15 research outputs found

    Il piacere del movimento nella cornice della pedagogia del corpo

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    Pleasure of free movement of the baby, which he expresses in motor gamein all its forms, is placed at the origin of all learning: the child, in fact, not intellectually organizes his project before you realize it. His thought processesin the action itself. Consciousness is born out of the reality, theeffectiveness of the gesture by the coordinative skills in the use of objects.Understanding the nature of his work, the conditions that favor it and thosethat hinder it, acquire the pedagogical skills to allow the natural development,is the luggage necessary for each educator / teacher who works withchildren (and others), especially if, as in our case, it is presented as a professional of physical education. This essay traces, in the sense both theoretical and methodological, process stages leading from the sensorimotor game birth of symbolic thinking until the conscious representation of one’s body, by including them in the frame of the pedagogy of the body, the newly established academic discipline which presents itself as a reflective space for all those who share the need for integrated education, capable of holdingIl piacere del movimento libero del bambino, che egli esprime nel giocomotorio in tutte le sue forme, si colloca all’origine di ogni apprendimento.Il bambino, infatti, non organizza intellettualmente il suo progetto prima direalizzarlo: il suo pensiero si elabora nell’azione stessa. La coscienza nascedall’azione sulla realtà, l’efficacia del gesto dalla capacità coordinativa nell’utilizzo degli oggetti. Comprendere la natura di questo suo operare, lecondizioni che lo favoriscono e quelle che lo ostacolano, acquisire le competenzepedagogiche per permetterne il naturale sviluppo, costituiscono ilbagaglio necessario per ogni educatore/insegnante che lavori con l’infanzia(e non solo), tanto più se, come nel nostro caso, si presenta come un professionista delle scienze motorie. Il presente saggio ripercorre, in senso siateorico sia metodologico, le tappe del processo che conduce dal piaceredel movimento alla nascita del pensiero simbolico fino alla rappresentazioneconsapevole del proprio corpo, inscrivendole nella cornice dellapedagogia del corpo, disciplina accademica di recente istituzione che intendeproporsi come spazio riflessivo per tutti coloro che condividono lanecessità di un’educazione integrata, capace di tenere insieme corpo emente, azione e riflessione, pensiero ed emozione

    Il corpo della parola. Alle origini del piacere di narrare

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    There is an evolutionary link between what Piaget called the ‘’action” and the narrative - the “first interpretative and cognitive device of which man uses in his life experience” (Bruner, 1992). Also for Piaget, the action (movement) and thinking are “isomorphic”, as in child development leads in the other one o’clock: the thought is internalized action. The essay will decline this transition - crucial for everyone involved in early learning (but not only) - as we now know (thanks to new contributions that come from the neuroscience studies) that many of the difficulties and problems that do not few and a few boys and girls meet in the transition to a symbolic level, for example in the learning of reading and writing, have their roots in a lack of or insufficient experienced sensorimotor sacrificed by an early ipercognitivizzazione where today many preschools and early the primary cycle seem to favor. Building on the awareness of the infant Research of reflexive and operational contributions of the body of the pedagogy and practice psychomotor, this pedagogical reflection traces a thread that connects the primary pleasure of movement to the pleasure of narrating, outlining some useful ideas for setting configuration training capable of allowing children an educational experience respectful of their bodies, space, time, relations

    Saperi del corpo e saperi disciplinari. La proposta della pedagogia del corpo in una ricerca con insegnanti della scuola primaria

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    A teaching able to give body to knowledge and meet children’s learning attitude in their immediate sensitivity to living bodily experience is often limited in schools to few hours of physical education. Using concrete proposals, on the contrary, we want to show that a teaching experience inspired by the Pedagogy of the Body can help to achieve objectives traditionally reserved to otherdisciplinary forms of knowledge (letters, science, art), through a way that privileges the pleasure of movement and of active discovery. In particular, the contribution presents a still ongoing research with primary school teachers based on the method of “Experiential anatomy”. We will describe how it is possible to integrate experience and a scientific topic using perception and bodily imagination as essential tools of knowledge.Una didattica capace di dare corpo ai saperi, di incontrare la disponibilità ad apprendere del bambino a livello della sua sensibilità più immediata, corporea, continua in molti casi a essere limitata nella scuola a poche ore di educazione motoria. Attraverso proposte concrete, si intende al contrario mostrare come una didattica ispirata alla Pedagogia del corpo possa contribuire al raggiungimentodi obiettivi disciplinari tradizionalmente propri di altri saperi (le lettere, lescienze, le arti), attraverso una via che privilegi il piacere del movimento e della scoperta attiva. In particolare, il contributo presenta una ricerca in corso con insegnanti della scuola primaria centrata sul metodo della “Anatomia esperienziale”, illustrando come sia possibile integrare esperienzialmente un argomento scientifico utilizzando la percezione e l’immaginazione corporee come essenziali strumenti di conoscenza

    La Pedagogia del corpo per lo Spazio democratico: il progetto educativo S.P.A.C.E.

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    The article focuses on the role of Embodied Pedagogy within the project S.P.A.C.E., selected by the social enterprise ‘Con i Bambini’ as part of ‘The Fund Against Educational Poverty in Children and Youth’ and promoted by WeWorld Onlus. Looking towards a democratic citizenship education, the project aims to improve social and school conditions for teenager commuting students who live in remote Italian areas with high risk of school dropout and educational poverty. Auto-mythobiographical narration, experiential cartography and theatrical improvisation are different declinations of Embodied Pedagogy that in the Project S.P.A.C.E. become training proposals addressed to  educators who work with teenagers. They offer new ways to explore and re-imagine crossed and inhabited territories, in the direction of an embodied, living, democratic citizenship.Riassunto: L’articolo presenta il ruolo della Pedagogia del corpo all’interno del progetto S.P.A.C.E., selezionato da ‘Con i Bambini’ nell’ambito del ‘Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile’ e promosso da We-World Onlus. Promuovendo un’ottica di cittadinanza attiva e partecipata, il progetto è finalizzato a migliorare le condizioni sociali e scolastiche di studenti pendolari adolescenti che vivono in aree isolate del territorio italiano ad alto rischio di dispersione scolastica e povertà educativa. In S.P.A.C.E. alcune declinazioni della Pedagogia del corpo – la narrazione auto-mitobiografica, la cartografia esperienziale, l’improvvisazione teatrale –, nelle proposte formative rivolte agli educatori che incontrano quotidianamente gli adolescenti, diventano per ognuno vie per esplorare e re-immaginare i territori che si attraversano e si abitano, in direzione di una cittadinanza democratica che non sia solo a parole, ma incarnata in corpi viventi.

    Dal gesto alla parola. Riflessioni intorno alla “postura” dell’educare

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    The body is the focal point of all knowledge. Knowledge is always a knowledge of the body. The educational relationship is a relationship between bodies. Words have a body, the writing has a body, the tongue is a motor act. Despite all this, the educating body size is still not thematized by pedagogical reflection. Referring to the perspective inaugurated by the pedagogy of the body, the essay aims to reflect on the constituent aspects of a bodily vision of educational processes, developing its own reflection on the concept of "posture", to extend its meaning, and not just metaphorically, way beyond the narrow semantic spaces which the biomechanical paradigm has long relegated. A reflection that weaves knowledge and interdisciplinary awareness, to try to unravel as in gesture (of touch, of seeing, of listening, of voice) lies much more than educating the sense of what we tend to grant him reductively.Il corpo costituisce lo snodo fondamentale di ogni sapere. Il sapere è sempre un sapere del corpo. La relazione educativa è una relazione fra corpi. Le parole hanno un corpo, la scrittura ha un corpo, la lingua è un atto motorio. Nonostante tutto ciò, la dimensione corporea dell’educare risulta ancora poco tematizzata dalla riflessione pedagogica. Rifacendosi alla prospettiva inaugurata dalla pedagogia del corpo, il saggio intende riflettere sugli aspetti costitutivi di una visione corporea dei processi formativi, sviluppando la propria riflessione intorno al concetto di “postura”, per estenderne il significato, metaforicamente e non solo, ben oltre gli angusti spazi semantici cui il paradigma biomeccanico l’ha a lungo relegata. Una riflessione che intreccia conoscenze e consapevolezze interdisciplinari, per provare a svelare come nel gesto (del toccare, del vedere, dell’ascoltare, della voce) risieda molto di più del senso dell’educare di quanto riduttivamente si tenda a riconoscergli

    In principio era il verbo. Educare la voce per educare l'ascolto

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    Il corpo narratore

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    Sapere cosa provo attraverso il mio corpo di fronte all’altro mi permette non solo di capire cosa l'altro prova, soprattutto di generare naturalmente un’effettiva sintonizzazione, di evidenziare e nominare emozioni e sentimenti che in-formano la relazione con quel particolare bambino, adolescente o adulto che sia. Il rapporto con il linguaggio del corpo, prima ancora di divenire pratica psicopedagogica, è una 'pedagogia dell'esistenza'. Una pratica della nostra quotidianità che possiamo affinare oltre e prima che essa diventi pratica psicopedagogica

    Note sulla Pedagogia del corpo

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    Una giornata, quella di cui stiamo raccontando, esemplare dal punto di vista delle modalità con cui organizzare un incontro di scambio fra professionisti della relazione di contesti diversi di appartenenza professionale e disciplinare. Al di là dei contenuti interessanti emersi, di cui forse dirò qualcosa, in queste poche righe non posso non sottolineare l’importanza del setting che ci è stato offerto. In cerchio intorno a un grande tavolo, un giro di presentazione dei propri argomenti di pochi minuti (effettivi) a testa, una focalizzazione asciutta e immediata dei propri temi, e poi un confronto libero, aperto, disteso, accogliente. Qualità rare nell’ambito accademico, dove l’interdisciplinarietà è spesso parola vuota, e dove tra l’altro il corpo appare come il grande convitato di pietra. Non che non se ne parli, tutt’altro, ma se ne parla il più delle volte senza mai assumerne le sue potenzialità espressive e trasformative

    Bisogna innanzitutto essere corpo. La proposta della pedagogia del corpo per la formazione dell’educatore

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    Il dato essenziale dell’esperienza del bambino, che orienta il suo imprescindibile modo d’essere, di abitare e conoscere il mondo è il suo corpo. Agendo con le sue azioni e i suoi sensi sugli oggetti della realtà, egli rintraccia i significati, strutturandoli in schemi e infine in concetti. Una didattica capace di dare corpo al sapere, di incontrare la disponibilità ad apprendere del bambino a livello della sua sensibilità più autentica continua in molti casi a essere limitata a poche ore di pratica motoria e sportiva delegate a uno specialista. Sicuramente tutto ciò merita un’attenta riflessione e un potenziamento della sua presenza. Ma l’opportunità data ai bambini di vivere l’apprendimento in maniera globale passa inevitabilmente anche dalla disponibilità dell’insegnante a mettersi in gioco, a coltivare un proprio sguardo e una sensibilità motoria sui processi di cui è facilitatore. A trovare innanzitutto il proprio benessere corporeo per poter promuovere quello dei bambini. Il presente saggio riflette su queste condizioni, proponendo la pedagogia del corpo come cornice teorico-operativa cui attingere per liberare risorse e opportunità.
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