9 research outputs found

    »Dvojno izredno stanje« in sekuritizacija humanitarnega pristopa k italijanskemu sistemu sprejemanja med pandemijo

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    The Coronavirus outbreak has revealed the critical situation that can emerge when isolation and quarantine measures are applied to migrants living in reception and detention centers and overcrowded contexts. The paper focuses on events that affected two Extraordinary Reception Centres (CASs) and a Hotspot, located in Northern and Southern Italy. Although the humanitarian paradigm still represents the most functional form of government, this historical moment’s particularity led the authors to reflect on the continuity and change it brings. They hypothesize that the health crisis has downsized the action of care within humanitarian spaces favoring the strengthening of traditional securitarian solutions.Izbruh koronavirusa je razkril kritičen položaj, do katerega lahko privedejo izolacijski in karantenski ukrepi, uporabljeni na migrantih, ki živijo v prenatrpanih sprejemnih centrih in centrih za pridržanje. Članek obravnava dogajanje v dveh izrednih sprejem­nih centrih (CASs) in v tako imenovanem hotspotu, ki se nahajajo na severu oziroma jugu Italije. Čeprav je humanitarna paradigma še vedno najbolj funkcionalna oblika upravljanja, je posebnost tega zgodovinskega trenutka avtorja spodbudila k razmisleku o kontinuiteti in spremembah, ki jih prinaša. Po njunem mnenju je zdravstvena kriza prispevala h krčenju oskrbe v humanitarnih okoljih na račun krepitve tradicionalnih sekuritarnih rešitev

    The "double emergency" and the securitization of the humanitarian approach in the Italian reception system within the pandemic crisis

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    The Coronavirus outbreak has revealed the critical situation that can emerge when isolation and quarantine measures are applied to migrants living in reception and detention centers and overcrowded contexts. The paper focuses on events that affected two Extraordinary Reception Centres (CASs) and a Hotspot, located in Northern and Southern Italy. Although the humanitarian paradigm still represents the most functional form of government, this historical moment's particularity led the authors to reflect on the continuity and change it brings. They hypothesize that the health crisis has downsized the action of care within humanitarian spaces favoring the strengthening of traditional securitarian solutions

    La crisi segregata: criminalizzazione e costruzione del nemico interno a Zingonia

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    ALVISE SBRACCIA, OMID FIROUZI TABAR The Segregated Crisis. Criminalization and the Construction of the Enemy within in Zingonia The article is focused on an empirical research conducted by the authors in Zingoia (Bergamo, Italy). This industrial and urban area was interested by the economical crisis since 2008, with specific reference to the local mot important economies (small factories ad building sector). Historical continuity from internal to international mi- gration flows is related to the processes of workforce substitution and residential segregation. Through ethnographic techniques the researchers develop a reflection on the specific forms of criminalization in the area, where waves of moral panic and ambivalent perception of the autochthonous tend to give a peculiar shape to securi- tarism and penal populis

    “CRIMINALI”, “VITTIME”, “UNTORI”: LEGGERE IL GOVERNO DELLE MIGRAZIONI ATTRAVERSO LA PANDEMIA

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    In this article, we will examine the way in which reception centers, CPRs, hotspots and quarantine ships have operated as tools for controlling migration in the context of the pandemic in Italy, in order to investigate what functions they might have assumed in this historical scenario. The analysis uses both empirical data from a field research on the reception system in Veneto, in particular in the CAS of Treviso, and secondary data contained in some reports by NGOs, guarantee figures and civil society as regards to hotspots, CPR and quarantine-ships. The article focuses first on the devices of reception and then on those of detention, going in both cases to question the continuity and possible innovations of the mechanisms control, as well as the accelerations and radicalizations of trends that were already present

    Lungo i confini dell’accoglienza. Migranti e territori tra resistenze e dispositivi di controllo

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    Intorno al corpo delle e dei migranti si dispiegano politiche di controllo tese ad attivare e ali\uadmentare processi di stigmatizza\uadzione e criminalizzazione funzio\uadnali al paradigma culturale popu\uadlista e razzista che segna perico\uadlosamente il nostro tempo. In par\uadticolare, la figura del richiedente asilo rappresenta oggi un ele\uadmento chiave per il funzionamen\uadto delle politiche e delle retoriche sicuritarie: infantilizzato, vittimiz\uadzato, oppure socialmente costrui\uadto come individuo pericoloso intorno a cui cristallizzare le pre\uadoccupazioni degli autoctoni; ma anche impiegato in attivit\ue0 lavo\uadrative segnate da violente logi\uadche di segregazione e sfruttamen\uadto. In questo volume, un gruppo di studiose e studiosi - attraverso casi studio e ricerche sul campo - cerca di gettare una luce sul variegato sistema di confinamenti che si riversa sui migranti e, allo stesso tempo, di illuminare le resi\uadstenze individuali e collettive messe in campo dai soggetti stes\uadsi per la propria libert\ue0 e autode\uadterminazione

    Introduzione

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    Circa un anno fa abbiamo deciso di scrivere un libro sul sistema dell\u2019accoglienza promuovendo un dialogo a pi\uf9 voci che di fronte all\u2019accoglienza si ponesse con sguardo critico, utilizzando la ricerca qualitativa in chiave interdisciplinare e valorizzando la stretta cooperazione tra le autrici e gli autori1. L\u2019intento era quello di utilizzare degli studi di caso per andare ad indagare la maniera in cui i dispositivi di governo delle migrazioni si stanno oggi riconfigurando attorno alla figura del rifugiato e del richiedente asilo. Questa figura, infatti, a partire dal 2011, in corrispondenza delle primavere arabe, e con una violenta accelerazione dal 2015 \u2013 anno ufficiale di inizio della cosiddetta crisi dei rifugiati \u2013 ha sostituito la figura del \u201cclandestino\u201d (Quassoli, 2013) che dagli anni Novanta ha dominato in Italia i meccanismi di controllo dell\u2019immigrazione e il dibattito scientifico e pubblico che intorno ad essi si \ue8 sviluppato (Sbraccia, 2007; Melossi, 2010; Campesi, 2003; Crocitti, 2014; Ferraris, 2012). Intorno a questa soggettivit\ue0 e a questa figura giuridica si possono vedere i profili di una nuova forma di governance delle migrazioni; si tratta a nostro avviso di nuove traiettorie del controllo che si misurano con le contro condotte e resistenze molteplici messe in campo dalle e dai migranti

    Ricerca sociale ed emancipazione. Campi, posizionamenti e pratiche

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    Negli Stati Uniti E.O. Wright ha proposto una scienza sociale ‘emancipativa’ espressamente rivolta a legittimare forme di critica al tardocapitalismo contemporaneo, per comprendere e dare visibilità a forme possibili di contro-organizzazione sociale, e generare così una conoscenza scientifica in grado di sfidare forme emergenti di sfruttamento. In America Latina si moltiplicano nelle università nuove ‘ecologie’ di saperi, cioè percorsi didattici e di ricerca in chiave radicalmente pluridisciplinare legati a istanze poste dai cittadini, secondo pratiche di interazione non dissimili dall’idea di ‘ricerca sociale democratica’ portata avanti a Mumbai da A. Appadurai. Ma anche in Europa, B. de Sousa Santos, L. Boltanski e molti altri provano a tradurre in futuro gli approcci della sociologia critica che caratterizzarono i decenni centrali del ’900 e che già indicavano nei pubblici plurali di cui si compone la società – più che nei circuiti ristretti dei colleghi – gli interlocutori privilegiati per la costruzione del disegno di ricerca e la gestione della vita sociale dei dati prodotti. Oggi tutto ciò avviene, però, con la marcata consapevolezza che occorra promuovere una nuova stagione di ‘risoggettivazione reciproca’ tra ricercatori e attori sociali che passi anche attraverso la capacità immergersi e lasciarsi interpellare dalla dimensione narrativa, esperienziale, esistenziale di processi sociali invisibili, turbolenti, scomodi, difficilmente accessibili, ma in qualche modo emblema profondo dell’attuale complessità
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