Positive Assessment as Support to Personal Life Designing in Transition to Adulthood: A Case Study

Transitioning to adulthood is a natural process involving multiple factors. Adolescents living with developmental disabilities experience more difficulties in anticipating and dealing with transitions, in moving toward positive adulthood trajectories. According to current counseling literature some resources are particularly relevant in order to support these goals. The case study presented here is an example of the possibility and usefulness of giving voice to adolescents with developmental disability who are close to life transitions and assessing their resilience, adaptability, courage and future goals. Professionals interested in social and work inclusion of young adults with developmental disabilities are then invited to highlight relevant attitudes toward everyday life and resources for future life designin

Investigating the inhibition of FTSJ1 a tryptophan tRNA-specific 2’-O-methyltransferase by NV TRIDs, as a mechanism of readthrough in nonsense mutated CFTR

Abstract: Cystic Fibrosis (CF) is an autosomal recessive genetic disease caused by mutations in the CFTR gene, coding for the CFTR chloride channel. About 10% of the CFTR gene mutations are "stop" mutations, which generate a Premature Termination Codon (PTC), thus synthesizing a truncated CFTR protein. A way to bypass PTC relies on ribosome readthrough, which is the ri-bosome’s capacity to skip a PTC, thus generating a full-length protein. “TRIDs” are molecules exerting ribosome readthrough; for some, the mechanism of action is still under debate. We in-vestigate a possible mechanism of action (MOA) by which our recently synthesized TRIDs, namely NV848, NV914, and NV930, could exert their readthrough activity by in silico analysis and in vitro studies. Our results suggest a likely inhibition of FTSJ1, a tryptophan tRNA-specific 2’-O-methyltransferase

Readthrough Approach Using NV Translational Readthrough-Inducing Drugs (TRIDs): A Study of the Possible Off-Target Effects on Natural Termination Codons (NTCs) on TP53 and Housekeeping Gene Expression

Nonsense mutations cause several genetic diseases such as cystic fibrosis, Duchenne muscular dystrophy, β-thalassemia, and Shwachman–Diamond syndrome. These mutations induce the formation of a premature termination codon (PTC) inside the mRNA sequence, resulting in the synthesis of truncated polypeptides. Nonsense suppression therapy mediated by translational readthrough-inducing drugs (TRIDs) is a promising approach to correct these genetic defects. TRIDs generate a ribosome miscoding of the PTC named “translational readthrough” and restore the synthesis of full-length and potentially functional proteins. The new oxadiazole-core TRIDs NV848, NV914, and NV930 (NV) showed translational readthrough activity in nonsense-related in vitro systems. In this work, the possible off-target effect of NV molecules on natural termination codons (NTCs) was investigated. Two different in vitro approaches were used to assess if the NV molecule treatment induces NTC readthrough: (1) a study of the translational-induced p53 molecular weight and functionality; (2) the evaluation of two housekeeping proteins’ (Cys-C and β2M) molecular weights. Our results showed that the treatment with NV848, NV914, or NV930 did not induce any translation alterations in both experimental systems. The data suggested that NV molecules have a specific action for the PTCs and an undetectable effect on the NTCs

The role of life cycle thinking-based methodologies in the development of waste management plans

The aim of this article is to examine how Life Cycle Thinking (LCT) contributes to the development of Waste Management Plans (WMPs). The case of Italy has been deeply investigated. The article first analyses whether and how the LCT methodologies were applied to the 21 regional WMPs; then, it draws indications for using LCT in the preparation of a WMP. Moreover, it outlines why the Life Cycle Assessment (LCA) methodology could be used as a powerful tool for regional planning in the waste field, analysing the indications for preparing a WMP that already exist at the European level and in the Italian National WM Programme. Results reveal that only four of the 21 regional WMPs include comprehensive and site-specific LCA studies. Building on these case study results, insights into the opportunities and benefits associated with incorporating LCT methodologies into WMP development and implementation are provided. This study underscores the critical importance of LCT and LCA in promoting sustainable waste management practices, ensuring compliance with European directives, and offering a foundation for more informed regional planning strategies

ANALISI QUALITATIVA E QUANTITATIVA DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI DI LANA DI ROCCIA

La lana di roccia è un materiale isolante di recente introduzione le cui caratteristiche lo rendono idoneo a soddisfare le più recenti imposizioni normative in termini di isolamento termico, isolamento acustico e protezione dal fuoco. L’utilizzo di questo materiale si è notevolmente intensificato negli ultimi anni ed è stimato che questo trend si manterrà costante anche nei prossimi decenni con la conseguente crescita delle quantità di rifiuti prodotte. In Europa, in particolare nella zona EU28, è stato stimato, in totale, che nel periodo di tempo che va dal 2033 al 2050 vi sarà un incremento della produzione dei rifiuti di lana di roccia pari al 19,0% con un incremento medio dell’1,1% ogni anno. Capire cosa sia la lana di roccia e quale sia il suo destino finale, una volta persa la sua qualifica come prodotto, può permettere di valutare in maniera oggettiva in che modo una crescita sempre maggiore della produzione di rifiuti potrà portare delle complicazioni nel già oberato sistema di gestione dei rifiuti italiano. I rifiuti di lana di roccia fanno parte della macro-categoria dei rifiuti da costruzione e demolizione (C&DW) e, in particolare, rientrano nei flussi individuati dai codici CER 17 06 03* (materiali isolanti contenenti o costituiti da sostanze pericolose) e 17 06 04 (materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci 17 06 01 e 17 06 03). Poiché i materiali contenenti sostanze pericolose non possono essere considerati se si vuole fare un’analisi sulle possibilità di riciclo/recupero/riuso dei rifiuti, sono stati qui considerati i soli materiali non contenenti o costituiti da sostanze pericolose, cioè quelli identificati dal codice CER 17 06 04. Si è inoltre considerato il fatto che, oltre ai rifiuti provenienti dalle attività di costruzione, demolizione e ristrutturazione, una quota significativa di rifiuti di lana di roccia proviene dagli impianti di produzione

Economic evaluation of the construction and demolition waste management chain through the life cycle costing methodology

The following research used the Life Cycle Costing (LCC) methodology to estimate the costs of selective demolition, the treatment of construction and demolition (C&D) waste, and the production of recycled aggregates. Based on what emerged, it was possible to outline some incentive mechanisms for the benefit of selective demolition and the use of recycled aggregates

Life cycle costing della catena di gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione

Il seguente lavoro si pone l’obiettivo di valutare i costi della demolizione selettiva e dell’uso degli aggregati riciclati attraverso l’applicazione della metodologia Life Cycle Costing (LCC). L’analisi LCC ha incluso i costi preliminari, di acquisizione macchinari, operativi e di conferimento relativi all'intera catena di gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione. Sulla base dei risultati ottenuti è stato possibile delineare alcuni scenari prevedendo meccanismi di incentivazione a beneficio della demolizione selettiva e dell’uso degli aggregati riciclati per favorire il raggiungimento di un’economia circolare nel settore delle costruzioni

Cambiamento organizzativo e identit\ue0 multiple: una visione paradossale

\u201cSe vogliamo che tutto rimanga come \ue8, bisogna che tutto cambi\u201d La celebre e paradossale frase di Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo, spesso riadattata nell\u2019equivalente \u201ccambiare tutto per non cambiare nulla\u201d, originalmente voleva indicare, non senza cinismo, l\u2019atteggiamento dell\u2019elite politico-economica siciliana che, di fronte agli avvenimenti che avrebbero portato all\u2019unit\ue0 d\u2019Italia, assecondava il cambiamento al fine di conservare i propri privilegi di ceto. Lo scrittore siciliano non si sarebbe mai immaginato che questa sua frase potesse esprimere una propriet\ue0 pi\uf9 generale dei sistemi, inclusi quelli organizzativi. Nonostante l\u2019enfasi tipicamente manageriale e consulenziale sul cambiamento infatti, anche nelle organizzazioni qualsiasi processo di trasformazione sottintende un mix di elementi di stabilit\ue0 in continuit\ue0 col passato, e di elementi di novit\ue0 che mettono in discussione l\u2019ordine stabilito. Si pu\uf2 cogliere il carattere intrinsecamente paradossale del cambiamento organizzativo nei numerosi ossimori ricorrenti in letteratura quali, ad esempio, \u201cequilibrio dinamico\u201d (derivato dalle scienze fisiche) e \u201capproccio ambidestro\u201d. Attraverso il caso studio di un\u2019azienda italiana operante nel settore bancario che attraversa un processo di cambiamento intenso, e la lente analitica dell\u2019identit\ue0 nelle organizzazioni, in questo articolo viene avanzata una visione paradossale del cambiamento organizzativo, sottolineandone le sfide e i possibili benefici, oltre che le implicazioni sia teoriche che pratiche, nel tentativo di presentare una visione pi\uf9 bilanciata e plurale del cambiamento nelle organizzazioni, che tenga conto delle prospettive di tutti gli attori coinvolti

Cambiamento organizzativo e identità multiple: una visione paradossale

Spesso il cambiamento è stato presentato come antitetico alla stabilità nelle organizzazioni e necessario per la loro sopravvivenza. In realtà il cambiamento organizzativo è un fenomeno complesso attraversato da una serie di tensioni tra diversi elementi più o meno in continuità con il passato dell’organizzazione. Attraverso il caso studio di un’azienda italiana operante nel settore bancario e la lente analitica dell’identità nelle organizzazioni, in questo articolo viene avanzata una visione paradossale del cambiamento organizzativo, sottolineandone le sfide e i possibili benefici, le implicazioni teoriche e pratiche. Dalla ricerca empirica, basata sull’analisi di documenti aziendali, 61 interviste e osservazioni, emerge che molteplici identità caratterizzano l’azienda studiata a livello individuale e organizzativo. Se molteplici tratti identitari possono apparire come causa di frammentazione e conflitti, identità plurime possono anche rappresentare una risorsa nell’affrontare il cambiamento. Riproducendo e rinnovando le diverse rappresentazioni che le animano, anche quelle incoerenti tra di loro, le organizzazioni possono infatti contare su una varietà di risorse e prospettive nel relazionarsi con vari stakeholder in diversi contesti, nel tentativo di realizzare un cambiamento più bilanciato e sostenibile per tutti gli attori coinvolti.Change has often been presented as antithetical to stability and necessary for the survival of organizations. Organizational change is actually a complex phenomenon characterized by several tensions between different elements which are more or less in continuity with the past of the organization. Trough the case study of an Italian company operating in the financial services industry and the level of analysis of identity in organizations, in this article a paradoxical conception of organizational change is put forward, while highlighting its possible advantages and challenges, theoretical and practical implications.On the basis of the analysis of company documents, 61 interviews and observational data, we found that multiple identities characterized the studied company both at the individual and organizational level. Although multiple identity traits may be perceived as a cause of fragmentation and conflicts, varied identities may also represent a resource during organizational change processes. By reproducing and renewing the different representations that co-exist within them, despite some inconsistencies, organizations could indeed rely on a variety of resources and perspectives when dealing with various stakeholders, thus realizing a more balanced and sustainable change for all the actors involved

A catalogue of structural and morphological measurements for DES Y1

We present a structural and morphological catalogue for 45 million objects selected from the first year data of the Dark Energy Survey (DES). Single Sérsic fits and non-parametric measurements are produced for g, r, and i filters. The parameters from the best-fitting Sérsic model (total magnitude, half-light radius, Sérsic index, axis ratio, and position angle) are measured with GALFIT; the non-parametric coefficients (concentration, asymmetry, clumpiness, Gini, M20) are provided using the Zurich Estimator of Structural Types (ZEST+). To study the statistical uncertainties, we consider a sample of state-of-the-art image simulations with a realistic distribution in the input parameter space and then process and analyse them as we do with real data: this enables us to quantify the observational biases due to PSF blurring and magnitude effects and correct the measurements as a function of magnitude, galaxy size, Sérsic index (concentration for the analysis of the non-parametric measurements) and ellipticity. We present the largest structural catalogue to date: we find that accurate and complete measurements for all the structural parameters are typically obtained for galaxies with SEXTRACTORMAG_AUTO_I≤21. Indeed, the parameters in the filters i and r can be overall well recovered up to MAG_AUTO≤21.5, corresponding to a fitting completeness of ∼90 per cent below this threshold, for a total of 25 million galaxies. The combination of parametric and non-parametric structural measurements makes this catalogue an important instrument to explore and understand how galaxies form and evolve.ISSN:0035-8711ISSN:1365-296