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    Subconvulsant doses of pentylenetetrazol uncover the epileptic phenotype of cultured synapsin-deficient Helix serotonergic neurons in the absence of excitatory and inhibitory inputs

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    Synapsins are a family of presynaptic proteins related to several processes of synaptic functioning. A variety of reports have linked mutations in synapsin genes with the development of epilepsy. Among the proposed mechanisms, a main one is based on the synapsin-mediated imbalance towards network hyperexcitability due to differential effects on neurotransmitter release in GABAergic and glutamatergic synapses. Along this line, a non-synaptic effect of synapsin depletion increasing neuronal excitability has recently been described in Helix neurons. To further investigate this issue, we examined the effect of synapsin knock-down on the development of pentylenetetrazol (PTZ)-induced epileptic-like activity using single neurons or isolated monosynaptic circuits reconstructed on microelectrode arrays (MEAs). Compared to control neurons, synapsin-silenced neurons showed a lower threshold for the development of epileptic-like activity and prolonged periods of activity, together with the occurrence of spontaneous firing after recurrent PTZ-induced epileptic-like activity. These findings highlight the crucial role of synapsin on neuronal excitability regulation in the absence of inhibitory or excitatory inputs.Italian Ministry of the University and Research/[PRIN 2009]//ItaliaCompagnia di San Paolo///ItaliaTurin University///ItaliaUCR::Vicerrectoría de Docencia::Salud::Facultad de Medicina::Escuela de Medicin

    L'intelligenza artificiale al servizio dell'uomo e il controllo etico dell'algoritmo

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    Stiamo vivendo un cambiamento epocale. La vitalità, i valori e lo spirito sono quelli di sempre, ma l’evoluzione tecnologica sta andando velocemente oltre gli schemi sino ad oggi conosciuti, e noi ci sentiamo un po’ disallineati rispetto al mondo che gira sempre più veloce, con sistemi massivi che non riusciamo a governare appieno. È nostro dovere essere informati e “formati”, al fine di affrontare uno sviluppo inarrestabile con un approccio necessariamente antropocentrico ed un controllo “etico” che tuteli noi e le generazioni che verranno, nell’eterno antagonismo tra la libertà di iniziativa privata (art. 41 Cost.) e la necessaria regolazione del fenomeno, al fine di salvaguardare i diritti fondamentali dell’uomo e quelli del consumatore finale. In un momento in cui è centrale porre in essere tutte le azioni possibili per salvaguardare il pianeta in un’ottica di sostenibilità ed economia circolare, fin dalla fase di progettazione dei prodotti, l’Intelligenza Artificiale può rappresentare l’occasione di non perdere l’opportunità di salvare il pianeta dalla fame, dall’inquinamento, dai cambiamenti climatici, dalla povertà, dalle barbarie. Sebbene, infatti, la capacità di una macchina di mettere in correlazione grandi quantità di informazioni e dati, elaborarli secondo una determinata formula preconfezionata (l’algoritmo) e dare il risultato previsto e richiesto, può dirsi essere assimilabile all’intelligenza umana, è fuori di dubbio che alla stessa manchi la capacità del c.d. “discernimento”. Vale a dire, la capacità, tutta umana, di valutare e adattarsi alle molteplici variabili impreviste e/o imprevedibili. Conseguentemente, il giurista è chiamato a “interpretare” e “regolare” tale fenomeno, vieppiù tenuto conto della inevitabile dicotomia tra libertà di iniziativa economica privata e salvaguardia dei diritti inviolabili dell’uomo. È intuibile ed evidente che - nonostante la potenza elaborativa, la precisione e la velocità di esecuzione delle macchine consentirà un progresso esponenzialmente nei prossimi anni in quasi tutti i settori (i.e. sanità, medicina, agricoltura, ambiente, finanza, impresa, sicurezza, mobilità) - potranno determinarsi non trascurabili stravolgimenti e problematiche connessi, tra l’altro, al pericolo del cd. digital divide, al diritto del lavoro, alla cybersecurity, alla privacy ecc. Occorre, quindi, necessariamente riflettere e considerare la necessità di un “controllo etico” dell’algoritmo nonché di una sua “regolazione”. Ed invero, già vi sono ad oggi, pronunce dei giudici amministrativi (Cons. Stato, Sez. VI; Sent. 8 aprile 2019, n. 2270) che hanno confermato la necessità di trasparenza, accessibilità e “giustiziabilità” dell’algoritm
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