168 research outputs found

    Multifunctional nanostructures based on inorganic nanoparticles and oligothiophenes and their exploitation for cellular studies.

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    The combination of materials that possess different properties (such as, for instance, fluorescence and magnetism) into one single object of nanoscale size represents an attractive challenge for biotechnology, especially for their potential relevance in biomedical applications. We report here the preparation of novel bifunctional conjugates based on the linkage of inorganic nanoparticles to organic oligothiophene fluorophores (OTFs). In comparison to the organic dyes commonly used in bioimaging and more similarly to colloidal quantum dots, OTFs have broad optical absorption spectra, and therefore OTF fluorophores emitting at different colors can be excited with a single excitation source, allowing for easier multiplexing analysis. In this work we show the preparation of OTF-nanoparticle conjugates based on gold and iron oxide nanoparticles and their characterization using different techniques such as gel electrophoresis, photoluminescence spectroscopy, dynamic light scattering, and so on. In addition, by performing an in vitro study on human tumor cells we show that OTF-nanoparticle conjugates emitting at different colors can be used for multiplexing detection. Also, in the case of iron oxide-OTF conjugates, once uptaken by the cells, we show that they preserve both their fluorescent and their magnetic properties

    Magnetic-Fluorescent Colloidal Nanobeads: Preparation and Exploitation …

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    Nanostructures displaying fluorescence and magnetic properties at the same time are potentially useful for achieving simultaneous bio-separation and bio-sensing (e.g., magnetic separation coupled with multiplexing optical detection of different tumour cell populations). Spherical nanobeads that display both fluorescent and magnetic features are reported; they are fabricated by grafting fluorescent oligothiophene molecules to an amphiphilic polymer that is then used to enwrap iron oxide nanoparticles, which acts as the magnetic domain. By tuning experimental conditions, control over the number of magnetic nanoparticles per bead and over the bead diameter (30-400 nm) was achieved. A cell separation efficiency of the level required for cell sorting applications is also reported

    Polydatin, a natural precursor of resveratrol, induces β-Defensin production and reduces inflammatory response.

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    Interleukin-17 (IL-17) is a proinflammatory cytokine produced, although not exclusively, by T helper 17 recently identified as a distinct T helper lineage mediating tissue inflammation. IL-17 is known to be involved in a number of chronic disorders although the mechanisms regulating its production in inflammatory disease are still unclear. The beneficial properties of the polyphenolic compound resveratrol including its anti-inflammatory, antioxidant, and antitumor effects, its role in the aging process and in the prevention of heart and neurodegenerative diseases are well-known. In addition, derivatives of resveratrol, including glucosylated molecules as polydatin have been linked to similar beneficial effects. We have investigated the effects of resveratrol and polydatin on the in vitro production of IL-17 in a model of inflammation in vitro. The results obtained by activated human peripheral blood mononuclear cells, stimulated with anti-CD3/anti-CD28 monoclonal antibodies and treated with these polyphenolic compounds at different concentrations show that both decrease IL-17 production in a concentration-dependent manner. This study confirms the anti-inflammatory activity of resveratrol and its derivatives and suggests a potential clinical relevance in the therapy of inflammatory diseases

    Discutindo a educação ambiental no cotidiano escolar: desenvolvimento de projetos na escola formação inicial e continuada de professores

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    A presente pesquisa buscou discutir como a Educação Ambiental (EA) vem sendo trabalhada, no Ensino Fundamental e como os docentes desta escola compreendem e vem inserindo a EA no cotidiano escolar., em uma escola estadual do município de Tangará da Serra/MT, Brasil. Para tanto, realizou-se entrevistas com os professores que fazem parte de um projeto interdisciplinar de EA na escola pesquisada. Verificou-se que o projeto da escola não vem conseguindo alcançar os objetivos propostos por: desconhecimento do mesmo, pelos professores; formação deficiente dos professores, não entendimento da EA como processo de ensino-aprendizagem, falta de recursos didáticos, planejamento inadequado das atividades. A partir dessa constatação, procurou-se debater a impossibilidade de tratar do tema fora do trabalho interdisciplinar, bem como, e principalmente, a importância de um estudo mais aprofundado de EA, vinculando teoria e prática, tanto na formação docente, como em projetos escolares, a fim de fugir do tradicional vínculo “EA e ecologia, lixo e horta”.Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educació

    stairs and fire

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    Le tecniche grafiche come strumento di valutazione del trauma infantile

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    Per gli psicologi che operano nell’ambito del maltrattamento infantile, le tecniche grafiche sono uno strumento ampiamente utilizzato. Nel processo di valutazione del trauma, la lettura del disegno può facilitare la conoscenza e la comprensione di temi o contenuti relativi ad esperienze particolarmente dolorose, altrimenti indicibili. Il ricorso alle immagini, più che il linguaggio o la scrittura, permette di esprimere in modo indiretto timori, paure, angosce e conflitti, attribuendo significato all’esperienza traumatica stessa. L’utilizzo di strumenti quali il Disegno della Figura Umana e il Disegno Cinetico della Famiglia consente di esplorare le rappresentazioni che i bambini hanno di se stessi e degli altri significativi. Il clima domestico violento o affettivamente povero, rilevato attraverso il Disegno della Giornata Preferita, caratterizza le immagini dei bambini che vivono l’esperienza dell’allontanamento dal proprio nucleo familiare. L’individuazione di specifici indicatori post-traumatici permette di rilevare ed interpretare gli effetti dell’esperienza violenta. L’esplicazione di alcuni casi e i dati elaborati in una ricerca ancora in corso, offrono utili spunti di riflessione e sottolineano sia l’utilità delle tecniche grafiche sia i possibili limiti applicativi

    Prevenzione della violenza all'infanzia e strategie di intervento interistituzionale

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    Introduzione I progetti di prevenzione della violenza sui minori enfatizzano l’importanza del coordinamento interistituzionale multidisciplinare per contrastare un fenomeno complesso come quello del maltrattamento e abuso all’infanzia (Bertotti, 2001; Ehrle, Scarcella e Green, 2004; Bianchi, 2006; Jent et al., 2009). La conoscenza delle relazioni interorganizzative permette di individuare la capacità delle istituzioni di rispondere efficacemente ai bisogni dei minori e delle loro famiglie. Gli studi evidenziano l’esistenza di una relazione tra l’efficacia degli interventi e la coesione tra i professionisti (Malacrea e Vassalli, 1990; Cantatore e Turetti, 2003; Di Blasio, Milani e Acquistapace, 2003; Di Blasio e Rossi, 2004). La ricerca, attraverso l’applicazione della Social Network Analysis (SNA), si propone di descrivere le dinamiche interne al sistema dei Gruppi Operativi Interistituzionali Abusi e Maltrattamenti (GOIAM). La SNA consente l’individuazione del modello operativo dei GOIAM, evidenziando punti di forza e di debolezza dell’intervento di prevenzione, monitoraggio e contrasto del fenomeno. Metodo Partecipanti: 53 soggetti (45 F, 8 M) di 6 gruppi operativi distrettuali, suddivisi in 4 categorie professionali (15 assistenti sociali, 12 neuropsichiatri infantili, 14 psicologi, 12 psicopedagogisti), appartenenti a 4 servizi (Servizio sociale comunale, Servizi di Neuropsichiatria Infantile e di Psicologia dell’AUSL, Provveditorato agli Studi). Misure: Un questionario appositamente costruito, utile a rilevare i dati riferiti a quattro tipologie di relazioni entro specifici contesti di legame (gestione dei casi, attività formative, scambio di strumenti e materiali, raccolta dati per il monitoraggio del fenomeno). Procedura: Lo strumento utilizzato è stato somministrato individualmente mediante interrogazione diretta dei singoli operatori. Il livello di analisi adottato ha preso in esame le reti integralmente. I dati relazionali registrati sono di tre tipi: legami (presenza/assenza di relazioni), attributi dei legami (relazioni poco, abbastanza o molto frequenti) e attributi dei soggetti (ruolo professionale, gruppo distrettuale di appartenenza, periodo di servizio prestato). I dati sono stati organizzati in matrici di adiacenza. Ciascuna rete è rappresentata da un sociogramma composto da nodi (operatori) e linee (legami). Le elaborazioni statistiche e le rappresentazioni grafiche delle matrici sono state realizzate attraverso l’applicazione del programma Netminer 3. Risultati L’analisi dei dati ha preso in considerazione l’esame delle statistiche descrittive (Densità, Inclusività), le misure di ripartizione (Clans e Lambda set), di centralità (Grado, Vicinanza, Intermedietà) e di equivalenza (Equivalenza regolare). Sono emersi reticoli con ridotta densità (Density: 0,167 vs 0,264). La rete più fitta di relazioni si riferisce alla presa in carico del minore e della sua famiglia (Density: 0,264), mentre la rete di relazioni riferite agli scambi utili al monitoraggio del fenomeno è la meno densa (Density: 0,167). La protezione, tutela e cura dei minori rappresentano quindi le azioni che pongono maggiormente in contatto gli operatori tra loro. L’esame della ripartizione dei reticoli evidenzia la presenza di clans di ampie dimensioni (N-Clan Size: 9 vs 47), sovrapposti e prodotti dalla simultanea appartenenza di ciascun operatore (co-member) alla maggior parte dei gruppi (overlapping clans). Per ciò che concerne la leadership, gli operatori più influenti e capaci di condizionare le azioni dei colleghi sono pochi professionisti (out-degree centrality: 26,15% vs 51,52%; out-closeness centrality: 0,35% vs 0,52%), che all’interno del sistema rivestono più ruoli e svolgono funzioni operative, di coordinamento e/o di formazione. I dati ottenuti evidenziano le risorse e i limiti della rete GOIAM, che costituisce un sistema “a legame debole” caratterizzato dall’appartenenza degli operatori a più servizi (es. Servizio Sanitario e GOIAM). La multiappartenenza degli operatori a più sistemi costituisce un vantaggio poiché rende gli stessi fonte di scambi reciproci, facilita le connessioni tra realtà differenti e il contatto diretto con le problematiche sociali del territorio e dell’utenza. Di contro, i limiti della multiappartenenza sono costituiti dalla presenza di forti vincoli e dalla indefinitezza delle posizioni (ruoli latenti), indipendenti dagli incarichi formali (ruoli professionali). L’efficacia degli interventi di prevenzione e contrasto della violenza richiederebbe un rafforzamento dell’identità professionale dei singoli operatori, escludendo la standardizzazione rigida delle procedure o una legittimazione esclusivamente teorica e formale delle stesse
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