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    Vico o la monumentale memoria delle tenebre

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    Traducción del italiano por Jéssica Sánchez EspillaqueMi experiencia de Vico comienza con la sorpresa ocasionada por el poder expresado en la imagen del frontispicio. Es ahí donde aprendí de la importancia de la historia ideal eterna, y acerca de la oculta historia del asunto, la repetición y el procesamiento de la memoria, la fuerza generadora de la oscuridad, el injustificable significado del principio, la mutable acción del sentido.My experience of Vico begins with the surprise arisen from the power expressed by the frontispiece picture. This is where I learned about the importance of ideal eternal history, and about the hidden history of matter, the repetition and processing of memory, the generating force of the darkness, the unjustifiable meaning of the principle, the mutable action of sense.La mia esperienza dello studio di Vico inizia con la sorpresa generata dal potere espresso dalla dipintura iniziale. Qui ho appreso l’importanza della storia ideale eterna e della storia nascosta della materia, la ripetizione ed elaborazione della memoria, la forza generante delle tenebre, il significato ingiustificabile del principio, l’azione mutabile del senso

    La post-modernità e il soggetto del racconto

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    La modernità ha elaborato nozioni forti di soggettività esposte in vari modelli, dal razionalismo all’idealismo, in grado di confrontarsi con il mutare delle epoche e delle culture. Il postmoderno si caratterizza invece come l’epoca che mette in crisi il soggetto moderno e che non crede più nella capacità della storia di conferire un senso all’esistenza e un orientamento alle azioni. In particolare il postmoderno ha costretto a ripensare la nozione di persona, non più concepibile come unità di sostanza, uguaglianza o convenzione. In tale contesto si inserisce la proposta di Ricoeur di ripensare la nozione di identità tenendo conto delle sue formulazioni storiche e anche delle critiche a cui il postmoderno ha sottoposto ogni classica nozione di soggetto. Viene quindi indicata una nozione di identità narrativa che rimane fissata nelle storie personali e nelle loro relazioni all’interno di una storia comune, diventando una categoria di ontologia della prassi. L’identità umana si esprime perciò come permanenza nel tempo, fedeltà alla parola data, partecipazione a una origine comune che permette esperienze e scelte responsabili nei racconti che è in grado di generare e condividere

    El recurso de las cosas humanas y la anáfora del "retornaron"

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    El ensayo se propone demostrar que la teoría del “recurso” no es atribuible ni a una visión cíclica ni a una visión lineal de la historia. Lo que Vico se propone es alcanzar una integración de las dos perspectivas clásicas. De esta manera, él se aparta de una abstracta filosofía general de la historia e inicia, en cambio, una investigación sobre lo que resulta constante en la experiencia de las cosas humanas. En este sentido, el ricorso es una posibilidad a la que la providencia se agarra para garantizar la continuidad de la humanidad, un remedio en épocas de crisis y de decadencia. Sin embargo, principalmente el “recurso” es el modo en que el principio de todo “curso”, que permanece oculto o diluido en el curso mismo, reaparece con nitidez en su descarte de toda declinación temporal y en su posible duplicidad de generación y de corrupción.This essay aims to show that the theory of “ricorso” is not attributable either to a cyclic or to a lineal conception of history. What Vico aims at is achieving an integration of those two classical perspectives. In this way, he abandons an abstract general philosophy of history and starts, in contrast, an inquiry into what remains permanent in the experience of human affairs. In this sense, the ricorso is a possibility that providence avails in order to guarantee the continuity of humanity, a remedy in times of crisis and decadence. Nevertheless, the “ricorso” is principally the way in which the principle of all “corso”, which remains hidden or diluted in the course itself, reappears clearly in its abandonment of all temporal declination, and in its possible duplicity of generation and corruption

    Blumenberg. The Reason of the Myth

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    Myth is not a way to go back to the origins, it has rather got its own function within the task that men carry out in receiving history. Such function also includes a continuous mythicization in order to set a distance from reality’s absolutism. Myth has its own proper sense, which is not in opposition to the function of the logos. It is rather a principle of the constitution of meaning in the finitude of existence

    Realismo, Metafisica, Modernit\ue0: In margine al volume di Vittorio Possenti 'Il realismo e la fine della filosofia'

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    Contro l\u2019impostazione speculativa della storiografia idealistica, che lasciava in secondo piano lo studio dettagliato del testo, e con la grande capacit\ue0 d\u2019innovazione che dalla sua fondazione contraddistingue il Consiglio Nazionale delle Ricerche, nel 1964 Tullio Gregory apr\uec la stagione di una storia delle idee strettamente legata alla storia del lessico, nella convinzione che le idee non vivono in un mondo iperuranio, pure e immacolate, ma s\u2019incarnano nei segni linguistici, impuri, spesso ambigui; segni linguistici che sono portatori di una lunga storia, crocevia di esperienze molteplici nell\u2019intrecciarsi di correnti di pensiero e di lingue diverse, nella continua trascrizione e traduzione da una ad altra cultura . Questo volume presenta gli atti del convegno che si svolse il 22 febbraio 2017, nella sala conferenza della Biblioteca di Scienza e Tecnologia \uabGuglielmo Marconi\ubb presso la sede centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dedicato a Realismo, Metafisica e Modernit\ue0, i tre concetti declinati da Vittorio Possenti nel volume Il realismo e la fine della filosofia moderna, che si pone a complemento delle sue riflessioni su Terza navigazione: Nichilismo e metafisica . Possenti \ue8 motivato evidentemente non solo da preoccupazione di ordine morale sulle conseguenze etiche del nichilismo e del postmoderno, ma anche e soprattutto dalla confusione fondamentale propagata dal carattere antirealistico, e dunque in qualche modo nichilista di molte scuole filosofiche moderne. Detto questo, la riflessione di Possenti si \ue8 mossa con forza e rigore nella direzione di reagire all\u2019abbandono della filosofia dell\u2019essere da parte del nichilismo e del postmoderno, reagendo nel migliore dei modi possibili, ossia districando punto per punto la matassa del quadro attuale della filosofia contemporanea. Difficilmente Possenti avrebbe potuto essere pi\uf9 chiaro: Non desidero sostenere che la filosofia si rinnova soltanto con la metafisica, che non \ue8 l\u2019appestato da cui guardarsi come osservava ironicamente Hegel. Vi sono pi\uf9 cammini: rinnovare la filosofia con l\u2019antropologia, oggi paurosamente sbilanciata verso naturalismo e materialismo, che propagandano una concezione antieroica dell\u2019esistenza, lodano l\u2019io minimo e comico che tanti di noi\u2028sono, auspicano la ne della dimensione religiosa e contemplativa dell\u2019esistenza e dello spazio del trascendente a favore della civilt\ue0 tecnologica. La filosofia si rinnova anche con la religione che\u2028include a un tempo protologia ed escatologia. In merito il\u2028rischio di oggi non \ue8 l\u2019assorbimento idealistico della religione nella filosofica, ma la radicale obiezione empirista, positivista e scientista contro ogni fede\u2028e trascendenza. La filosofia si rinnova in vari\u2028modi ma in maniera pi\uf9 intensa e radicale\u2028mediante il discorso metafisico e l\u2019impegno realistico. Le scienze nel loro\u2028campo sono necessarie; allontaniamo per\uf2 l\u2019illusione che\u2028possano dare risposte sul\u2028senso del tutto: non vi\u2028sono n\ue9 mai vi saranno soluzioni\u2028scientifiche a\u2028problemi\u2028metafisici . In realt\ue0 in Italia, si \ue8 dedicata molta attenzione a nichilismo e postmoderno. Se gli anni settanta e ottanta del secolo scorso registravano una fioritura di letteratura nichilista, il bisogno di confrontarsi con il nichilismo restava chiarissimo, come si vede dalle opere lasciateci da pensatori quali Luigi Pareyson e Alberto Caracciolo, che consideravano il nichilismo partendo da una raffinata sensibilit\ue0 per la dimensione religiosa. Pensatori come Gianni Vattimo, che valutando positivamente il potenziale emancipatorio del nichilismo fu il primo in Italia ad aprire al postmoderno a met\ue0 degli anni novanta, ed Emanuele Severino, che invece tacci\uf2 di nichilismo l\u2019intera filosofia occidentale per aver accettato il tempo e il divenire delle cose, e dunque il loro \uabnon esserci ancora\ubb e il loro \uabnon esserci pi\uf9\ubb, cosa che equivale, a esser precisi, a pensare l\u2019essere come nulla. L\u2019elaborazione di questo nocciolo di critica speculativa distingue Possenti dalle diverse versione del nichilismo che conosciamo da Friedrich Nietzsche e Martin Heidegger e i loro epigoni e lo porta a un confronto serrato con Edmund Husserl, Giovanni Gentile, Jacques Maritain, Paul Ricoeur, J\ufcrgen Habermas e ovviamente Gianni Vattimo, per arrivare agli scritti pi\uf9 recenti di Peter van Inwangen e Maurizio Ferraris. Del resto, lo stesso Maurizio Ferraris intervenne al convegno del 22 febbraio per confermare l\u2019urgenza della difesa del realismo a seguito delle opposte riletture della Critica della ragion pura da parte di Peter Strawson e Martin Heidegger, quando il primo chiedeva una metafisica dell\u2019esperienza e il secondo un\u2019analisi della finitezza dell\u2019essere umano, cosa che equivale \uabto the same thing, said with more passion\ubb . Rinunciamo a riassumere le posizioni degli autori delle singole relazioni perch\ue9, come si vedr\ue0 nelle pagine che seguono, sono tutte state fatte oggetto da parte di Possenti delle risposte puntuali pubblicate alla fine del volume. Ci limitiamo a ricordare che Possenti costruisce e difende una posizione filosofica che si rivela strettamente legata alla filosofia classica dell\u2019essere inaugurata da Aristotele, proseguita da Tommaso d\u2019Aquino e ripresa da Jacques Maritain. Per questo motivo, il convegno si \ue8 articolato nelle tre sezioni che compongono il presente volume: Metafisica, Ontologia e Filosofia Moderna. Nelle sue risposte Possenti ribadisce in maniera efficace come la questione di cosa sia la metafisica corrisponda alla questione di cosa sia l\u2019essere e come il superamento del nichilismo e del postmoderno, la vittoria sull\u2019oblio dell\u2019essere, possa aver luogo solo attraverso il ritorno alla metafisica

    The Phenomenological Immediacy and its Structure

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    The present contribution moves from one of the main issues of Severino’s The Original structure, namely, the relation of co-implication between phenomenological and logical immediacy. In their structural relationship, these two meanings of immediacy constitute the original structure of the appearance of being (ens). This structure is characterized by a complex unity, which is articulated into three moments, indicating that something only appears if its appearance appears. The proposal of the present work consists in a comparison of Severino’s position with a classical structure of evidence and implication such as that of the transcendental, which is here conceived in a Kantian sense, namely, as the place of the a priori conditions according to which the data enter the subject’s horizon

    Viaggiare ed errare

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    Introduzione. In: Grassi Ernesto. (a cura di): MARASSI M, Viaggiare ed errare. Un confronto con il Sudameric

    Ernesto Grassi. Primi scritti 1922-1946

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    L'introduzione presenta la formazione filosofica di Ernesto Grassi, ancorato alla storia dell\u2019umanesimo italiano e insieme aperto alla continua ricerca dei temi pi\uf9 innovativi della filosofia di quel periodo storico. Per questo motivo, i testi che questa raccolta riunisce, scritti e pubblicati negli anni dal 1922 al 1946, offrono un percorso particolarmente significativo in cui \ue8 possibile rintracciare i temi di confronto con i maestri della filosofia italiana e della cultura europea. Qui si trovano le tracce pi\uf9 consistenti del continuo dialogo con gli autori emblematici dell\u2019umanesimo e della modernit\ue0, come pure il rapporto diretto con i protagonisti della filosofia di quei primi decenni del Novecento: da Chiocchetti a Martinetti, da Gentile a Croce, da Blondel a Husserl, da Heidegger a Guardini. Appare in chiara evidenza anche la poderosa attivit\ue0 editoriale di Grassi con la programmazione di numerose raccolte e collane presso diversi editori. Inoltre, sono gi\ue0 qui anticipati i tre grandi temi che caratterizzeranno il lavoro successivo del filosofo Grassi: in primo luogo, il tema heideggeriano della rilettura della metafisica, inteso per\uf2 come riabilitazione della latinit\ue0 e dell\u2019umanesimo con la centralit\ue0 accordata alla differenza tra essere e ente, espressa nel linguaggio e in particolare nella parola poetica; in secondo luogo il dire metaforico, colto sia come contenuto sia come modalit\ue0 espressiva dell\u2019umano, in grado di assolvere al compito di accennare a un margine di ulteriorit\ue0 o di eccedenza rispetto all\u2019apparire; in terzo luogo la possibilit\ue0 di restituire la parola a quell\u2019esigenza di trascendenza, gi\ue0 individuata in questi scritti nel passaggio dal tragico greco alla cristianit\ue0, mediante il riferimento filosofico all\u2019ambito di realt\ue0 aperto dalla stessa metaforicit\ue0. Il volume raccoglie tutta la prima produzione scientifica di Grassi in italiano e in tedesco. I testi tedeschi sono accompagnati altres\uec dalla traduzione italiana.The introduction shows how Ernesto Grassi\u2019s education was based on the study of Italian Humanism and oriented towards philosophical research of the most relevant topics of his time. This is the reason why the works included in this book are significant: they were written and published between 1922 and 1946, and they show Grassi\u2019s relationship with the masters of Italian philosophy and European culture. There is also evidence of his deep ongoing dialogue with the most significant authors of humanism and modern age, together with his direct relationship with the most important philosophers of his time: Chiocchetti, Martinetti, Croce, Blondel, Husserl, Heidegger and Guardini among others. Grassi also carried out intense editorial work, planning many collections and series with several editors. Moreover, these works anticipate three main central themes that the philosopher will study in his future researches: first of all, Heidegger\u2019s reinterpretation of metaphysics, which Grassi will read as rehabilitation of the Latin culture and of humanism. Under this respect, poetry has a central role, as language is the means by which it is possible to express the difference between Sein and Seiende. The second relevant theme is the study of metaphors, both in their content and as an expression of the human being and of anything beyond appearance. The third theme is the study of language as a means to express transcendence, with a philosophical approach to those fields of reality that can be expressed through metaphors. The volume collects all the early production of Grassi, both in Italian and in German. An Italian translation of the German writings is included as well

    Minima Metaphysica. Il divino e l'ordine dl mondo

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    Una pluralità di indagini e di metodi convergono sulla coppia di concetti “Dio” e “Divino”, considerati in un ampio spazio temporale che va dal mondo antico al Medioevo fino alla contemporaneità. Il primo tema messo in luce è la definizione del divino, nella filosofia greca classica, nell’età imperiale e nel XX secolo, qui riconsiderando la natura di ‘dio provvidente’ alla luce della tragedia umana della Seconda guerra mondiale e dell'olocausto. In seconda istanza, il discorso si rivolge alla questione del finalismo: questo tema, connesso a quello della provvidenza è investigato sotto molteplici prospettive e costituisce il baricentro dell’opera. In quest’ambito si colloca il problema del male in una prospettiva universale e metafisica, cioè nell’opposizione fra assoluto e relativo, umano e divino, sensibile e soprasensibile. Il bilancio teoretico di questa ricerca si traduce nel riconoscere alla metafisica non solo la competenza su un vasto repertorio di ambiti (protologia, eziologia, ontologia, ousiologia, teologia), ma anche lo studio specifico della sostanza e di ciò che dipende da essa al fine di esprimere in maniera fondata quanto può essere assunto come fondamento di altro secondo una visione gerarchica di tutto ciò che esiste.A plurality of inquiries and methods converges on the couple of concepts “God” and “Divine”, considered in a wide temporal space, from the ancient world to the Middle Age until the contemporary era. The first subject to be highlighted is the definition of the divine, in the classical Greek philosophy, in the Imperial age and in the XX century, here in a reconsideration of the nature of a ‘provident God’ after the tragedy of the Second World War and the Holocaust. Then, the analysis is focused on the issue of finalism: this subject, connected with that of providence, is investigated under many perspectives and constitutes the barycentre of the work. In this domain the problem of the evil is set in a universal and metaphysical perspective, i.e. in the opposition between absolute and relative, human and divine, sensible and supersensible. The theoretical result of this research is the acknowledgement that the metaphysics has not only the competency on a large field of domains (protology, aetiology, ontology, ousiology, theology), but also the specific inquiry on the substance and on what depends on it. It is so possible to express in a valid way what can be assumed as ground of other in a hierarchical vision of all the existent
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