69 research outputs found

    LE DISCRIMINAZIONI ALLA ROVESCIA NEL DIRITTO COMUNITARIO

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    2003/2004XVII Ciclo1975Versione digitalizzata della tesi di dottorato cartacea

    Tailored treatment including radical prostatectomy and radiation therapy + androgen deprivation therapy versus exclusive radical prostatectomy in high-risk prostate cancer patients: results from a prospective study

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    Purpose To evaluate outcomes of patients with high risk prostate cancer (PCa) who underwent radical prostatectomy (RP) in a context of a multidisciplinary approach including adjuvant radiation (RT) + androgen deprivation therapy (ADT). Matherials and Methods 244 consecutive patients with high risk localized PCa underwent RP and bilateral extended pelvic lymph node dissection at our institution. Adjuvant RT + 24 months ADT was carried out in subjects with pathological stage ā‰„ T3N0 and/or positive surgical margins or in patients with local relapse. Results After a median follow-up was 54.17 months (range 5.4-117.16), 13 (5.3%) subjects had biochemical progression, 21 (8.6%) had clinical progression, 7 (2.9%) died due to prostate cancer and 15 (6.1%) died due to other causes. 136 (55.7%) patients did not receive any adjuvant treatment while 108 (44.3%) received respectively adjuvant or salvage RT+ADT. Multivariate Cox proportional hazard analysis showed that pre-operative PSA value at diagnosis is a significant predictive factor for BCR (HR: 1.04, p < 0.05) and that Gleason Score 8-10 (HR: 2.4; p<0.05) and PSMs (HR: 2.01; p < 0.01) were significant predictors for clinical progression. Radical prostatectomy group was associated with BPFS, CPFS, CSS and OS at 5-years of 97%, 90%, 95% and 86% respectively, while adjuvant radiation + androgen deprivation therapy group was associated with a BPFS, CPFS and CSS at 5-years of 91%, 83%, 95% and 88%, without any statistical difference. Conclusions Multimodality tailored treatment based on RP and adjuvant therapy with RT+ADT achieve similar results in terms of OS after 5-years of follow-up

    Rapid SARS-CoV-2 intra-host and within-household emergence of novel haplotypes

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    In February 2020, the municipality of Voā€™, a small town near Padua (Italy) was quarantined due to the first coronavirus disease 19 (COVID-19)-related death detected in Italy. To investigate the viral prevalence and clinical features, the entire population was swab tested in two sequential surveys. Here we report the analysis of 87 viral genomes, which revealed that the unique ancestor haplotype introduced in Voā€™ belongs to lineage B, carrying the mutations G11083T and G26144T. The viral sequences allowed us to investigate the viral evolution while being transmitted within and across households and the effectiveness of the non-pharmaceutical interventions implemented in Voā€™. We report, for the first time, evidence that novel viral haplotypes can naturally arise intra-host within an interval as short as two weeks, in approximately 30% of the infected individuals, regardless of symptom severity or immune system deficiencies. Moreover, both phylogenetic and minimum spanning network analyses converge on the hypothesis that the viral sequences evolved from a unique common ancestor haplotype that was carried by an index case. The lockdown extinguished both the viral spread and the emergence of new variant

    Tailored treatment including radical prostatectomy and radiation therapy + androgen deprivation therapy versus exclusive radical prostatectomy in high-risk prostate cancer patients: results from a prospective study

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    Purpose To evaluate outcomes of patients with high risk prostate cancer (PCa) who underwent radical prostatectomy (RP) in a context of a multidisciplinary approach including adjuvant radiation (RT) + androgen deprivation therapy (ADT). Matherials and Methods 244 consecutive patients with high risk localized PCa underwent RP and bilateral extended pelvic lymph node dissection at our institution. Adjuvant RT + 24 months ADT was carried out in subjects with pathological stage ā‰„ T3N0 and/or positive surgical margins or in patients with local relapse. Results After a median follow-up was 54.17 months (range 5.4-117.16), 13 (5.3%) subjects had biochemical progression, 21 (8.6%) had clinical progression, 7 (2.9%) died due to prostate cancer and 15 (6.1%) died due to other causes. 136 (55.7%) patients did not receive any adjuvant treatment while 108 (44.3%) received respectively adjuvant or salvage RT+ADT. Multivariate Cox proportional hazard analysis showed that pre-operative PSA value at diagnosis is a significant predictive factor for BCR (HR: 1.04, p < 0.05) and that Gleason Score 8-10 (HR: 2.4; p<0.05) and PSMs (HR: 2.01; p < 0.01) were significant predictors for clinical progression. Radical prostatectomy group was associated with BPFS, CPFS, CSS and OS at 5-years of 97%, 90%, 95% and 86% respectively, while adjuvant radiation + androgen deprivation therapy group was associated with a BPFS, CPFS and CSS at 5-years of 91%, 83%, 95% and 88%, without any statistical difference. Conclusions Multimodality tailored treatment based on RP and adjuvant therapy with RT+ADT achieve similar results in terms of OS after 5-years of follow-up

    Il rimpatrio dell\u2019immigrato in condizione di soggiorno irregolare: il difficile equilibrio tra efficienza delle procedure e garanzie in favore dello straniero nella disciplina dell\u2019Unione europea

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    Il rimpatrio degli immigrati in condizione di soggiorno irregolare \ue8 disciplinato dalla direttiva 2008/115. Si tratta di un atto di armonizzazione minima, che mira soprattutto all\u2019efficacia delle politiche di espulsione e che affida agli Stati membri il compito delicato di tutelare, nei singoli casi di specie, i diritti fondamentali degli stranieri. Tale impostazione di massima ha lasciato aperte talune questioni, che la Corte di giustizia ha dovuto colmare in via interpretativa. Un primo problema che la direttiva lascia aperto, e che il contributo approfondisce, \ue8 quello della possibile interazione della procedura amministrativa di rimpatrio con la competenza degli Stati membri a punire, con sanzioni penali, gli stranieri che entrano o soggiornano illegalmente sul territorio nazionale. Il contributo fa emergere che, allo stato attuale del diritto dell\u2019Unione, gli Stati membri conservano la facolt\ue0 di qualificare il soggiorno irregolare alla stregua di reato e di prevedere sanzioni penali per scoraggiare e reprimere questo tipo di condotta. Essi non possono tuttavia applicare la pena detentiva prima di aver esaurito gli strumenti amministrativi (anche di natura coercitiva) che la direttiva prevede per procedere all\u2019espulsione. Un\u2019altra questione fondamentale \u2013 che la direttiva non affronta e che la Corte ha dovuto quindi risolvere in via interpretativa \u2013 \ue8 costituita dalla definizione della portata e delle modalit\ue0 di esercizio del diritto al contraddittorio nel corso della procedura di rimpatrio. Il contributo esamina la giurisprudenza che ha determinato le condizioni di esercizio di tale diritto, bilanciando l\u2019interesse dell\u2019immigrato a manifestare il proprio punto di vista con l\u2019esigenza di non compromettere l\u2019efficienza del sistema di rimpatrio. Un ultimo tema, molto delicato, che la direttiva non ha voluto disciplinare attiene allo status degli stranieri dopo la scadenza dei termini di trattenimento in apposite strutture di detenzione. Il contributo cerca di definire la posizione di tali soggetti dopo che la procedura di rimpatrio \ue8 terminata senza esito. L\u2019indagine evidenzia che la Corte di giustizia ha cercato di rispettare l\u2019impianto complessivo della direttiva, dandone un\u2019interpretazione che fa leva sull\u2019obiettivo principale, che essa persegue, di contrastare in maniera efficace l\u2019immigrazione irregolare. Talvolta, l\u2019interpretazione si \ue8 fondata quasi esclusivamente su detto obiettivo; in altri casi, invece, l\u2019esigenza di salvaguardare un politica di rimpatrio efficace \ue8 stata bilanciata, con esiti alterni, con le prerogative fondamentali che gli stranieri traggono dalla Carta e dai principi generali

    L\u2019eguaglianza alla prova delle azioni positive, Introduzione

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    Per come \ue8 stato configurato dall\u2019elaborazione dottrinale, dalla giurisprudenza e dalle rivendicazioni politiche e sociali, il principio di eguaglianza presenta un elevato grado di duttilit\ue0, potendo essere modellato \u2013 nei diversi sistemi giuridici \u2013 in maniera articolata. Alcuni fenomeni sociali mettono alla prova l\u2019elasticit\ue0 di tale precetto, nel senso che ne rendono difficile l\u2019applicazione e talvolta perfino dubbia l\u2019applicabilit\ue0. La tensione maggiore \ue8 probabilmente causata da quelle misure, tradizionalmente denominate \u201cazioni positive\u201d, che i legislatori adottano allo scopo di rimuovere gli ostacoli, o di compensare gli svantaggi, che una determinata categoria sociale, ritenuta sfavorita, subisce di fatto nella societ\ue0. Gi\ue0 dal punto di vista ideologico misure di questo tipo provocano dibattiti molto accesi. In effetti, non sono mancate prese di posizione che bollano di ingiustizia e di illogicit\ue0 il ricorso a dette misure che, secondo questa opinione, al fine apparente di promuovere l\u2019eguaglianza creerebbero, in realt\ue0, disparit\ue0 di trattamento ingiustificate (c.d. reverse discrimination). Ovviamente, tale prospettiva \ue8 respinta da chi vede nel sostegno alle categorie svantaggiate un modo efficace e concreto per rendere piena ed effettiva l\u2019eguaglianza tra consociati, nonch\ue9 uno strumento utile per riorientare la societ\ue0 verso un modello plurale. Le tensioni in campo non si limitano tuttavia a confronti di natura ideologica, ma assumono una connotazione che \ue8 anche giuridica. In effetti, l\u2019individuazione del fondamento e dei limiti delle azioni positive \ue8 questione assai dibattuta che ha trovato solo in parte risposte condivise. Proprio sull\u2019individuazione di tali limiti la giurisprudenza delle Corti costituzionali e delle Corti Supreme \ue8 stata a lungo impegnata, sia nel sistema giuridico degli Stati Uniti d\u2019America che negli ordinamenti (interni e sovranazionali) europei. I contributi che compongono il volume si concentrano sulle questioni sociali, giuridiche e filosofiche sollevate dal fenomeno delle azioni positive. Rispetto alle opere che hanno gi\ue0 trattato il tema, il presente lavoro utilizza pi\uf9 chiavi di lettura, tra loro complementari, di tale fenomeno storico, giuridico e sociale

    Il giusto trattamento del migrante in condizioni di soggiorno irregolare

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    Lā€™intervento di Fabio Spitaleri fornisce alcuni spunti di riflessione e confronto sul giusto trattamento da riservare al migrante in condizione di soggiorno irregolare. Esistono migranti che non possono essere espulsi? Le espulsioni collettive sono possibili? ƈ giusto trattenere i migranti in attesa dellā€™espulsione? Quale ruolo deve giocare lā€™Unione europea nella gestione dei flussi migratori? La risposta a queste domande di grandissima attualitĆ  sarĆ  data anche sulla base della sollecitazioni del pubblico.Fabio Spitaleri ĆØ stato referendario alla Corte di giustizia dell'Unione Europea. ƈ ricercatore in Diritto dellā€™Unione Europea presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dellā€™Interpretazione e della Traduzione (IUSLIT) lā€™UniversitĆ  di Trieste. Insegna Diritto del Mercato Unico e della Concorrenza nel Corso di Laurea in Giurisprudenza, nonchĆ© EU Policies nel Corso di Laurea in Diplomazia e Cooperazione Internazionale dell'Ateneo triestino. ƈ docente di Diritto dellā€™Unione Europea presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali di Padova

    La faculteĢ et lā€™obligation de renvoi preĢjudiciel

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    La faculteĢ et lā€™obligation de renvoi preĢjudiciel. 1. La faculteĢ et lā€™obligation de poser la question preĢjudicielle : la reĢ€gle de base du traiteĢ. 2. La notion de juridiction statuant en dernieĢ€re instance (obligeĢe de proceĢder aĢ€ un renvoi preĢjudiciel) et celle de juridiction ne statuant pas en dernieĢ€re instance (habiliteĢe aĢ€ saisir la Cour). 3. Les preĢcisions apporteĢes par la jurisprudence : exceptions aĢ€ lā€™obligation de poser la question preĢjudicielle. 4. Exceptions aĢ€ la faculteĢ de saisir la Cour. 5. Lā€™obligation de renvoi preĢjudiciel et lā€™appreĢciation de sa pertinence. 6. Le roĢ‚le du juge national entre initiatives des parties et reĢ€gles internes de proceĢdure. 7. Les possibles interfeĢrences entre la faculteĢ (ou lā€™obligation) de renvoi preĢjudiciel et la proceĢdure incidente de controĢ‚le de constitutionnaliteĢ

    Doppia pregiudizialit\ue0 e concorso di rimedi per la tutela dei diritti fondamentali

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    L\u2019articolo riguarda quelle situazioni c.d. di doppia pregiudizialit\ue0 sui diritti fondamentali nelle quali, in un ambito di rilevanza comunitaria, una legge che incide su diritti fondamentali della persona sia oggetto di dubbi, sia sotto il profilo della sua conformit\ue0 alla Costituzione, sia sotto il profilo della sua compatibilit\ue0 con la Carta. L\u2019articolo si propone di individuare criteri utili per orientare il giudice comune nella delicata scelta se sollevare (e con quale ordine sollevare) una questione pregiudiziale e/o una questione di costituzionalit\ue0, in queste situazioni particolari. A tal fine, il lavoro esamina la giurisprudenza della Corte di giustizia relativa al rapporto tra giudizio incidentale di costituzionalit\ue0 e rinvio pregiudiziale. Esso procede quindi all\u2019illustrazione delle pronunce della Corte costituzionale che, dopo un primo passaggio non esente da alcune contraddizioni, hanno prodotto un sostanziale allineamento alle indicazioni ricavabili dalla giurisprudenza della Corte di Lussemburgo. Vengono infine indicati i criteri che il giudice nazionale potrebbe seguire nella scelta del rimedio da attivare in questi casi. This paper tackles the issue of which procedural remedy should be applied by national courts confronted with disputes in which a national law potentially affects a fundamental right protected by both the Italian Constitution and the EU Charter. Indeed, in similar cases ordinary courts could be doubtful about raising the question of Constitutional legality before the Italian Constitutional Court or referring to the ECJ through the preliminary ruling mechanism. This article is aimed at identifying criteria in order to help ordinary courts to solve this dilemma. To this end, the work examines the case law of the Court of Justice concerning the relationship between the constitutionality proceedings and preliminary ruling. It then proceeds to illustrate the relevant judgements of the Italian Constitutional Court. Whilst its first judgement has been highly controversial, subsequent case law of the Italian Constitutional Court complied with the standards set out by the Court of Luxembourg. Finally, the criteria that the national courts could follow in these cases are indicated

    Postilla: il caso Olimpiclub

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    La postilla al volume commenta la sentenza Olimpiclub della Corte di giustizia
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