Abstract

Stiamo vivendo un cambiamento epocale. La vitalità, i valori e lo spirito sono quelli di sempre, ma l’evoluzione tecnologica sta andando velocemente oltre gli schemi sino ad oggi conosciuti, e noi ci sentiamo un po’ disallineati rispetto al mondo che gira sempre più veloce, con sistemi massivi che non riusciamo a governare appieno. È nostro dovere essere informati e “formati”, al fine di affrontare uno sviluppo inarrestabile con un approccio necessariamente antropocentrico ed un controllo “etico” che tuteli noi e le generazioni che verranno, nell’eterno antagonismo tra la libertà di iniziativa privata (art. 41 Cost.) e la necessaria regolazione del fenomeno, al fine di salvaguardare i diritti fondamentali dell’uomo e quelli del consumatore finale. In un momento in cui è centrale porre in essere tutte le azioni possibili per salvaguardare il pianeta in un’ottica di sostenibilità ed economia circolare, fin dalla fase di progettazione dei prodotti, l’Intelligenza Artificiale può rappresentare l’occasione di non perdere l’opportunità di salvare il pianeta dalla fame, dall’inquinamento, dai cambiamenti climatici, dalla povertà, dalle barbarie. Sebbene, infatti, la capacità di una macchina di mettere in correlazione grandi quantità di informazioni e dati, elaborarli secondo una determinata formula preconfezionata (l’algoritmo) e dare il risultato previsto e richiesto, può dirsi essere assimilabile all’intelligenza umana, è fuori di dubbio che alla stessa manchi la capacità del c.d. “discernimento”. Vale a dire, la capacità, tutta umana, di valutare e adattarsi alle molteplici variabili impreviste e/o imprevedibili. Conseguentemente, il giurista è chiamato a “interpretare” e “regolare” tale fenomeno, vieppiù tenuto conto della inevitabile dicotomia tra libertà di iniziativa economica privata e salvaguardia dei diritti inviolabili dell’uomo. È intuibile ed evidente che - nonostante la potenza elaborativa, la precisione e la velocità di esecuzione delle macchine consentirà un progresso esponenzialmente nei prossimi anni in quasi tutti i settori (i.e. sanità, medicina, agricoltura, ambiente, finanza, impresa, sicurezza, mobilità) - potranno determinarsi non trascurabili stravolgimenti e problematiche connessi, tra l’altro, al pericolo del cd. digital divide, al diritto del lavoro, alla cybersecurity, alla privacy ecc. Occorre, quindi, necessariamente riflettere e considerare la necessità di un “controllo etico” dell’algoritmo nonché di una sua “regolazione”. Ed invero, già vi sono ad oggi, pronunce dei giudici amministrativi (Cons. Stato, Sez. VI; Sent. 8 aprile 2019, n. 2270) che hanno confermato la necessità di trasparenza, accessibilità e “giustiziabilità” dell’algoritm

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