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    Uno più uno non fa due

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    Ogni bambino e bambina entra a scuola con una propria lingua materna che veicola modelli familiari, affettivi, di cura, educativi e di apprendimento. Sono modelli relazionali che permettono di stare nel mondo e imparare da esso: una molteplicità che non è possibile quantificare in termini addizionali ma necessita di una prospettiva complementare.Finoadoggisiètradottainpercentualilapresenzadeibambinivenutidalontano, ma questi numeri non hanno saputo dare conto di quel concetto di infinito, che trascende le quantità e che è sostanziale di ogni individuo. I bambini non possono essere letti nella misura di uno più uno uguale a due, perché il due annulla le particolarità diciascunoelitrasformainqualcosachenonlirappresentapi

    Ethnoclinic: languages, migrations, identities

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    Ci proponiamo di descrivere le pratiche ed esperienze etnocliniche, intese come luogo di ascolto e conversazione terapeutica. Nel nostro lavoro con megranti, rifugiati e richiedenti asilo viene utilizzato un modello che include diverse professioni, ognuna delle quali possiede specifiche competenze: psicoterapeuti, psicologi clinici, psichiatri, antropologi, educatori e pedagogisti. Ci riferiamo ad un’epistemologia che trae origine dall’etnopischiatra e dalla psicologia culturale prendendone altresì le distanze rispetto ad alcune peculiari visioni.Our purpose is to describe the ethnoclinic experiences and practices, meant as a place of listening and therapeutic conversation. In our work, with migrants, refugees and asylum seekers, we use a model that involves several practitioners, each with multiples skills: psychotherapists, clinical psychologists, psychiatrists, anthropologists, educators and pedagogues. We are referring to the epistemology origined by ethnopsychiatry and by cultural psychology. Nevertheless, we move away from these disciplines, as soon as the meeting between practitioners and migrants does not fall into the presumption of replacing the traditional health care practices, as happened due to the ethonopsychiatric ingenuities
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