2,822 research outputs found

    Bifurcations in the elementary Desboves family

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    We give an example of a family of endomorphisms of P2(C)\mathbb P^2 (\mathbb C) whose Julia set depends continuously on the parameter and whose bifurcation locus has non empty interior

    Passato,presente e futuro della VIS

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    --Alla fine del 2012 ? stato pubblicato il libro Health Impact Assessment Past Achievement, Current Understanding, and Future Progress. Curato da John Kemm, uno dei massimi esperti sul tema, il volume offre differenti approcci per svolgere una Health Impact Assessement (HIA) o Valutazione di impatto sanitario (VIS), presentando diverse esperienze effettuate nel mondo e una prospettiva globale. Non un manuale su come effettuare una VIS, ma un libro che descrive e discute un\u27ampia gamma di metodi usati e offre consigli utili per la loro applicazione in circostanze differenti. L\u27autore non considera la VIS come strumento per la presa di decisioni, ma come supporto alle decisioni, quindi gran parte del libro ? dedicato a come interagire coi decisori

    Ancora sul rischio cancerogeno per chi ha prestato servizio militare nei Balcani

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    xxCaro Direttore, le principali critiche esplicitate con chiarezza e forza da Benedetto Terracini nei confronti dell\u27intervento del Dr. Peragallo (inaffidabili stime di rischio derivate da campioni di rappresentativit? incerta; diagnosi di cancro raccolte attraverso non meglio specificate segnalazioni anzich? ricerca attiva), e dell\u27editoriale di Roberta Pirastu (confrontabilit? con altri studi e conclusioni che "I risultati preliminari non supportano l\u27ipotesi che l\u27aver servito nell\u27area dei Balcani possa costituire uno specifico rischio cancerogeno"),1 non vengono attenuate dalla risposta del Dr Peragallo, che in parte recepisce ma al contempo persevera.2 Infatti, il Dr. Peragallo circoscrive il suo primo intervento a finalit? descrittiva generica della "morbosit? per cancro nel contesto militare" e concorda sulla caratteristica di passivit? del sistema di sorveglianza in opera, con relative limitazioni di mancata rilevazione di parte della casistica, per poi concludere che comunque ? l\u27unica fonte possibile dei dati. Questo elemento in qualche modo sembra supportarlo nel ribadire le sue due proposizioni principali: a) che il "numero stimato dei casi incidenti non sembra essere superiore di quello dei casi attesi; b) che non pare essere azzardato sostenere che i risultati preliminari non supportano l\u27ipotesi di uno specifico rischio cancerogeno legato al servizio militare nei Balcani. La discussione dunque non muta la sostanza del primo intervento. Ritengo che, trattandosi di un sistema di registrazione passivo e limitato con finalit? descrittive, non sia appropriato operare un confronto tra osservati e attesi in assenza di dati solidi sull\u27entit? della sottonotifica (diversit? di affidabilit? tra fonte degli attesi e fonte degli osservati). Conseguentemente le conclusioni avrebbero dovuto essere solo descrittive e non inferenziali. Tuttavia, anche accettando la forzatura verso un giudizio statistico, anzich? scegliere per le conclusioni una formulazione consona agli studi valutativi, sarebbe stato pi? appropriato ed anche opportuno (per le conseguenze comunicative) optare per una proposizione pi? cauta, del tipo "i risultati preliminari non sono in grado di apportare avanzamenti conoscitivi affidabili sull\u27associazione tra l\u27aver servito nell\u27area dei Balcani e insorgenza di tumori". Quindi, diversamente da quanto ribadito dal dr Peragallo, far conseguire da uno studio dichiaratamente noneziologico una ipotesi di causalit? a me pare azzardato. Inoltre mi preme far notare che "non essere in grado di apportare?" ha senso bidirezionale nei confronti della formazione dell\u27evidenza, mentre "non supportare una ipotesi" ha senso unidirezionale, di freccia scagliata contro l\u27ipotesi che "l\u27aver servito nell\u27area dei Balcani possa costituire uno specifico rischio cancerogeno". Una ipotesi peraltro rovesciata rispetto alla "classica" ipotesi zero o nulla, che avrebbe voluto l\u27assunzione di un equi-rischio per chi ha lavorato nei Balcani e chi non ci ha lavorato, e l\u27inferenza statistica per decidere se accettare o rifiutare l\u27ipotesi nulla. Questa non ? una distinzione di lana caprina ma sostanziale, non solo per il rispetto di aspetti formali, ma per ci? che il dispositivo evoca, mentre non pu? e quindi non dovrebbe: l\u27assenza di evidenza non significa evidenza dell\u27assenza. Infine, il ritardo nell\u27aggiornare l\u27incidenza attraverso una registrazione attiva dei nuovi casi (suggerito da Benedetto Terracini nel 2006),3 e nella divulgazione dei risultati dello studio Signum (attesi da oltre quattro anni), prima ancora di rappresentare un problema di uso o misuso di risorse finanziarie, costituisce un rilevante problema di etica pubblica perch? nell\u27attesa di registri e studi eziologici a regola d\u27arte si continuano a "contare" casi di malattia. Dobbiamo essere tutti consapevoli, ed ? giusto il richiamo al dibattito del Dr Peragallo, che approcci e dati incerti contribuiscono per lo pi? a lasciare inalterate le convinzioni pre-concette, poco scientifiche ma molto diffuse per tanti motivi, di chi - sulla base di conoscenza, percezione, consapevolezza e talvolta di interessi - ? convinto dell\u27esistenza o dell\u27assenza del rischio. Una tipica situazione che costituisce notevole difficolt? per comunicatori della scienza e giornalisti scientifici, e ancora di pi? per giornalisti d\u27inchiesta e per decisori, e che richiama ad un forte impegno dei ricercatori a migliorare conoscenza, percezione, consapevolezza e trasparenza sui conflitti di interessi

    Lezioni dalla "Sindrome di Quirra" Pi? epidemiologia pi? prevenzione

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    The discussion here presented focuses on three issues included in the paper of P. Cocco: the perception of excesses of cancer mortality in selected areas of South-East Sardinia, the report of excesses of cancer mortality in other areas of South Sardinia, the criticism towards public institutions for non-using scientific evidences. The starting point of the tale is the report done in 2001 by a General Practitioner about an excess of haemolymphopoietic cancers located in the Quirra suburb (Municipality of Villaputzu) and about an excess of congenital anomalies in the Municipality of Escalaplano. Cocco quotes four independent epidemiological studies excluding the existence of excesses of cancer mortality and incidence in the Salto di Quirra military area.Three questions are presented and discussed: why in this area, characterized by environmental pressures, where public anxiety and high risk perception have been report even before 2001, a specific surveillance programwasn\u27t activated? why, after the reporting of congenital anomalies, there were neither epidemiological investigations nor a feasibility study about a registry? the ability of the four investigations quoted by Cocco was evaluated a priori? To discuss the conclusions of Cocco, some considerations concerning the methodological limits of the mentioned studies, the lack of micro-geographical and etiological studies are suggested. The whole event indicates problems of communication, participation and relationships among stakeholders, and specifically the role of researchers when they have to face public administrators.Il richiamo fatto nell\u27articolo di P. Cocco alla percezione di eccessi di mortalit? per neoplasie del sistema emolinfopoietico nella Sardegna sud-orientale la segnalazione di eccessi in aree diverse da quella di specie, la chiamata in causa delle istituzioni per il non uso delle evidenze scientifiche. Il punto di partenza della vicenda ? la segnalazione nel 2001 da parte di un medico di base di un eccesso di mortalit? per tumori del tessuto emolinfopoietico localizzato nella frazione di Quirra e di un eccesso di malformazioni congenite nel comune di Escalaplano. Cocco cita quattro studi epidemiologici indipendenti che hanno escluso aumenti dell\u27incidenza e della mortalit? neoplastica nei comuni circostanti il poligono del Salto di Quirra. A proposito di ci?, il presente intervento solleva i seguenti interrogativi: perch? in un\u27area dove i problemi ambientali, di preoccupazione e di percezione delle comunit? locali erano presenti gi? prima del 2001 non ? mai stato attivato uno specifico programma di sorveglianza epidemiologica? perch? dopo la segnalazione delle malformazioni non ? stata svolta alcuna indagine epidemiologica e neanche di fattibilit? di un registro? ? stata valutata a priori l\u27abilit? dei quattro studi epidemiologici citati di identificare eccessi di rischio plausibili? Per discutere le conclusioni di Cocco vengono suggerite riflessioni sui limiti metodologici degli studi, sulla mancanza di studi geografici su base sub-comunale e di tipo eziologico. La vicenda ? rappresentativa dei problemi di comunicazione, di partecipazione e delle relazioni tra portatori di interessi, ed in particolare del ruolo dei ricercatori rispetto agli amministratori
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