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    Europa 2020: strategie e politiche per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

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    Tra il 2000 e il 2010 l\u2019UE ha cercato di migliorare crescita e occupazione con la Strategia di Lisbona. La strategia Europa 2020 succede a Lisbona e individua tre priorit\ue0: una crescita intelligente con l\u2019obiettivo di sviluppare un\u2019economia basata sulla conoscenza e sull\u2019innovazione; una crescita sostenibile finalizzata alla promozione di un\u2019economia pi\uf9 efficiente e pi\uf9 competitiva sotto il profilo dell\u2019utilizzo delle risorse disponibili; una crescita inclusiva con l\u2019obiettivo di promuovere un\u2019economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale. Queste tre priorit\ue0 che si rafforzano a vicenda intendono aiutare l\u2019UE e gli Stati membri a conseguire elevati livelli di occupazione, produttivit\ue0 e coesione sociale. Inoltre con l\u2019attuazione delle tre priorit\ue0 si cercheranno di raggiungere entro il 2020 cinque ambiziosi obiettivi riguardanti i settori dell\u2019occupazione, dell\u2019innovazione, dell\u2019istruzione, dell\u2019integrazione sociale e della tutela e della salvaguardia ambientale e dell\u2019aumento della quota delle fonti di energia rinnovabili nel consumo finale di energia. Importanti novit\ue0 sono previste anche sul fronte della governance. Infatti ogni Stato membro dovr\ue0 fornire un contributo alla realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020 attraverso percorsi nazionali che rispecchino la situazione di ciascuno Paese

    LA IDENTIDAD LINGUISTICA DEL HISPANOHABLANTE Y LAS DISONANCIAS COGNITIVAS

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    Il lavoro affronta il tema dell\u2019alterit\ue0, propria ed altrui, nell\u2019identit\ue0 linguistica, e delle sue relazioni con la dimensione multiculturale del terzo millennio. Si tratta di rispondere alla domanda: \u201cChi \ue8 l\u2019io dal punto di vista linguistico?\u201d, domanda che viene generata a partire dalla questione fondamentale: \u201cCosa significa essere uguale a se stesso?\u201d L\u2019argomento s\u2019inserisce all\u2019interno del paradigma della complessit\ue0 che, anche se \ue8 sempre esistito come elemento costitutivo dell\u2019universo, \ue8 stato riconosciuto solo ora dal punto di vista scientifico-epistemologico. Si analizza il concetto dinamico di \u2018io\u2019 secondo le teorie di H. Hedigen e di T. Sebeok e, successivamente, si sviluppa il concetto di alterit\ue0 nella costruzione dell\u2019identit\ue0 ispanofona, con l\u2019apporto dei modelli elaborati dalla propria mente e dalla societ\ue0 in cui si \ue8 inseriti. Tra questi modelli, uno dei pi\uf9 coinvolgenti \ue8 la lingua, che obbliga a ritagliare il mondo in base alle strutture lessicali, semantiche e morfosintattiche che la costituiscono. Si commentano i processi di risonanza e dissonanza che hanno lasciato il segno nei paesi ispanoparlanti e di come l\u2019identit\ue0 \ue8 cambiata nel corso del tempo con degli aspetti differenziali secondo le diverse culture. Si fa riferimento ad alcune prospettive traduttologiche in rapporto all\u2019identit\ue0 (secondo le teorie di G. Steiner e dell\u2019Universit\ue0 di Chicago, ad esempio), tenendo conto della grande complessit\ue0 dell\u2019identit\ue0 ispanofona che \ue8 il risultato dell\u2019integrazione avuta lungo il tempo da tante culture diverse (araba, ebrea, celtica, gallica, italica, nordica). Nelle conclusioni, si ribadisce l\u2019importanza di non prendere in considerazione un\u2019unica norma linguistica ispanica perch\ue8 ogni modalit\ue0 linguistica riflette l\u2019identit\ue0 (e le dissonanze) delle diverse aree culturali ispanoparlanti

    Questioning the ‘exotic’ in two Italian travellers’ accounts of New Zealand

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    L’articolo studia le testimonianze di due missionari italiani presenti in Nuova Zelanda tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento: il benedettino Dom Felice Vaggioli e il salesiano Giuseppe Capra. Sia l’uno sia l’altro, attratti dalle bellezze naturali del paese descritto come una sorta di esotico nuovo Eden, finirono col guardare alla Nuova Zelanda da una prospettiva fortemente eurocentrica, Vaggioli addirittura definendo la Nuova Zelanda – a partire da superficiali coincidenze topografiche – come l’Italia dell’emisfero australe. Di là dalle finalità di proselitismo religioso (permeato da una forte vena antiinglese), gli scritti dei due religiosi costituiscono una viva autorappresentazione dell’Italia e degli italiani mezzo secolo dopo l’unificazione.Article is in Englis

    In ascolto del maestro interiore

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    Il tema del maestro interiore rinvia a una relazione intrapersonale, che dischiude orizzonti infiniti alla vocazione della persona e che riceve nella tradizione antica nomi diversi, secondo la metafora comune di \u201cvoce della coscienza\u201d. A partire da questo sfondo, il saggio propone una rilettura di Agostino in relazione a tre snodi fondamentali del nostro tempo: la difficolt\ue0 a riconoscere l\u2019asimmetria come condizione del rapporto educativo; lo smarrimento del senso del limite e della fragilit\ue0; l\u2019assolutizzazione del principio di autonomia e il corrispondente tentativo di naturalizzazione dell\u2019umano. In rapporto a queste sfide il messaggio di Agostino appare ancora attuale: l\u2019eteronomia ci costituisce nel cuore stesso dell\u2019autonomia, l\u2019ulteriore dell\u2019interiore \ue8 il trascendent

    Note su religione e Gestalt politica nel primo Hegel

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    Nel periodo trascorso a Francoforte (1797-1800) Hegel prosegue il confronto con il tema della religione, avviato nel precedente soggiorno a Berna. Nella teocrazia ebraica egli individua un modello basato sulla scissione tra divino ed umano, trascendente ed immanente, finito ed infinito, che confina l\u2019uomo in una condizione di irrecuperabile subordinazione e di separazione dalla natura e dal resto del genere umano; a ci\uf2 Hegel contrappone l\u2019idea della polis, che trova nel culto degli dei un momento partecipazione e rafforzamento dell\u2019unit\ue0 etica e politica. Neppure Cristo riesce colmare la spaccatura che segna non solo il mondo ebraico ma che, secondo la lettura Hegeliana, si riproduce pressoch\ue9 immutata nell\u2019intellettualismo moderno, che procede separando ed opponendo e che culmina nell\u2019astrattezza del diritto moderno. Hegel rimprovera a Cristo di aver fondato una comunit\ue0 che nell\u2019amore rinuncia al confronto con la realt\ue0, che accetta supinamente e subisce; tuttavia l\u2019idea cristiana dell\u2019incarnazione, accanto alla suggestione dell\u2019unit\ue0 dell\u2019essere come un intero del mondo classico, sembra fornire un decisivo impulso al tentativo filosofico hegeliano di pensare l\u2019unit\ue0 degli opposti, indicandogli una via che \ue8 insieme anche religiosa (come visibile unione della comunit\ue0 nel culto) e politica (come condivisione e sacrificio di ci\uf2 che \ue8 finito, particolare ed egoistico). Nel passaggio dal periodo francofortese a quello di Jena, il Cristianesimo viene recuperato come premessa per una \u201cterza religione\u201d che sappia superare le opposizioni dell\u2019intellettualismo moderno e ritrovare l\u2019unit\ue0 dell\u2019ethos popolare

    Warburg,Benjamin e ci\uf2 che la storia non pu\uf2 dire.

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    .Abstract: Warburg, Benjamin e ci\uf2 che la storia non pu\uf2 dire, Firenze 2010. \uc8 nota l\u2019affinit\ue0 elettiva provata da Benjamin per il pensiero sull\u2019indagine storico-artistica di Aby Warburg. Ho voluto in questo scritto mettere l\u2019accento sul tema della concezione della storia come discontinuit\ue0 nei due autori, e dell\u2019arte come testimonianza di una sofferenza ineliminabile dell\u2019umanit\ue0, che ne esce, nell\u2019espressione artistica, esaltata. Nell\u2019arte infatti la sofferenza comune del genere umano trova un suo momento di altezza , soprattutto nella complessa intenzionalit\ue0 e nella ragion d\u2019essere dell\u2019opera d\u2019arte

    Indagini sul bacino imbrifero

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    No abstract availableAnalisi annuale dell\u27andamento delle piogge all\u27interno del bacino imbrifero del Lago Maggiore e analisi dell\u27andamento delle portate dei principali suoi immissari e dell\u27emissario. Tale valutazione ? anche fatta non solo da un punto di vista geografico (quindi spaziale) ma anche temporale, confrontando i dati pregressi con quelli raccolti per l\u27anno di riferimento dell\u27indagine. Da tale confronto/verifica ? possibile analizzare e identificare l\u27andamento annuale delle piogge e delle portate sia su scala temporale che spaziale e identificare segni di un eventuale cambiamento in atto

    Segni e graffiti greci: proposte di lettura

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    L\u2019articolo comprende tre contributi due dei quali (nn. 2,3) sono nuove letture di iscrizioni greche, mentre il primo (n. 1), sul quale si richiama l\u2019attenzione per la novit\ue0 dell\u2019argomento, riguarda il riconoscimento di una variante grafica del segno alfabetico L . Il grafema (A. Johnston, Trademarks, n. 26b a forma di tridente rovesciato) compare nei graffiti commerciali su ceramica greca a partire dalla fine del VI sec. a. C. e poi nelle scritture dell\u2019Italia villanoviana ed etrusca, dove tuttavia non sembra avere valore alfabetico. Il contributo originale dell\u2019articolo riguarda l\u2019identificazione di tale grafema, che finora non era stato riconosciuto, nelle scritture commerciali di II \u2013 I sec. a.C. tracciate su anfore dopo la cottura: in questi casi il segno esprime senza dubbio il numero 50 e pu\uf2 quindi ritenersi una variante del simbolo L presente nelle serie numerali romane. L\u2019area di produzione delle anfore (brindisine, Dressel 6A, Lamboglia 2) e i siti di rinvenimento suggeriscono un uso \u2018adriatico\u2019 di questa variante grafica che andr\ue0 ormai aggiunta alle serie alfabetiche romane

    Paradigmi dell'eccezione nella parabola della modernit\ue0 penale. Una prospettiva storico-giuridica

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    Il saggio si propone di analizzare, in un quadro cronologico di lungo periodo, i regimi giuridici dell\u2019eccezione, giustapponendo due approcci al problema basati su due diverse concezioni ordinanti: quella tipica dell\u2019et\ue0 medievale e moderna, caratterizzata della centralit\ue0 del diritto giurisprudenziale di ius commune e quella propria dei secoli XIX e XX, connotata dal primato della legge e dalla codificazione del diritto. Il primo approccio percepisce l\u2019eccezione come manifestazione di straordinariet\ue0 e la include nell\u2019ordinamento ponendo la questione di una correlazione (da costruire) tra ordinarium ed extraordinarium. Il secondo mette in rapporto l\u2019eccezione con l\u2019emergenza e la esclude dal campo dei processi costitutivi dell\u2019ordine giuridico, ponendo l\u2019esigenza di una contrapposizione (da mantenere) tra ordinario ed eccezionale. Il mutamento di paradigma che la modernit\ue0 introduce con l\u2019affermarsi della svolta illuministica, trova una sua rispondenza nel duplice livello di legalit\ue0 che caratterizza i sistemi penali dei secoli XIX e XX; il saggio ne segue gli andamenti con riferimento alla vicenda italiana nelle diverse fasi dello Stato unitario, per concludere con qualche osservazione sui limiti di tale impostazione di fronte ai problemi di gestione degli stati d\u2019eccezione e di tenuta dell\u2019ordine giuridico posti dal momento attuale

    Idrologia e clima. Apporti quantitativi a lago: piogge, portate e coefficiente di deflusso

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    Not availableI dati di precipitazione, per l\u27anno 2013, sono stati raccolti, come di consueto, dalle stazioni pluviometriche dell?Istituto per lo Studio degli Ecosistemi (CNR-ISE), del Servizio Meteorologico Svizzero, dell?Ufficio dei Corsi d?Acqua, Dipartimento del Territorio del Canton Ticino, dell\u27ENEL, dell?Area Previsione e Monitoraggio Ambientale dell?Arpa Piemonte, delle Officine Idroelettriche della Blenio-Maggia, della Societ? Idroelettriche Riunite, dell?Istituto Geofisico Prealpino e del Consorzio del Ticino. Nel 2013 si sono registrati, mediamente all?interno del bacino del Lago Maggiore, 1710 mm, valore in perfetta media pluriennale. I dati riguardanti i deflussi dei principali immissari e dell\u27emissario del Lago Maggiore, sono stati misurati nel 2013, attraverso le reti di rilevamento dell\u27Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, dell?Area Previsione e Monitoraggio Ambientale dell?Arpa Piemonte, dell?Ufficio Federale dell?Ambiente di Berna (UFAM) e dei Consorzi del Bardello e del Ticino. L?andamento delle portate nel 2013 ? stato determinato dalla bassa piovosit? dei primi tre mesi dell?anno e dalle consistenti piogge di aprile e maggio che hanno portato la maggior parte dei corsi d?acqua a far registrare i massimi valori di portata proprio nel mese di maggio. La media delle portate annuali ? stata leggermente al di sotto dei valori di riferimento
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