52 research outputs found

    Contrattazione collettiva e pluralit\ue0 di categorie

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    Tema antico e per molti aspetti tra i pi\uf9 suggestivi del diritto sindacale, la categoria ritorna periodicamente nel dibattito dottrinale e all\u2019attenzione della giurisprudenza, specialmente nelle fasi in cui i processi di trasformazione delle relazioni industriali agiscono con maggiore incisivit\ue0 e rapidit\ue0. Lo studio muove da un orientamento consolidato da decenni nell\u2019ordinamento giuridico, secondo il quale la definizione del campo di applicazione dei contratti collettivi \ue8 espressione diretta del principio di libert\ue0 sindacale, sancito dall\u2019art. 39, comma 1\ub0, della Costituzione. Su queste basi, il lavoro si articola in tre direzioni. In una prima prospettiva \u2013 interna alle relazioni industriali \u2013 si sofferma sul fenomeno della sovrapposizione tra gli ambiti di applicazione dei contratti collettivi e sui tentativi delle parti sociali di darvi risposta. Prendendo in considerazione l\u2019ipotesi di un intervento legislativo sul sistema sindacale, si interroga su quale equilibrio tra libert\ue0 sindacale e certezza giuridica possa considerarsi adeguato, nella definizione delle categorie contrattuali. Infine, prospetta una soluzione a una questione discussa per anni dalla dottrina e dalla giurisprudenza: in presenza di una pluralit\ue0 di contratti collettivi con ambito di applicazione sovrapposto, \ue8 possibile selezionarne uno soltanto, da utilizzare come parametro nei casi di rinvio dalla legge alla contrattazione collettiva

    Una just transition per il diritto del lavoro

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    The essay deals with the intersections between labour law and climate change, or climate crisis. It takes into consideration two main positions. According to the first one, labour law can cope with the effects of climate change on the labour market, with regulations that are already in place, such as those on collective dismissal, transfer of undertakings, and others. However, the author adheres to a different opinion, according to which labour law should reconsider its own theory of justice in order to adequately address the challenges due to climate change and climate crisis. The idea of a just transition of the workforce might help to overcome the traditional dilemma work v. environmen

    The impact of the economic crisis legislation on the relationship between statutory law and collective bargaining

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    La tesi analizza il mutamento in atto nelle fonti del diritto del lavoro, attraverso uno studio dei casi di rinvio dalla legge al contratto collettivo. Nella Parte I della tesi è affrontato il tema dei rapporti tra legge e contratto collettivo. In una prospettiva statica, i rapporti tra legge e contratto collettivo sono caratterizzati dall’operare dei principii di gerarchia e del favor: la legge prevede il trattamento minimo di tutela e il contratto collettivo può modificare tale trattamento in senso più favorevole al lavoratore. In una prospettiva dinamica, i rapporti tra legge e contratto collettivo sono più complessi: nell’ordinamento italiano, infatti, la disciplina del rapporto e del mercato del lavoro è caratterizzata da una valorizzazione degli apporti dell’autonomia collettiva. In particolare, il contratto collettivo è destinatario di una serie di rinvii, che lo autorizzano a completare la disciplina legale e a modificarla anche in senso meno favorevole al lavoratore, al fine di creare un mercato del lavoro maggiormente dinamico. Nella Parte II della tesi l’analisi si concentra sull’art. 8 della l. n. 148/2011. Tale disposizione è stata introdotta durante la crisi economico-finanziaria che ha colpito l’Italia tra il 2011 e il 2012, a seguito di trattative tra il Governo italiano e le istituzioni dell’UE, al fine di attribuire alle imprese uno strumento per incrementare la loro competitività e produttività. L’art. 8 autorizza il contratto collettivo a derogare in peius alla legge con riferimento a un arco tematico di materie e istituti che comprende l’intero profilo della disciplina del rapporto di lavoro, con alcune eccezioni. L’art. 8 rappresenta il punto di arrivo di una lunga evoluzione legislativa e consente di mettere in discussione la ricostruzione tradizionale dei rapporti tra legge e contratto collettivo basata sui principii di gerarchia e di favore.The thesis seeks to analyse the change taking place in the sources of labour law, by examining the close relationship between statutory law and collective bargaining. Part I deals with the relationship between these two important sources of labour law. On the one hand, from a static perspective, the relationship between law and collective bargaining is characterised by the principle of hierarchy and the so-called principle of favor: while statutory law provides the minimum framework of protection, collective bargaining can only add to it, in a view of favouring the employee. On the other hand, from a dynamic perspective, the relationship between law and collective bargaining is more complex. In fact, for a long time the Italian legal framework regarding the employment relationship and the job market has been highlighting the importance of collective bargaining. Specifically, several provisions allow collective bargaining to either integrate or modify the legal discipline to the detriment of the worker, aiming at generating a more flexible labour market. Part II of the thesis seeks to shed light on the scope of Article 8 of the Italian Law n. 148/2011. Article 8 was enacted during the financial crisis that affected Italy in 2011-2012, as a result of the negotiations between the Italian Government and the EU institutions, with a view to support the economic recovery and the companies’ increase of productivity. Art. 8 allows collective bargaining to derogate to statutory law with respect to the legal protection granted to the worker to the detriment of the latter, in a range of issues nearly encompassing the whole employment relationship’s legal regime, with only few exceptions. It represents the point of arrival of a long legislative evolution and it results in a reversal of the traditional framework of the relationship between statutory law and collective bargaining

    The thick-bedded tail of turbidite thickness distribution as a proxy for flow confinement: examples from Tertiary basins of central and northern Apennines (Italy)

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    This study reviews the thickness statistics of non-channelized turbidites from four tertiary basins of Central-Northern Apennines (Italy), where bed geometry and sedimentary character have been previously assessed. Though very different in terms of size and, arguably, character of feeder system, these basins share a common stratigraphic evolution consisting in transition from an early ponded to a late unconfined setting of deposition. Based on comparison of thickness subsets from diverse locations and stratigraphic heights within the studied turbidite fills, this paper seeks to answer the following questions: i) how data collection procedures and field operational constraints (e.g. measure location, outcrop quality, use of thicknesses data from single vs. multiple correlative sections, stratigraphic thickness of the study interval) can affect statistics of sample data? ii) how depositional controls of confined vs. unconfined turbidite basins can result in different thickness-frequency distributions?; and iii) is there in thickness statistics a ‘flow confinement’ signature which can be used to distinguish between confined and unconfined turbidites? Results suggest that: i) best practices of data collection are crucial to a meaningful interpretation of sample data statistics, especially in presence of stratigraphic and spatial trends of turbidite bed thickness; ii) a systematic bias against cm-thick Tcd Bouma sequence turbidites exists in sample data, which can result in the low-end tail of empirical thickness-frequency distributions to depart significantly from the actual distribution of turbidite thickness; and iii) thickness statistics of beds starting with a basal Ta/Tb Bouma division bear a coherent relationship to the transition from ponded to unconfined depositional settings, consisting in reduction of variance and mean and, consequently, parameters, or even type, of best fit model distribution. This research highlights the role of flow stripping, sediment by-pass and bed geometry in altering the initial thickness distribution of ponded turbidites and suggests how fully ponded mini-basins represent the ideal setting for further research linking turbidite thickness statistics and frequency distribution of parent flow volumes

    With or without the state: towards a new order in that contested border province of law and collective agreements?

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    Il contributo si sofferma sui rapporti tra legge e autonomia collettiva, operando una comparazione tra pi\uf9 paesi europei in base alle riforme adottate a seguito della crisi economica del 200

    Una certa idea di capitalismo. Autorizzazione preventiva al licenziamento collettivo e diritto dell’Unione Europea

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    L'Autore si confronta con una sentenza della Corte di giustizia dell'UE (CGUE Grande sezione 21 dicembre 2016, causa C-201/15), in tema di bilanciamento tra il principio di tutela del lavoro (la "clausola sociale") - declinato in termini di una tutela particolarmente efficace in caso di licenziamento collettivo - e le libertà economiche (di impresa e di stabilimento) garantite dai Trattati UE. La questione della legittimità, o meno, di una legge nazionale che preveda una procedura di autorizzazione preventiva (da parte di una pubblica amministrazione) in caso di licenziamento collettivo non è agevole da risolvere, in base al diritto dell'UE; di certo, ancora una volta, vi è che la Corte di giustizia ha fatto pendere il bilanciamento in favore delle libertà economiche

    Ancora sulle clausole del contratto collettivo di dimissioni per facta concludentia

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    1. Il caso. - 2. Natura giuridica delle dimissioni. - 3. La forma dell'atto di dimissioni. - 4. Le clausole del contratto collettivo di dimissioni per "facta condudentia". - 5. Conclusioni. "Quid" rispetto alla procedura di convalida delle dimissioni introdotta dalla l. n. 92 del 2012

    In tema di autonomia del ramo di azienda ceduto

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    Non si pu\uf2 ritenere sufficiente, ai fini della qualificazione del ramo ceduto come funzionalmente autonomo, la sola organizzazione dei rapporti di lavoro, atteso che le prestazioni dei lavoratori, in assenza di integrazioni e addizioni successive mediante coevi contratti di appalto stipulati con il cedente non sono determinanti ai fini dello svolgimento dei servizi di back office

    Contratti collettivi o diritto del lavoro \uabpirata\ubb?

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    L\u2019autore prova a districarsi nella \u201cgiungla contrattuale\u201d del sistema di relazioni industriali. Il carattere tradizionalmente pluralistico del modello italiano sembra essere degenerato, da alcuni anni a questa parte, in un vero e proprio caos. Sigle sindacali e datoriali semi-sconosciute risultano, in base ai dati Cnel, firmatarie di decine (se non centinaia) di contratti collettivi, con il risultato di dare il via a una corsa al ribasso nei trattamenti economici e normativi del lavoro. Dopo aver provato a scattare qualche istantanea della giungla dei contratti collettivi pirata, l\u2019autore si confronta con alcune tra le soluzioni che il diritto del lavoro pu\uf2 mettere in campo

    Controesodo estivo, sciopero dei casellanti e tutela del patrimonio aziendale: il tema sempre aperto dei limiti al diritto di sciopero

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    Sono illegittime disposizioni di servizio con le quali il datore di lavoro imponga ai propri dipendenti di svolgere, prima dell’inizio dello sciopero, una serie di attività volte ad evitare o ad attenuare gli effetti dannosi dello sciopero sull’organizzazione aziendale ed il cui stesso svolgimento, essendo obbligatorio solo nel caso in cui il dipendente intenda successivamente scioperare, equivale, indirettamente, ad una preventiva adesione all’azione collettiva. Per contro, sono da considerarsi prive di una portata limitativa del diritto di sciopero disposizioni di servizio con le quali il datore di lavoro imponga ai propri dipendenti, dopo l’inizio dell’astensione dal lavoro, di eseguire una serie di attività volte a tutelare l’integrità del patrimonio aziendale, atteso che sarebbe illegittima un’astensione nella quale fosse previsto l’abbandono, senza alcuna cautela, dei beni aziendali in custodia dei lavoratori
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