga siano rimaste importanti tracce iconografiche del crocifisso, per esempio nella cappella della gilda dei menestrelli, dove un’immagine del Volto Santo (1420 ca.) campeggiava sopra l’altare maggiore. A causa della scomparsa di queste testimonianze su parete, l’indagine sul contenuto iconografico dei cicli della leggenda del crocifisso è stata condotta principalmente su alcuni manoscritti franco-fiamminghi del XV secolo. Tra questi si distingue il cosiddetto ‘codice Rapondi’ (Città del Vaticano, BAV, Pal. Lat. 1988), dal nome della famiglia committente, un libello agiografico interamente dedicato alla storia del Volto Santo con circa trenta immagini che illustrano puntualmente le vicende dell’origine, della scoperta e dell’arrivo a Lucca del simulacro e di tutti i miracoli ad esso attribuiti. Il manoscritto, realizzato a Parigi intorno all’anno 1400 e probabilmente destinato alla cappella della locale comunità lucchese, presuppone l’esistenza di un modello toscano per lo stile delle sue miniature; inoltre, la discrepanza che, in diversi casi, può essere colta tra il contenuto delle illustrazioni e il testo della leggenda ha portato a supporre che il ciclo fosse stato concepito a partire da fonti testuali in parte differenti da quella ‘ufficiale’, ascritta al sedicente Leobino. Le miniature del ‘codice Rapondi’ hanno una forte connotazione politico-identitaria, perché pongono l’accento sul ruolo fondante che l’avvento del Volto Santo ebbe per la storia della città di Lucca. All’inizio del XV secolo la storia del crocifisso fu compresa in una versione in francese della Legenda aurea di Jacopo da Varagine. In alcuni codici prodotti a Parigi la leggenda del crocifisso è illustrata con ampi cicli di miniature che, sebbene presuppongano, almeno inizialmente, una fonte di origine lucchese, dimostrano di avere un sviluppo autonomo, perché in essi manca quella forte connotazione civica che contraddistingue il ‘codice Rapondi’ e rivelano l’adozione di soluzioni figurative consolidate e non esplicitamente concepite per illustrare il peculiare tema iconografico. Fra tutti gli episodi leggendari legati al Volto Santo, il cosiddetto ‘miracolo del giullare’ ha avuto il maggior successo figurativo. La vicenda del povero menestrello al quale il crocifisso avrebbe donato uno dei suoi preziosi calzari, dopo che questi aveva devotamente suonato in suo onore, ricorre abbastanza spesso in Italia centro-settentrionale, in particolare in Umbria, mentre nei territori di lingua tedesca diventa addirittura formula esclusiva di rappresentazione del Volto Santo che non è conosciuto secondo altri schemi iconografici. Questo fatto può essere spiegato sia in considerazione della notorietà della storia del menestrello, che circolava anche indipendentemente dal resto della leggenda del Volto Santo, sia per l’importanza assunta da alcuni modelli, come il grande affresco della chiesa dei Domenicani a Bolzano. La presenza del medesimo tema nei territori dell’Europa centro-orientale ha indotto a ricercare un canale di diffusione dell’iconografia del simulacro lucchese nella committenza e nella devozione che l’imperatore Carlo IV di Lussemburgo aveva dimostrato per il Volto Santo, tanto che aveva fatto realizzare un drappo intessuto con l’immagine del crocifisso che aveva poi esposto nella cattedrale di San Vito a Praga. L’opera, oggi perduta, dovette esercitare una forte influenza negli ambienti culturali e sociali più legati alla corte praghese. Sul finire del Quattrocento, in concomitanza con la crisi delle comunità di mercanti lucchesi all’estero, il culto del simualcro subì una contrazione, riducendosi quasi a fenomeno circoscritto alla città di origine. A questo periodo,e al XVI secolo, appartengono, tuttavia, alcune delle opere di più alto tenore artistico dedicate al crocifisso, come le Storie del Volto Santo dipinte da Vincenzo Frediani nella cattedrale di San Martino, forse rimaste interrotte e forse ancora memori, per via indiretta, del perduto ciclo trecentesco. A pochi anni di distanza Amico Aspertini realizzò nella chiesa di San Frediano l’affresco con il Trasporto del Volto Santo, che ben si offre ad una lettura celebrativa delle tradizioni dell’antica basilica ed in particolare quella secondo la quale il crocifisso sarebbe stato collocato nella chiesa al momento del suo arrivo a Lucca. Gli affreschi che decorano le pareti della cappella della Villa Buonvisi a Monte San Quirico presso Lucca, per cui è stato possibile avanzare un nome (Agostino Ghirlanda da Massa) ed un committente (Benedetto Buonvisi, verso il 1580), costituiscono l’unico ciclo della leggenda del Volto Santo su parete oggi conservato. L’importanza dell’opera risiede anche nel fatto che essa si offre ad una lettura in chiave ‘controriformata’, alla fine di un lungo periodo in cui la città di Lucca era stata percorsa dal “morbo” della Riforma protestante e che aveva visto coinvolte tutte le maggiori famiglie ad eccezione dei Buonvisi. La potente famiglia volle pertanto dimostrare la propria indefettibile fedeltà al cattolicesimo attraverso un ciclo di dipinti in cui era celebrata la tradizione della ‘religione civica’ lucchese, incarnata dal Volto Santo. È parte integrante della tesi il catalogo, organizzato secondo criteri tipologici, geografici e cronologici, in cui tutte le opere figurative dedicate all’illustrazione di uno o più episodi della leggenda del crocifisso sono analizzate singolarmente. Segue un’appendice al catalogo riservata ad altre immagini del Volto Santo, non di carattere narrativo, ma che si pongono quali importanti termini di confronto iconografico e stilistico o come testimonianze della circolazione dell’iconografia del crocifisso lucchese in un determinato ambito culturale

    DIS Structure Functions in Lattice QCD

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    In this talk I present the complete 1-loop perturbative computation of the renormalization constants and mixing coefficients of quark and gluon lattice operators of rank two and three whose hadronic elements enter in the determination of the first and second moment of Deep Inelastic Scattering Structure Functions, making use of the nearest-neighbor improved ``clover-leaf'' lattice QCD action. To perform the huge amount of calculations required for the evaluation of all the relevant Feynman diagrams, extensive use of symbolic manipulation languages like Schoonschip and Form has been made.Comment: Talk presented at LATTICE96(theoretical developments) by S. Capitani; 3 pages, LaTeX and espcrc2.sty (included

    General Properties and Termination Conditions for Soft Constraint Propagation

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    Soft constraints based on semirings are a generalization of classical constraints, where tuples of variables\u27 values in each soft constraint are associated to elements from an algebraic structure called semiring. This framework is able to express, for example, fuzzy, classical, weighted, valued and over-constrained constraint problems. Classical constraint propagation has been extended and adapted to soft constraints by defining a schema for soft constraint propagation [8]. On the other hand, in [1-3] it has been proven that most of the well known constraint propagation algorithms for classical constraints can be cast within a single schema. In this paper we combine these two schemas and we provide a more general framework where the schema of [3] can be used for soft constraints. In doing so, we generalize the concept of soft constraint propagation, and we provide new sufficient and independent conditions for its termination

    Geological and Geochemical Setting of Natural Hydrocarbon Emissions in Italy

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    none3Hydrocarbons are contained in underground geological formations where they can slowly migrate under the action of tectonic activity. For this reason spontaneous hydrocarbon emissions may be detected on earth’s surface and they have historically attracted man’s attention, even often being the subject of health or religious cults. In nearly the whole of all Italy the various levels of interest aroused by hydrocarbons in local populations and in economic and industrial structure are recognizable in the historical and archeological documentation. During 19th and 20th centuries many hydrocarbon emissions were recorded and described but unfortunately over past few decades they have been erased by roads and towns building Scientific literature has only recently turned its attention to the databases of gas or oil natural emissions, while a possible loss of knowledge of geosites related to hydrocarbons has occurred. In recent years, some authors have recovered information about the occurrence and chemical composition of gaseous hydrocarbons bubbling in mud volcanoes. Present-day scientific literature has devoted its attention to hydrocarbon spontaneous emissions but part of the flowing methane and oil emissions have not been completely listed. A recovery attempt of the available historical and recent information on natural hydrocarbon emissions has been carried out, comparing them with the updated findings on the geological features of Italy. Surface hydrocarbon occurrences are represented by gas seeps, oil seeps and mud volcanoes. At times gas seeps are accompanied by cold or warm water springs due to gas interaction with less deep groundwater circulation paths. Mud volcanoes are mainly related to areas of tectonic compression characterized by thick sedimentary sequences. Their occurrence is limited to the continental Apenninic chain and Sicily. Some hydrocarbon seeps, sinkholes and mud volcanoes have been reported offshore within a few kilometers of the coast and their origin has been seen to be similar to continental hydrocarbon emissions. The mapping of most important gas emissions shows that the hydrocarbon domain is chiefly located in the core of the raised Apennine belt immediately behind the chain front at the boundary of and its related Plio-Quaternary foredeep, whereas CO2 emissions are located in the Apennine backdeep area. The geographic distribution of important gas accumulations in Italy does not show a highly significant correlation between surface seepages and the exploited reservoirs and it could also suggest the existence of other still unknown deep reservoirs or their small remnants difficult to be checked up. The majority of the hydrocarbon wells is characterized by biogenic gases, while thermogenic methane is predominant in surface seeping, confirming the sealed condition of most of the biogenic reservoirs and that they still have not experienced the complete evolution of organic matter towards the thermogenic terms induced by pressure and temperature.the study is permanently available at : http://www.intechopen.com/articles/show/title/geological-and-geochemical-setting-of-natural-hydrocarbon-emissions-in-italy . It was submitted to a referees check (Website: http://www.intechopen.com/) The electronic form allows the study to be immediately known and read out all over the world. This is the first complete review for the natural seeps in the entire Italy over the last fourty years, thus it will surely be usefull as a general overview for students and researcher of this specific topic.openMartinelli G.; Cremonini S.; Samonati E.Martinelli G.; Cremonini S.; Samonati E

    Deep Inelastic Scattering in Improved Lattice QCD. II. The second moment of structure functions

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    In this paper we present the 1-loop perturbative computation of the renormalization constants and mixing coefficients of the lattice quark operators of rank three whose hadronic elements enter in the determination of the second moment of Deep Inelastic Scattering (DIS) structure functions. We have employed in our calculations the nearest-neighbor improved ``clover-leaf'' lattice QCD action. The interest of using this action in Monte Carlo simulations lies in the fact that all terms which in the continuum limit are effectively of order aa (aa being the lattice spacing) have been demonstrated to be absent from on-shell hadronic lattice matrix elements. We have limited our computations to the quenched case, in which quark operators do not mix with gluon operators. We have studied the transformation properties under the hypercubic group of the operators up to the rank five (which are related to moments up to the fourth of DIS structure functions), and we discuss the choice of the operators considered in this paper together with the feasibility of lattice computations for operators of higher ranks. To perform the huge amount of calculations required for the evaluation of all the relevant Feynman diagrams, we have extensively used the symbolic manipulation languages Schoonschip and Form.Comment: 30 pages, latex + elsart + feynman (complete postscript file available upon request to [email protected]); submitted to Nuclear Physics

    A 3 Points Vision Based Approach for MAV Localization in GPS Denied Environments

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    International audienceThis paper introduces a new method to localize a micro aerial vehicle (MAV) in GPS denied environments and without the usage of any known pattern. The method exploits the planar ground assumption and only uses the data provided by a monocular camera and an inertial measurement unit. It is based on a closed solution which provides the vehicle pose from a single camera image, once the roll and the pitch angles are obtained by the inertial measurements. Specifically, the vehicle position and attitude can uniquely be determined by having two point features. However, the precision is significantly improved by using three point features. The closed form solution makes the method very simple in terms of computational cost and therefore very suitable for real time implementation. Additionally, because of this closed solution, the method does not need any initialization. Results of experimentation show the effectiveness of the proposed approach

    Il PCI dalle elezioni del 1958 al IX congresso

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