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    The Echinococcus canadensis (G7) genome: A key knowledge of parasitic platyhelminth human diseases

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    Background: The parasite Echinococcus canadensis (G7) (phylum Platyhelminthes, class Cestoda) is one of the causative agents of echinococcosis. Echinococcosis is a worldwide chronic zoonosis affecting humans as well as domestic and wild mammals, which has been reported as a prioritized neglected disease by the World Health Organisation. No genomic data, comparative genomic analyses or efficient therapeutic and diagnostic tools are available for this severe disease. The information presented in this study will help to understand the peculiar biological characters and to design species-specific control tools. Results: We sequenced, assembled and annotated the 115-Mb genome of E. canadensis (G7). Comparative genomic analyses using whole genome data of three Echinococcus species not only confirmed the status of E. canadensis (G7) as a separate species but also demonstrated a high nucleotide sequences divergence in relation to E. granulosus (G1). The E. canadensis (G7) genome contains 11,449 genes with a core set of 881 orthologs shared among five cestode species. Comparative genomics revealed that there are more single nucleotide polymorphisms (SNPs) between E. canadensis (G7) and E. granulosus (G1) than between E. canadensis (G7) and E. multilocularis. This result was unexpected since E. canadensis (G7) and E. granulosus (G1) were considered to belong to the species complex E. granulosus sensu lato. We described SNPs in known drug targets and metabolism genes in the E. canadensis (G7) genome. Regarding gene regulation, we analysed three particular features: CpG island distribution along the three Echinococcus genomes, DNA methylation system and small RNA pathway. The results suggest the occurrence of yet unknown gene regulation mechanisms in Echinococcus. Conclusions: This is the first work that addresses Echinococcus comparative genomics. The resources presented here will promote the study of mechanisms of parasite development as well as new tools for drug discovery. The availability of a high-quality genome assembly is critical for fully exploring the biology of a pathogenic organism. The E. canadensis (G7) genome presented in this study provides a unique opportunity to address the genetic diversity among the genus Echinococcus and its particular developmental features. At present, there is no unequivocal taxonomic classification of Echinococcus species; however, the genome-wide SNPs analysis performed here revealed the phylogenetic distance among these three Echinococcus species. Additional cestode genomes need to be sequenced to be able to resolve their phylogeny.Fil: Maldonado, Lucas Luciano. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Oficina de Coordinación Administrativa Houssay. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica. Universidad de Buenos Aires. Facultad de Medicina. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica; ArgentinaFil: Assis, Juliana. Fundación Oswaldo Cruz; BrasilFil: Gomes Araújo, Flávio M.. Fundación Oswaldo Cruz; BrasilFil: Salim, Anna C. M.. Fundación Oswaldo Cruz; BrasilFil: Macchiaroli, Natalia. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Oficina de Coordinación Administrativa Houssay. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica. Universidad de Buenos Aires. Facultad de Medicina. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica; ArgentinaFil: Cucher, Marcela Alejandra. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Oficina de Coordinación Administrativa Houssay. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica. Universidad de Buenos Aires. Facultad de Medicina. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica; ArgentinaFil: Camicia, Federico. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Oficina de Coordinación Administrativa Houssay. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica. Universidad de Buenos Aires. Facultad de Medicina. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica; ArgentinaFil: Fox, Adolfo. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Oficina de Coordinación Administrativa Houssay. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica. Universidad de Buenos Aires. Facultad de Medicina. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica; ArgentinaFil: Rosenzvit, Mara Cecilia. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Oficina de Coordinación Administrativa Houssay. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica. Universidad de Buenos Aires. Facultad de Medicina. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica; ArgentinaFil: Oliveira, Guilherme. Instituto Tecnológico Vale; Brasil. Fundación Oswaldo Cruz; BrasilFil: Kamenetzky, Laura. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Oficina de Coordinación Administrativa Houssay. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica. Universidad de Buenos Aires. Facultad de Medicina. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica; Argentin

    Progettazione definitiva e esecutiva dell’edificio per autorimessa ed alloggi della caserma Caracciolo dei Carabinieri in Napoli

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    Progettazione definitiva e esecutiva dell’edificio per autorimessa ed alloggi della caserma Caracciolo dei Carabinieri in Napoli, committente il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri Direzione Lavori del Genio

    Progettazione definitiva e esecutiva dei lavori di recupero, adeguamento impiantistico e di sicurezza della Biblioteca “Bruno Molajoli”, ubicata nel complesso monumentale di Castel Sant’Elmo a Napoli

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    Progettazione definitiva e esecutiva dei lavori di recupero, adeguamento impiantistico e di sicurezza della Biblioteca “Bruno Molajoli”, ubicata nel complesso monumentale di Castel Sant’Elmo a Napol

    Progettazione definitiva e esecutiva dei lavori di recupero, adeguamento impiantistico e di sicurezza del complesso monumentale di Castel Sant’Elmo a Napoli

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    Progettazione definitiva e esecutiva dei lavori di recupero, adeguamento impiantistico e di sicurezza del complesso monumentale di Castel Sant’Elmo a Napoli, committente la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli e provincia

    Progettazione preliminare, definitiva e esecutiva della casa comunale di Comiziano (Na)

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    Progettazione preliminare, definitiva e esecutiva della casa comunale di Comiziano (Na), committente il Comune di Comiziano

    Realizzazione di spazi di ristoro in tre musei napoletani – Terzo tema: Castel Sant’Elmo

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    L'area di intervento individuata nel Documento Preliminare alla Progettazione comprende una serie di ambienti prospettanti sulla Piazza d'Armi, con due logge coperte a volta, che godono di ampie vedute sulla città storica, e alcuni ambienti seminterrati sottostanti. Attualmente, i locali disposti alla quota inferiore sono completamente inutilizzati, mentre alla quota superiore si localizzano un piccolo ristoro e servizi igienici. Complessivamente gli spazi costruiti, relativi ad una zona limitata del sistema architettonico di bordo della Piazza d'Armi di Castel Sant'Elmo, sono pari a circa 300 mq, oltre a 120 mq delle logge. Limitata è anche l'estensione, nell'ambito della grande piazza, degli spazi che possono essere considerati 'pertinenza esterna' dei locali di ristoro e di intrattenimento, pari a circa 340 mq. In questa situazione, i criteri e le scelte progettuali sono state in primo luogo impostate sulla base di tre considerazioni preliminari sul monumento. Il programma di realizzazione di un polo di riferimento culturale alla scala metropolitana deve, per forza di cose, essere sviluppato entro una condizione molto particolare. Castel Sant'Elmo, nei tempo fortezza militare e carcere, presenza ostile alla città, ha rappresentato un luogo 'altro', un sito architettonico non conosciuto e poco raggiungibile. Tali caratteri di ostilità - che hanno preservato il Castello da quel processo di contaminazione, che ha invece investito tanti monumenti inseriti nel tessuto storico - non gli hanno però impedito di assumere un ruolo importante nella struttura dei significati urbani, connesso alla straordinaria posizione geografica. A questa importanza rispetto al tema del significato non corrisponde un pari rilievo in termini di uso, per cui il Castello, solo lentamente, sta accogliendo nuove funzioni di valenza urbana e metropolitana. Una condizione che rappresenta un elemento di assoluta originalità, in confronto ad altri monumenti nei quali è necessario sottrarre funzioni e che impone, nella logica della valorizzazione del monumento, un preciso richiamo alla questione dell'identità, nel momento in cui si ragiona in termini di nuovi usi e significati possibili per il Castello. Superato un atteggiamento puramente conservatorista e accantonate le ipotesi economiciste, che hanno portato a parlare di monumento come contenitore disponibile a molteplici usi, si è consolidata negli ultimi anni una logica più interna alla tradizione dell'architettura, che considera il monumento come materiale di straordinario interesse da studiare e da interpretare, a partire dalle sue caratteristiche interne. In questa logica, la fase della conoscenza, del rilievo del monumento, della ricostruzione della storia delle sue parti, intesa soprattutto come espressione di una volontà di esattezza nella progettazione architettonica assume una importanza fondamentale. Nonostante la grande articolazione dei livelli che caratterizza il Castello, in definitiva, nella situazione attuale è possibile ragionare su tre quote caratterizzanti: la quota degli ingressi e del fossato, che assume una funzione eminentemente distributiva; la quota dell'auditorium e dei corridoi, che rappresenta l'accessibilità del monumento, e la quota del piazzale. Quest'ultima è caratterizzata da un'organizzazione spaziale che, per molti aspetti, si può definire 'urbana' Lungo il bordo del Castello, come a rafforzare il segno planimetrico, si posiziona una sequenza di piccoli ambienti, al di sopra dei quali si collocano gli spalti, che consentono una visione completa della città. I tre blocchi edilizi centrali a pianta rettangolare allungata sono caratterizzati da rapporti che connotano i luoghi urbani centrali: spazi collettivi in cui vi è una dialettica tra il sistema edilizio degli ambienti di bordo e alcuni edifici pubblici eccezionali; ciò giustifica pienamente e logicamente la destinazione parziale degli ambienti di 'contorno' a funzioni di ristoro e di intrattenimento. In questa lettura del monumento, di cui si sono fornite solo poche essenziali tracce, l'area di progetto assume un ruolo estremamente delicato, in quanto mette in relazione due quote fondamentali di Castel Sant'Elmo: la 'quota' del corpo, con i corridoi a più livelli, e le grandi cisterne, che descriveva Colonna di Stigliano e la 'quota' dei piazzale superiore; la quota dell'ombra e la quota della luce, la quota dell'interno e la quota dell'esterno. Mentre gli ambienti superiori appartengono al piazzale, pur svolgendo un ruolo importante nella configurazione del 'corpo', gli ambienti inferiori appartengono decisamente al corpo. Rafforzare questa connessione è sicuramente una componente del progetto, anche perché, con studi successivi, si potranno forse ripristinare altre connessioni, coinvolgendo pienamente gli spazi di progetto e raggiungendo il piazzale, attraverso i luoghi interni dell'ombra, senza utilizzare i moderni ascensori o la faticosa rampa di risalita. Chi si trova a dover intervenire in un'architettura come quella di Castel Sant'Elmo non può dimenticare le leggi sedimentate e l'antica cultura. Si ha invece l'obbligo di studiarle per tradurle in chiave contemporanea. Non si può distruggere la struttura originaria, innestandovi un eventuale corpo estraneo. Sull'interpretazione del monumento e su queste premesse, si sono sviluppate, pertanto, alcune considerazioni sugli aspetti configurativi del progetto. Anche in questo caso, si può impostare il discorso come successione di argomentazioni. Le struttura originaria è stata utilizzata come punto di partenza per un'attenta operazione progettuale, che ne conservi i contenuti e le valenze culturali, rendendola duttile al nuovo uso. Gli spazi del livello superiore sono stati pertanto letti come sequenza di ambienti, interrotti dalle logge, che rappresentano gli elementi di "eccezionalità" nel sistema architettonico. Le logge, interpretate come spazi autonomi, trasparenti, luoghi della mediazione tra l'interno e l'esterno, si configurano come la chiave di lettura della fabbrica antica e dei nuovi spazi. Esse si caratterizzano come la parte visibile di un sistema architettonico, per la restante parte tutto interno, che si avvicina ai caratteri di una architettura ipogea. Per queste ragioni si è inteso non introdurre alcuna modifica nell'attuale organizzazione spaziale, interpretandola come un'architettura senza facciata, ma anche senza veri e propri divisori, senza necessità di rivestimenti e di decorazione. Al pari degli ambienti preesistenti, i nuovi spazi destinati al ristoro e all'intrattenimento sono stati concepiti come luoghi autonomi in una sequenza in cui le singole individualità risultano percepibili, al fine di raccontare le vicende di uno spazio che non ha una impronta profondamente unitaria, se non nel suo aspetto esteriore, che non ha mai trovato una stabilità funzionale e che, quindi, ancora una volta si predispone ad una condizione "affascinante e suggestiva", ma ancora provvisoria. In questa ottica la nuova configurazione spaziale degli interni, e a maggior ragione quella degli esterni, è stata concepita come un'installazione, come un "allestimento". Sono state, pertanto, adottate soluzioni architettoniche non evocative della lunga durata delle costruzioni, pensate per permanere nel tempo, anche se non effimere e occasionali. L'allestimento è stato inteso come un lavoro di ricerca sui concetti di variazione, leggerezza e flessibilità nell'uso dei materiali: un nuovo perimetro di listoni in legno, che si interrompe nei due loggiati trasparenti in basalto, continua in forme diverse lungo le parti perimetrali dei singoli ambienti, accogliendo nell'intercapedine tra la struttura preesistente e la nuova gli impianti e il sistema di illuminazione e dialoga con gli schermi tecnologici per ie proiezioni, disposti nei tamponamenti di alcuni ambienti

    Identification and profiling of microRNAs in two developmental stages of the model cestode parasite Mesocestoides corti

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    MicroRNAs (miRNAs), a class of small non-coding RNAs, are key regulators of gene expression at post-transcriptional level and play essential roles in fundamental biological processes such as metabolism and development. The particular developmental characteristics of cestode parasites highlight the importance of studying miRNA gene regulation in these organisms. Here, we performed a comprehensive analysis of miRNAs in two developmental stages of the model cestode Mesocestoides corti. Using a high-throughput sequencing approach, we found transcriptional evidence of 42 miRNA loci in tetrathyridia larvae and strobilated worms. Tetrathyridium and strobilated worm-specific miRNAs were found, as well as differentialy expressed miRNAs between these developmental stages, suggesting miRNA regulation of stage-specific features. Moreover, it was shown that uridylation is a differential mechanism of post-transcriptional modification of M. corti miRNAs. The whole set of M. corti miRNAs represent 33 unique miRNA families, and confirm the remarkable loss of conserved miRNA families within platyhelminth parasites, reflecting their relatively low morphological complexity and high adaptation to parasitism. Overall, the presented results provide a valuable platform to studies aiming to identify and characterize novel miRNA-based molecular mechanisms of post-transcriptional gene regulation in cestodes, necessary for the elucidation of developmental aspects of the complex biology of these parasites.Fil: Basika, Tatiana. Universidade Federal do Rio Grande do Sul; BrasilFil: Macchiaroli, Natalia. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Oficina de Coordinación Administrativa Houssay. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica. Universidad de Buenos Aires. Facultad de Medicina. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica; ArgentinaFil: Cucher, Marcela Alejandra. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Oficina de Coordinación Administrativa Houssay. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica. Universidad de Buenos Aires. Facultad de Medicina. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica; ArgentinaFil: Espínola, Sergio Martín. Universidade Federal do Rio Grande do Sul; BrasilFil: Kamenetzky, Laura. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Oficina de Coordinación Administrativa Houssay. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica. Universidad de Buenos Aires. Facultad de Medicina. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica; ArgentinaFil: Zaha, Arnaldo. Universidade Federal do Rio Grande do Sul; BrasilFil: Rosenzvit, Mara Cecilia. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Oficina de Coordinación Administrativa Houssay. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica. Universidad de Buenos Aires. Facultad de Medicina. Instituto de Investigaciones en Microbiología y Parasitología Médica; ArgentinaFil: Ferreira, Henrique B.. Universidade Federal do Rio Grande do Sul; Brasi
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